“Alcuni confidano nei carri e altri nei cavalli, ma noi ricorderemo il nome dell’Eterno, il nostro DIO. Quelli si sono piegati e sono caduti; ma noi ci siamo rialzati e rimaniamo in piedi”. Salmo 20:7-8


Sicuramente tutti auspichiamo un anno migliore!

Tuttavia non possiamo ignorare che le prospettive mondiali, da ogni punto di vista – economico, sociale, lavorativo, ecc. – non sembrano essere, poi, così positive:

guerre in corso, aziende sull’orlo del fallimento, aumenti dei costi su risorse di prima necessità, e così via…

In tutto questo, sperare semplicemente nelle capacità umane come mezzo di risoluzione dei problemi mi sembra davvero poco realistico, perché certi problemi sono oggettivamente più grandi di noi.

Abbiamo però Qualcuno a cui aggrapparci e da cui possiamo, certamente, trarre l’aiuto e le risorse per affrontare e superare ogni eventuale difficoltà che si potrà presentare in questi mesi che ci aspettano: DIO.

Egli è veramente l’Unico su cui possiamo riporre la nostra speranza.

E’ l’Unico “Consigliere Ammirabile”, che può istruirci e guidarci nel fare le scelte giuste, se Lo consultiamo.

E in questo tempo più che mai abbiamo bisogno della Sua saggezza per sapere come agire!

Perciò, scegli di entrare in questo nuovo anno tenendo lo sguardo fisso su Dio e sperando esclusivamente in Lui perché solo così, anche quando le situazioni in cui potresti trovarti dovessero essere tali da “farti cadere”, da far crollare momentaneamente la tua fede, le tue forze e le tue speranze, tu potrai di nuovo “rialzarti e rimanere in piedi”.

“(…) tuttavia rimarrò tranquillo nel giorno dell’avversità (…) Anche se il fico non fiorirà e non ci sarà alcun frutto sulle viti, anche se il lavoro dell’ulivo sarà deludente e i campi non daranno più cibo, anche se le greggi scompariranno dagli ovili e non ci saranno più buoi nelle stalle, esulterò nell’Eterno e mi rallegrerò nel Dio della mia salvezza. L’Eterno, il Signore, è la mia forza; Egli renderà i miei piedi come quelli delle cerve e mi farà camminare sulle mie alture”. Habacuc 3:16-19

Buon 2023 ✨

Quest’anno, ascolta la voce di Dio.


Come possiamo affermare di avere una relazione personale con Dio e sostenere nello stesso tempo che Egli non ci parli? Essere aperti e ricettivi alla guida dello Spirito Santo è un aspetto non-facoltativo della vita cristiana. Tutti possiamo imparare come fare ad ascoltare le sollecitazioni dello Spirito. Non sono riservate alle “persone importanti” o a qualcuno “più spirituale” di te. Dio ti parlerà se tu dedicherai del tempo per ascoltarLo. John Ortberg scrive: “La vita cristiana è un cammino avventuroso, ricco di novità se si è ricettivi alla guida dello Spirito Santo. Questa guida non è riservata esclusivamente alle decisioni cruciali. Il modo principale per imparare ad ascoltare e seguire la guida dello Spirito, è quello di esercitarsi con costanza e regolarità”. Ecco il senso della preghiera di Davide: “O Signore, fammi conoscere le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. Guidami nella tua verità e ammaestrami, poiché tu sei il Dio della tua salvezza” (Salmo 25:4-5). Richard Foster scrive: “Oggi Il cielo e la terra aspettano in punta di piedi l’avvento di uomini guidati dallo Spirito, resi forti dallo Spirito. È accaduto in passato. Può accadere di nuovo. Persone così non emergeranno fino a che non sarà sviluppata tra noi un’esperienza più profonda ed intima con l’Emmanuele dello Spirito, Dio con noi, la conoscenza che con la forza dello Spirito, Gesù viene personalmente a guidare il Suo popolo, un’esperienza della Sua guida concreta e immediata come la nuvole durante il giorno e la colonna di fuoco durante la notte che guidavano il popolo d’Israele”. Tale esperienza potrà essere anche la tua quando credi alla promessa: “Il Signore ti guiderà sempre”. Quella promessa è rivolta a te. Dunque memorizzala, rendila personale, lascia che guidi la tua vita e scopri dove ti condurrà in questo nuovo anno.

L’ora delle tenebre-Gennaro Chiocca


Qualcuno, in passato, ha sostenuto che solo un potente risveglio può cambiare le cose nella chiesa, e se avviene, riesce persino a cambiare il clima morale di un paese! Il Risveglio è una manifestazione della presenza di Dio, porta la firma dello Spirito di Dio, che inevitabilmente tutti riconoscono provenire dal cielo e non dall’uomo. Il Risveglio di Dio scende per avere un impatto con la collettività, questo lo rende diverso da tutte le altre normali riunioni benedette. Nei nostri culti spesso la benedizione è prorompente, efficace, ma non può definirsi _di risveglio_ se non ha impatto sulla società che ci circonda. Il Risveglio ci vivifica, ma prima ci spezza! Ci libera dall’omologazione degli standard religiosi e ci apre unicamente alla Parola. Le opere che leggiamo nella Scrittura diventano il nostro stile di vita tra le persone che ci circondano. Sono loro i primi testimoni che notano che Dio si muove in mezzo a noi, dentro di noi. Il Risveglio è invocato e cercato da molte chiese, e pure, quando arriverà, non da tutte gli sarà dato il benvenuto. In molte chiese non sarà riconosciuto, almeno all’inizio!

Il Risveglio non verrà a farci i complimenti, ma ad umiliarci profondamente. Il prezzo della sua venuta sarà troppo alto. Quando si manifesterà non ci saranno “sconti” per nessuno di noi. Verrà e distruggerà il nostro misero autocompiacimento; trasformerà la vita spensierata di molti credenti ( e pastori), di molti missionari, in vitale sollecitudine, scambiando l’auto-indulgenza con il rinnegamento di se stessi. Il Risveglio verrà, ma solo per la chiesa che ha deciso di pagare il prezzo! Di quale prezzo parliamo? Poniamoci alcune domande: Dov’è l’attesa della chiesa in preghiera? Dov’è il digiuno? Dalla chiesa non si sente ancora chiaro “il grido d’angoscia” per uscire fuori dalla sonnolenza, dallo stordimento. Stiamo vivendo troppo con aspettative umane, ci sentiamo soddisfatti delle cose che alla fine lasceremo lo stesso su questa terra. Alcune chiese sono letteralmente “allettate”, non si muovono più, non credono più nella potenza del Vangelo. Si sono ammalate di tranquillità, di sonnolenza, non desiderano essere risvegliate: il letto è comodo, le coperte sono calde, si preferisce dormire quando la notte è avanzata. Altre sono ancora “in piedi” grazie allo sfrenato attivissimo che le muove dall’interno. Non sono vive, sono semplicemente attaccate al macchinario della novità del giorno, del like nuovo, della condivisione settimanale sui social. Si vive della frase ad effetto del predicatore, del compito mirato a incoraggiare i nuovi appena arrivati…magari da altre chiese! Questa vertiginosa attività non a che fare con lo Spirito, ma con un moderno formalismo religioso. Non essendo in grado di “partorire “ a causa della sterilità si cercano i figli degli altri. La chiesa così si ritrova cresciuta non grazie al dolore provato durante le contrazioni di fine gravidanza, ma riempita di anime che sono passate _da una parrocchia ad un’altra_ Bisogna tuttavia ammettere anche che molti credenti cambiano chiesa quando il loro desiderio di servire il Signore è andato contro le stesse possibilità offerte da luogo di partenza. Ma su questo bisognerà state attenti agli abusi che se ne possono fare. Il Risveglio verrà per ferirci, per “circonciderci” di nuovo nel cuore. Verrà per ferire, ma anche per guarire! Quando verrà saremo innanzitutto umiliati a motivo delle nostre infedeltà, della nostra vita egoistica. Il risveglio verrà per ricordarci che abbiamo abbandonato la croce per non rinunciare alle nostre abitudini. Ci metterà sotto gli occhi la nostra vita egoistica, quanto abbiamo trattenuto per noi dimenticandoci dei poveri. Il Risveglio ci libererà dalle nostre comodità, il nostro divano, la nostra poltrona pastorale non sarà più comoda. Le vacanze saranno una missione, nei luoghi dove andremo per risposare lasceremo il segno della nostra presenza. Rifiuteremo gli slogan, il successo. Le offerte che raccoglieremo saranno investite nella missione, nell’evangelismo, nelle opere cosiddette sociali, ma che in realtà sono opere della fede. Il Risveglio verrà, ma fai bene i conti perché potresti avere molte perdite. Perderai l’apatia, la superficialità, la tiepidezza. Si romperanno gli idoli dell’ipocrisia e della formalità. Si spezzeranno davanti all’Arca della gloria! Ambizioni, vanagloria saranno fugate dalla presenza di Dio.

Ma questa è l’ora delle tenebre…se hai sonno continua a dormire! Se credi invece di possedere delle lampade per illuminare allora riempile d’olio! La tua luce verrà dallo Spirito e non da altro. Il Risveglio non porterà la firma di un uomo, ma dello Spirito.

L’ORIGINE PAGANA DELLA FESTA DI NATALE


Ecco perché non va santificata http://eresiechiesacattolica.blogspot.it/2013/12/lorigine-pagana-della-festa-di-natale.html Nell’Enciclopedia Cattolica troviamo che il Natale non era annoverato tra le festività dei primi cristiani. E non lo fu fino alla fine del IV secolo, quando la Chiesa di Roma cominciò ad osservare il 25 dicembre come il compleanno di Gesù. A partire dal V secolo AD, la Chiesa di Roma ordinò che la sua nascita fosse per sempre osservata il 25 dicembre. All’epoca di questo decreto, la Chiesa di Roma era ben consapevole che i culti religiosi pagani nel mondo romano e greco celebravano il pagano dio sole, Mithra, proprio in questo stesso giorno. Questa festività invernale era nota come la ‘nascita del sole’. Era anche noto nell’Impero Romano come Saturnalia (un altro nome per l’adorazione del sole). – Dizionario dell’Enciclopedia Cattolica, edizione 1941, voce: Natale: “Nei primissimi tempi della Chiesa non esisteva una festa del genere”. – Nuova Enciclopedia Cattolica, voce: Il Natale e il suo ciclo: “Per inspiegabile che sembri, la data di nascita di Cristo non è nota. I Vangeli non indicano né il giorno né il mese”. – Nuova Enciclopedia Cattolica: “Alla nascita di Cristo fu assegnata la data del solstizio invernale perché in quel giorno, in cui il sole inizia il suo ritorno nei cieli boreali, i pagani che adoravano Mitra celebravano il dies natalis Solis Invicti”. – Enciclopedia Americana, edizione 1944: “Il Natale … secondo molte fonti autorevoli, non veniva celebrato nei primi secoli della Chiesa cristiana, in quanto l’usanza cristiana in generale era quella di celebrare la morte delle persone più importanti, non il giorno della loro nascita … Una festa fu stabilita in memoria di questo evento [la nascita di Cristo] nel quarto secolo …Poiché il giorno esatto della nascita di Cristo non era noto, la Chiesa occidentale nel quinto secolo ordinò che la festa venisse celebrata per sempre nello stesso giorno dell’antica festa romana in onore della nascita del dio Sole”. – La New Schaff-Herzog Enciclopedia of Religious Knowledge, così si esprime, alla voce Natale: “Le feste pagane dei saturnalie della brumalia erano troppo radicate nel costume popolare per essere abolite dall’influenza del Cristianesimo … La festa pagana, con le sue baldorie e gozzoviglie, era talmente popolare che i Cristiani furono ben contenti di avere trovato una scusa per perpetuarne la celebrazione con pochi cambiamenti, sia nello spirito che nelle usanze … i Cristiani della Mesopotamia accusarono i loro fratelli occidentali d’idolatria, e di adorare il Sole, per avere adottata questa festa pagana”. – Enciclopedia Italiana Treccani, edizione 1949, Sansoni, vol. XXIV, pag 299: “I Padri dei primi secoli non sembrano aver conosciuto una festa della natività di Gesù Cristo … La festa del 25 dicembre sarebbe stata istituita per contrapporre una celebrazione cristiana a quella mitraica del dies natalis Solis Invicti [giorno natalizio dell’invincibile Sole], nel solstizio invernale”. ____ LA FESTA DI NATALE: PERCHÈ NON VA SANTIFICATA La dottrina dei teologi papisti > “Il natale è una festa di precetto da santificare. Buona cosa è fare il presepio per natale.” Tra le feste che la chiesa romana ordina di osservare vi è anche la festa di natale infatti essa, nel suo catechismo, è tra le cosiddette feste di precetto della Chiesa di cui essi devono ricordarsi per santificarla secondo il loro comandamento. Essa viene celebrata con tre messe di cui una a mezzanotte perché secondo la tradizione Gesù fu partorito da Maria in quell’ora. Alla festa del natale sono collegate molte consuetudini: una di queste è quella di fare il presepio. Esso consiste in una rappresentazione figurale fatta con statuette dell’evento della nascita di Gesù Cristo. Il catechismo cattolico riferisce l’origine del presepio in questi termini: ‘San Francesco d’Assisi aveva gran devozione al mistero del Natale del Salvatore. Si alzava spesso a mezzanotte per adorare Gesù nell’ora in cui fece la prima comparsa nel mondo. Più tardi, nel 1220, chiese ed ottenne dal papa, Onorio III, il permesso di fare il presepio durante la Messa della mezzanotte di Natale, e ciò in mezzo ad un bosco che era accanto al monastero di Greccio. Formò una specie di caverna con delle pietre, del muschio e rami d’alberi; vi pose una mangiatoia, v’introdusse anche un bue ed un giumento, e vi eresse l’altare per la celebrazione della Messa. Una gran folla di popolo accorse alla funzione illuminando la foresta con fiaccole. Più tardi si fece il presepio con le figurine, e dapprima nel napoletano verso il secolo XV, e poi in Sicilia ed in altre regioni d’Italia e dell’estero’ [1]. STORIA DEL NATALE Vediamo innanzi tutto come è nata questa festa. Originariamente la Chiesa non celebrava la nascita di Gesù. Col passare del tempo, tuttavia, i Cristiani d’Egitto cominciarono a considerare il 6 Gennaio come data della natività. L’usanza di celebrare la nascita di Gesù in quel giorno si andò diffondendo in tutto l’Oriente e risulta come data per acquisita all’inizio del IV secolo. Più o meno nella stessa epoca, la Chiesa d’Occidente, che non aveva mai riconosciuto il 6 Gennaio come il giorno della natività, assunse come data celebrativa il 25 Dicembre. Essa fu successivamente adottata anche dalla chiesa d’Oriente. Le ragioni che spinsero molti vescovi a spostare la festa di natale dal 6 Gennaio al 25 Dicembre furono le seguenti: in quel giorno secondo una consuetudine pagana del tempo veniva celebrato ‘il dio sole’, o meglio la nascita del sole al quale si accendevano dei fuochi in segno di festa, e siccome molti che si erano convertiti al Cristianesimo prendevano pure loro parte a questa festa perché identificavano il sole con Gesù Cristo perché in Malachia egli é chiamato “il sole della giustizia” (Mal. 4:2), quando essi si resero conto che gli stessi Cristiani avevano una certa inclinazione per questa festa, tennero consiglio e deliberarono che la natività di Cristo fosse solennizzata in quel giorno e la festa dell’epifania il 6 Gennaio [2]. CONFUTAZIONE La festa di natale non va celebrata perché sotto la grazia noi non siamo chiamati a celebrare delle feste; oltre tutto la festa di natale non solo si fonda su una data di nascita di Gesù inventata ma è pure di origine pagana Certamente la nascita di Gesù Cristo rappresenta uno dei più grandi avvenimenti della storia dell’umanità, questo è fuori di dubbio; però bisogna dire che di essa nella Scrittura non è menzionata né il giorno e né l’ora. Ma il fatto è che non solo non c’è scritto né il giorno e né l’ora in cui nacque, ma sia Matteo che Marco che Luca e Giovanni non danno sufficienti indizi per stabilire esattamente neppure il mese in cui egli nacque. Noi sappiamo che Gesù Cristo nacque sotto l’impero di Cesare Augusto perché Luca dice che fu Cesare Augusto a emanare il decreto secondo il quale si doveva fare il censimento di tutto l’impero (Giuseppe si trovava a Betleem con Maria quando ella partorì perché vi era andato a farsi registrare) (Luca 2:1-5); sappiamo anche che quando nacque Gesù regnava sulla Giudea Erode detto il grande (Matt. 2:1); sappiamo anche che nella stessa contrada dove nacque Gesù nella notte in cui egli venne al mondo vi erano dei pastori che stavano nei campi e facevano la guardia al loro gregge e che ad essi apparve un angelo del Signore per annunciare loro che in quel giorno era nato nella città di Davide un Salvatore, che era Cristo il Signore (Luca 2:8-14). Ma per ciò che concerne la data della sua nascita la Scrittura tace. Ora, ci deve pure essere una ragione per cui Dio non abbia, per mezzo del suo Spirito, sospinto nessuno a scrivere la data della nascita di Gesù Cristo; noi non vogliamo dire il motivo perché non lo conosciamo però vogliamo fare alcune considerazioni su di essa. – Essa di certo era conosciuta sia da Giuseppe che da Maria, che dai fratelli e dalle sorelle di Gesù; essa era di certo pure registrata all’anagrafe del tempo. Giacomo era il fratello del Signore ed era in grande considerazione nella Chiesa primitiva, e pur sapendo la data di nascita del Signore che secondo la carne era suo fratello maggiore non ritenne opportuno solennizzare il giorno della nascita di Gesù. – Nella Scrittura vi sono scritte tante date che si riferiscono sia a feste giudaiche che ad avvenimenti particolari avvenuti nella storia del popolo d’Israele; ne ricordiamo alcune: – la Pasqua secondo la legge doveva essere celebrata il quattordicesimo giorno del mese di Abib perché fu in quel giorno che il Signore trasse dall’Egitto il popolo d’Israele dopo una schiavitù secolare (Es. 12:1-14); – la festa della Pentecoste o delle primizie doveva essere celebrata sette settimane dopo la festa degli azzimi quindi il terzo giorno del terzo mese che corrispondeva al giorno in cui Dio scese in mezzo al fuoco sul monte Sinai e pronunziò il decalogo (Deut. 16:9-12; Es. 19:16); – la festa delle Capanne doveva essere celebrata il quindicesimo giorno del settimo mese per ricordare che gli Israeliti avevano dimorato in tende durante il loro pellegrinaggio nel deserto (Deut. 16:13-15; Lev. 23:34); – la festa delle Espiazioni doveva essere celebrata il decimo giorno del settimo mese; in quel giorno il sacerdote compiva l’espiazione dei suoi peccati e di quelli di tutto il popolo (Lev. 16:1-34); – il settimo giorno del quinto mese del diciannovesimo anno di Nebucadnetsar, re di Babilonia, fu il giorno in cui Nebuzaradan, capitano della guardia del corpo, al servizio del re di Babilonia, giunse a Gerusalemme ed arse la casa dell’Eterno e la casa del re, e diede alle fiamme tutte le case di Gerusalemme (2 Re 25:8,9); – il terzo giorno del mese di Adar del sesto anno del regno di Dario fu il giorno in cui la ricostruzione del tempio a Gerusalemme fu portata a termine (Es. 6:15); – il quinto giorno del quarto mese del quinto anno della cattività del re Joiakin la Parola dell’Eterno fu espressamente rivolta al sacerdote Ezechiele, figliuolo di Buzi, nel paese dei Caldei presso al fiume Kebar (Ez. 1:1-3); nel libro del profeta Ezechiele vi sono scritte molte altre date che si riferiscono ai giorni in cui Dio rivelò la sua parola al profeta. Queste sono alcune delle date scritte nella Parola di Dio; parrà strano, eppure fra le tante date registrate non c’è quella della nascita del Salvatore, ma questo non ci preoccupa e neppure ci turba perché sappiamo che “l’Eterno ha fatto ogni cosa per uno scopo” (Prov. 16:4), quindi siamo sicuri che anche questa volontaria omissione di questa data non è a caso. Ma come noi ben sappiamo, quello su cui tace la Parola di Dio è sempre fonte di speculazione per molti; e così, ecco che per le ragioni prima esposte gli uomini hanno pensato di prendere un giorno, nel quale poi veniva festeggiato il sole, per farlo diventare il giorno della nascita di Cristo. Riteniamo che non sia stato giusto da parte degli antichi prendere a proprio piacimento un giorno qualsiasi del calendario e affermare che in esso era nato Gesù, perché così essi hanno fatto credere la menzogna a moltitudini di persone. Ancora oggi molti sono convinti che Gesù sia nato il 25 Dicembre il che non può essere dimostrato in nessuna maniera! Badate che con questo non intendiamo dire che sia sbagliato ricordarsi della nascita di Gesù e di tutto quello che la Scrittura dice a riguardo; affatto, ma riteniamo che il ricordo di quel giorno non deve portare nessuno di noi ad inventarsi la data della natività di Gesù. La chiesa romana ordina di santificare il giorno di natale non facendo in essa nessuna opera servile e partecipando alle sue messe; noi invece come credenti non ci sentiamo obbligati per nulla a santificare quel giorno perché non è un giorno che è stato santificato da Dio ma un giorno fatto diventare santo da una tradizione che bisogna dire nel corso del tempo ha santificato e benedetto tante e tante pratiche pagane che sono contrarie all’insegnamento del Signore. _____ IL PRESEPIO È UNA FORMA DI IDOLATRIA E PERCIÒ NON VA FATTO Fare il presepio a molti potrà sembrare un segno di grande devozione verso il Salvatore, potrà sembrare bello quanto si vuole, ma sta di fatto che si oppone alla Scrittura perché implica la trasgressione del comando di Dio di non farsi immagini e sculture alcune. Per questa ragione questa usanza va rigettata. Diletti, ricordatevi pure della nascita di Gesù Cristo, ma fatelo spesso e non una volta all’anno, e fatelo nella semplicità del cuore vostro meditando su tutti quei passi della Scrittura che ne parlano. Se infatti lo Spirito Santo ha sospinto sia Matteo che Luca a scrivere diverse cose sulla nascita di Gesù è anche perché Dio ha voluto in questa maniera che noi suoi figliuoli mantenessimo vivo il ricordo di quegli eventi che hanno caratterizzato la sua nascita. Ma più che della sua nascita, diletti, ricordatevi della sua morte e della sua resurrezione avvenuta per la nostra giustificazione. E parlate di questi due eventi sia tra di voi che a coloro che non conoscono Dio, tra cui ci sono i Cattolici romani, affinché credendo in essi con tutto il loro cuore siano affrancati dal peccato. [1] Giuseppe Perardi, Nuovo Manuale del Catechista per l’insegnamento del catechismo della dottrina cristiana, Pubblicato per ordine di Pio X, XVII edizione rinnovata e in gran parte rifatta, Torino 1939, pag. 143-144 (il libro contiene l’Imprimatur). [2] Il termine italiano epifania deriva dal greco epiphaneia che significa ‘apparizione’ e che nel Nuovo Testamento è presente per esempio anche in questo passo: “..la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù avanti i secoli, ma che è stata ora manifestata coll’apparizione (epiphaneia) del Salvator nostro Cristo Gesù” (2 Tim. 1:9,10). Ecco in breve come ebbe origine la festa dell’epifania. Inizialmente i seguaci dello gnostico Basilide, vissuto nel II secolo, festeggiavano il battesimo di Cristo il 10 o il 6 gennaio. Essi però, facendo distinzione tra il Cristo e Gesù, sostenevano che il Cristo fosse apparso per la prima volta sulla terra al battesimo di Gesù. Per cui l’epifania (l’apparizione) di Cristo per loro coincideva con il battesimo di Gesù. Ma perché i Basilidiani scelsero di festeggiare questa festa proprio il 6 gennaio? Perché in Alessandria (Basilide era alessandrino) si festeggiava in quel giorno la nascita di Eone dalla vergine Kore e quel giorno era anche consacrato a Osiride. Così i seguaci di Basilide scelsero proprio quella data per proclamare davanti ai pagani che Cristo era il vero Essere divino apparso sulla terra. Col passare del tempo però andò a finire che la chiesa d’Oriente assunse dagli eretici, da lei combattuti, l’usanza di celebrare l’epifania, e così troviamo che essa nella prima metà del IV secolo celebrava l’epifania il 6 gennaio, collegando tra loro, in tale festa, il battesimo e la nascita di Cristo, e questo perché per la Chiesa – a differenza degli eretici denominati Gnostici – l’apparizione di Cristo sulla terra aveva avuto luogo alla nascita di Gesù; essendo Gesù il Cristo di Dio. Quindi anche l’origine dell’epifania affonda le radici nel paganesimo.

VERO NATALE


Mt 2:1 Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: 2 «Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo».Mt 2:5 Gli risposero: «A Betlemme di Giudea,….. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li Precedeva, finché giunse e si FERMÒ SOPRA il LUOGO DOVE SI TROVAVA il BAMBINO . 10 Al vedere la stella, essi provarono unaA grandissima gioia. 11 Entrati nella “CASA ” (non più nella mangiatoia) , videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono ORO , INCENSO e MIRRA .🍂🍁🍂🍁🍂🍁 Per trovare Gesù devi cercarlo ardentemente e col desiderio di adorarlo come fecero i Magi, e se lo cercherai veramente la sua Stella (tipo la nuvola che guidava Mosè nel deserto in modo soprannaturale) ti guiderà e si fermerà nel luogo dove Egli si trova Cioè nella sua CASA. Entra dentro con spirito di adorazione e gioisci alla sua PRESENZA, e offri i tuoi doni al Signore, OFFRI Mt 22:37 tutto il tuo cuore, tutta la tua anima e tutta la tua mente. Adora Gesù che è in mezzo a Uomini e Donne che sono la….

(1Tm 3:15) CASA di DIO , che è la CHIESA del Dio vivente, colonna e sostegno della VERITÀ. LA CHIESA è la sua casa e SONO I CREDENTI NON IL LOCALE. LA BIBBIA DICE…

Eb 3:6 Cristo, invece, lo fu come figlio costituito sopra LA SUA PROPRIA CASA . E LA SUA CASA SIAMO NOI . Comincia a leggere la bibbia stanotte, è la stella che ti guiderà alla conoscenza di Gesù Signore e Salvatore delle anime nostre.

La Chiesa Locale (Foto Chiesa Macedone)


La Comunità locale è un idea di Dio.

Oggi esistono nel mondo quasi 4.000.000 di Chiese locali, sono come le cellule del Corpo di Cristo, sono il centro di smistamento della vita per il Popolo di Dio sparso nel mondo.

Essa è il luogo dove ogni cristiano può e deve crescere, lì il Signore fa crescere i ministeri, manifesta i doni dello Spirito e visita i credenti in maniera speciale.

In essa riceviamo i primi insegnamenti ed esercitiamo le priorità del nostro servizio.

Il Pastore, insieme a sua moglie, sono chiamati a curare la Chiesa locale ed i credenti sono chiamati a collaborare con il Pastore per il compimento della visione che Dio gli ha dato.

Dio parla alla Chiesa locale, le epistole del Nuovo Testamento ne sono una testimonianza, le sette lettere del libro finale della Bibbia, l’apocalisse, sono rivolte alle Chiese locali.

Indebolire le Chiese locali significherebbe indebolire l’intera Opera di Dio, anche le Missioni, ecco perchè credo fermamente che ogni Vero Missionario può e deve contribuire allo sviluppo delle Comunità Locali.

L’idea che solo le missioni servono allo sviluppo del Regno di Dio non è biblica, abbiamo bisogno, degli anziani di Chiesa, delle Scuole Domenicali, dei gruppi di adorazione, delle visite ai credenti malati, della riunione delle sorelle, della riunione dei giovani, del gruppo che opera tra i poveri e i disagiati e di molto altro che solo la Chiesa locale può generare.

Ecco perchè oggi mi recherò nella mia Chiesa locale con gioia, ringrazierò il Signore per essa, e scoprirò in maniera più profonda la verità della Parola che afferma : “Ecco quanto è bello e quanto è piacevole che i fratelli dimorino insieme nell’unità” Salmo 33: 1 .

La Parola di Dio ci esorta a “…non abbandonare la nostra comune adunanza…” e credo di poter dire che lo fà con giusta ragione.

Michele Mango

L’amicizia Cristiana.past.Michele Mango


È uno dei doni più belli che Dio ci ha fatto.

L’apostolo Paolo cita nei suoi scritti almeno settanta persone che Egli reputa amici e che sono stati di incoraggiamento e di benedizione ala sua vita.

Alcuni l’hanno accolto e ospitato in casa come un figlio, la mamma si Rufo, per esempio, egli la definisce anche madre sua.

Aquila e Priscilla che hanno messo a rischio la propria vita per l’apostolo.

Luca che ha dedicato gran parte del suo tempo e della sua professione per prendersi cura della salute del missionario dei pagani.

Tanti altri che l’hanno visitato, incoraggiato, sostenuto, amato, difeso.

Sono innumerevoli gli accenni a Benedizioni ricevute attraverso “gli amici” che Dio gli aveva donati.

Anche io ed Elena dobbiamo ringraziare Dio per tutti i nostri amici.

Dobbiamo molto di quello che siamo a loro, senza di loro non saremmo quello che siamo, dono un dono di Dio e vogliamo ringraziarli tutti.

Grazie a Dio per l’amicizia Cristiana È preghiamo anche noi di esserlo per molti.

Michele Elena Mango

Meglio sperare-Michele Mango


Perdere la speranza è la condizione peggiore nella quale l’umanità si potrà trovare.

Purtroppo la Bibbia, la Parola di Dio è chiara in questo punto : “senza Dio siamo senza alcuna speranza”. Così viene descritta l’umanità e così appare a noi, la disperazione sfocia in ogni sorta di comportamenti che non onorano Dio e danneggiano gli uomini.

A ragione il Salmo 14 e 53 ricorda a noi uomini che : “Lo stolto ha detto nel suo cuore Dio non c’è”

A motivo di questa confessione il mondo è diventato peggiore, in alcuni casi esso è una chiara anticipazione dell’inferno.

Portiamo ancora oggi la nostra testimonianza di fede in questo mondo disperato e che Dio manifesti attraverso di noi i Suoi segni, prodigi e miracoli di cui questo mondo ha urgente bisogno.

Dio è vivente e aggiungerà la Sua testimonianza alla nostra, riportando speranza dove ormai non c’è più da molto tempo.

Sia questa la nostra esperienza oggi.

Michele Mango