La Dottrina del pensiero positivo-David Wilkerson


Tra le cose che i cristiani trovano difficilissimo accettare c’è la sofferenza dei giusti. Fino al tempo di Cristo, i giudei associavano la prosperità e la buona salute alla santità. Credevano che se si era benestanti, sani fisicamente o circondati da altre benedizioni, era perché Dio mostrava di essere veramente compiaciuto della persona. Ecco perché per i discepoli era tanto difficile capire l’affermazione di Gesù secondo cui “è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio” (Matteo 19:24). I discepolo chiesero: “Ma allora chi può essere salvato?” Allo stesso modo oggi esiste una falsa dottrina che dice che chi ha stretto un patto con Dio non deve soffrire mai: basta che invochi Dio ed Egli accorrerà per risolvere tutto immediatamente. Ma questo non è affatto il Vangelo! Gli eroi della fede elencati in Ebrei 11 camminarono tutti in stretta comunione con Dio e dovettero soffrire le lapidazioni, gli insulti, la tortura e le morti violenti. Lo stesso Paolo, che camminava strettamente unito a Dio, fece naufragio, fu lapidato, flagellato, lasciato quasi come morto, derubato, imprigionato e perseguitato. Soffrì la perdita di tutte le cose. Perché? Queste erano tutte prove e purificazioni, per dimostrare l’autenticità della sua fede alla gloria di Dio. Non so quale sia la vostra area di prova. So comunque che molti figli preziosi di Dio pregano da anni per la liberazione, specialmente per la guarigione fisica, e non l’hanno ancora ottenuta. Io credo che avremo afflizioni che guariscono. Disse Davide: “Prima di essere stato afflitto, andavo errando, ma ora osservo la Tua parola” (Salmo 119:67). Ci sono state delle volte in cui ho dovuto sopportare il dolore fisico per anni interi. In ogni occasione ho pregato Dio di guarirmi, eppure attraverso il dolore potevo sentire Dio all’opera nella mia vita, che mi spingeva verso Gesù e che mi faceva rimanere in ginocchio. Alla fine di ciascun episodio doloroso, potevo dire che era stata una buona esperienza per me. Volete essere uomini e donne di Dio? Volete sperimentare la mano di Dio sulla vostra vita? Allora bevete il calice del dolore e bagnate il vostro letto di lacrime. Non chiedete a Dio soltanto la guarigione, ma tutto ciò che Egli vuole che voi impariate attraverso la tribolazione. Il vostro dolore potrebbe anche essere non fisico; talvolta un altro tipo di dolore è ben peggiore. E’ il dolore di essere feriti e rigettati da amici, il dolore che sentono i genitori quando gli adolescenti calpestano il loro cuore e diventano a loro estranei. E’ il dolore che riempie i cuori di mariti e moglie quando si elevano barriere di silenzio e scompare il primo amore. Quanto sembra tragico: quell’inquietudine interiore, le difficoltà in casa, quelle notti senza posa e senza sonno, sapere che Dio è una realtà vivente, che state camminando nello Spirito e che amate Gesù con tutte le forze e, nonostante tutto, state ancora sopportando l’afflizione. Voglio dirvi questo: Rimanete saldi. Dio promette di liberarvi. L’apostolo Pietro lasciò queste parole incoraggiante per quanto riguarda prove e tribolazioni nella nostra vita:”Carissimi, non vi stupite per l’incendio che divampa in mezzo a voi per provarvi, come se vi accadesse qualcosa di strano. Anzi, rallegratevi in quanto partecipe alle sofferenze di Cristo, perché anche al momento della rivelazione della sua gloria, possiate rallegrarvi ed esultare.” (1 Pietro 4:12-13).”Perciò voi esultate anche se ora, per breve tempo, è necessario che siate afflitti da svariate prove, affinché la vostra fede, che viene messa alla prova, che è ben più preziosa dell’oro che perisce, e tuttavia è provato con il fuoco, sia motivo di lode, di gloria e di onore al momento della manifestazione di Gesù Cristo (1Pietro 1:6-7).David Wilkerson