GESÙ È L’AMICO PER ECCELLENZA.


Gesù, ci ricorda che Lui è nostro Amico, Egli è meraviglioso verso ciascuno di noi, l’immenso amore del Padre è sceso dal cielo, e si è manifestato dalla Gloria Eterna di Dio, per giungere fino in terra, “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in Terra agli uomini di buona volontà, perché questi sono coloro che il Padre gradisce e ricerca, veri adoratori in Spirito e Verità”. In ciascuno di noi, in chiunque accetta il Suo dolce invito, e si manifestata la rivelazione del Figlio di Dio, per mezzo del Suo Santo e Benedetto Spirito: che convince l”uomo, in quanto al peccato, al giudizio e alla giustizia; Gesù fa’ del bene, a tutti coloro, che lo riconoscono come l’Unigenito Figlio proceduto da Dio-Padre, e che il Padre ha riposto ogni Autorità in cielo e in Terra e riposa nelle Sue mani, Egli rivela il Padre, a chi lo accetta nel proprio cuore. È per Gesù, per la Sua immensa compassione per tutti gli uomini, che si è disposto e offerto, per la salvezza di tutta l’umanità, sapeva bene, tutto quello che avrebbe sofferto, pur di salvarci tutti, almeno quanti più possibile, che si disporranno al suo invito, per ricevere il Dono della Salvezza di Vita Eterna. Quindi alla fine la scelta e libera e personale. Possiamo ricevere molto di più, cioè la Sua Vita in noi. L’Opera della Salvezza è un pensiero incomprensibile per la mente umana. Ma Gesù è venuto per salvarci per mezzo della pazzia dell’annuncio DELL’EVANGELO della GRAZIA, per fare del bene a tutti coloro che si riconoscono peccatori, mancanti. Questo è il Suo progetto, per tutte le Sue creature, i suoi figli, e lo sarà ancora, fino a che il numero dei salvati, eletti e chiamati a santificazione non sarà al completo; quindi gridiamo e giubiliamo con forza che Lui ci ama, e dichiara che siamo suoi amici, Egli è il nostro Amico, per eccellenza, per sempre in eterno. Gesù, ha dato tutto di se per i suoi amici non si è risparmiato nulla, pur di farci comprendere e dimostrare praticamente tutto l’Amore del Padre riversato in Gesù per noi. Per mezzo di Lui, e solo attraverso di Lui, che si giunge al Padre, che se vorremmo essere veramente suoi amici, risponderemmo al Suo appello, alla Sua chiamata per fare la Volontà del Padre, che è quella di accettare “LUI” il Suo Amato Figlio nella nostra vita, e così facendo andremo dove ci vuole il Padre, per portare il frutto permanente dell’Amore che procede solo dal Padre. Se non sei ancora un figlio di Dio, e non hai ancora accettato Gesù come tuo personale Salvatore nel tuo cuore, vai a Lui con i migliori sentimenti e con parole che scaturiscano dal tuo cuore. Che la tua preghiera possa essere un continuo e instancabile rapporto di spontanea comunione con il Padre, che tu possa sempre dirgli, ti amo e voglio lodare, magnificare, adorare e benedire Te Padre per Gesù, e dire grazie del Tuo meraviglioso Amore per me, in Gesù Tuo Amatissimo Figlio, che hai donato per la nostra redenzione e salvezza; Egli è l’Emmanuele Dio in noi. Nessuno ha amore più grande di questo, di dare la propria vita per i suoi amici Giovanni 15:13.

APOCALISSE 4 Nuove esperienze spirituali


peppe 7C’è chi ritiene che questo testo abbia un significato piuttosto controverso.
Essendo interessati a crescere nella Grazia, troviamo nell’esempio fornito dall’apostolo delle valide indicazioni per la nostra crescita spirituale. Giovanni, confinato a motivo dell’Evangelo, vive in comunione con Dio e sperimenta la Gloria, rapito in Ispirito. Aveva già realizzato delle fenomenali esperienze spirituali (cfr. 1 Giovanni 1:1): presente alla Trasfigurazione, alla risurrezione della figlia di Iario, all’agonia nel Getsemani; nel Cenacolo posò il capo sul petto del Maestro, ai pie’ della croce gli venne affidata la madre di Gesù, al sepolcro realizzò la resurrezione di Cristo, venne addirittura definito “il discepolo che Gesù amava”. Era forse appagato da tutte queste esperienze? No!
C’era dell’altro! E Giovanni rimanendo in stretta comunione con il Signore riceve e descrive una rivelazione tutta nuova.
Vede i cieli aperti, ode la voce celeste: “Sali qua”, riceve visioni e annunci; vede in modo chiaro l’organizzazione celeste, l’economia della Gloria, Dio, il Suo Trono, i ventiquattro anziani, le quattro creature viventi che osannano, si prostrano e adorano.
Vede il libro sigillato; riconosce Gesù e comprende il ministero dell’Agnello immolato ma vittorioso “Leone della tribù di Giuda”. Realizza, infine l’escatologia della Chiesa ed altre realtà gloriose.
Anche noi siamo invitati a nuove esperienze spirituali, ma dobbiamo compiere lo stesso cammino dell’apostolo. Bisogna rimanere fedeli sapendo soffrire nelle difficoltà, con la gioia spirituale che si traduce in vita vissuta nello Spirito Santo.
Cerchiamo le cose di sopra! (cfr. Colossesi 3:1-2). Colui che dice: “Sali qua”, crea anche le condizioni adatte in vista di un servizio efficace…, ora dipende da noi.

ALZO LE MANI QUANDO NON HO FORZE


culto chiesa ADI Guidonia del 9 luglio 2014


IL CENTRO DEL NOSTRO ESSERE


“…Gesù cominciò prima di tutto a dire ai suoi discepoli: Guardatevi dal lievito de’ Farisei…” (Luca 12:1)

Meditazione di oggi

Un giorno un re volle riguardare i conti con i propri servitori. Gli fu presentato un servo che era debitore di diecimila talenti – una somma che nessuno avrebbe mai potuto pagare – e il re comandò che fosse venduto lui, la moglie, i figli e tutto ciò che possedeva. Il servo, gettatosi a terra, gli si prostrò davanti e implorò la sua pietà. Il re fu mosso a compassione, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito dalla presenza del sovrano, quel servo trovò uno dei suoi conservi che gli doveva cento denari: afferratolo, voleva strangolarlo, esigendo da lui il pagamento del suo debito. Invano quel conservo lo pregò di avere pazienza con lui, perché presto lo avrebbe pagato. L’altro non volle ascoltare: anzi, andò e lo fece imprigionare, finché avesse pagato il debito. Gli abitanti della città, veduto il fatto, ne furono molto rattristati, e andarono a riferire l’accaduto al re. Questi, indignato, lo fece chiamare e gli disse: “Malvagio servitore, io t’ho rimesso tutto quel debito, perché tu me ne supplicasti: non dovevi anche tu aver pietà del tuo conservo, com’ebbi anch’io pietà di te?”. Il re, adirato, lo diede in mano agli aguzzini. A questo punto della vicenda, il Vangelo dice: “Così vi farà anche il Padre mio celeste, se ognun di voi non perdona di cuore al proprio fratello”. Non intendo fare del perdono che ho ricevuto l’unica base della mia liberazione personale. È assai più di questo, altrimenti, è meno di niente. Esso è la potenza di Dio, la quale mi spinge e mi sollecita ad essere simile a Dio. Sono stato perdonato perché io possa perdonare: ho ricevuto pietà affinché possa essere misericordioso con gli altri. La salvezza non è solo una via di scampo dall’inferno, ma anche, e soprattutto, dall’egoismo, dalla durezza del cuore e dalla mancanza di amore fraterno. Fate attenzione, e guardatevi dal lievito dei farisei! Qual è il rimedio? Non consiste nel dichiararsi colpevoli di ogni cosa e lamentarsi. Esiste un fariseismo che esalta il peggio di sé: quello della “creatura povera e mal ridotta”, che spende il proprio tempo a brontolare, a battere i pugni sul tavolo e a soffrire la fame. In questo modo intensifica la consapevolezza del proprio io, che si rafforza sempre più, nonostante ogni sforzo per vincerlo. Il solo rimedio è sfuggire al nostro io rifugiandoci in Gesù Cristo. Allora il Signore diventerà sempre più il centro del nostro essere, la parte migliore, nuova, che vive in noi.

EGLI NON POTÉ SCONFIGGERE IL FIGLIO DI DIO


“Poi apparve nel cielo un gran segno: una donna vestita di sole, con la luna
sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era incinta e
gridava per le doglie e i dolori del parto. Nel cielo apparve anche un altro
segno: un gran dragone rosso che aveva sette teste e dieci corna, e sulle sue
teste vi erano sette diademi. La sua coda trascinava dietro a sé la terza
parte delle stelle del cielo e le gettò sulla terra; poi il dragone si fermò
davanti alla donna che stava per partorire, per divorare suo figlio quando lo
avesse partorito” (Apocalisse 12:1-4).

Satana sapeva che un’incredibile chiesa sarebbe sorta dal residuo
veterotestamentario. Sarebbe stato un corpo glorioso, così il diavolo
dichiarò guerra ancora una volta, pensando di poter dare battaglia sul suo
territorio, la Terra.

Questo passo suggerisce che Satana sapesse di non poter toccare il figlio nel
grembo di Maria, così si dispose a distruggere Cristo non appena fosse nato.
Radunò tutte le sue forze demoniache intorno a Betlemme, mandando spiriti di
inganno per accecare gli scribi, i sacerdoti e i farisei. Poi il suo stesso
spirito s’impossessò del re Erode. Se Satana non poté uccidere Cristo,
avrebbe usato un uomo pronto a farlo per lui.

Ma gli eserciti celesti degli angeli del Signore vegliavano sul bambino, così
Satana non poté toccarlo. Il diavolo avrebbe dovuto aspettare altri
trent’anni per cercare di distruggere Cristo. La sua prossima occasione si
presentò all’inizio del ministero di Gesù, quando lo Spirito Santo
dichiarò che Egli fosse il Messia. A quel punto, Satana condusse Cristo nel
deserto per essere tentato, ma Gesù lo sconfisse anche in quella battaglia.
Dio protesse ancora Suo Figlio, mandando degli angeli a ministrargli in quel
momento di debolezza fisica.

Il diavolo avrebbe provato ancora una volta a distruggere Cristo. Stavolta
dispose le sue forze per cercare di uccidere Gesù alla crocifissione e
gettarlo nella tomba. Mandò spiriti demoniaci per incitare la folla, entrando
nei corpi di sacerdoti, soldati, capi politici e falsi testimoni. Alla fine,
Satana pensò, era giunto il suo momento di potere. Ora avrebbe ingaggiato una
guerra totale!

Ma sapete il resto della storia: il giorno della resurrezione fu la sconfitta
più umiliante per Satana. Quando Gesù ascese al cielo, fu per sempre libero
dalla portata del diavolo. “E il figlio di lei fu rapito presso Dio e il suo
trono” (Apocalisse 12:5). Tutto l’inferno tremò perché Satana aveva perso
di nuovo. Anche usando tutta la sua potenza, non riuscì comunque a sconfiggere
il Figlio di Dio.

David Wilkerson

QUANDO SENTI IL LEONE RUGGIRE


Quand’ero un giovane predicatore, non davo molto peso alla guerra spirituale.
Pensavo che chiunque camminasse in vittoria non avrebbe avuto alcun problema
contro il diavolo. Per me era solo un problema di resistergli. Ma presto
scoprii un leone ruggente piombare sulle mie debolezze  con tutta la sua forza
e mi sentii impotente nell’ingaggiare battaglia contro di lui.

Troppo spesso vedo il diavolo fare la stessa cosa ad altri cristiani sinceri.
Conosco tantissimi servi fedeli – gente pura di cuore, che cammina nella
grazia – sopraffatti da ondate demoniache di confusione e disperazione.

Tali cristiani possono lavorare diligentemente per il Signore per anni. Poi, un
giorno, Satana improvvisamente inietta pensieri accusatori nelle loro menti.
Subito sono schiacciati da problemi terribili – tentazioni inaspettate,
avarizia, depressione. Le loro prove sono così profonde, strane e misteriose
che questi santi non hanno idea da dove provengano.

Credo ci sia una sola spiegazione: i loro problemi sono un violento attacco
demoniaco. Volta dopo volta l’ho visto accadere a cristiani che crescono in
maniera sorprendente. All’apice della loro crescita spirituale, Satana mette
una vecchia seduzione sul loro cammino. Potrebbe trattarsi di un vecchio
desiderio, qualcosa che pensavano di aver vinto anni fa. Ma ora, dopo anni di
vittorie, si ritrovano a camminare su un filo, traballando sull’orlo di
un’indulgenza che potrebbe ricondurli a un terribile legame.

Ho sperimentato questa fiumana. E migliaia di cristiani vi sono intrappolati
proprio ora. Essi sono inondati da persecuzioni, attacchi fisici, oppressioni
mentali, feroci tentazioni dall’inferno, amici che si rivoltano contro di
loro come nemici. Satana ha determinato un assalto totale in questi ultimi
giorni volto a spazzarci via nella totale disperazione.

Come possiamo resistere alla potenza di Satana? Giovanni ci offre la risposta
in Apocalisse 12: “Ma essi l’hanno vinto per mezzo del sangue dell’Agnello e
per mezzo della parola della loro testimonianza” (verso 11). Quando senti il
leone ruggire – quando la fiumana si abbatte e ti senti sopraffatto – corri
nel luogo santissimo. Per fede, entra alla presenza stessa di Dio sul Suo trono,
perché l’Agnello ha aperto una via per te, attraverso il Suo sangue.

“Avendo dunque, fratelli, libertà di entrare nel santuario, in virtù del
sangue di Gesù, che è la via recente e vivente che egli ha inaugurato per noi
attraverso il velo, cioè la sua carne” (Ebrei 10:19-20).

 David Wilkerson 

UN INGREDIENTE FONDAMENTALE



UN INGREDIENTE FONDAMENTALE
by Carter Conlon

Considera tutto ciò che Gesù dovette sopportare—lo scherno, le percosse, il
finto processo, il rigetto da parte di coloro con cui Egli aveva condiviso il
cammino e che aveva nutrito nel deserto. Pensa alla croce—la violenza e la
furia dell’opposizione che Satana mandò nel suo tentativo di distruggere
l’opera di Dio. Il nemico non sapeva affatto che in realtà stava fornendo
l’ingrediente fondamentale per assicurare il successo della croce.

Secondo le scritture, “senza spargimento di sangue, non c’è perdono”
(Ebrei 9:22). Coloro che si oppongono all’opera di Dio sono pane per noi. Ci fu
bisogno di violenza, ci fu bisogno della croce, ci fu bisogno della morte. In 1
Corinzi 2:8 leggiamo che se i dominatori di questo mondo avessero saputo ciò
che stavano facendo, non avrebbero mai crocifisso il Signore della gloria!

Ricordi quella volta in cui Pietro e Giovanni salirono al tempio presso la
Porta Bella e presero lo zoppo per la mano—un uomo che aveva passato molti
anni a chiedere l’elemosina mentre la folla religiosa gli passava accanto senza
curarsene. Nessuno si preoccupò mai della sua impotenza, finché Pietro e
Giovanni lo misero in piedi nel nome di Gesù e Dio lo guarì miracolosamente.

Amato, non avere paura dell’opposizione. È un ingrediente fondamentale per le
nostre vite; è il nostro pane. Pietro e Giovanni vennero chiamati a comparire
davanti al consiglio dei capi religiosi e vennero minacciati due volte. Dunque,
quale fu il risultato di questa minaccia? “Rimessi quindi in libertà, vennero
ai loro, e riferirono tutte le cose che i capi dei sacerdoti e gli anziani
avevano dette. Udito ciò, essi alzarono concordi la voce a Dio, e dissero:
«Signore, tu sei colui che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le
cose che sono in essi»” (Atti 4:23-24).

Qui vediamo che quella opposizione diede il via ad un incontro di preghiera!
Invece di cedere alle minacce, i discepoli piegarono le loro ginocchia davanti
a Dio e cominciarono a pregare, “Adesso, Signore, considera le loro minacce,
e concedi ai tuoi servi di annunziare la tua Parola in tutta franchezza,
stendendo la tua mano per guarire, perché si facciano segni e prodigi mediante
il nome del tuo santo servitore Gesù” (Atti 4:29-30). Fu la guarigione dello
zoppo a portare tutti questi problemi su di loro, ecco quindi che i discepoli
si rivolsero a Dio chiedengoGli di dar loro più coraggio, più potenza e
concedere loro più miracoli di guarigione!

L’opposizione è pane per noi—ci manda alla presenza di Dio dove troviamo la
fonte della nostra forza. Senza opposizione la chiesa diventa pigra e non si
rivolge più a Dio, cominciando ad andare alla ricerca di un potere senza
scopo—una formula per l’inganno spirituale.

IL VELO SARÀ RIMOSSO


Paolo descrive un cambiamento che dovrà avvenire prima che ogni altro
cambiamento sia possibile:

“Avendo dunque questa speranza, usiamo una grande franchezza nel parlare, e non
facciamo come Mosè, che si metteva un velo sul proprio volto, affinché i figli
d’Israele non fissassero il loro sguardo sulla fine di ciò che doveva essere
annullato. Ma le loro menti sono diventate ottuse; infatti, nella lettura
dell’antico patto lo stesso velo rimane senza essere rimosso, perché il velo
viene annullato in Cristo. Anzi fino ad oggi, quando si legge Mosè un velo
rimane sul loro cuore. Ma quando Israele si sarà convertito al Signore, il
velo sarà rimosso” (2 Corinzi 3:12-16).

In questo passaggio, Paolo sta parlando innanzitutto riguardo alla cecità
d’Israele, il quale non riconosce Gesù come il Messia. Ma sta parlando anche
di un principio che si applica a tutte le persone, Giudei o Gentili. Egli sta
parlando della cecità nei confronti della verità biblica. Nota il verso 14:
“Ma le loro menti sono diventate ottuse”.

Non mi fraintendete, le persone alla quali Paolo scrive erano sincere. Loro
studiavano fedelmente i libri di Mosè, la Legge dei profeti, i salmi di
Davide. Loro onoravano la Parola di Dio, insegnando da Essa e menzionandola
liberamente. Ma c’era ancora un velo sopra i loro occhi.

Pensiamo che un velo spirituale copra gli occhi dei Giudei, Musulmani ed altri,
rendendoli ciechi alla verità su Gesù. Ma c’è anche un velo che rende ciechi
gli occhi di molti credenti. Essi leggono i chiari avvertimenti di Dio nella
Scrittura, li ascoltano in prediche potenti—ma non ne vengono affatto
colpiti. Infatti, continuano a fare le cose alle quali la parola di Dio ci dice
di rinunciare.

Paolo dice che dobbiamo tornare al Signore prima che la nostra cecità venga
rimossa. “Ma quando Israele si sarà convertito al Signore, il velo sarà
rimosso” (2 Corinzi 3:16). La parola Greca che vuol dire convertirsi qui
significa “invertire la direzione”. In breve, Paolo sta dicendo: “devi
ammettere che la strada che hai intrapreso ti ha solo portato vuoto, rovina e
disperazione”.

Se la tua vita è in una sorta di tumulto—se c’è qualcosa di terribilmente
sbagliato e le cose cominciano a deteriorarsi—sai che dovrai cambiare rotta.
Potresti pensare: “è mio marito che si trova in una brutta situazione.
Aspetto che cambi”. Oppure, “mia moglie andrà in contro alla rovina se non
cambia”. Oppure, “il mio capo sbaglia. Qualcosa deve cambiare in lui”.
Vediamo chiaramente gli errori ed i misfatti degli altri, ma siamo ciechi al
bisogno che noi stessi abbiamo di cambiare. Dobbiamo ammetterlo davanti a Dio,
“sono io, Signore. Sono io che ho bisogno di cambiare. Ti prego, Padre,
mostrami dove sbaglio”.

 David Wilkerson

LE BENEDIZIONI ECCELLENTI


“Poiché tu gli sei venuto incontro con benedizioni eccellenti, gli hai posto
in capo una corona d’oro finissimo.” (Salmo 21:3). Ad un primo sguardo, questo
verso di Davide è un po’ misterioso. La parola della versione Inglese
“prevent”, tradotta “venuto in contro” in realtà è sinonimo di
ostacolo, e non ha nulla a che fare con benedizione. Una traduzione più
moderna potrebbe essere: “il Signore provvide anticipatamente Davide con
benedizioni eccellenti”.

La parola biblica in questione ha un significato completamente differente.
Infatti vuol dire: “anticipare, precedere, prevedere e soddisfare in
anticipo, pagare un debito prima che sia dovuto”. Inoltre, in quasi ogni
esempio, essa implica qualcosa di piacevole.

Isaia ci lascia dare una veloce occhiata a questa tipologia di piacere quando
spiega che Dio anticipa i nostri bisogni e li soddisfa in anticipo. “E
avverrà che prima che mi invochino io risponderò, staranno ancora parlando
che io li esaudirò” (Isaia 65:24).

Questo verso ci fornisce un’incredibile immagine dell’amore che il nostro
Signore ha per noi. Evidentemente Egli è così ansioso di benedirci, così
pronto a intervenire amorevolmente nelle nostre vite, che non può aspettare
che noi Gli diciamo i nostri bisogni. Egli viene a noi e compie atti di
misericordia, grazia ed amore prima che glielo chiediamo—e ciò è per Lui un
piacere supremo.

Ecco cosa intendeva Davide nel Salmo 21: “Signore, tu hai elargito
benedizioni ed amore su me che io non avevo nemmeno chiesto. Tu offri più di
quanto io possa mai immaginare di chiedere”.

Davide si riferiva ad alcune opere meravigliose che Dio aveva fatto per lui nel
regno spirituale. Fu qualcosa che diede a Davide risposte a pregare, potenza in
abbondanza, vittoria sui suoi nemici ed una gioia inspiegabile. Dio fece tutto
questo prima che Davide si mettesse a pregare e aprisse il suo cuore o
presentasse le sue richieste. Una volta che Davide finì di aprire a Dio il suo
cuore, egli scoprì che Dio aveva già provveduto a sconfiggere i suoi nemici.
La vittoria di Davide venne assicurata prima che egli potesse recarsi al campo
di battaglia!

David Wilkerson