INSENSIBILITÀ


“E Pietro prese a dirgli: Ecco, noi abbiamo lasciato ogni cosa e t’abbiam seguitato” (Marco 10:28)

Meditazione di oggi

Questa è la fede in Cristo: credere in Lui, seguirLo, renderGli omaggio: tuttavia gli occhi del cuore spesso non sono aperti, e quindi non vedono ciò che possiedono in Lui. Gesù, aggravato, è completamente solo, mentre i discepoli sono presi dal valutare la propria posizione e dalle rivendicazioni di grandezza. Anche oggi Cristo è onorato, adorato e creduto, ma molti tra coloro che Lo seguono cercano il proprio egoistico appagamento. Il Fratello di tutti gli uomini, l’Aiuto dei miseri, il Guaritore dei mali della terra non trova ascolto, conforto né servizio, mentre segue in solitudine la propria strada. La vicenda si fa ancora più triste. Leggiamo nel capitolo 22 del Vangelo di Luca. Il Maestro è seduto a tavola. Proprio in quella notte, gli avvenimenti che condurranno alla crocifissione subiscono un’improvvisa accelerazione. Gesù si alza, prende il pane, e lo spezza. Pensiamo a come, con questo semplice gesto, il Signore abbia contemplato tutta l’agonia della croce. “Mangiate: questo è il mio corpo che è dato per voi”. Il pane fu spezzato per ognuno, senza distinzioni. Dopo cena Gesù prese il calice. Quanto vivide e reali furono per lui tutte le sofferenze che avrebbero accompagnato quell’orribile morte proprio mentre pronunciava le parole: “Il mio sangue versato per voi”! Poi là, proprio sotto l’ombra funesta che la croce proiettava sulla vicenda terrena di Cristo, si inserì fra loro quella desolante disputa, per stabilire chi avrebbe dovuto essere il maggiore! Questa è la mia e la tua storia. Spesso, alla presenza di Cristo, siamo stati completamente assorbiti dall’importanza che pensavamo dovesse esserci attribuita: abbiamo cercato, attraverso di Lui, di dar sfogo alle nostre ambizioni, ciechi di fronte al Suo dolore, ma molto attenti a noi stessi, tardi nel comprendere la Sua volontà, ma così sensibili a tutto ciò che poteva in qualche modo ferire il nostro orgoglio!

“AMICO, A CHE FAR SEI TU QUI?’’


“AMICO, A CHE FAR SEI TU QUI?’’ (Matteo 26:50) Questa domanda GESU’, pone a Giuda, nell’orto del Getsemani. AMICO! con questa frase GESU’ continuava a mantenere integra la SUA amicizia, anche di fronte alla violenza di chi era divenuto SUO nemico — L’amicizia è il riflesso, delle più alte virtù dei sentimenti dell’anima, le cui fondamenta basilari sono: la lealtà. Essa nasce dall’insieme dei più alti e nobili valori morali e spirituali, componenti indispensabili che creano fedeltà e sviluppano fiducia.

L’amicizia è un gesto di altruismo, una condotta di onestà, un comportamento di rispetto ed una dimostrazione di stima, nei confronti del prossimo. Attraverso gli insegnamenti Divini, constatiamo, che la vera amicizia, resta costante nel tempo, inalterata a qualsiasi circostanza “L’amico è per ogni tempo” (Prov. 17:17) anzi nei momenti più difficili, diventa più preziosa, rivelandosi fraterna “Vi è amico, che è più di un fratello” (Prov. 18:24)

CRISTO, attraverso la SUA amicizia, ci rivela le profonde intenzioni che DIO ha per noi, a fronte del dilemma umano. Inoltre ci dichiara la veracità e la magnanimità di tale amicizia, essendo pronto a darne personalmente, pratiche dimostrazioni: “Nessuno ha amore più grande, che quello di dare la SUA vita per i suoi amici” (Giov. 15:14) Si, il SUO sacrificio, era l’unica soluzione per liberarci dalla morte eterna, e CRISTO, era pronto a farlo.

E per non permettere che questa preziosa amicizia corra il rischio di perdersi, ci indica la maniera per renderla stabile: “Se fate le cose che io vi comando sarete miei amici” (Giov. 15:14) E si, in questo mondo di tenebre, si sente davvero il bisogno di seguire questo consiglio. Anche perché, a questo punto, CRISTO, stabilizza quest’amicizia con un grado che ci rende più vicini a DIO: “IO non vi chiamo più servi, ma AMICI” (Giov. 15:15). In questo percorso CRISTO ci mostra un’amicizia: intenzionale, costante e vera, come una fresca acqua che disseta l’anima.

Quando si parla di amicizia, quindi, ci troviamo nel territorio di CRISTO.
E noi credenti viviamo in tale territorio, perché abbiamo scelto di essere proprietà di tale amicizia. Sicchè, quando qualcuno si presenta a noi come amico, potrebbe ancora sorgere la domanda di CRISTO: “Amico, a che far sei tu qui?” ovvero “Quale è la vera intenzione tua?” In tempi critici come questi, molti valori si stanno perdendo, fra cui, la genuinità dell’amicizia.

In simili periodi, dove tutto perde stabilità. Al ripetersi, di percorsi morali inquinati, nel corso della storia dell’umanità; DIO stesso ci avvisa su finte amicizie, come a darci un allarme: “ Si guardi ciascuno dal SUO amico” (Geremia 9:4) “Non riponete fiducia nell’intimo amico” (Michea 7:5). Inducendo ad analizzare, la realtà di ogni amicizia, che sempre denuncia l’intenzione del cuore.

Purtroppo, nel corso della vita, chi non è stato deluso, colpito o ferito, da un amico. Obiettivamente, dobbiamo anche ammettere, che consapevolmente o inconsapevolmente, ognuno di noi, chi più, chi meno, ha fatto altrettanto. Ma dal momento, che la Grazia di DIO ci ha rigenerati da ogni condotta e condizione umana; ora che abbiamo attinto dalla lealtà di CRISTO, possiamo anche dimostrare, una vera amicizia, con una vera espressione di cuore.

ORTO del GETSEMANI!! ORTO degli ULIVI!! Dove CRISTO soffriva. Dove lottava, perché l’AMICIZIA tra UOMO e DIO, potesse ricongiungersi. In quell’orto i discepoli (come oggi, ogni credente), riposano, sicuri della SUA amicizia. Dall’esterno giungono i nemici, con le armi in pugno. GESU’ lotta fra gli ulivi del Getsemani, personificando quell’amicizia…. disponendo la SUA vita, per riaprire la “Porta di Pace” fra l’uomo e DIO…. Ora siamo giunti all’ultimo tempo, e fino all’ultimo CRISTO dice: “AMICO!….” Che ogni uomo dunque, scelga da che parte stare..

“AMICO, A CHE FAR SEI TU QUI?’’ (Matteo 26:50) Questa domanda GESU’, pone a Giuda, nell’orto del Getsemani. AMICO! con questa frase GESU’ continuava a mantenere integra la SUA amicizia, anche di fronte alla violenza di chi era divenuto SUO nemico -- L’amicizia è il riflesso, delle più alte virtù dei sentimenti dell’anima, le cui fondamenta basilari sono: la lealtà. Essa nasce dall’insieme dei più alti e nobili valori morali e spirituali, componenti indispensabili che creano fedeltà e sviluppano fiducia.

L’amicizia è un gesto di altruismo, una condotta di onestà, un comportamento di rispetto ed una dimostrazione di stima, nei confronti del prossimo. Attraverso gli insegnamenti Divini, constatiamo, che la vera amicizia, resta costante nel tempo, inalterata a qualsiasi circostanza “L’amico è per ogni tempo” (Prov. 17:17) anzi nei momenti più difficili, diventa più preziosa, rivelandosi fraterna “Vi è amico, che è più di un fratello” (Prov. 18:24)

CRISTO, attraverso la SUA amicizia, ci rivela le profonde intenzioni che DIO ha per noi, a fronte del dilemma umano. Inoltre ci dichiara la veracità e la magnanimità di tale amicizia, essendo pronto a darne personalmente, pratiche dimostrazioni: “Nessuno ha amore più grande, che quello di dare la SUA vita per i suoi amici” (Giov. 15:14) Si, il SUO sacrificio, era l’unica soluzione per liberarci dalla morte eterna, e CRISTO, era pronto a farlo. 

E per non permettere che questa preziosa amicizia corra il rischio di perdersi, ci indica la maniera per renderla stabile: “Se fate le cose che io vi comando sarete miei amici” (Giov. 15:14) E si, in questo mondo di tenebre, si sente davvero il bisogno di seguire questo consiglio. Anche perché, a questo punto, CRISTO, stabilizza quest’amicizia con un grado che ci rende più vicini a DIO: “IO non vi chiamo più servi, ma AMICI” (Giov. 15:15). In questo percorso CRISTO ci mostra un’amicizia: intenzionale, costante e vera, come una fresca acqua che disseta l’anima.

Quando si parla di amicizia, quindi, ci troviamo nel territorio di CRISTO.
E noi credenti viviamo in tale territorio, perché abbiamo scelto di essere proprietà di tale amicizia. Sicchè, quando qualcuno si presenta a noi come amico, potrebbe ancora sorgere la domanda di CRISTO: “Amico, a che far sei tu qui?” ovvero “Quale è la vera intenzione tua?” In tempi critici come questi, molti valori si stanno perdendo, fra cui, la genuinità dell’amicizia.

In simili periodi, dove tutto perde stabilità. Al ripetersi, di percorsi morali inquinati, nel corso della storia dell’umanità; DIO stesso ci avvisa su finte amicizie, come a darci un allarme: “ Si guardi ciascuno dal SUO amico” (Geremia 9:4) “Non riponete fiducia nell’intimo amico” (Michea 7:5). Inducendo ad analizzare, la realtà di ogni amicizia, che sempre denuncia l’intenzione del cuore.

Purtroppo, nel corso della vita, chi non è stato deluso, colpito o ferito, da un amico. Obiettivamente, dobbiamo anche ammettere, che consapevolmente o inconsapevolmente, ognuno di noi, chi più, chi meno, ha fatto altrettanto. Ma dal momento, che la Grazia di DIO ci ha rigenerati da ogni condotta e condizione umana; ora che abbiamo attinto dalla lealtà di CRISTO, possiamo anche dimostrare, una vera amicizia, con una vera espressione di cuore.

ORTO del GETSEMANI!! ORTO degli ULIVI!!  Dove CRISTO soffriva. Dove lottava, perché l’AMICIZIA tra UOMO e DIO, potesse ricongiungersi. In quell’orto i discepoli (come oggi, ogni credente), riposano, sicuri della SUA amicizia. Dall’esterno giungono i nemici, con le armi in pugno. GESU’ lotta fra gli ulivi del Getsemani, personificando quell’amicizia….  disponendo la SUA vita, per riaprire la “Porta di Pace” fra l’uomo e DIO….  Ora siamo giunti all’ultimo tempo, e fino all’ultimo CRISTO dice: “AMICO!….”  Che ogni uomo dunque, scelga da che parte stare. ---- Davide Dilettoso ----

TESTIMONIANZA-MARTINA


Mi chiamo Martina, ho 52 
anni, sono di origine tedesca 
ma vivo in Italia da 25 anni. 
Desidero far conoscere ai lettori di Cristiani Oggi come il 
Signore mi ha liberata dopo 
tanti anni di schiavitù dall’etilismo. Quando ho cominciato 
ero convinta di poter gestire il 
consumo di alcol, ma in realtà la vita mi è sfuggita di mano e la dipendenza è diventata 
una triste realtà. Sono letteralmente sprofondata nella depressione. Un giorno mi sono 
svegliata realizzando di non 
ricordare più nulla dei precedenti quindici giorni. 
Compresi così di aver bisogno di aiuto. Lo cercai tramite 
lo psicologo del Sert; mi piaceva sfogarmi con lui, poter 
parlare senza vergogna delle mie paure e della solitudine che mi teneva prigioniera 
nonostante avessi una famiglia numerosa. Fu molto bravo e comprensivo, ma neppure 
lui poté liberarmi dalla bottiglia. I problemi in famiglia 
crescevano a vista d’occhio. A 
quel tempo dei miei cinque figli uno solo era maggiorenne. Aveva fatto una profonda esperienza di conversione 
a Cristo e me ne parlava spesso, mi diceva che Dio mi poteva aiutare, ma io non ero interessata al Suo aiuto. Preferivo 
il buio, nascondere me stessa 
e i miei problemi da donna alcolizzata ed emarginata. Pochi 
trovano importante cercare di 
capire le cause di questo tipo 
di problema, così anche l’offerta d’aiuto è scarsa.
Il 4 gennaio 2006, in occasione di un soggiorno a Milano, alla stazione Centrale incontrai un operatore col 
camper del Centro Kades dedicato al recupero dalle dipendenze. Mi parlò della sua 
esperienza di liberazione dalla 
droga e mi propose di provare, come lui, con Gesù. Entrai 
al Centro Kades qualche tempo dopo, senza sapere troppo 
di quello che mi sarebbe accaduto. Però presto compresi dentro di me che mi trovavo nel posto giusto. Cominciai 
un percorso lungo, duro e difficile, ma ogni giorno cresceva 
in me il desiderio di conoscere il Signore. Cominciai a fare 
delle esperienze anche pratiche. Dopo 33 anni di dipendenza dal fumo, Gesù mi liberò da un giorno all’altro. 
Il 18 settembre 2006 durante un incontro di preghiera mi 
sentii come sotto la croce di 
Gesù a chiedere perdono per 
tutti i miei peccati e Lui, nella Sua misericordia, mi perdonò e salvò la mia anima. Provai grande gioia e gratitudine 
verso il Signore per la Sua grazia per me che non meritavo 
nulla. Ancora oggi mi domando dove sarei se non avessi conosciuto Gesù! Dopo 21 mesi completai il programma al 
Centro Kades e tornai a Milano. Rientrai nella vita quotidiana con tanta voglia di fare, 
ma non avevo realizzato che, 
se io ero cambiata, il mondo 
intorno a me era però sempre 
lo stesso. Mi trovai di nuovo 
sola in una grande città. 
I combattimenti erano tanti. 
Il declino fu rapido e mi ritrovai con la bottiglia in mano. 
Di fatto avevo trascurato di 
confidare nel Signore e di posare i miei pesi ai Suoi piedi. 
Ma Lui non si era dimenticato di me! 
Nel 2010 sono rientrata al 
Centro Kades per altri sette 
mesi, durante i quali il Signore è stato con me e ha letteralmente ricostruito la mia esistenza. 
Grazie alla Sua misericordia 
e al Suo grande amore oggi 
posso vivere una nuova vita, 
dignitosa, con i miei figli. Sono diventata parte della Chiesa Evangelica ADI di Milano, 
con la pace e la gioia di Gesù 
nel cuore e la certezza che non 
sarò mai più sola. In questi 
tempi difficili sono stata sostenuta da un verso della Bibbia che dice: “La mia carne e il 
mio cuore possono venir meno, 
ma Dio è la rocca del mio cuore e la mia parte di eredità, in 
eterno” (Salmo 73:26). 
Il Signore è buono e le Sue 
benedizioni sono immense. 
Lo ringrazio di cuore per 
come sta operando tangibilmente anche sui miei figli. 
Insieme confidiamo nel Signore, nelle Sue promesse, 
nella Sua fedeltà. 
Ogni giorno Lo ringrazierò 
perché, come scrisse il re Davide, “O Signore, Dio mio, io 
ho gridato a te e tu m’hai guarito.” (Salmo 30:2).
Martina

IL CONSOLATORE PERFETTO


“Come un uomo cui sua madre consola, così io consolerò voi” (Isaia 66:13)

Meditazione di oggi

La consolazione di una madre! Ah, questa è la più autentica forma di tenerezza. Come sa calarsi nel dolore del proprio figliolo! Come lo stringe al petto e cerca di prendere nel proprio cuore tutti i suoi dispiaceri! Il piccolo può dirle tutto, ed ella mostrerà compassione come nessun altro può fare. Tra tutti i consolatori il fanciullo preferisce di gran lunga la madre, anche uomini adulti fatto spesso la medesima esperienza. Yahwèh condiscende a fare la parte della madre? Questa è vera benignità. Comprendiamo subito come Egli sia un Padre: ma sarà anche come una madre? Tutto questo non ci invita ad una santa familiarità, ad una confidenza senza riserve, ed una sacra fiducia? Quando Dio stesso si fa “consolatore”, non c’è più posto per l’ansia. Esprimiamo il nostro travaglio, anche se il primo sfogo dovesse essere nient’altro che singhiozzi e sospiri. Egli non ci biasimerà per delle lacrime: nostra madre non lo faceva. Dio considererà le nostre debolezze come faceva lei, e dimenticherà le nostre colpe, ma in modo infinitamente più sicuro e certo di quanto potesse fare nostra madre. Non cercheremo di portare da soli le nostre afflizioni: non sarebbe gentile nei riguardi di un Dio così amorevole e buono. Cominciamo la giornata con il nostro Signore, e perché non dovremmo terminarla con la stessa compagnia visto che le madri non si stancano mai dei loro figlioli?

I segni premonitori del ritorno di Gesù Cristo


segni_premonitori_ritorno _di_gesu

segni_premonitori_ritorno _di_gesuLa seconda venuta di Gesù sarà caratterizzata da vari segni tutti predetti da Lui stesso. Prima di enumerarli vogliamo richiamare l’attenzione su un fatto importante. Nessun avvenimento di grande importanza, o castigo (il diluvio, la distruzione di Sodoma, la caduta di Babilonia, quella di Gerusalemme, ecc.) si è verificato nella storia senza che Dio non lo avesse predetto molto tempo prima, per dare agli uomini il tempo di ravvedersi della loro condotta e sfuggire così al suo giusto giudizio.Anche oggi, prima della manifestazione della Sua ira, Dio avverte l’umanità per mezzo della Sua Parola di ravvedersi, e invita a convertirsi a Gesù e a riceverLo come Salvatore e Signore(Atti 17:30-31).

1. L’APOSTASIA FINALE

Gesù introdusse il discorso del suo ritorno con l’avvertimento: “Guardate che nessuno vi seduca. Poiché molti verranno nel mio nome, dicendo: “Io sono il Cristo”. E ne sedurranno molti. … Sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno grandi segni e prodigi da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti. Ecco, ve l’ho predetto” (Matteo 24:4-5, 11, 24-25).
Secondo la predizione di Gesù ci saranno negli ultimi tempi dei movimenti che nel Suo nome faranno segni e prodigi. Molti pretenderanno di poter entrare nel Regno dei cieli perché avranno profetizzato, cacciato demoni e fatto molte opere potenti nel nome di Gesù, ma Egli dichiarerà loro che non li ha mai conosciuti(Matteo 7:22).
L’apostolo Paolo predisse: “Quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e non sia stato manifestato l’uomo del peccato, il figlio della perdizione” (II Tessalonicesi 2.3). Egli scrisse ancora che si avrebbe dato retta a spiriti seduttori e a dottrine di demoni (I Timoteo 4:1).
Assistiamo ad una crescente nascita di nuove religioni. Dottrine di demoni fanno strage fra gli abitanti della terra, senza risparmiare il popolo di Dio.
Si insegna:
tutte le religioni sono sorte per volontà di Dio e portano a Dio;
ma Gesù ha detto: “Io sono la via, la verità e la vita, nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6);
l’uomo è fondamentalmente buono, deve solo imparare a controllare la propria mente;
ma Dio dichiara: “Non c’è sulla terra nessun uomo giusto che faccia il bene e non pecchi mai” (Ecclesiaste 7:20); “Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio” (Romani 3:23); “Le vostre iniquità vi hanno separato dal vostro Dio; i vostri peccati gli hanno fatto nascondere la faccia da voi, per non darvi più ascolto” (Isaia 59:2);
ci sono diversi mediatori tra gli uomini e Dio;
ma è scritto: “C’è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù” (1 Timoteo 2:5);
si può essere salvati mediante religioni, devozione ai santi defunti, praticando opere buone; ma la Bibbia avverte: “In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati” (Atti 4:12); “È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti” (Efesini 2:8,9);
Cristo è un simbolo, un’esperienza cosmica o mistica;
ma la Bibbia dichiara: “Nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre” (Filippesi 2:10,11);
non esiste una vita dopo la morte, né una punizione eterna;
ma Dio ne ha parlato largamente nelle Sacre Scritture, e Gesù stesso ha parlato più volte e in modo molto chiaro sia dell’inferno che della resurrezione;
si insegna anche che noi siamo Dio, il divino è dappertutto e lo si può raggiungere con la meditazione;
chi è ammalato è inevitabilmente in peccato o manca di fede;
la consultazione di oroscopi e cartomanti per conoscere il futuro;
radioestesia, pranoterapia, omeopatia, agopuntura, yoga, ecc. per riacquistare la salute;
l’uso del pendolo, talismani, medagliette, amuleti, filtri d’amore, cristalli, magia “bianca”;
la possibilità di soccorrere i morti con preghiere rivolte ad altri morti, buone opere e messe;
le nuove rivelazioni, segreti e apparizioni mistiche “cristiane” che verrebbero da Dio;
e molte altre dottrine simili.
Anche la partecipazione a sedute spiritiche trasmesse in TV, la visione di film e trasmissioni anche per ragazzi, che attingono all’occulto, alla magia e al paganesimo, preparano l’anima di grandi e piccoli all’invasione demoniaca. Il proliferare incontrollato e sempre crescente di tali insegnamenti è un’ulteriore conferma del fatto che stiamo vivendo negli ultimi tempi, e che dunque Gesù sta per ritornare.

2. GUERRE

Gesù proseguì poi dicendo: “Voi udrete parlare di guerre e di rumori di guerre; guardate di non turbarvi, infatti bisogna che questo avvenga, ma non sarà ancora la fine. Perché insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno” (Matteo 24.6-7).
Dal 1945-1978, in 33 anni, vi sono stati 133 conflitti militari.
Dal 1978-1987, in soli 9 anni, ci sono state circa 70 guerre locali, cioè il 50% in più del periodo precedente.
Ai nostri giorni, aumentano esponenzialmente il terrorismo, le guerre, e conflitti di ogni tipo.

3. MOVIMENTI INSURREZIONALI

Le agitazioni e le guerre etniche dei popoli sono un segno dei tempi profetizzati dal Signore.
Gesù disse una parabola: “Osservate il fico e tutti gli altri alberi. Quando cominciano a germogliare, voi riconoscete da voi stessi che l’estate è ormai vicina. Così anche voi, quando vedete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino” (Luca 21:29-31).
Il fico è il simbolo del popolo d’Israele, mentre gli altri alberi sono il simbolo delle nazioni (Ezechiele 31). Il ritorno d’Israele nella Palestina dopo 2000 anni di dispersione e l’indipendenza di molti stati afro-asiatici sono già fatti storici. Da ciò sappiamo che il Regno di Dio è vicino.
Gesù predisse che “Gerusalemme sarà calpestata dalle nazioni finché i tempi delle nazioni siano compiuti” (Luca 21:24). Nell’anno 1967 Israele riconquistò Gerusalemme. Il tempo delle nazioni sta per finire.
L’ultima guerra sarà particolarmente disastrosa. La terza parte degli uomini (che sarebbero oggi circa due miliardi) sarà uccisa nel conflitto (Apocalisse 9:18).

4. CARESTIE

Gesù predisse delle carestie (Matteo 24:7; vedi anche Apocalisse 6:5-6).
Il mondo è diviso in due parti. Mentre nell’occidente gli uomini hanno abbondantemente da mangiare, altrove esiste una miseria cronica. Giorno dopo giorno muoiono di fame e malattie intorno alle 140.000 persone.
Questa situazione si inasprirà nel prossimo futuro, dato che i popoli poveri, i quali già oggi non possono nutrirsi in modo sufficiente, si moltiplicano più rapidamente di quelli ricchi.

5. TERREMOTI

L’aumento dei terremoti è impressionante. Secondo la statistica dell’osservatorio di Strasburgo risulta che
nel XVII secolo furono registrati – 378 terremoti (il che non esclude che se ne verificarono altri, che non sono stati registrati.
nel XVIII secolo – 640 terremoti
nel XIX secolo (fino al 1930) – 2119 terremoti.
Oggi non si fa più in tempo di contarli. Inoltre gli alluvioni, i tifoni, gli uragani seminano sempre più stragi, rovine e lutti.
“…tutto questo non sarà che principio di dolori” (letteralmente: doglie di parto – Matteo 24.8). Le doglie aumentano d’intensità man mano che si avvicina l’ora del parto.

6. L’ANTICRISTO

Secondo la profezia biblica dovrà sorgere l’ultimo impero della storia, che raggrupperà gli stati europei. Poi si manifesterà il grande dittatore degli ultimi tempi: l’Anticristo che governerà per  anni e mezzo.
Il mondo lo acclamerà come liberatore. Egli stabilirà un patto di “pace” con le nazioni ed il popolo d’Israele, ingannato da lui, lo acclamerà come Messia e come Cristo. Dopo tre anni e mezzo romperà questo patto e rivelerà la sua natura satanica. Allora ci sarà una grande tribolazione, un periodo di persecuzioni, di fame, di pestilenze e terremoti. L’Anticristo obbligherà tutti a portare un marchio sulla mano destra o sulla fronte, senza il quale nessuno potrà comprare o vendere. Coloro che rifiuteranno di portarlo saranno uccisi. Ma chiunque accetterà quel marchio (il nome dell’Anticristo o il suo numero, che è 666) sarà eternamente condannato da Dio (Daniele 9:24-27; Matteo 24:15, 21-22; Apocalisse 13:11-18; 14:9-11; II Tessalonicesi 2:8).
Ai nostri giorni (2000) siamo già nella piena formazione degli Stati Uniti d’Europa come unità politica, economica e militare.
In questo tempo, nel momento stabilito dal Signore, si dovrà compiere il meraviglioso avvenimento conosciuto come rapimento della Chiesa, ossia la sparizione istantanea di coloro che sono fedeli a Cristo e alla sua Parola.
I segni che caratterizzano il ritorno del Signore, si adempiono davanti agli occhi nostri con ritmo crescente, perciò non c’è tempo da perdere. Come l’apostolo Pietro esortiamo: “Salvatevi da questa perversa generazione” (Atti 2:40).
CHE COSA BISOGNA FARE?
Occorre:
Ravvedersi dei propri peccati confessandoli a Gesù e chiederne il perdono, accettare la salvezza che Egli ti offre grazie al suo sacrificio sulla croce, e fare di Lui il Signore della propria vita, seguendoLo giorno per giorno. Con questo atto di fede in Gesù Cristo puoi ricevere la vita eterna e diventare un figlio di Dio(Giovanni 1:12; 3:36).
Che tu possa aprire il tuo cuore all’amore di Gesù Cristo, che ti ama ed è morto per pagare con il suo sangue anche il debito dei tuoi peccati!
Solamente accettando Gesù come Salvatore e vivendo per Lui, potrai sfuggire ai terribili giudizi che si profilano all’orizzonte e ad una eternità ancora più terribile.
Se lo Spirito Santo ha svegliato la tua coscienza non ignorare il suo ammonimento finché non hai realizzata la salvezza in Gesù Cristo, l’Unico che ti può salvare.

CINZIA PALMACCI

[Notizievangeliche.com]

CON GLI ANNI CHE PASSANO


CON GLI ANNI CHE PASSANO, la vita dell’uomo si trasforma in “attimo fuggente”. Il Salmo 103, versi 15-16, dice: “I giorni dell’uomo son come l’erba, Egli fiorisce come il fiore del campo. il quale se un vento vi passa sopra, egli non è più. E il suo luogo non lo riconosce più”. Questo ci dà descrizione della brevità, della precarietà e del segnato limite della vita. Ci conforta il verso 14 il quale, afferma, che DIO conosce la nostra natura e tiene presente che siamo solo polvere. Rivelandoci che DIO, non si relaziona con noi sulla base della SUA Santità, in quel caso, non avremmo avuto scampo; ma abbassandosi fino a noi che siamo polvere. CRISTO, non ha fatto forse questo? I giorni difficili e bui, ci mostrano la nostra precarietà umana. Come un allarme che ci ricorda i nostri limiti. Questo fa si, che ci fermiamo un po’, per constatare e riflettere, sul vero senso della vita. Le grandi difficoltà, ci fanno capire che abbiamo bisogno di aiuto. Non quello terreno che ritornerebbe vulnerabile, ma un aiuto celestiale, che inizi dalle fondamenta della propria anima. Quell’aiuto che ci ristabilizzi da ogni nostra instabilità. Rendendoci uno spirito forte, capace di affrontare ogni feroce avversità che dilania la propria vita. Una cosa è certa; possiamo contare su DIO. GESU’ lo ha dimostrato in maniera pratica. EGLI non abbandona nessuno che va a LUI. Nelle avversità, forse le lacrime impediranno di vederlo. Ma sarà recepito dal cuore…. e quando le nuvole andranno via, riconosceremo, quanto DIO ci è stato vicino, per questo ora non vogliamo più lasciare la SUA mano. Si LUI scende fino a noi per toglierci da ogni momento buio e farci incamminare nella strada che varca i confini della pace, perchè è la strada che conduce nel “Regno dei Cieli” —- Davide Dilettoso —-

CON GLI ANNI CHE PASSANO, la vita dell'uomo si trasforma in "attimo fuggente". Il Salmo 103, versi 15-16,  dice: "I giorni dell'uomo son come l'erba, Egli fiorisce come il fiore del campo. il quale se un vento vi passa sopra, egli non è più. E il suo luogo non lo riconosce più". Questo ci dà  descrizione della brevità, della precarietà e del segnato limite della vita. Ci conforta il verso 14 il quale, afferma, che DIO conosce la nostra natura e tiene presente che siamo solo polvere. Rivelandoci che DIO, non si relaziona con noi sulla base della SUA Santità, in quel caso, non avremmo avuto scampo; ma abbassandosi fino a noi che siamo polvere. CRISTO, non ha fatto forse questo? I giorni difficili e bui, ci mostrano la nostra precarietà umana. Come un allarme che ci ricorda i nostri limiti. Questo fa si, che ci fermiamo un po', per constatare e riflettere, sul vero senso della vita. Le grandi difficoltà, ci fanno capire che abbiamo bisogno di aiuto. Non quello terreno che ritornerebbe vulnerabile, ma un aiuto celestiale, che inizi dalle fondamenta della propria anima. Quell'aiuto che ci ristabilizzi da ogni nostra instabilità. Rendendoci uno spirito forte, capace di affrontare ogni feroce avversità che dilania la propria  vita. Una cosa è certa;  possiamo contare su DIO. GESU' lo ha dimostrato in maniera pratica. EGLI non abbandona nessuno che va a LUI. Nelle avversità, forse le lacrime impediranno di vederlo. Ma sarà recepito dal cuore.... e quando le nuvole andranno via, riconosceremo, quanto DIO ci è stato vicino, per questo ora non vogliamo più lasciare la SUA mano. Si LUI scende fino a noi per toglierci da ogni momento buio e farci incamminare nella strada che varca i confini della pace, perchè è la strada che conduce nel "Regno dei Cieli"    ----  Davide Dilettoso ----
 
 

LO SCETTRO DEL REGNO


“Infatti, a qual degli angeli diss’Egli mai: Tu sei il mio Figliuolo, oggi ti ho generato? e di nuovo: Io gli sarò Padre ed egli mi sarà Figliuolo?” (Ebrei 1:5)

Meditazione di oggi

Questa citazione è tratta dal Salmo 2. Soltanto in un momento di grande pericolo la nobile musica del trionfo poteva essere apprezzata appieno. “Perché tumultuano le nazioni, e meditano i popoli cose vane? I re della terra si ritrovano e i principi si consigliano assieme contro l’Eterno e contro il suo Unto”. Sul trono siede stabilmente l’Eterno, imperturbabile e immutabile nella Sua santità, che rivolgendosi al Figlio Lo proclama l’eterno “Tu sei…”. “Tu sei il mio Figliuolo, oggi io t’ho generato”. “Oggi”, perché la Sua divinità non poteva conoscere nessun ieri e nessun domani. In quale altro punto, nel Libro di Dio, troviamo un linguaggio simile rivolto agli angeli? Lo scrittore si rivolge alle solenni testimonianze della Scrittura, come se non riuscisse a fare a meno di parlare del Re dei re. Si ispira al Salmo 45. Gli ebrei stessi applicavano questo salmo al Messia e, di fatto, è impossibile applicarlo a chiunque altro. I discepoli avevano potuto rivedere il Signore Gesù e udire le parole di grazia che procedevano dalla Sua bocca. “Tu sei bello, più bello di tutti i figliuoli degli uomini: la grazia è sparsa sulle tue labbra: perciò Iddio ti ha benedetto in eterno”. Questo Gesù, mite e umile di cuore, è ora il capitano dell’esercito del Signore. “Cingiti la spada al fianco, o prode: vèstiti della tua gloria e della tua magnificenza. E nella tua magnificenza, avanza sul carro, per la causa della verità, della clemenza e della giustizia: e la tua destra ti farà vedere cose tremende. Le tue frecce sono aguzze: i popoli cadranno sotto di te: esse penetreranno nel cuore dei nemici del re. Il tuo trono, o Dio, è per ogni eternità: lo scettro del tuo regno è uno scettro di dirittura” (Salmo 45:3, 4). Questo è il loro e il nostro Signore: non più un povero e umile fratello degli uomini, ossa delle loro ossa e carne della loro carne, ma il Sovrano seduto sul trono della Sua gloria, Re dei re e Signore dei signori. Quale stabilità e certezza possiedono tutti quelli che credono in Lui! Lo scettro della giustizia che regge il mondo è nella mano di Colui che ha trionfato per mezzo della croce (cfr. Col. 1:15-17: 2:15).

“PERCHÉ TI ABBATTI O ANIMA MIA”?


Una domenica indimenticabile del 1866, C. H. Spurgeon sbalordì i suoi cinquemila ascoltatori, esclamando dal pulpito del Metropolitan Tabernacle di Londra: “Sono soggetto a depressioni di spirito così spaventose che spero nessuno di voi arrivi mai a provare tanta prostrazione”.

Per gli astanti sembrava inconcepibile che il maggior predicatore del mondo conoscesse la valle della disperazione.

Venuto anni dopo, nel 1887, dichiarò dallo stesso pulpito: “Personalmente, ho attraversato spesso questa valle scura”.

John Henry Jowett, pastore brillante della chiesa Presbiteriana di New York e più tardi della Westminster Chapel di Londra, scrisse ad un fratello nel 1920: “Sei convinto che io non conosca alti e bassi e che collezioni sempre successi spirituali con tanta gioia e serenità? Per niente! Spesso verso in misero stato e tutto mi appare buio”.

G. F. Barbour, biografo di Alexander Whyte, forse il più grande predicatore di Scozia dai tempi di John Knox, scrisse: “Alexander Whyte era piuttosto risoluto; tuttavia, attraversava periodi di profonda depressione a seconda dei risultati inerenti alla sua opera sul pulpito o tra la gente”.

Martin Lutero conosceva periodi particolarmente bui; si isolava per giorni e la sua famiglia doveva levare di torno tutte le cose pericolose per paura che si facesse del male.

Durante una di quelle crisi, sua moglie Caterina entrò nella stanza vestita a lutto.

Sorpreso, Lutero chiese chi fosse deceduto.

La donna rispose che non era morto nessuno, ma dal modo in cui lui si comportava, pensava che fosse morto Dio!

La verità è che persino i credenti più consacrati a volte sono depressi!

Quanti hanno posto l’affetto nelle “…cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio”, non sono esenti dall’abbattimento.

Molti servitori del Signore hanno compiuto cose grandi ed hanno scalato altezze che noi non raggiungeremo mai; eppure, talvolta hanno affrontato la depressione e la disperazione – “l’aria irrespirabile dell’inferno” come l’ha definita lo scrittore e poeta inglese John Donne.

La depressione è stata descritta come il raffreddore comune della mente, perché alla fine la prendono quasi tutti.

Quelli che servono il Signore con impegno, non ne sono immuni.

Lo scoraggiamento nel ministerio ha un precedente apostolico nell’esperienza di Paolo.

Era un missionario eminente, ma il peso del ministerio si faceva sentire e a volte egli era “abbattuto” – parola sua (2Corinzi 7:6; Vers. Riveduta).

Il termine greco utilizzato suggerisce che Paolo si sentiva umiliato e depresso.

La cosa bella, però, è che non cercava di nasconderlo.

Anzi, l’apostolo confessava la sua afflizione e come Dio lo aveva guarito.

La sua esperienza può recare gran beneficio a quanti sono nel ministerio.

PERDITE COMPENSATE


“E vi compenserò delle annate che hanno mangiato il grillo, la cavalletta, la locusta e il bruco” (Gioele 2:25)

Meditazione di oggi

Sì, quegli anni persi per i quali sospiriamo saranno compensati. Dio può darci tale abbondanza di grazia che per il resto dei nostri giorni saremo pieni di opportunità di servizio, così da compensare quegli anni in cui non eravamo ancora rigenerati e per i quali piangiamo in umile pentimento. Le locuste dello sviamento, mondanità, tiepidezza, sono ora viste da noi come una terribile piaga. Oh, non ci fossero mai venute vicino! Nella Sua misericordia il Signore le ha allontanate, e oggi siamo pieni di zelo per servirLo. Sia benedetto il Suo nome, perché ora possiamo vedere tali raccolti di grazie spirituali da far scomparire la nostra precedente sterilità. Attraverso la grazia, possiamo trarre profitto dalle esperienze amare ed usarle per avvertire altri. Possiamo divenire più radicati nell’umiltà e nella dipendenza da Dio alla stregua di fanciulli, con una spiritualità contrita a motivo dei nostri precedenti fallimenti. Se siamo più attenti, zelanti e amorevoli trarremo beneficio da quelle perdite deplorevoli. Con un miracolo d’amore, gli anni persi possono essere compensati. Ci sembra un beneficio troppo grande? Crediamoci e viviamo per questo, e lo realizzeremo, proprio come Pietro divenne un discepolo più utile quando la sua presunzione fu curata dalla sua grande manifestazione di debolezza. Signore, assistici con la Tua grazia.