L’ora delle tenebre-past Gennaro Chiocca


Qualcuno, in passato, ha sostenuto che solo un potente risveglio può cambiare le cose nella chiesa, e se avviene, riesce persino a cambiare il clima morale di un paese! Il Risveglio è una manifestazione della presenza di Dio, porta la firma dello Spirito di Dio, che inevitabilmente tutti riconoscono provenire dal cielo e non dall’uomo. Il Risveglio di Dio scende per avere un impatto con la collettività, questo lo rende diverso da tutte le altre normali riunioni benedette. Nei nostri culti spesso la benedizione è prorompente, efficace, ma non può definirsi _di risveglio_ se non ha impatto sulla società che ci circonda. Il Risveglio ci vivifica, ma prima ci spezza! Ci libera dall’omologazione degli standard religiosi e ci apre unicamente alla Parola. Le opere che leggiamo nella Scrittura diventano il nostro stile di vita tra le persone che ci circondano. Sono loro i primi testimoni che notano che Dio si muove in mezzo a noi, dentro di noi. Il Risveglio è invocato e cercato da molte chiese, e pure, quando arriverà, non da tutte gli sarà dato il benvenuto. In molte chiese non sarà riconosciuto, almeno all’inizio! Il Risveglio non verrà a farci i complimenti, ma ad umiliarci profondamente. Il prezzo della sua venuta sarà troppo alto. Quando si manifesterà non ci saranno “sconti” per nessuno di noi. Verrà e distruggerà il nostro misero autocompiacimento; trasformerà la vita spensierata di molti credenti ( e pastori), di molti missionari, in vitale sollecitudine, scambiando l’auto-indulgenza con il rinnegamento di se stessi. Il Risveglio verrà, ma solo per la chiesa che ha deciso di pagare il prezzo! Di quale prezzo parliamo? Poniamoci alcune domande: Dov’è l’attesa della chiesa in preghiera? Dov’è il digiuno? Dalla chiesa non si sente ancora chiaro “il grido d’angoscia” per uscire fuori dalla sonnolenza, dallo stordimento. Stiamo vivendo troppo con aspettative umane, ci sentiamo soddisfatti delle cose che alla fine lasceremo lo stesso su questa terra. Alcune chiese sono letteralmente “allettate”, non si muovono più, non credono più nella potenza del Vangelo. Si sono ammalate di tranquillità, di sonnolenza, non desiderano essere risvegliate: il letto è comodo, le coperte sono calde, si preferisce dormire quando la notte è avanzata. Altre sono ancora “in piedi” grazie allo sfrenato attivissimo che le muove dall’interno. Non sono vive, sono semplicemente attaccate al macchinario della novità del giorno, del like nuovo, della condivisione settimanale sui social. Si vive della frase ad effetto del predicatore, del compito mirato a incoraggiare i nuovi appena arrivati…magari da altre chiese! Questa vertiginosa attività non a che fare con lo Spirito, ma con un moderno formalismo religioso. Non essendo in grado di “partorire “ a causa della sterilità si cercano i figli degli altri. La chiesa così si ritrova cresciuta non grazie al dolore provato durante le contrazioni di fine gravidanza, ma riempita di anime che sono passate _da una parrocchia ad un’altra_ Bisogna tuttavia ammettere anche che molti credenti cambiano chiesa quando il loro desiderio di servire il Signore è andato contro le stesse possibilità offerte da luogo di partenza. Ma su questo bisognerà state attenti agli abusi che se ne possono fare. Il Risveglio verrà per ferirci, per “circonciderci” di nuovo nel cuore. Verrà per ferire, ma anche per guarire! Quando verrà saremo innanzitutto umiliati a motivo delle nostre infedeltà, della nostra vita egoistica. Il risveglio verrà per ricordarci che abbiamo abbandonato la croce per non rinunciare alle nostre abitudini. Ci metterà sotto gli occhi la nostra vita egoistica, quanto abbiamo trattenuto per noi dimenticandoci dei poveri. Il Risveglio ci libererà dalle nostre comodità, il nostro divano, la nostra poltrona pastorale non sarà più comoda. Le vacanze saranno una missione, nei luoghi dove andremo per risposare lasceremo il segno della nostra presenza. Rifiuteremo gli slogan, il successo. Le offerte che raccoglieremo saranno investite nella missione, nell’evangelismo, nelle opere cosiddette sociali, ma che in realtà sono opere della fede. Il Risveglio verrà, ma fai bene i conti perché potresti avere molte perdite. Perderai l’apatia, la superficialità, la tiepidezza. Si romperanno gli idoli dell’ipocrisia e della formalità. Si spezzeranno davanti all’Arca della gloria! Ambizioni, vanagloria saranno fugate dalla presenza di Dio. Ma questa è l’ora delle tenebre…se hai sonno continua a dormire! Se credi invece di possedere delle lampade per illuminare allora riempile d’olio! La tua luce verrà dallo Spirito e non da altro. Il Risveglio non porterà la firma di un uomo, ma dello Spirito.

NON SI SCHERZA!ATTENZIONE


Trump USAAutunno 2020: si decide il destino dell’umanità

In autunno, l’Italia e il mondo subiranno un altro attacco da parte del mondialismo, probabilmente definitivo con l’accelerazione dell’operazione terroristica del coronavirus.

Si decideranno gli equilibri mondiali da qui ai prossimi decenni. Il nuovo ordine mondiale sta per lanciare il suo assalto finale all’Italia e al mondo intero.

L’umanità si trova di fronte ad una battaglia epocale che deciderà il destino di tutti per i prossimi anni a venire.

Se vincerà il mondialismo, l’uomo per come lo si conosceva sparirà definitivamente. Non più essere pensante dotato di libero arbitrio, ma uomo/macchina sottoposto all’esecuzione di vaccini e impianti microchip sottocutanei, senza i quali non avrà più facoltà di fare nulla.

Se vince la resistenza contro il mondialismo, ci sarà spazio per ricominciare a vivere in una società realmente umana, non più fondata sull’odio per il prossimo e sull’odio contro le nazioni.

Una società che dovrà inevitabilmente rimettere al centro il culto di Dio e non dell’uomo se non vuole consegnarsi alla sua distruzione come sta facendo quella attuale.

Ora tocca all’America. Il destino, o forse la Provvidenza, ha voluto che il Paese da sempre braccio armato del deep state si trovasse ad essere il Paese che deve impedire che il mondo cada nel baratro del nuovo ordine mondiale.

Monsignor Viganò nella sua lettera a Trump ha mandato chiaramente questo messaggio: ora tocca a lei, presidente.

Se Trump vuole vincere questa battaglia, dovrà avere Dio dalla sua parte e soprattutto dovrà impedire che l’Italia venga divorata definitivamente dal mondialismo.

E’ per questo che le élite lo vogliono a tutti i costi fuori dalla Casa Bianca e lo stesso presidente americano lo ha lasciato chiaramente intendere in un suo recente intervento, nel quale ha detto che i suoi nemici sono potenti e molto ricchi e che per un po’ potrebbe non farsi vedere pubblicamente.

Il presidente degli Stati Uniti ha voluto avvertire che la sua vita è in pericolo e che deve proteggersi prima delle elezioni di novembre?

Il deep state non è certo nuovo a risolvere i suoi “problemi” in questo modo, e a questo proposito basti pensare all’omicidio del presidente Kennedy.

I prossimi mesi decideranno cosa ne sarà dell’umanità. Per ora, solo un fatto appare certo. Se la culla del cristianesimo mondiale viene liberata, il nuovo ordine mondiale non potrà sorgere.

Adesso, come non mai, è il momento di pregare per Trump e per l’Italia.

Claudio Lombardi

L’invidia questa sconosciuta!-Eddie Calo


Eddie Calo

Quando mi sono convertito agli inizi degli anni ’90 c’erano pochissime chiese, giravano pochissimi soldi e le riunioni si facevano nelle case di quei fratelli e sorelle disponibili ad ospitare (quasi sempre tutti a rotazione)

Il clima era disteso, le preghiera erano a turno, passavano due/tre ore alla presenza di Dio, senza nemmeno rendercene conto… e poi quasi sempre una piccola agape messa in piedi dal padrone di casa serviva da pasto per tutti.

Che bei tempi, che spiritualità che si provava, quanto operava lo Spirito Santo, guarigioni e liberazioni era all’ordine del giorno! Quei tempi puo’ capirli solo chi li ha vissuti!!!

Poi qualcosa comincia a guastarsi, entrano nella chiesa di tutto e di più, si inizia a perdere il controllo, iniziano le invidie tra gruppi, si aprono comunità e chiese con il diritto di dominio… insomma si comincia a scombussolare ogni cosa… la nuova generazione evangelica convertita sulla carta, ma non nello spirito inizia a fare i suoi danni!

I veri adoratori continuano ad adorare in spirito e verità, le nuove leve evangeliche invece non adorano si dedicano alle chiacchiere, gli spettacoli, le recite, i musical, nella chiesa entra il mondo!!!

Comincia l’infezione dell’invidia: “la mia chiesa è migliore della tua” e pian piano si dimentica che la chiesa appartiene a Cristo!

Allora sono iniziate le divisioni, i gruppi, le denominazioni sistematiche di ogni genere… ecco come Satana ha ridotto alcune chiese. Allora mi chiedo “il cuore sano” dov’è! Un cuore sano è pronto all’obbedienza, all’unione, alla pace, e ad abbattere le denominazioni, mentre per gli invidiosi la denominazione rappresenta la loro distinzione, il loro modo di essere evangelici di prima classe!

Quanta stoltezza nella chiesa… per questo non ci sono più veri miracoli, reali conversioni, sincere cadute sulle ginocchia per chiedere perdono a Dio… l’invidia tra chiese sta consumando i credenti e tutto ciò non viene da Dio.

Allora che fare? Perdoniamo! Perdoniamo e Perdoniamo… e poi chiediamo al Signore perdono per le nostre divisioni, per le nostre sette, per il modo “perverso” di vivere la settarietà evangelica.

Dio ci ha chiamato alla testimonianza, ma fino a quanto ci sarà invidia tra di noi, questa testimonianza non verrà mai fuori!!!

A Dio la gloria!

😃La vignetta: “Andiamo dovunque tranne che in chiesa!”


Eddie Calo chiesa

Con molta difficoltà le chiese stanno ritornando alla “normalità”, se cosi si può dire! Infatti da quanto appare, molti credenti, non auspicano in immediato ritorno in chiesa, ma preferiscono prendere un po’ di tempo… questo soprattutto tra i giovani!

Tale condotta è anti-cristiana, i giovani cristiani sono chiamati a dare il loro cuore e la loro vita a Dio: “Ma ricordati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano i giorni cattivi e giungano gli anni dei quali dirai: «Non ho in essi alcun piacere» (Ecclesiaste 12:1)”

Oggi i nostri giovani si dedicano a tutto, tranne che a servire seriamente il Signore. Con lo stop del Coronavirus, molti giovani cristiani, uscendo dalle loro case hanno preferito la movida alla chiesa ed alla comune raunanza!

Se la tua giovane vita non è nella mani del Signore, essa andrà incontro a tempo perduto, ecco perché l’Ecclesiaste ancora una volta ci ricorda: “Rallegrati pure, o giovane, nella tua giovinezza e gioisca il tuo cuore nei giorni della tua giovinezza; segui pure le vie del tuo cuore e la visione dei tuoi occhi, ma sappi che per tutte queste cose DIO ti chiamerà in giudizio. (Ecclesiaste 11:9)”

Quindi fratelli, sorelle più giovani, torniamo al Signore, torniamo a dedicare a Lui il nostro tempo, la nostra disponibilità e lasciamo la “movida del mondo” al diavolo ed ai suoi figli!

A Dio la gloria.

PAURA E SICUREZZA


Corona Virus 666

“La paura degli uomini è una trappola, ma chi confida nel Signore è al sicuro”
(Proverbi 29:25)


Mentre mi accingo a scrivere queste brevi riflessioni, il nostro paese sta vivendo un periodo al quale non era preparato.
Pensavamo che i progressi della scienza medica, la collocazione geografica e il livello socio-culturale che abbiamo raggiunto ci potessero tenere al riparo dal pericolo di epidemie o addirittura pandemie rispetto al resto del mondo. Non essendo uno specialista del settore non posso entrare nello specifico, ma le conseguenze psicologiche e sociali del Coronavirus sono sotto gli occhi di tutti e ciascuno di noi può trarne delle considerazioni.
Un piccolo e invisibile virus ha portato allo scoperto qualcosa di inaspettato: non siamo imbattibili. Questa realtà ha procurato, di conseguenza, uno strano senso di paura.
Da una parte i mezzi di comunicazione, per giorni, hanno elencato con insistenza i “numeri del virus” (contagiati, deceduti, ecc.), continuando – allo stesso tempo – a dire “non dobbiamo drammatizzare”. A questo si sono aggiunte misure restrittive e urgenti, da parte di chi è chiamato a governare il Paese, a beneficio della salute pubblica.
La conseguenza di tutto questo è stata proprio la paura che, in alcuni casi, è degenerata in vero e proprio panico [senso di forte ansia e paura che un individuo può provare di fronte a un pericolo inaspettato, e che determina uno stato di confusione ideomotoria, caratterizzata per lo più da comportamenti irrazionali – Diz. Treccani].
Sono seguite reazioni collettive dettate da tali sentimenti: vendite straordinarie di mascherine e gel di vario tipo per la disinfezione delle mani. I supermercati sono stati presi d’assalto come se da un momento all’altro tutto dovesse finire.
Non sappiamo se, come e quando il Covid-19 sarà archiviato con le paure e le ansie collegate. Ma anche se tutto dovesse tornare alla normalità, le scuole riaprire regolarmente, le attività riprendere come al solito, prima o poi qualcos’altro, qualche nuova incertezza o un nuovo imprevisto farà di nuovo affiorare la fragilità dell’essere umano. E a quel punto, stiamo pur certi che si ripresenterà ancora lei, la Paura.
Nella vita di quanti hanno conosciuto Dio personalmente, esiste qualcosa che li rende differenti nel reagire alle circostanze e agli imprevisti della vita: i credenti, infatti, in ogni tempo, confidano nel Signore!
Questo non significa che chi confida nel Signore non debba attraversare momenti difficili, a volte anche le tempeste che la vita inaspettatamente riserva.
Confidare nel Signore non significa ingenuità o superficialità, bensì consapevolezza che Colui nel quale hanno riposto la loro fiducia non li abbandonerà e non li lascerà mai.
Confidare in Dio non significa ignorare le proprie paure, ma affidarle a Lui insieme alle proprie preoccupazioni.
Confidare è credere sinceramente che Dio non solo è in grado di sostenerci nelle prove, ma che Lui vuole sostenerci: “Tu, non temere, perché io sono con te; non ti smarrire perché io sono il tuo Dio; io ti fortifico, io ti soccorro, io ti sostengo con la destra della mia giustizia” (Isaia 41:10).
Si, esiste una differenza fra chi crede in Dio e chi non crede: mentre gli increduli vivono nell’instabilità e nelle incertezze che generano paura, … chi confida nel Signore è al sicuro. Perciò: “Confidate per sempre nel Signore, perché il Signore, sì il Signore, è la roccia dei secoli” (Isaia 26:4).

Francesco CARVELLO
Comitato ADI-aid

Riflettiamo…MLuisa


Luisa 12Con la presenza del Covid-19, TUTTA l’ umanità è stata chiamata ad affrontare una crisi globale, destinata a lasciare a noi e ai nostri figli in eredità, una società completamente diversa quando l’emergenza sarà passata. Il fenomeno di portata globale nel quale siamo immersi provoca cambiamenti strutturali.Oggi, in questa CASUALITA’ legata al coronavirus, c’è un cambiamento strano;da un lato, siamo costretti a non avere rapporti con gli altri e in qualche caso ci accorgiamo di quanto ci possano mancare. A questo proposito, mi viene in mente la famosa frase di Carlo Cattaneo, che disse che la libertà è come l’aria, ci si accorge del suo valore solo quando viene a mancare. Abbiamo scoperto la nostra fragilità, tanto moderni, quanto atavici, abbiamo posto l’uomo al centro dell’UNIVERSO, tralasciando sempre di più Dio….ed eccoci qui, a vivere una situazione che ha del surreale, niente sarà più come prima. L’uomo ha dovuto subire dei processi che l’hanno cambiato per sempre, e questo in gran parte dovuti al suo egoismo e alla sua ambizione. Speriamo che tutto questo ci abbia insegnato a guardarci dentro, a vedere i nostri difetti e le nostre mancanze, e soprattutto che ci abbia fatto capire che senza Dio e senza amore non siamo niente. Dio ci benedica grandemente. MLuisa

LA CHIAVE INTERPRETATIVA DEI QUATTRO CAVALIERI DELL’APOCALISSE


15723542_10207825947862525_4761208810325402631_oIn Apocalisse 6:1-8, quando l’Agnello apre i sigilli, appaiono quattro cavalieri: il primo cavalcava un cavallo bianco, e «aveva un arco e gli fu data una corona, ed egli uscì fuori come vincitore e per vincere»; il secondo cavalcava un cavallo rosso e gli «fu dato di togliere la pace dalla terra, affinché gli uomini si uccidessero gli uni gli altri, e gli fu data una grande spada»; il terzo cavalcava un cavallo nero e «aveva una bilancia in mano», indicando con questo una grande carestia; e il quarto cavalcava un cavallo giallastro «e…aveva nome la Morte, e dietro ad essa veniva l’Ades». Di questi quattro cavalieri viene detto che «fu loro data potestà sulla quarta parte della terra, per uccidere con la spada, con la fame, con la morte e mediante le fiere della terra».

 

  1. La chiave univoca

Gli attuali commentari del Libro dell’Apocalisse suppongono, normalmente, che la chiave per capire il libro sia scoprire una corrispondenza biunivoca tra le figure in esso presenti, e i personaggi reali della vita. La maggior parte dei commentari, tuttavia, considerano il secondo, il terzo e il quarto cavaliere non come figure reali ma come personificazioni di calamità. Ma che dire del primo cavaliere (il conquistatore sul cavallo bianco)? Perché la maggior parte dei commentari pensa che il primo cavaliere debba corrispondere a una diversa chiave interpretativa, cioè che esso rappresenti un reale personaggio storico? Facendo ciò si viola una delle più elementari regole esegetiche. L’ipotesi, credo, è sbagliata. L’interpretazione corretta dei quattro cavalieri si ha soltanto quando si considerano tutti e quattro i cavalieri come simboli di calamità. [In alternativa dovrebbero essere tutti e quattro dei personaggi reali].

Dovrebbe essere osservato che gli studiosi e i commentatori suppongono che il primo cavaliere faccia riferimento a un’importante figura storica. Benché essi siano divisi sull’identità precisa di questa figura, quasi tutti accettano uno di questi due punti di vista tra loro opposti: il cavaliere è Cristo oppure l’Anti-Cristo. Personalmente, argomenterò che il primo cavaliere non è una persona, bensì una calamità e come tale rappresenta lo “spirito dell’Anticristo”, cioè il suo modo di agire.

Come con tanti altri passi del Nuovo Testamento, la chiave corretta per comprendere Apocalisse 6:1-8 si trova prestando attenzione ad alcuni particolari del Vecchio Testamento. La chiave per capire il passo, credo, si trova in Geremia 15:2, come pure nella versione della Septuaginta di Ezecechiele 5:12 “un quarto di voi sarà consumato dalla morte e un quarto di voi perirà dalla fame in mezzo a te, e un quarto di voi sarà disperso a tutti i venti e un quarto di voi cadranno per il pugnale intorno a te, e la spada sarà sguainata contro di voi”. (La Septuaginta è una traduzione greca dell’Antico Testamento e veniva ampiamente utilizzata ai tempi del Nuovo Testamento). Geremia 15:2 legge:

«Se poi ti dovessero dire: “Dove andremo?”, dirai loro: Così dice l’Eterno: Alla morte i destinati alla morte, alla spada i destinati alla spada, alla fame i destinati alla fame, alla cattività i destinati alla cattività».

Da notare che le calamità riportate qui sono le stesse di quelle rappresentate dai quattro cavalieri dell’Apocalisse (sebbene l’ordine sia differente). La prima calamità di Geremia, la «morte», corrisponde al quarto cavaliere; la «spada» corrisponde al secondo cavaliere; la «fame» corrisponde al terzo cavaliere; e, poiché la dispersione geografica di un popolo conquistato costituisce l’aspetto permanente e quindi più dannoso di una sconfitta nazionale, sembrerebbe che la «cattività» sia la calamità rappresentata dal primo cavaliere. (Tra le altre cose, il colore bianco ha sempre indicato un conquistatore nel mondo antico. Questa è la ragione per cui il primo cavaliere e il Cristo vincitore di Apocalisse 19 cavalcano entrambi un cavallo bianco). La correlazione tra Geremia 15 e Apocalisse 6 conferma l’idea che il primo cavaliere non rappresenti una figura storica a sé stante, ma è piuttosto un simbolo di “prigionia”, una delle quattro grandi calamità che insieme implicano il caos totale.

 

  1. Coincidenze con il Covid 19

C’è da considerare alla luce degli odierni fatti riguardanti il Covid 19 una serie di “coincidenze” piuttosto particolari.

  1. Il cavaliere bianco aveva una corona. È vero che la corona era il simbolo del vincitore, ma è alquanto inquietante sapere che il Covid 19 è un “coronavirus”.
  2. Il colore del cavallo bianco. Un’altra coincidenza particolare è il colore del cavallo: bianco. Può indicare la purezza, ma nel caso di una calamità sarebbe un controsenso. Dobbiamo registrare che il colore che è predominante in questa pandemia è il bianco del personale sanitario, medici, infermieri e paramedici. Qualcuno ha anche fatto notare che il bianco in Cina è il colore del lutto, e il virus ha avuto origine in Cina.
  3. La messe è bianca. Un’altra interpretazione del colore bianco del primo cavaliere riporta alle parole di Gesù: “Alzate gli occhi e guardate le campagne come già biancheggiano per la mietitura” (Giovanni 4:35). Potrebbe essere il momento della “Grande Raccolta” prima del ritorno del Signore.
  4. La cattività. Geremia indica la quarta pestilenza in una “prigionia”. Noi e altri 4 miliardi di persone siamo “costretti” nelle proprie case, impediti della “libertà di movimento”. È una vera e propria “cattività” cui sono costrette le nazioni. Bisogna anche considerare che il greco usa il termine νικῶν nikòn Può essere anche tradotto come conquistatore (colui che porta in cattività i prigionieri).
  5. Uno spirito che insemina. Un’altra coincidenza particolare la troviamo nella descrizione di Ezechiele: “Una terza parte di te morirà di peste, e sarà consumata dalla fame in mezzo a te; una terza parte cadrà per la spada attorno a te, e ne disperderò a tutti i venti l’altra terza parte, e sguainerò contro di essa la spada”. Anche nel caso di Ezechiele abbiamo tre cavalieri che sono praticamente identici a quelli di Apocalisse e uno che è diverso sia da Geremia sia dal Cavaliere Bianco di Apocalisse 6:2. Ezechiele descrive la “pestilenza” come una dispersione a tutti i venti. Una traduzione più letterale sarebbe: “inseminerò tutti gli spiriti (fiato, respiro) l’altra terza parte”. Potrebbe fare pensare al contagio “aereo” del coronavirus.

 

  1. Passi Paralleli

Dobbiamo notare che Apocalisse 6:1-8 è una descrizione degli ultimi tempi e per comprendere bene un passo biblico, una regola di corretta ermeneutica è quella, di paragonare due brani che descrivono lo stesso evento.

Facciamo un Parallelismo tra il capitolo 6 dell’Apocalisse e i Vangeli di Matteo e Luca (i capitoli che riguardano la fine dei tempi)…

 

1) Apocalisse 6:1, 2 “Poi, quando l’Agnello aprì uno dei sette sigilli, vidi e udii una delle quattro creature viventi, che diceva con voce come di tuono: «Vieni». Guardai e vidi un cavallo bianco. Colui che lo cavalcava aveva un arco; e gli fu data una corona, ed egli venne fuori da vincitore, e per vincere”.

 

Matteo 24:4 “Gesù rispose loro: «Guardate che nessuno vi seduca. 5 Poiché molti verranno nel mio nome, dicendo: ‘Io sono il Cristo’. E ne sedurranno molti”.

 

2) Apocalisse 6:3, 4 “Quando l’Agnello aprì il secondo sigillo, udii la seconda creatura vivente che diceva: «Vieni». E venne fuori un altro cavallo, rosso; e a colui che lo cavalcava fu dato di togliere la pace dalla terra affinché gli uomini si uccidessero gli uni gli altri, e gli fu data una grande spada”.

 

Matteo 24:6, 7 “Voi udrete parlare di guerre e di rumori di guerre; guardate di non turbarvi, infatti bisogna che questo avvenga, ma non sarà ancora la fine.  Perché insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno”.

 

3) Apocalisse 6:5,6 “Quando l’Agnello aprì il terzo sigillo, udii la terza creatura vivente che diceva: «Vieni». Guardai e vidi un cavallo nero; e colui che lo cavalcava aveva una bilancia in mano. E udii come una voce in mezzo alle quattro creature viventi, che diceva: «Una misura di frumento per un denaro e tre misure d’orzo per un denaro, ma non danneggiare né l’olio né il vino»”.

 

Matteo 24:7 “…ci saranno carestie…”.

 

4) Apocalisse 6:7,8 “Quando l’Agnello aprì il quarto sigillo, udii la voce della quarta creatura vivente che diceva: «Vieni». Guardai e vidi un cavallo giallastro; e colui che lo cavalcava si chiamava Morte; e gli veniva dietro l’Ades. Fu loro dato potere sulla quarta parte della terra, per uccidere con la spada, con la fame, con la mortalità e con le belve della terra”.

 

Luca 21: 11 “vi saranno… in vari luoghi pestilenze…”.

 

5) Apocalisse 6:9-11 “Quando l’Agnello aprì il quinto sigillo, vidi sotto l’altare le anime di quelli che erano stati uccisi per la parola di Dio e per la testimonianza che gli avevano resa. Essi gridarono a gran voce: «Fino a quando aspetterai, o Signore santo e veritiero, per fare giustizia e vendicare il nostro sangue su quelli che abitano sopra la terra?» E a ciascuno di essi fu data una veste bianca e fu loro detto che si riposassero ancora un po’ di tempo, finché fosse completo il numero dei loro compagni di servizio e dei loro fratelli, che dovevano essere uccisi come loro”.

 

Matteo 24:9 “Allora vi abbandoneranno all’oppressione e vi uccideranno e sarete odiati da tutte le genti a motivo del mio nome”.

 

6) Apocalisse 6:12-17 “Guardai di nuovo quando l’Agnello aprì il sesto sigillo; e si fece un gran terremoto; il sole diventò nero come un sacco di crine, e la luna diventò tutta come sangue; le stelle del cielo caddero sulla terra come quando un fico scosso da un forte vento lascia cadere i suoi fichi immaturi. Il cielo si ritirò come una pergamena che si arrotola; e ogni montagna e ogni isola furono rimosse dal loro luogo. I re della terra, i grandi, i generali, i ricchi, i potenti e ogni schiavo e ogni uomo libero si nascosero nelle spelonche e tra le rocce dei monti. E dicevano ai monti e alle rocce: «Cadeteci addosso, nascondeteci dalla presenza di colui che siede sul trono e dall’ira dell’Agnello; perché è venuto il gran giorno della sua ira. Chi può resistere?»”.

Matteo 24:29 “Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più il suo splendore, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno scrollate”.

 

Conclusioni:

Il cavallo bianco descritto non rappresenta Gesù, ma uno dei modi con cui l’anticristo porta le pestilenze nel mondo. Il fatto che sia il cavaliere di Apocalisse 6:2 e quello di 19 cavalcano entrambi un cavallo bianco è proprio relativo al fatto che lo spirito dell’Anticristo è in azione nel mondo. Perciò tutte e quattro i cavalieri rappresentano un aspetto e un modo di agire dell’Anticristo.

ad esempio nel capitolo 13 dell’Apocalisse si dice che la bestia ha 2 corna simili a quelle di un agnello… Nel capitolo 6 dell’apocalisse l’anticristo viene mostrato come un leader vincitore…. arriverà al potere per via diplomatica…

Infatti, Giovanni vide un cavaliere montare un cavallo bianco con un arco in mano senza frecce Apocalisse 6:2 Ed ecco mi apparve un cavallo bianco e colui che lo cavalcava aveva un arco, gli fu data una corona e poi egli uscì vittorioso per vincere ancora. Il bianco come l’arco privo di frecce è simbolo di pace (Ma è anche il simbolo dei “camici bianchi” cioè la medicina che la fa da padrona in questi tempi.

Questo cavaliere raggiungerà una posizione di potere: e gli fu data una corona apocalisse 6:2 e lo farà senza rumore: ossia senza l’uso delle armi

Daniele Cap.11 “Poi, al suo posto, sorgerà un uomo spregevole, a cui non spettava la dignità regale; verrà senza rumore e s’impadronirà del regno a forza di intrighi”. Il suo trionfo sarà diplomatico e apparirà come l’uomo desiderato da tutti, il liberatore dal caos in cui entrerà il mondo.

Agli occhi del mondo sarà l’uomo ideale. Ecco come verrà visto:

– Intelligente (Daniele 8:25)

– Eloquente (Daniele 7:11 / Apocalisse 13:5)

– Adulatore, lusingatore (Daniele 11:32)

– Lottatore (Apocalisse 13:4)

– Stratega e politico (Daniele 8:23; 11:21-23)

 

Inoltre quando in Apocalisse 6:2 si dice che egli usci vincendo per vincere ancora, in Daniele capitolo 11 versetto 23 per descrivere l’anticristo dice queste parole:

Nonostante gli accordi fatti, tradirà i suoi alleati; così affermerà il suo potere e sarà vittorioso, pur avendo poca gente”.

EMERGENZA COVID-19 Importante!-Gennaro Chiocca


Gennaro Chiocca 2

Da lunedì 30 marzo, in collaborazione con la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana e le istituzioni comunali, provinciali e regionali, con la collaborazione dell’Azienda Sanitaria Ospedaliera delle nostre zone, offriremo il nostro aiuto missionario, attraverso i sistemi del volontariato. Nello specifico accoglieremo e aiuteremo alcuni che per ora sono senza dimora, ma che sono a rischio di contagio e hanno bisogno di essere protetti dal pericolo delle
strade, seguendo il principio che tanto abbiamo letto tra gli slogan “Io resto a casa”.
Tutti grazie a Dio abbiamo una casa per poterci “difendere” da questo virus, quelli che sono in strada no. Come opera missionaria noi li aiuteremo a proteggersi dando loro ospitalità per 1-2 settimane mettendo a disposizione i nostri locali. Non potremo ospitare tanti, ma alcuni; questi pochi che ospiteremo saranno evangelizzati, curati, amati e portati al Signore.

Di questa attività si occuperanno i nostri dipartimenti missionari: “Come tralci”, “Beth-Shalom” Onlus> “72 ore per Cristo” > specializzata in emergenze sociali straordinarie come unità di crisi, “Progetto Amico”> associazione medici e odontoiatri evangelici italiani, già esperti in Africa.

Siamo felici di poter essere utili al Regno di Dio in un tempo difficile come questo. Ci raccomandiamo alle vostre meravigliose preghiere che salendo al Padre ci proteggeranno per la gloria di Dio.

Come tutti i progetti missionari che partono dalla nostra diaspora, anche questo porterà “un nome spirituale” perché la finalità evangelistica è quella prioritaria: BETH-CAMPO “per gli infelici privi di riparo”
Isaia 58:7 #iorestoacasa (=nella casa del Signore).

Molto presto insieme potremo raccontare le grandi e meravigliose opere del
Signore!

Però il Signore è rimasto con me e mi ha dato forza…. Leggi 2 Timoteo 4-MLuisa


Luisa 16Stamattina, il Signore mi ha mostrato questa parola, mai cosi opportuna come i tempi che stiamo vivendo..ed oggi, vi parlerò della SOLITUDINE!
Paolo, si trova agli arresti domiciliari, ha pochi contatti, Timoteo, il suo discepolo e figlio spirituale, gli è vicino. Esso, ammaestrato da Paolo, diventerà pastore, evangelista, molto giovane e timido, ma con una fede REALE, COME CI DICE LO STESSO APOSTOLO.
Ma voglio portarvi a riflettere su come Paolo ha superato questi momenti di prova e di solitudine.L’uomo, fin dai tempi della sua comparsa, ha bisogno di interagire, di avere contatti con altri della sua specie, di comunicare emozioni e necessità, e questa interazione serve anche a dargli un posto nella società, altrimenti c’è il rischio di sentirsi inutili. Eppure, siamo più avanzati nella tecnologia, smartphone, social media,chat, siamo sempre più connessi, in realtà la stragrande delle conversazioni online si riducono in cavolate e comunque in commenti di poche parole.
Per certo che in rete, difficilmente, si affronta un dialogo vero, non si parla con il cuore in mano, come si farebbe con un vero amico, magari davanti ad un caffè, i ragazzini creano i loro gruppi per chattare e questi gruppi invece di unire, isolano, come alcuni gruppi che curano solo certe persone.
E cerchiamo con tutte le nostre forze di far finta di niente, che la solitudine, il vuoto che proviamo dentro, non sia un problema o per lo meno non serio, cerchiamo di non stare mai da soli frequentando anche persone con cui in realtà non stiamo bene e stringiamo finte relazioni, usiamo i social media in maniera ossessiva, oppure ci sfoghiamo con il cibo, ed il frigorifero diventa il nostro miglior amico.
Ma Paolo come affrontava la solitudine? Si sentiva perso?
Inutile? Niente affatto!
L’apostolo, spesso era stato deluso, tradito, da quelli che si definivano suoi “compagni”, ma come ben sappiamo ed abbiamo sperimentato anche gli amici più intimi, nel momento del bisogno vengono meno..La Bibbia ci dice che: “L’amico ama in ogni tempo, ed è un fratello nel giorno del bisogno”.
L’unico amico sincero che non viene mai meno è Gesù…
Questo Paolo diceva a Timoteo e lo dice a noi – SOLO, Gesù è Colui che ti conforta – anche in mezzo alla solitudine, alle situazioni difficili, anche quelle che non comprendi. Paolo ringraziava Dio per ogni cosa, anche per la solitudine, perché in quel frangente la presenza di Dio era più SENTITA.
ALLORA COSA VOGLIO DIRTI CON QUESTO?
Se tu lo vuoi , IL SIGNORE, Egli si fa carico dei tuoi pesi, dei tuoi problemi, della tua solitudine ed in cambio ti dà il Suo amore incondizionato, le Sue meravigliose consolazioni.
Con Lui non ti sentirai mai solo, perché non solo non ti lascia e non ti abbandona mai, ma è sempre insieme a te anche in quei luoghi dove nessuno mai ti può seguire! La FEDE HA SALVATO PAOLO, E SOSTERRA’ ANCHE TE E ME, INFATTI GESU’ HA DETTO – IO NON VI LASCERO’ E SARO’ CON VOI FINO ALLA FINE DEI VOSTRI GIORNI.
Dio ti benedica, MLuisa. 

Riflessione-Dottoressa Irene Tramentozzi


Irene 12

L’ansia, la paura e il panico sono emozioni strettamente interconnesse tra di loro, legate dalla percezione di un pericolo che valutiamo come imminente o che si sta verificando in un certo momento. L’isolamento e la paura del contagio possono attivarle in modo intenso e possono prendere il sopravvento sulla nostra mente, ci costringono a percepirci come vulnerabili, soli e impotenti, senza controllo e non più padroni del nostro destino. E’ innanzitutto opportuno chiarire alcuni punti: essere isolati non significa essere soli, essere vulnerabili fa parte del nostro essere, tutti noi siamo vulnerabili ed avere il controllo su tutto è un utopia mentale con la quale prima o poi, dovevamo fare i conti. Cosa possiamo fare per fronteggiarle e renderle meno invasive? Innanzitutto ripartiamo da noi stessi: le risorse che avevamo, sono ancora lì, non sono sparite. Ripensiamo a tutti i momenti difficili che abbiamo affrontato e superato nella vita, se ce l’abbiamo fatta una volta, possiamo farcela anche ora. Ricostruiamo una nuova routine: utilizziamo in modo intelligente la tecnologica, rimaniamo in contatto con la nostra rete sociale e usiamo chiamate e videochiamate per sentirci ancora “insieme” anche se non possiamo farlo fisicamente. Utilizziamo il tempo libero per scoprire nuovi aspetti del nostro sé, riprendiamo vecchie passioni o scopriamone di nuove. Cerchiamo di mantenere una routine con gli orari, svegliarsi sempre alla stessa ora, compiere delle piccole azioni come lavarsi e vestirsi tutti i giorni, ritagliare del tempo per la cura del proprio corpo, può essere d’aiuto in questo momento. Importante anche svolgere un po’ di attività fisica (esistono numerosi tutorial disponibili su internet). Un altro aspetto fondamentale è quello di imparare ad accettare la nostra vulnerabilità: anche prima del covid-19 eravamo soggetti ad ogni forma di malattia fisica e al rischio di morte, ogni giorno, solo che in questo momento c’è un’enorme lente di ingrandimento su questi aspetti, dovuta anche a dei messaggi esasperati e avulsi dei mass-media (leggere o ascoltare le notizie una volta al giorno è più che sufficiente, poi fate altro) Non tutto è sotto il nostro controllo, ma è anche vero che non tutto in questo momento è fuori dal nostro controllo, seppur in una piccola percentuale possiamo godere di un certo controllo sul nostro destino anche in questi giorni. Possiamo decidere come organizzare la nostra giornata e fare la differenza, ripartendo ogni giorno da noi stessi e prendendoci cura di noi e di chi abbiamo vicino. La paura è uno stato mentale e non dobbiamo -avere paura della paura-, impariamo a riconoscerla, a darle voce, e “affianchiamo” ad essa anche la voce delle nostre risorse interiori per affrontarla, ricordiamoci che tutto ha un inizio e tutto ha una fine, ed anche questa situazione vedrà la sua conclusione. Non viviamo nell’attesa di, siamo stati costretti a rallentare i nostri ritmi, ma stiamo imparando che non si vive solo correndo, si può vivere anche “da seduti”. Sfruttiamo il tempo a nostro vantaggio, per crescere, conoscerci meglio, rivalutare le nostre priorità ed uscirne arricchiti nel nostro essere.

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