VENITE A ME-M.LUISA


Luisa 49In questa società così detta MODERNA, Spesso capita all’essere umano, in generale, di vivere nello stress o essere stressato; infatti, nel mondo in cui vivE è quasi impossibile evitare lo stress: nervosismo, arrabbiature , disturbi dell’umore, ansia, problemi economici,problemi familiari, problemi sentimentali…
La maggior parte delle persone porta una parte di stress dentro di se..
Vedo persone che disperatamente cercano sollievo dai loro problemi attraverso i rimedi che la CIVILTA’ offre; siamo quasi inondati da manuali. terapie. seminari, centri benessere…
Molti esperti dicono che per evitare lo stress bisognerebbe tornare ad un modo di vivere più semplice e non come si vive ora, ma credo che nessuno sappia esattamente cosa significa e come ciò si possa ottenere .
Anche ai tempi di Gesù ed ancora prima, lo stress faceva parte della vita dell’ uomo, ad esempio,Giobbe era ultra stressato.
Così, spesso, la maggior parte di noi si porta il carico dello stress.
Lo portiamo, come si porta un pesante carico sulla schiena mentre si sale per una collina .
Spesso, il peso sembra che faccia parte del nostro corpo e non ci ricordiamo neppure come ci sentiamo senza di esso .
Solamente quando ci fermiamo un po’ e mettiamo giù il carico, ci rendiamo conto quanto era pesante e come ci sentiamo leggeri e liberi senza di esso .
Ma scaricare il fardello non sempre è facile.
In Matteo 11 : 28 vediamo cosa ci dice Gesù in merito
” Venite a me, voi tutti che siete travagliati ed aggravati, e io vi darò riposo”
Sono sicura che queste dolci parole toccheranno il cuore di molte persone, perché esse danno un conforto ed una speranza, ma in sostanza sono senza valore finché non diventano realtà .
Come possiamo applicarle alla nostra vita e camminare liberi dal peso dello stress che spesso ci piega la schiena talmente
è pesante ?
Come possiamo ricevere sollievo ?
La prima cosa che dobbiamo fare per essere alleggeriti dalle nostre preoccupazioni è andare al Signore. senza di Lui la nostra vita non ha valore. Riempiamo la nostra vita di mille attività, fino quasi a stordirci, per ricercare pace, soldi e felicità effimere.
Salomone diceva:” TUTTO E’ VANITA’, UN CORRERE DIETRO AL SOLE”.
Nel 2017 le cose non sono cambiate…
Lavoriamo più di quel dovremmo, per poi ritrovarci senza gratificazioni ed appagamento.
Lo stesso cristiano che dovrebbe riporre la sua totale fiducia in Dio, rincorre l’appagamento materiale, sessuale, psicologico, del divertimento; spesso dimentichiamo che noi siamo di Cristo.

E’ vero, a volte è inevitabile avere o provare stress, ma il vero problema è come reagiamo ad esso.
Le prove che viviamo o ci spezzano o ci rendono forti..
La mancanza di fiducia in Dio crea lo stress, la mancanza di fede ci rende instabili. Dio desidera che portiamo ogni peso a Lui, ovviamente questo non vuol dire che dobbiamo diventare superficiali, inetti o pigri, no!
Egli desidera che confidiamo in Lui con tutto il cuore, poiché Gesù conosce le nostre sofferenze, anche Lui ha vissuto lo stress prima della sua morte, ma riponeva la fiducia in Dio suo Padre. La chiamata è ancora la stessa…” VIENI A ME…”
Io personalmente ho imparato a dare le mie preoccupazioni interiori ed esteriori al Signore, in preghiera, nella mia stanzetta, solamente io e Lui. Tante parole mi ha dato di consolazione e poi ho visto il suo agire verso di me costante e prezioso.
Fratello, sorella, amico…l’unica soluzione ai tuoi problemi, alla tua ansia, al tuo stress è GESU’, FIDATI DI LUI!
Dio ci benedica, ❤ 😉

Nigeria: Pastore bruciato vivo assieme ai 3 figli


Il 28 agosto scorso, la comunità cristiana della città di Barkin Ladi (villaggi di Wereh, Abonong, Ziyat, Bek, Nafan, Sagas, Rawuru e Rambuh – stato di Plateau) è stata oggetto di pesanti attacchi da parte degli allevatori musulmani Fulani, che continuano a perseguitare i cristiani e a devastare le loro proprietà in questa parte della Nigeria.

Tra le vittime si contano un pastore e 4 membri della sua famiglia. Il pastore Adamu Wurim Gyang, 50 anni, è stato dato alle fiamme insieme ai suoi 3 figli mentre la moglie Jummai, 45 anni, è stata colpita a morte. Più di 14 persone hanno perso la vita nell’attacco con 95 case bruciate e 225 campi coltivati distrutti.

Fonti di Abonong riferiscono che nella sera di martedì i Fulani sono arrivati al villaggio, iniziando a sparare e provocando il panico tra la gente. Tutti correvano per cercare riparo. Il pastore Gyang, che viveva nei locali della chiesa, si è barricato in una stanza insieme ai suoi 3 figli, mentre la moglie Jummai ha trovato rifugio nel bagno. Gli assalitori hanno sparato a Jummai e dato fuoco alla stanza dove si nascondevano il pastore con i figli.

Il figlio maggiore, Adamu, 27 anni, studente all’università di Jos è scampato al massacro e racconta: “Ero all’università quando ho visto un post su Facebook che parlava dell’attacco. Ho chiamato subito mio padre, il suo telefono era spento. Ho chiamato mia madre, ma anche lei non era raggiungibile. Dopo aver saputo ciò che era accaduto non sono riuscito a dormire. Mio padre era sempre stato la forza della nostra famiglia. Non so come sarà la mia vita senza di lui ora.”

Questo non è altro che l’ultimo di una serie di episodi avvenuti alla fine del mese di agosto, eventi che hanno provocato la morte di almeno 20 persone e demolito gli sforzi di pace tra i leader religiosi e politici di questa parte della Nigeria. Nonostante il presidente Buhari, criticato per il suo atteggiamento “tiepido” nei confronti della violenza Fulani, abbia visitato la città di Jos per annunciare un dispiegamento senza precedenti di forze di sicurezza, la violenza non sembra diminuire.

“DIO… CI CONSOLA IN OGNI NOSTRA AFFLIZIONE, AFFINCHÉ… POSSIAMO CONSOLARE” (2 Corinzi 1:3-4)


la famiglia

Anni fa una signora visitò un orfanotrofio e chiese alla direttrice: “C’è un bambino che nessuno si è ancora offerto di adottare?”,
la direttrice rispose: “Sì, c’è. È una bambina di dieci anni, non di bell’aspetto e ha anche una gobba”. La signora allora rispose: “È questa la bambina che voglio!”.

Trentacinque anni dopo, il direttore del Dipartimento d’Ispezione dell’Orfanotrofio dell’Iowa scrisse il seguente responso sull’andamento dell’istituto: “Questa casa è eccezionale. È pulita, il cibo è buono, i bambini sono ben curati e l’atmosfera che si respira
è la migliore che abbia mai provato prima.
La direttrice, Mercy Goodfaith, ha un’anima che trabocca d’amore; ha occhi così belli, avevo dimenticato quanto fosse famigliare il suo viso… o che avesse una gobba”.
Proprio perché una Buona Samaritana ha avuto il coraggio di amare e crescere una piccola bambina di cui a nessuno importava, Mercy Goodfaith ha condiviso lo stesso amore con centinaia di altri orfani.

Paolo scrive: “Dio… ci consola in ogni nostra afflizione, affinché… possiamo consolare quelli che si trovano in qualunque afflizione” e Billy Graham aggiunge: “Chi più ha sofferto, più è capace di dar conforto agli altri… di entrare in empatia con le loro afflizioni, conseguenza di ciò che hanno vissuto.

Le nostre sofferenze potranno esser difficili da sopportare, ma il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di imparare tutto quel che possiamo da ciò che siamo chiamati a sopportare, in modo da adempiere al servizio di “cura delle anime”, come Gesù ha fatto. “Infatti, poiché Egli stesso ha sofferto la tentazione, può venire in aiuto di quelli che sono tentati” (Ebrei 2:18). Il sofferente diviene il consolatore nel servizio del Signore”.

Una domanda: ” Tu, come stai?”MLuisa


LUISA 38Ma quanti sono interessati al nostro benessere? Quanti veramente desiderano il nostro bene? Quanti sono disposti ad aiutarci quando le cose non vanno bene per niente?
Spesso, evitiamo di porci noi stessi questa domanda, ma Gesù ti chiede…” e tu…come stai?” Forse è un periodo un po’ particolare, sei stressato, preoccupato, aggravato. Le circostanze ruotano intorno a te creando disagi e squilibri interiori..non dobbiamo fa finta di niente, ma già il fatto di riconoscerlo ci aiuta. Ora, rivolgiti a Gesù con piena fiducia, egli sa cosa provi ed empatizza con te. Vuole rialzarti, ha nel cuore un solo desiderio: il tuo bene, la tua felicità e la tua gioia.
Mi piace ricordare il salmo di Davide:”Il Signore è il mio pastore, nulla mi mancherà. Egli mi fa giacere in pascoli di tenera erba, mi guida lungo acque riposanti. Egli mi ristora l’anima, mi conduce per sentieri giustizia, per amore del Suo nome. (Salmo 23)
Gesù, nostro pastore, ha cura delle sue pecore, le ama, le guarisce e le consola, Di Lui ci possiamo fidare, non ci tratta secondo i nostri peccati, ma è pronto a rialzarci con amore.
“Tu come stai?” – ” Ora sto bene, perché so che Tu sei vicino a me!”