Dio cura anche i dettagli!


“I satrapi, i prefetti, i governatori e i consiglieri del re si radunarono, osservarono quegli uomini e videro che sopra i loro corpi il fuoco non aveva avuto nessun potere e che neppure un capello del loro capo era stato bruciato, che le loro tuniche non erano alterate e che essi non avevano neppure odore di fuoco.” (Daniele 3:27)

I giovani Ebrei, per essersi rifiutati di inchinarsi e adorare la statua eretta da Nabucdonor, furono “condannati” seduta stante, alla pena marziale mediante la fornace di fuoco.

La fornace era così arroventata al punto che, in corso di esecuzione, addirittura gli uomini incaricati a gettare Sadrac, Mesac e Abed-Nego nella fornace, furono uccisi dal calore del fuoco.

Dio intervenne in maniera prodigiosa; infatti, anzichè udire lancinanti grida di dolore, si affacciarono, e videro i tre giovani, anzi, quattro uomini senza legami (il quarto era particolarmente speciale), che passeggiavano in mezzo al fuoco.

A questo punto, visto che il fuoco non sortiva l’effetto desiderato, gli ex condannati a morte, furono invitati a uscire con le proprie gambe dalla fornace ancora ardente (Ci credo! Chi si sarebbe azzardato a riprenderli?).

I soliti diffidenti, che la società, anche quella contemporanea non smetterà mai di produrre, non contenti di un così grande ed evidente miracolo, vollero accertarsi più da vicino per verificare se a Dio fosse sfuggito qualche capello bruciato, se le loro tuniche fossero state alterate, o quantomeno, se avevano odore di fuoco.

Purtroppo per loro, non trovarono niente di niente; Si! Dio aveva curato anche i particolari.

Non vi nascondo che, io mi sarei più che accontentato di uscire vivo e vegeto dal fuoco, anche con i capelli (quei pochi rimasti) bruciati, con le vesti rovinate e con l’odore del fuoco; ma Dio che, nelle LIBERAZIONI trova immenso piacere nel fare oltre a ciò che chiediamo, decise di curare anche i dettagli!

Che ci volete fare! È il Suo Carattere! È Generoso!

Detto ciò; se stai pregando per una liberazione, oltre al MIracolo, che vedrai Dio farà, preparati anche alla cura dei dettagli!

Pace e benedizioni!

Urgenza…..


Cosa è urgente oggi per la nostra umanità ?

Non vedo nulla di più urgente di un ritorno alla Parola di Dio.

Tutte le nostre discussioni, contestazioni, rivendicazioni, condizionamenti e confronti spesso non li affrontiamo e quindi non li risolviamo in maniera Biblica.

Mettiamo a confronto come la pensiamo noi umani e secondo quello di cui siamo convinti decidiamo e i risultati sono spesso pessimi.

Non siamo più disposti ad andare alla Bibbia per vedere le cose come Dio le vede.

Cosa è urgente?

È urgente tornare a Dio

È urgente tornare a Lui rimettendo al centro dei nostri interessi la Sua Santa Parola che è stata e sarà l’unica speranza per l’umanità.

Un mondo senza la Parola di Dio è perduto.

È ancora valido l’invito a gridare che Dio aveva fatto molti anni fa al profeta Isaia, il Signore gli disse: “Grida” e il profeta rispose: “che griderò”, allora Dio rispose e disse: “Grida che ogni carne è come l’erba e tutta la sua gloria è come il fiore dell’erba, l’erba si secca, il fiore cade, ma la Parola del Signore rimane in eterno”.

Amici non fermatevi a regolamenti umani accertatevi che quello in cui credete, quello che fate e predicate sia Biblico solo così potrete essere certi di fare le cose che Dio vuole che facciate.

Un abbraccio forte a tutti…

Michele Mango

La Chiesa Locale (Foto Chiesa Macedone)


La Comunità locale è un idea di Dio.

Oggi esistono nel mondo quasi 4.000.000 di Chiese locali, sono come le cellule del Corpo di Cristo, sono il centro di smistamento della vita per il Popolo di Dio sparso nel mondo.

Essa è il luogo dove ogni cristiano può e deve crescere, lì il Signore fa crescere i ministeri, manifesta i doni dello Spirito e visita i credenti in maniera speciale.

In essa riceviamo i primi insegnamenti ed esercitiamo le priorità del nostro servizio.

Il Pastore, insieme a sua moglie, sono chiamati a curare la Chiesa locale ed i credenti sono chiamati a collaborare con il Pastore per il compimento della visione che Dio gli ha dato.

Dio parla alla Chiesa locale, le epistole del Nuovo Testamento ne sono una testimonianza, le sette lettere del libro finale della Bibbia, l’apocalisse, sono rivolte alle Chiese locali.

Indebolire le Chiese locali significherebbe indebolire l’intera Opera di Dio, anche le Missioni, ecco perchè credo fermamente che ogni Vero Missionario può e deve contribuire allo sviluppo delle Comunità Locali.

L’idea che solo le missioni servono allo sviluppo del Regno di Dio non è biblica, abbiamo bisogno, degli anziani di Chiesa, delle Scuole Domenicali, dei gruppi di adorazione, delle visite ai credenti malati, della riunione delle sorelle, della riunione dei giovani, del gruppo che opera tra i poveri e i disagiati e di molto altro che solo la Chiesa locale può generare.

Ecco perchè oggi mi recherò nella mia Chiesa locale con gioia, ringrazierò il Signore per essa, e scoprirò in maniera più profonda la verità della Parola che afferma : “Ecco quanto è bello e quanto è piacevole che i fratelli dimorino insieme nell’unità” Salmo 33: 1 .

La Parola di Dio ci esorta a “…non abbandonare la nostra comune adunanza…” e credo di poter dire che lo fà con giusta ragione.

Michele Mango

L’amicizia Cristiana.past.Michele Mango


È uno dei doni più belli che Dio ci ha fatto.

L’apostolo Paolo cita nei suoi scritti almeno settanta persone che Egli reputa amici e che sono stati di incoraggiamento e di benedizione ala sua vita.

Alcuni l’hanno accolto e ospitato in casa come un figlio, la mamma si Rufo, per esempio, egli la definisce anche madre sua.

Aquila e Priscilla che hanno messo a rischio la propria vita per l’apostolo.

Luca che ha dedicato gran parte del suo tempo e della sua professione per prendersi cura della salute del missionario dei pagani.

Tanti altri che l’hanno visitato, incoraggiato, sostenuto, amato, difeso.

Sono innumerevoli gli accenni a Benedizioni ricevute attraverso “gli amici” che Dio gli aveva donati.

Anche io ed Elena dobbiamo ringraziare Dio per tutti i nostri amici.

Dobbiamo molto di quello che siamo a loro, senza di loro non saremmo quello che siamo, dono un dono di Dio e vogliamo ringraziarli tutti.

Grazie a Dio per l’amicizia Cristiana È preghiamo anche noi di esserlo per molti.

Michele Elena Mango

Meglio sperare-Michele Mango


Perdere la speranza è la condizione peggiore nella quale l’umanità si potrà trovare.

Purtroppo la Bibbia, la Parola di Dio è chiara in questo punto : “senza Dio siamo senza alcuna speranza”. Così viene descritta l’umanità e così appare a noi, la disperazione sfocia in ogni sorta di comportamenti che non onorano Dio e danneggiano gli uomini.

A ragione il Salmo 14 e 53 ricorda a noi uomini che : “Lo stolto ha detto nel suo cuore Dio non c’è”

A motivo di questa confessione il mondo è diventato peggiore, in alcuni casi esso è una chiara anticipazione dell’inferno.

Portiamo ancora oggi la nostra testimonianza di fede in questo mondo disperato e che Dio manifesti attraverso di noi i Suoi segni, prodigi e miracoli di cui questo mondo ha urgente bisogno.

Dio è vivente e aggiungerà la Sua testimonianza alla nostra, riportando speranza dove ormai non c’è più da molto tempo.

Sia questa la nostra esperienza oggi.

Michele Mango

Le tempeste past.Michele Mango


La Bibbia ci presenta tre tipi di tempeste.

1) Quelle che Dio stesso ci chiama ad attraversare.

Questo tipo di tempesta è benefica per la nostra anima e serve alla nostra crescita Spirituale.

Dio ci guarda e ci accompagna, in questi periodi della nostra vita, donandoci la saggezza per gestire e superare le difficoltà.

2) Quelle scatenate dal nemico delle nostre anime

Queste tempeste, come quella che ha travolto la vita di Giobbe, vorrebbero isolarci e distruggerci.

Sono comunque sottoposte alla Sovrana Signoria di Dio.

Esse non possono andare oltre il limite che Dio pone, Dio dice “…fin qui è non oltre…” , in questo modo le cose che avrebbero voluto distruggerci risulteranno per il nostro bene e scopriremo che

” tutte le cose cooperano al bene per coloro che amano Dio”. Che grande certezza, non esiste malattia, fallimento, tradimento, accusa, ferita, cattiveria, maldicenza, ed altro che possa impedire alla benedizione di Dio di continuare nella nostra vita.

3) Quelle che creiamo noi con la nostra

disubbidienza

Questo tipo di tempesta sono come quella di Giona, il profeta che non voleva piegarsi alla volontà di Dio.

Una tempesta che poteva essere evitata ma che purtroppo Giona deve attraversare.

Anche in questo caso Dio non ci abbandona, infatti se noi siamo infedeli Egli rimane fedele.

Giona sarà recuperato, miracolosamente, dall’amore e dalla pazienza di Dio.

Addirittura quando si troverà sul fondo dell’abisso, nel ventre del pesce, Lui in maniera inconsapevole diventerà un messaggio profetico per tutta l’umanità, un messaggio che avrebbe parlato alle future generazioni della morte e della resurrezione del Messia.

Gesù stesso affermerà che come Giona era stato nel ventre del pesce 3 giorni e tre notti così “il Figliuol dell’uomo starà nel ventre della terra 3 giorni e 3 notti” .

Straordinario amore di Dio che non solo non ci lascia, ci recupera, ma addirittura ci usa per la Sua Gloria nel momento peggiore della nostra vita.

Che Dio grande, meraviglioso, per Lui vogliamo vivere e morire, la Sua Parola dona speranza alla nostra vita e sappiamo con certezza che non esiste tempesta che può distruggere quelli che gli appartengono.

Anche oggi scegliamo di rimettere in Lui la nostra fiducia e come disse la madre di Mosè a sua figlia Maria, quando lasciò il piccolo nelle acque del fiume Nilo, “stai a guardare cosa succede”, siamo sicuri e certi che Egli non ci lascerà soli, non l’ha mai fatto e mai lo farà, Egli sarà con noi in ogni tempesta e ci libererà.

Un abbraccio forte

Michele Mango

SERVIZIO O CARRIERA ? Past.Mango


La chiamata al Ministero è una chiamata a servire l’intera Umanità.

I Ministeri sono doni che Dio ha fatto agli uomini.

L’intera umanità deve beneficiare del Servizio di chi è chiamato da Dio.

Parlando dei Ministeri l’apostolo Paolo ha detto :

” …Salito in alto (Gesù)… ha fatto dei doni agli uomini.” Efesini 4: 8

Doni fatti agli uomini e non solo alla Chiesa.

Quando perdiamo la visione Missionaria dei Ministeri, quando li chiudiamo nella vita ecclesiastica, quando contiamo i membri di chiesa e non contiamo più quanti sono i perduti, quando siamo più interessati alla vita interna alla Chiesa e non alla manifestazione esterna della stessa, corriamo il pericolo di perdere di vista il servizio cristiano e lasciando il posto al carrierismo ecclesiastico.

Il Ministro di Dio ha ricevuto una chiamata a Servire e non è affatto interessato a “fare carriera” nelle gerarchie ecclesiastiche.

Oggi la sfida è poter dire “voglio salvarne il maggior numero” oppure dire come la Chiesa di Laodicea, che aveva perso di vista i bisogni del mondo perduto, “sono ricca, mi sono arricchita, non ho bisogno di nulla”, non sapeva che agli occhi di Dio era diventata “…miserabile, povera, cieca e nuda…”.

Gesù era alla porta di questa Chiesa e chiedeva di entrare per ristabilire la Sua Autorità(Apocalisse 3:20).

Si perché quando la Carriera ecclesiastica diventa più importante del servizio, senza saperlo siamo diventati inutili per gli scopi di Dio.

Dobbiamo rimanere fedeli alla Chiamata che ci è stata rivolta, dobbiamo resistere, non dobbiamo imitare quelli che desiderano un cristianesimo che risponde ai gusti del mondo. Un cristianesimo egoistico, che poi non è più il vero cristianesimo.

Manteniamo il desiderio di servire, di spenderci per l’avanzamento del Regno di Dio, nessuna Carriera è paragonabile alla benedizione che sarà riservata ai servitori di Dio che a motivo della loro chiamata vivono per Gesù servendo l’intera umanità che anela alla salvezza che solo il Vangelo può dare.

Cosa sceglieremo Servizio o Cartiera?

M. Mango

Perchè non accade?


Perchè la preghiera sacerdotale fatta da Gesù in Giovanni 17 sembra non adempiersi?

Queste sono le Sue parole:

“Padre che siano Uno…come io e te Siamo uno anch’essi siano perfetti nell’unità…affinché il mondo creda che tu mi hai mandato.”

Tutte le altre preghiere di Gesù hanno ottenuto adempimento, ma questa non ancora, vediamo tra le organizzazioni cristiane a livello mondiale grandi resistenze e ostacoli a una vera e duratura comunione, eppure Gesù ha pregato per tutti i credenti, di ogni tempo, di ogni nazione, appartenenti a qualsiasi organizzazione, per tutti quelli che sono stati salvati dalla Sua Grazia, lavati con il Suo sangue, per tutti i Nati di Nuovo che siano Uno, perfetti nell’unità.

Sono tre le immagini che Gesù usa per parlare del lavoro spirituale della Chiesa:

1) Il Seminatore

2) Il Pescatore

3) Ricercatore

Il Seminatore

Del Seminatore non è importante sapere quanto è alto, quanti anni ha, a che popolo appartiene o altro, ma che tipo di Seme semina. Se il seme è buono (la Parola di Dio), il Suo lavoro è buono.

In questo la Chiesa si Unisce e si riconosce Chiunque semina “La Parola” nella guida dello Spirito Santo è Chiesa.

Il Pescatore

Gesù ha detto che ci avrebbe fatto pescatori di uomini. L’immagine del Pescatore di uomini mette l’accento maggiormente sui metodi di lavoro usati.

Qui possiamo differenziarci e usare metodi diversi a secondo del popolo e della Cultura a cui apparteniamo, a secondo se ci rivolgiamo a bambini, a giovani o ad altre età o categorie di persone di diverso tipo, popolo e cultura

Queste differenze non devono dividerci in quanto necessarie, il mare di questo mondo è pieno di pesci diversi e dobbiamo pescarli tutti con metodi diversi.

Il Ricercatore

Il Maestro ha affermato “io sono venuto per cercare e per salvare quelli che sono perduti”

Quest’immagine ci parla della chiamata specifica che Dio ci rivolge e che ci porta ad avere per ciascuno di noi una zona di “ricerca” dei perduti.

Per noi per esempio. Che siamo missionari tra l’etnia albanese, ci sarà concessa luce e saggezza per essere efficaci nel campo di azione della nostra chiamata. Così Dio farà con ciascuno di noi. Ed anche per la nostra chiamata specifica svilupperemo convinzioni culturali e strategie diverse l’uno dall’altro. Anche questo non deve dividerci ma arricchirci e completarci.

Preghiamo per l’unità della Chiesa Universale, come ha fatto Gesù, lavoriamo per raggiungere questo obbiettivo, benediciamo il lavoro di tutti quelli che veramente e sinceramente seminano la Parola di Dio, anche se lo fanno con metodi diversi dai nostri e in campi di ricerca che Dio non ha affidato a noi.

Ricordiamoci come Chiesa che chi non è contro di noi è per noi.

Gesù stà per tornare i segni sono chiari e noi vogliamo che il maggior numero di anime siano salvate.

Michele Mango

La Dottrina del pensiero positivo-David Wilkerson


Tra le cose che i cristiani trovano difficilissimo accettare c’è la sofferenza dei giusti. Fino al tempo di Cristo, i giudei associavano la prosperità e la buona salute alla santità. Credevano che se si era benestanti, sani fisicamente o circondati da altre benedizioni, era perché Dio mostrava di essere veramente compiaciuto della persona. Ecco perché per i discepoli era tanto difficile capire l’affermazione di Gesù secondo cui “è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio” (Matteo 19:24). I discepolo chiesero: “Ma allora chi può essere salvato?” Allo stesso modo oggi esiste una falsa dottrina che dice che chi ha stretto un patto con Dio non deve soffrire mai: basta che invochi Dio ed Egli accorrerà per risolvere tutto immediatamente. Ma questo non è affatto il Vangelo! Gli eroi della fede elencati in Ebrei 11 camminarono tutti in stretta comunione con Dio e dovettero soffrire le lapidazioni, gli insulti, la tortura e le morti violenti. Lo stesso Paolo, che camminava strettamente unito a Dio, fece naufragio, fu lapidato, flagellato, lasciato quasi come morto, derubato, imprigionato e perseguitato. Soffrì la perdita di tutte le cose. Perché? Queste erano tutte prove e purificazioni, per dimostrare l’autenticità della sua fede alla gloria di Dio. Non so quale sia la vostra area di prova. So comunque che molti figli preziosi di Dio pregano da anni per la liberazione, specialmente per la guarigione fisica, e non l’hanno ancora ottenuta. Io credo che avremo afflizioni che guariscono. Disse Davide: “Prima di essere stato afflitto, andavo errando, ma ora osservo la Tua parola” (Salmo 119:67). Ci sono state delle volte in cui ho dovuto sopportare il dolore fisico per anni interi. In ogni occasione ho pregato Dio di guarirmi, eppure attraverso il dolore potevo sentire Dio all’opera nella mia vita, che mi spingeva verso Gesù e che mi faceva rimanere in ginocchio. Alla fine di ciascun episodio doloroso, potevo dire che era stata una buona esperienza per me. Volete essere uomini e donne di Dio? Volete sperimentare la mano di Dio sulla vostra vita? Allora bevete il calice del dolore e bagnate il vostro letto di lacrime. Non chiedete a Dio soltanto la guarigione, ma tutto ciò che Egli vuole che voi impariate attraverso la tribolazione. Il vostro dolore potrebbe anche essere non fisico; talvolta un altro tipo di dolore è ben peggiore. E’ il dolore di essere feriti e rigettati da amici, il dolore che sentono i genitori quando gli adolescenti calpestano il loro cuore e diventano a loro estranei. E’ il dolore che riempie i cuori di mariti e moglie quando si elevano barriere di silenzio e scompare il primo amore. Quanto sembra tragico: quell’inquietudine interiore, le difficoltà in casa, quelle notti senza posa e senza sonno, sapere che Dio è una realtà vivente, che state camminando nello Spirito e che amate Gesù con tutte le forze e, nonostante tutto, state ancora sopportando l’afflizione. Voglio dirvi questo: Rimanete saldi. Dio promette di liberarvi. L’apostolo Pietro lasciò queste parole incoraggiante per quanto riguarda prove e tribolazioni nella nostra vita:”Carissimi, non vi stupite per l’incendio che divampa in mezzo a voi per provarvi, come se vi accadesse qualcosa di strano. Anzi, rallegratevi in quanto partecipe alle sofferenze di Cristo, perché anche al momento della rivelazione della sua gloria, possiate rallegrarvi ed esultare.” (1 Pietro 4:12-13).”Perciò voi esultate anche se ora, per breve tempo, è necessario che siate afflitti da svariate prove, affinché la vostra fede, che viene messa alla prova, che è ben più preziosa dell’oro che perisce, e tuttavia è provato con il fuoco, sia motivo di lode, di gloria e di onore al momento della manifestazione di Gesù Cristo (1Pietro 1:6-7).David Wilkerson

UNA CHIESA CON OTTO PORTE-past.Gennaro Chiocca


L’ottava porta: la porta dei CavalliL’ottava porta è necessaria più che mai oggi, in tempi come questi. La Chiesa deve avere la porta dei Cavalli per uscire dai locali e per combattere contro altri eserciti. La Chiesa deve ereditare la Potenza! Siamo un popolo forte, un esercito schierato pronto per la Battaglia. ( Ri)costruiamo la porta dei cavalli e usciamo dalle zone confort; usciamo dai nostri comodi locali, galoppiamo con velocità e potenza nei territori del nemico. Conquistiamo altre terre e altri paesi al Signore; strappiamo al male, all’inferno e al regno tenebroso ogni anima per sottometterla a Cristo. Oh quante cose abbiamo davanti a noi! Oh quanta energia ancora da spendere….oh quanta forza da spandere! Formiamo scuole di missione nelle chiese locali, investiamo sui giovani e sugli adolescenti; fondiamo scuole secolari e mettiamo all’opera i tanti talenti che sono in mezzo a noi! Apriamo case per anziani, per disabili, case di accoglienza per chi è senza nessuno, e senza nulla. I nostri anziani “non vendiamoli” alla fine dei loro anni a strutture non consone alla loro spiritualità. Rendiamo scomode le panche, mettiamo all’opera i tanti membri di chiesa divenuti “sedentari”. Diamo concretezza alle visioni dei nostri fratelli. Non trattiamoli da “pazzi”, consideriamoli talenti!! Galoppiamo perché siamo cavalli di razza, abbiamo il segno della Salvezza e il Vento che ci spinge verso nuovi orizzonti! Raggiungiamo luoghi, isole, nazioni precluse al messaggio dell’Evangelo. Raggiungiamo nuove culture, facciamolo con intelligenza, non con arroganza, con il rispetto dovuto alle persone; non sarà, infatti, la nostra forza a convincerli, ma l’Amore che ci costringe! Possiamo e dobbiamo farcela: abbattiamo ogni barriera spirituale, stendiamo sotto la possanza delle nostre armi spirituali colui che ha dominato per secoli su uomini e donne rendendoli schiavi; portiamo uomini e donne come doni a Colui che è il Vincitore, il Capo vivente e indiscusso della nostra spedizione. Apriamo oratori, formiamo le generazioni, prepariamoli all’integrità, alla cultura del Regno. Insegniamo loro ad amare e a rispettare chiunque; il rispetto darà la strada per la predicazione dell’Evangelo! Amiamo la generazione nostra, rispettiamo quella passata, costruiamo e incoraggiamo quella futura. Costruiamo questa porta senza paura e senza timore; la Chiesa deve vincere quest’ultima battaglia! Questo è il sogno della vera Chiesa! Basta vittimismo, siamo in guerra! Basta protagonismo, non siamo a teatro! Basta lamentarsi, non siamo nell’indigenza! Basta politica, non siamo al parlamento, basta egoismi, non siamo soli e non siamo i migliori! Basta mentire e basta calunnie non siamo figli di Satana, ma figli di Dio, del Padre! Siamo la Chiesa, siamo il Suo Corpo. Basta pretese, è tutto per grazia! Basta poteri ecclesiastici, non siamo cardinali siamo servi del Signore. La porta dei Cavalli: la porta della forza della Chiesa! Ogni chiesa locale ha il numero giusto di cavalli per affrontare le sue migliori sfide!