Etiopia: uccisa una cristiana ex-musulmana


La comunità cristiana di un’area a maggioranza musulmana, a sud della capitale etiope Addis Abeba, è in lutto dopo l’uccisione, a fine marzo, di una cristiana ex-musulmana. La morte della donna però, ha spinto due suoi figli e una sua amica a convertirsi.

Workitu era una donna sulla cinquantina. Per proteggere i suoi tre figli, poco più che adolescenti, non possiamo dare informazioni precise su di lei e sul luogo in cui viveva. E’ morta cinque giorni dopo essere stata gravemente picchiata da suo marito musulmano e da un vicino di casa, perché, per poter sfamare i suoi figli, si era rifiutata di rivendere gli aiuti umanitari ricevuti dal governo.

Gli abitanti del villaggio in cui viveva, quando si sono accorti dell’accaduto, hanno portato Workitu in una clinica di una città vicina, ma, per la gravità della situazione, dopo quattro giorni la donna è stata inviata ad un ospedale più grande ed è morta durante il trasporto. I due aggressori sono stati arrestati dalla polizia e accusati di omicidio.

I cristiani locali hanno riferito a Porte Aperte che Workitu si era convertita al cristianesimo lo scorso agosto e che, in tutti questi mesi, è stata regolarmentepercossa da parte del marito e minacciata di morte da alcuni membri della comunità in cui viveva per convincerla a tornare all’islam. Lei era l’unica cristiana nella sua famiglia allargata.

Nel mese di febbraio Workitu aveva anche scritto, su consiglio di alcuni cristiani, una lettera alla polizia e ai funzionari del governo locale per segnalare la situazione, dato che temeva per la sua vita. Tuttavia, secondo alcune fonti locali, i funzionari hanno ignorato la sua richiesta di protezione e ora negano di aver mai ricevuto la lettera.

I cristiani di tutta la zona si sono riuniti in massa in paese per il funerale di Workitu e hanno circondato di amore i suoi figli. Due di loro hanno deciso di seguire Cristo. Lei era l’unica cristiana della famiglia, ma i ragazzi hanno detto che ora vogliono conoscere quel Signore che la loro madre adorava. Anche un’altra abitante del villaggio, molto amica della donna, ha deciso di seguire Cristo.

Workitu è come Stefano“, ha commentato un evangelista locale. “Sarebbe stata onorata di sapere che la sua morte ha condotto a nuova vita i suoi figli. Sarebbe stata estremamente felice se avesse potuto assistere alla loro decisione di seguire Cristo”.

Medio Oriente: ritornare a casa rinati


 Nurah è una ex musulmana che ha guidato alla fede molte credenti provenienti da un contesto musulmano. Un semplice esempio di ciò che sta accadendo nel mondo di lingua persiana tra i credenti nascosti.

Nata in una normale famiglia musulmana in un contesto profondamente islamico, Nurah (pseudonimo) ha assorbito sin dalla giovinezza tutti i dettami e i costumi della sua religione di appartenenza, nella convinzione che fosse l’unico percorso di vita e di fede possibile. “Non perdevo nessuno dei momenti di preghiera rituali“, conferma. “Non ero una persona molto piacevole; ero sempre arrabbiata”. Poi giunse un momento assai difficile per lei causato da diverse vicende personali. “A quel tempo mia sorella viveva in Europa, ed io e i miei genitori decidemmo che sarebbe stato un bene per me trascorrere del tempo con lei all’estero. Lasciare il mio paese, tuttavia, non significava lasciare i miei problemi. Cercai di risolverli attraverso la mia fede islamica, ma non ci riuscii“, racconta Norah senza mostrare segni di rimpianto.

Un amico mi diede una Bibbia nella mia lingua e cominciai a leggerla, sperando sinceramente che mi avrebbe aiutato a far fronte ai miei problemi”. Studiò con avidità quella Bibbia per un anno, finché una notte la disperata ricerca giunse a quello che per Nurah fu un traguardo che sconvolse la sua vita. “Ero così stanca dei miei problemi personali, della miseria del mondo, di tutto. In quel momento mi sciolsi, aprii il cuore e diedi la mia vita a Gesù”.

Alcune persone cambiano gradualmente, ma per me fu un cambio repentino e totale. Era davvero come se qualcun altro fosse venuto a vivere dentro di me. Tutta la mia rabbia, la mia arroganza erano sparite. Gesù mi cambiò in un istante”. La tentazione di vivere la propria fede in piena libertà in Europa fu forte sin dall’inizio per Nurah, cosciente del fatto che a casa sua sarebbe diventata una cristiana perseguitata. Tuttavia dopo circa un anno, sentì chiaramente che il suo posto era nel paese di origine, dove molte persone avevano bisogno del messaggio di speranza e salvezza di Cristo. “I miei genitori rimasero storditi dal modo in cui ero cambiata. ‘Tu non sei la stessa persona’, ripetevano. Ed è quello che dicevano tutti coloro con cui parlavo, mio zio, mia nonna, i miei amici… tutti l’avevano notato. Fu questa testimonianza di trasformazione a portare alla fede in Gesù sia le mie sorelle che mio padre“. Sorridente, Nurah conclude la sua storia affermando sicura: “Dio mi chiede di rimanere nel mio paese e mi ha portato a servire la chiesa segreta qui.Attraverso il gruppo di credenti nascosti che ho trovato, ho iniziato a partecipare a un corso di formazione di Porte Aperte. Dopo anni di studio della Bibbia attraverso questo programma, sono diventata io stessa una insegnante. E’ una gioia per me accompagnare e vedere crescere nuove credenti”. Nurah sta ancora svolgendo questo vitale compito, perciò per motivi di sicurezza non pubblichiamo il suo vero nome e quello del paese di origine.

India: oltre 130 attacchi negli ultimi 3 mesi


In India continua ad aumentare il numero di attacchi rivolti ai cristiani da parte dei gruppi indù radicali. Il netto peggioramento della situazione, negli ultimi mesi, è evidenziato da un numero di eventi persecutori senza precedenti.

La persecuzione nei confronti dei cristiani è una realtà in aumento in India (ciò risulta evidente anche dalla risalita della nazione dalla ventunesima alla diciassettesima posizione nella World Watch List 2016).

L’assenza di una reale presa di posizione a favore delle minoranze religiose da parte del Governo indiano e il suo mancato intervento nei casi di violenza stanno incoraggiando i movimenti induisti radicali ad aumentare notevolmente la pressione sulle comunità cristiane e a moltiplicare il numero di attacchi contro coloro che credono in Gesù.

Abbiamo registrato più di 130 episodi contro i cristiani nei primi 3 mesi dell’anno: attacchi fisici contro singoli e contro comunità, ma anche arresti, da parte delle autorità locali, di alcuni responsabili di chiesa.

Naturalmente il livello di paura ed incertezza stanno crescendo all’interno della comunità cristiana.

Uno degli ultimi casi è avvenuto tra il 30 e 31 Marzo 2016 in un villaggio del distretto di Malkangiri, nello Stato di Orissa. I cristiani locali sono stati picchiati a causa della propria fede e sono stati espulsi dal villaggio. In seguito è stato detto loro che non potranno tornare a casa a meno che non si riconvertano all’induismo.

La polizia, avvertita di quello che stava accadendo, non è intervenuta e non ha fornito alcun aiuto a coloro che sono stati cacciati dal villaggio. Le 7 famiglie attaccate sono ora ospitate e tenute al sicuro in una chiesa nella vicina città di Kalimela.

Per favore pregate per i cristiani in India.