NUOVE FORZE by David Wilkerson


David Wilkerson  2Chiedi a chiunque sia stato chiamato da Dio a intraprendere qualche nuovo
lavoro nel Regno e quella persona ti dirà che Satana è andato a lui con foga,
scagliandogli contro un’afflizione dietro l’altra.

Lo stesso accadde nella vita di Cristo. Non appena Gesù fu battezzato, con la
comparsa della colomba e la voce dal cielo che Lo dichiarò Agnello di Dio,
Satana si mise all’opera. Sapeva di avere solo quaranta giorni e quaranta
notti per distruggere Gesù e fermare il Suo ministero (vedi Matteo 4).

Non appena Gesù dichiarò Pietro una roccia di fede, Satana si mosse per
vagliare il discepolo, portandolo all’incredulità e al tradimento (vedi Luca
22:21). Satana sapeva di dover agire velocemente nella vita di Pietro, prima che
le parole di Gesù sul discepolo si adempissero – ma la tentazione infine non
prevalse!

So bene come sia questo tipo ti attacco infernale, perché accadde a me quando
Dio mi diede una chiamata nuova al ministero! Dopo aver speso molto tempo in
preghiera,  avvertii la chiamata di Dio ad espandere il mio ministero parlando
a vari pastori in tutto il mondo. (Non stavo lasciando il ministero alla Chiesa
di Times Square, né il ministero di questi messaggi scritti. Stavo solo
aggiungendo questo aspetto occasionale del ministero, per direttiva dello
Spirito Santo.

Stavo pianificando di parlare a raduni di pastori in Francia, Romani, Polonia e
nei Balcani. Non avevo nemmeno finito di pianificare questo viaggio che Satana
si fece avanti. Fino a quel punto stavo benissimo fisicamente, ma
all’improvviso venni abbattuto a livello fisico. In poche ore mi sentii così
debole da riuscire a stento a camminare. Sentivo dolori interni laceranti e
presto apparvero delle strane macchie sullo stomaco.

Un mio amico dottore mi disse che avevo il fuoco di Sant’Antonio, una
malattia che ci si porta dietro dalla varicella presa da bambini. Il diavolo
sembrava ridere di me dicendo, “Allora stavi iniziando questo nuovo
ministero, giusto? Non lo farai se io mi ci impegno!”

Tuttavia, nelle settimane prima del viaggio, tutti i dolori scomparvero. Il
Signore mi rialzò e mi diede nuove forze. Era solo una guerra da parte
dell’inferno! È sempre stato così durante gli anni del mio ministero. Ogni
volta che ho accettato una chiamata da parte del Signore, sono seguiti attacchi
diabolici..

ASCOLTATE E FATE ASCOLTARE-LISTEN-RADIO EVANGELO INTERNAZIONALE IN TUTTO IL MONDO


COMUNICATO URGENTE LE NOSTRE RADIO NON SONO PIU’ ASCOLTATE NEGLI STATI UNITI ED IN MOLTE PARTI DEL MONDO,vi diamo qui’un link alternativo per ascoltare RADIO EVANGELO INTERNAZIONALE-NEL MONDO TOTALE..LINK..https://www.radionomy.com/en/radio/radioevangelointernazionale
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URGENT ANNOUNCEMENT OUR RADIO IS NO LONGER LISTENED TO THE UNITED STATES AND IN MANY PARTS OF THE WORLD, we give you an alternative link to listen to RADIO GOSPEL INTERNATIONAL-IN THE TOTAL WORLD

IL CENTRO DEL NOSTRO ESSERE


“…Gesù cominciò prima di tutto a dire ai suoi discepoli: Guardatevi dal lievito de’ Farisei…” (Luca 12:1)

Meditazione di oggi

Un giorno un re volle riguardare i conti con i propri servitori. Gli fu presentato un servo che era debitore di diecimila talenti – una somma che nessuno avrebbe mai potuto pagare – e il re comandò che fosse venduto lui, la moglie, i figli e tutto ciò che possedeva. Il servo, gettatosi a terra, gli si prostrò davanti e implorò la sua pietà. Il re fu mosso a compassione, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito dalla presenza del sovrano, quel servo trovò uno dei suoi conservi che gli doveva cento denari: afferratolo, voleva strangolarlo, esigendo da lui il pagamento del suo debito. Invano quel conservo lo pregò di avere pazienza con lui, perché presto lo avrebbe pagato. L’altro non volle ascoltare: anzi, andò e lo fece imprigionare, finché avesse pagato il debito. Gli abitanti della città, veduto il fatto, ne furono molto rattristati, e andarono a riferire l’accaduto al re. Questi, indignato, lo fece chiamare e gli disse: “Malvagio servitore, io t’ho rimesso tutto quel debito, perché tu me ne supplicasti: non dovevi anche tu aver pietà del tuo conservo, com’ebbi anch’io pietà di te?”. Il re, adirato, lo diede in mano agli aguzzini. A questo punto della vicenda, il Vangelo dice: “Così vi farà anche il Padre mio celeste, se ognun di voi non perdona di cuore al proprio fratello”. Non intendo fare del perdono che ho ricevuto l’unica base della mia liberazione personale. È assai più di questo, altrimenti, è meno di niente. Esso è la potenza di Dio, la quale mi spinge e mi sollecita ad essere simile a Dio. Sono stato perdonato perché io possa perdonare: ho ricevuto pietà affinché possa essere misericordioso con gli altri. La salvezza non è solo una via di scampo dall’inferno, ma anche, e soprattutto, dall’egoismo, dalla durezza del cuore e dalla mancanza di amore fraterno. Fate attenzione, e guardatevi dal lievito dei farisei! Qual è il rimedio? Non consiste nel dichiararsi colpevoli di ogni cosa e lamentarsi. Esiste un fariseismo che esalta il peggio di sé: quello della “creatura povera e mal ridotta”, che spende il proprio tempo a brontolare, a battere i pugni sul tavolo e a soffrire la fame. In questo modo intensifica la consapevolezza del proprio io, che si rafforza sempre più, nonostante ogni sforzo per vincerlo. Il solo rimedio è sfuggire al nostro io rifugiandoci in Gesù Cristo. Allora il Signore diventerà sempre più il centro del nostro essere, la parte migliore, nuova, che vive in noi.

EGLI NON POTÉ SCONFIGGERE IL FIGLIO DI DIO


“Poi apparve nel cielo un gran segno: una donna vestita di sole, con la luna
sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era incinta e
gridava per le doglie e i dolori del parto. Nel cielo apparve anche un altro
segno: un gran dragone rosso che aveva sette teste e dieci corna, e sulle sue
teste vi erano sette diademi. La sua coda trascinava dietro a sé la terza
parte delle stelle del cielo e le gettò sulla terra; poi il dragone si fermò
davanti alla donna che stava per partorire, per divorare suo figlio quando lo
avesse partorito” (Apocalisse 12:1-4).

Satana sapeva che un’incredibile chiesa sarebbe sorta dal residuo
veterotestamentario. Sarebbe stato un corpo glorioso, così il diavolo
dichiarò guerra ancora una volta, pensando di poter dare battaglia sul suo
territorio, la Terra.

Questo passo suggerisce che Satana sapesse di non poter toccare il figlio nel
grembo di Maria, così si dispose a distruggere Cristo non appena fosse nato.
Radunò tutte le sue forze demoniache intorno a Betlemme, mandando spiriti di
inganno per accecare gli scribi, i sacerdoti e i farisei. Poi il suo stesso
spirito s’impossessò del re Erode. Se Satana non poté uccidere Cristo,
avrebbe usato un uomo pronto a farlo per lui.

Ma gli eserciti celesti degli angeli del Signore vegliavano sul bambino, così
Satana non poté toccarlo. Il diavolo avrebbe dovuto aspettare altri
trent’anni per cercare di distruggere Cristo. La sua prossima occasione si
presentò all’inizio del ministero di Gesù, quando lo Spirito Santo
dichiarò che Egli fosse il Messia. A quel punto, Satana condusse Cristo nel
deserto per essere tentato, ma Gesù lo sconfisse anche in quella battaglia.
Dio protesse ancora Suo Figlio, mandando degli angeli a ministrargli in quel
momento di debolezza fisica.

Il diavolo avrebbe provato ancora una volta a distruggere Cristo. Stavolta
dispose le sue forze per cercare di uccidere Gesù alla crocifissione e
gettarlo nella tomba. Mandò spiriti demoniaci per incitare la folla, entrando
nei corpi di sacerdoti, soldati, capi politici e falsi testimoni. Alla fine,
Satana pensò, era giunto il suo momento di potere. Ora avrebbe ingaggiato una
guerra totale!

Ma sapete il resto della storia: il giorno della resurrezione fu la sconfitta
più umiliante per Satana. Quando Gesù ascese al cielo, fu per sempre libero
dalla portata del diavolo. “E il figlio di lei fu rapito presso Dio e il suo
trono” (Apocalisse 12:5). Tutto l’inferno tremò perché Satana aveva perso
di nuovo. Anche usando tutta la sua potenza, non riuscì comunque a sconfiggere
il Figlio di Dio.

David Wilkerson

QUANDO SENTI IL LEONE RUGGIRE


Quand’ero un giovane predicatore, non davo molto peso alla guerra spirituale.
Pensavo che chiunque camminasse in vittoria non avrebbe avuto alcun problema
contro il diavolo. Per me era solo un problema di resistergli. Ma presto
scoprii un leone ruggente piombare sulle mie debolezze  con tutta la sua forza
e mi sentii impotente nell’ingaggiare battaglia contro di lui.

Troppo spesso vedo il diavolo fare la stessa cosa ad altri cristiani sinceri.
Conosco tantissimi servi fedeli – gente pura di cuore, che cammina nella
grazia – sopraffatti da ondate demoniache di confusione e disperazione.

Tali cristiani possono lavorare diligentemente per il Signore per anni. Poi, un
giorno, Satana improvvisamente inietta pensieri accusatori nelle loro menti.
Subito sono schiacciati da problemi terribili – tentazioni inaspettate,
avarizia, depressione. Le loro prove sono così profonde, strane e misteriose
che questi santi non hanno idea da dove provengano.

Credo ci sia una sola spiegazione: i loro problemi sono un violento attacco
demoniaco. Volta dopo volta l’ho visto accadere a cristiani che crescono in
maniera sorprendente. All’apice della loro crescita spirituale, Satana mette
una vecchia seduzione sul loro cammino. Potrebbe trattarsi di un vecchio
desiderio, qualcosa che pensavano di aver vinto anni fa. Ma ora, dopo anni di
vittorie, si ritrovano a camminare su un filo, traballando sull’orlo di
un’indulgenza che potrebbe ricondurli a un terribile legame.

Ho sperimentato questa fiumana. E migliaia di cristiani vi sono intrappolati
proprio ora. Essi sono inondati da persecuzioni, attacchi fisici, oppressioni
mentali, feroci tentazioni dall’inferno, amici che si rivoltano contro di
loro come nemici. Satana ha determinato un assalto totale in questi ultimi
giorni volto a spazzarci via nella totale disperazione.

Come possiamo resistere alla potenza di Satana? Giovanni ci offre la risposta
in Apocalisse 12: “Ma essi l’hanno vinto per mezzo del sangue dell’Agnello e
per mezzo della parola della loro testimonianza” (verso 11). Quando senti il
leone ruggire – quando la fiumana si abbatte e ti senti sopraffatto – corri
nel luogo santissimo. Per fede, entra alla presenza stessa di Dio sul Suo trono,
perché l’Agnello ha aperto una via per te, attraverso il Suo sangue.

“Avendo dunque, fratelli, libertà di entrare nel santuario, in virtù del
sangue di Gesù, che è la via recente e vivente che egli ha inaugurato per noi
attraverso il velo, cioè la sua carne” (Ebrei 10:19-20).

 David Wilkerson 

TUTTO CIÒ CHE VUOLE È LA TUA FEDE


TUTTO CIÒ CHE VUOLE È LA TUA FEDE
by David Wilkerson

Dio non vuole la tua casa, la tua macchina, i tuoi mobili, i tuoi risparmi, i
tuoi beni. Tutto ciò che vuole p la tua fede – la tua fede ferma nella Sua
Parola. E questo è quello che potrebbe rappresentare ciò che altri, che
sembrano più spirituali, non hanno. Forse guardi un’altra persona come se
fosse più spirituale di te, ma quella persona forse sta lottando duramente per
mantenere un’apparenza di giustizia. Tuttavia, mentre Dio ti guarda, Egli
dichiara, “Ecco un uomo o una donna giusti”. Perché? Perché hai ammesso
la tua impotenza nel diventare giusto e hai confidato nel Signore affinché ti
desse la Sua giustizia.

Paolo ci dice che siamo considerati giusti agli occhi di Dio per lo stesso
motivo per cui lo fu Abrahamo. “Perciò anche questo gli fu [ad Abrahamo]
imputato a giustizia. Ora non per lui solo è scritto che questo gli fu
imputato, ma anche per noi ai quali sarà imputato, a noi che crediamo in colui
che ha risuscitato dai morti Gesù, nostro Signore” (Romani 4:22-24).

Forse affermi, “Io ci credo! Ho fede nel Dio che ha resuscitato Gesù”.
Però voglio porti delle domande: Credi che il Signore possa resuscitare il tuo
matrimonio travagliato? Credi che possa portare alla vita un parente
spiritualmente morto? Credi che Egli possa rialzarti dalla fossa di un vizio
debilitante? Credi che possa cancellare il tuo passato maledetto e restituirti
tutti gli anni sprecati?

Quando tutto sembra disperato – quando ti trovi in una situazione
impossibile, senza risorse e senza alcuna speranza davanti a te – credi che
Dio sarà il tuo Yahwheh Yirah, Colui che vede il tuo bisogno? Credi che Lui
sia impegnato a mantenere le Sue promesse per te e che, se solo una delle Sue
parole venisse meno, i cieli si scioglierebbero e l’universo crollerebbe?

“Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano
senza avere annaffiato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, in
modo da dare il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà la mia
parola, uscita dalla mia bocca: essa non ritornerà a me a vuoto, senza avere
compiuto ciò che desidero e realizzato pienamente ciò per cui l’ho mandata”
(Isaia 55:10-11).

IL SUFFICIENTE IN OGNI COSA


IL SUFFICIENTE IN OGNI COSA
by David Wilkerson

Perché così tanti cristiani sperimentano debolezza, sentimenti di
disperazione e vuoto, come se non potessero più andare avanti? Perché non
possiedono la rivelazione che lo Spirito Santo diede a Paolo – la rivelazione
di tutta la provvidenza che Dio ha reso disponibile per coloro che la reclamano
per fede!

Rientri nella descrizione di Paolo di un servo esuberante – che ha tutto ciò
che gli serve e anche di più, in ogni momento, in ogni crisi? Hai dimostrato
ciò attingendo dalla banca del cielo?

Per diversi anni ho lavorato con Kathryn Kuhlman, un’evangelista americana.
Ho predicato con tutto il mio cuore ai suoi raduni mensili a Pittsburgh, in
Pennsylvania, e a Youngstown, nell’Ohio. Le riunioni si tenevano sia la
mattina che la sera e solitamente, alla fine della giornata, ero distrutto. Una
sera la sorella Kuhlman disse a me e Gwen, “Usciamo e prendiamo qualcosa da
mangiare”. Le dissi, “Mi dispiace – sono troppo stanco. Devo tornare in
albergo e dormire un po’”.

Mi guardò con aria interrogativa e mi chiese, “David, hai predicato sotto
l’unzione dello Spirito stasera?” Risposi, “Sai che è così. L’altare
era sempre pieno!”

La sorella Kuhlman disse tranquillamente, “Allora ti manca qualcosa. Se stai
ministrando sotto la potenza dello Spirito Santo, dovresti essere più forte
alla fine della riunione che all’inizio – perché Egli è uno Spirito che
ravviva! Puoi elevarti al di sopra della tua carne, perché per lo Spirito puoi
reclamare questa libertà”. Da quel momento ciò si dimostrò vero nel mio
ministero.

“Ora Dio è potente…affinché, avendo sempre il sufficiente in ogni cosa,
voi abbondiate per ogni buona opera” (2 Corinzi 9:8). Abbondiate qui
significa letteralmente, “Sempre-crescenti; avendo più alla fine che
all’inizio”. In altre parole, mentre la battaglia si surriscalda, la grazia
di Dio aumenta! Mentre la debolezza si abbatte su te, la Sua forza sopraggiunge
ancora più forte – se lo credi.

LODARE DIO PER LA SUA BONTÀ


LODARE DIO PER LA SUA BONTÀ
by David Wilkerson

“Mediterò sul glorioso splendore della tua maestà e sulle tue meravigliose
opere. Essi parleranno della potenza delle tue tremende opere, e io racconterò
la tua grandezza. Essi proclameranno il ricordo della tua grande bontà e
canteranno con gioia la tua giustizia” (Salmo 145:5-7). Il termine tremende
utilizzato qui significa che i Suoi atti sono talmente grandi da causare
stupore e tremore.

Non possiamo negare che Dio richieda di lodarlo in tutta la Sua eccellenza, ma
siamo chiamati soprattutto a lodarlo per la Sua bontà.

Nota che il salmista insiste sull’abbondanza della lode nel ricordare la
bontà del Padre. Era normale per Davide cantare queste lodi come espressioni
sontuose, come a far sgorgare la lode come acqua che scorre da una fonte.

Nel Salmo 107:8-9, Davide scrive, “Celebrino l’Eterno per la sua benignità e
per le sue meraviglie in favore dei figli degli uomini. Poiché egli ha saziato
l’anima assetata e ha ricolmato di beni l’anima affamata”.

Tale verità del lodare Dio per la Sua bontà passata ha colpito una corda del
mio cuore e sono stato mosso a fare come Davide. Siamo chiamati a celebrare la
Sua bontà!

Amato, guarda indietro, al passato, e ricorda quanto il Signore è stato buono
con te. Medita sulle Sue compassioni che non vengono mai meno nel sostenerti.
Io trovo diletto nel lodare Dio per ogni cosa, ma soprattutto per la Sua
bontà. Non solo per la Sua bontà passata, ma per quella che vedo
quotidianamente – il bene che vedo tutt’intorno a me nel presente.

“Per certo beni e benignità mi accompagneranno tutti i giorni della mia
vita; e io abiterò nella casa dell’Eterno per lunghi giorni” (Salmo 23:6).

CONOSCERE LA SUA VOCE


CONOSCERE LA SUA VOCE
by David Wilkerson

“Le mie pecore ascoltano la mia voce, io le conosco ed esse mi seguono”
(Giovanni 10:27).

Coloro che davvero conoscono Dio hanno imparato a riconoscere la Sua voce al di
sopra di tutte le altre. Egli vuole che tu sia assolutamente convinto che Lui
desideri parlarti – dirti cose che non hai mai visto o sentito prima.

Credo che siano richieste tre cose da coloro che desiderano udire la voce di
Dio:

  * Una certezza incrollabile che Dio voglia parlarti. Devi essere pienamente
persuaso e convinto di ciò. Infatti, Egli è un Dio che parla – e vuole che
tu conosca la Sua voce per poter fare la Sua volontà. Ciò che Dio ti dirà
non andrà mai al di là dei confini della Scrittura.
  * Tempo di qualità e tranquillità. Devi essere disposto a chiuderti in una
stanza con Dio e lasciare che ogni altra voce svanisca. Sì, Dio ci parla
durante tutta la giornata. Ma ogni volta che ha voluto edificare qualcosa di
significativo nella mia vita, la Sua voce è giunta solo dopo che ho azzittito
ogni altra voce, tranne la Sua.
  * Chiedi in fede. Noi non otteniamo nulla da Dio (incluso l’udire la Sua
voce) se non crediamo veramente che Egli sia in grado di comunicare a noi la
Sua mente – renderci capaci di comprendere la Sua perfetta volontà!

Dio non è un burlone! Egli non permetterà che il nemico t’inganni. Quando
Dio parla, segue la pace e Satana non può contraffare quella pace!

“Ma chi entra per la porta è il pastore delle pecore. A lui apre il
portinaio; le pecore ascoltano la sua voce, ed egli chiama le sue pecore per
nome e le conduce fuori. E, quando ha fatto uscire le sue pecore, va davanti a
loro; e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. Non seguiranno
però alcun estraneo, ma fuggiranno lontano da lui, perché non conoscono la
voce degli estranei” (Giovanni 10:2-5).

CONTENTI DI TROPPO POCO!


CONTENTI DI TROPPO POCO!
by David Wilkerson

Dio ha così tanto da volerti dare. Il Suo desiderio è quello di “aprire le
cateratte del cielo e riversare su di voi tanta benedizione, che non avrete
spazio sufficiente ove riporla” (Malachia 3:10). Egli è lì in un deposito
pieno e dice, “Io sono un Dio generoso – ma così pochi ricevono da Me. Non
lasciano che io sia Dio per loro!”

Certo, dobbiamo ringraziare Dio per tutto ciò che già ha fatto e ci ha
donato. Tuttavia, non dobbiamo essere contenti di quanto pensiamo sia tanto!
Molti cristiani sono soddisfatti di sedere in una chiesa ed essere benedetti
dalla presenza di Dio. Tali persone non sono niente  di più che delle
“spugne soddisfatte” che assorbono tutto – ma limitano Dio nella loro
vita, quando invece Lui vuole ungerle per il servizio.

Quando i discepoli si meravigliavano dei miracoli di Cristo, Gesù rispose,
“Dio ha un’opera ancora maggiore per voi!” La maggior parte di noi sono
come i discepoli. Vediamo un miracolo e siamo contenti di parlarne per il resto
della nostra vita. Tuttavia, se davvero conoscessimo Dio e lasciassimo che Lui
sia Dio per noi, Gli chiederemmo molto di più.

  * Raggiungeremmo i luoghi celesti per fede, credendo che Dio possa rimuovere
i leader corrotti nelle agenzie locali, statali e federali. Abbatteremmo
principati e potestà, come ha detto Dio!
  * Crederemmo che Dio ci aiuterà a saturare la nostra città dell’evangelo
di Gesù Cristo. Prenderemmo una posizione di fede contro ogni arma fabbricata
contro di noi, e distruggeremmo le fortezze sataniche nelle nostre famiglie e
nelle nostre chiese.

La nostra visione sarebbe illimitata. Crederemmo che Dio possa compiere cose
ancora maggiori per il Suo regno!

“Or a colui che può, secondo la potenza che opera in noi, fare
smisuratamente al di là di quanto chiediamo o pensiamo, a lui sia la gloria
nella chiesa in Cristo Gesù per tutte le generazioni, nei secoli dei secoli”
(Efesini 3:20-21).