RINVIGORITI DALLO SPIRITO by David Wilkerson


David Wilkerson  3Gesù non è mai stato più disposto a mostrare la Sua potenza di quanto non lo sia proprio adesso, perché non è mai stato più potente di quanto non lo sia ora. La nostra fede deve andare oltre il punto della morte. Deve guardare in faccia qualsiasi cosa sia morta e proclamare, “Gesù non si arrende mai davanti alla morte!” Non dovremmo mai arrenderci davanti a niente e nessuno, non importa quanto la situazione sembri disperata.

Nota nella storia di Giairo e sua figlia (Marco 5:21-43) che il Signore non era interessato a mostrare la Sua potenza a chi non credeva. In realtà, in quella stanza dice loro, “Nessuno deve venire a saperlo” (5:43). In altre parole, “Non dite loro ciò che avete visto – il miracolo resta tra noi e coloro che si trovano in questa stanza”.

Coloro che resistono con fede incrollabile sono coloro che vedranno la gloriosa manifestazione della potenza della resurrezione di Cristo. Solo tu e il Signore conoscerete tutti gli intimi dettagli di quell’opera. Lui ti sorprenderà; ti emozionerà; ti mostrerà la Sua gloria!

La presente grandezza di Cristo si può riassumere in un verso potente: “In Lui era la vita” (Giovanni 1:4). Egli era – ed è ancora – vita che rinvigorisce. Egli possiede vita. Gesù veniva costantemente rinnovato nell’attingere a quella riserva segreta che non si prosciugava mai. Non si stancava mai delle folle che lo spingevano da ogni lato. Non era mai impaziente.

Quando chiamava i Suoi discepoli ad appartarsi per riposare un po’, essi si allontanarono verso un luogo quieto, all’altra sponda del lago. Ma le folle lo attendevano anche lì. Neanche una volta disse, “Oh no! Un’altra volta quel gruppo problematico con le sue stupide lamentele e sciocchi domande. Ma finirà mai?”

Piuttosto, Egli vedeva le folle ed era mosso a compassione. Egli era rinvigorito dallo Spirito e andava all’opera. Viveva giorni di fatica e notti di preghiera – e comunque trovava il tempo per i bambini!

DALLA PARTE DELLA FEDE by David Wilkerson


David Wilkerson  2Che scena orribile accadde nella casa di Giairo, uno dei capi della sinagoga ai tempi di Gesù. C’era confusione, dubbio, paura e lamento quando sua figlia morì.

In Marco 5:38-40 è scritto: “E [Gesù], giunto a casa del capo della sinagoga, vide un gran trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Ed entrato, disse loro: «Perché fate tanto chiasso e piangete? La fanciulla non è morta, ma dorme». E quelli lo deridevano”.

Amato, lascia che ti dica perché c’è tanto trambusto nella tua vita, così tanto dolore e lutto: è perché non credi che Gesù possa far risorgere ciò che è morto. Tu non credi che Egli sappia quello che fa; non credi che Egli abbia un piano per donare vita. Pensi che sia troppo in ritardo e che le cose siano andate troppo oltre. Non riesci a credere che Gesù sia ancora all’opera – quando ti sei già arreso.

Siamo tanto colpevoli quanto lo erano quegli schernitori. Anche noi gridiamo a Dio nei nostri guai, pretendendo che Egli ci risponda prima che sia troppo tardi. Poi, quando la risposta non arriva, ci trasformiamo in piagnoni. Tremiamo davanti alla potenza del diavolo, come se i demoni abbiano la vittoria, come se Gesù avesse perso e il diavolo avesse vinto!

Le cose spesso vanno di male in peggio e alla fine diciamo, “Ecco, ci siamo! È troppo tardi. Per un motivo o l’altro, il Signore non salverà questa situazione”.

Non basta amarlo, servirlo e adorarlo solo fino al punto della disperazione. Perché non confidiamo in Lui ora che ogni speranza è svanita? Quando sembra come se non troverai mai un lavoro? Oppure quando le cose si accumulano da tutte le parti, quando umanamente sembra impossibile andare avanti?

Se Gesù si addentrasse nella tua situazione attuale, cosa troverebbe? Come reagiresti a Lui? Soffriresti ancora? Il tuo cuore sarebbe ancora in tumulto? Spero che diresti a Lui, “Signore, sembra una situazione disperata. Stavo per arrendermi, ma Tu sei lo stesso oggi come lo eri nella casa di Giairo. Tu puoi portare vita dalla morte e puoi risanare questo problema”.

PREFERISCO AVERE GESÙ by Gary Wilkerson


gary-285x300Ecco la promessa delle promesse: “Io non ti lascerò e non ti abbandonerò” (Ebrei 13:5). La promessa è semplicemente G-E-S-Ù. Gesù è la mia promessa e il centro di ogni mia promessa.

È come quel vecchio canto, PREFERISCO AVERE GESÙ (Non voglio ricchezze,ndt):

Preferisco avere Gesù che oro ed argento
Preferisco essere Suo che possedere ricchezze indicibili;
Preferisco avere Gesù che case o terre;
Preferisco essere guidato dalla Sua mano forata.

Preferisco avere Gesù! Se comprenderemo la convinzione centrale, singolare dell’anima per cui le promesse di Dio sono incorporate in Gesù, allora tutto il resto si sminuisce. Nulla può compararsi a questa promessa! Se hai Gesù, allora la risposta a tutte le altre Sue promesse sarà, “Bene! Ci credo. Grazie, Signore. Grazie di lasciarmi bere da questa coppa”. Tutto impallidisce in confronto al fatto che posso conoscerlo. Posso camminare con Lui. Posso amarlo. La presenza di Gesù è centrale, migliore di qualsiasi altra promessa che potremo mai avere e Lui è pronto ad ascoltare. Sta dicendo, “Solo invoca il Mio nome e io verrò”.

Se tu solo andrai a Gesù, Egli risplenderà nella tua vita. Diventerà la cosa più importante e il tuo tutto. Le persone che hanno questa centralità di concentrazione su Gesù Cristo sono persone che vedo camminare nella pienezza delle loro promesse. E le persone che perdono la visione di Gesù e iniziano a concentrarsi più sulle promesse che su Gesù iniziano una lotta. Iniziano a deviare e il loro cammino si blocca perché non trovano la pienezza di vita che si trova in Gesù Cristo.

Io desidero molte cose per voi perché vi amo. Desidero ministeri che vadano oltre i vostri sogni più vividi.

Come dice la Bibbia, “Cercate prima il regno di Dio e tutte le altre cose vi saranno aggiunte” (cfr. Matteo 6:33).

CI RIFIUTIAMO DI STARE AD HARAN by Claude Houde


Claude Houde 1In Genesi 12:1, Dio chiamò Abraamo a “venir fuori dalla casa di suo padre”. Solamente dopo un’attenta lettura dei capitoli precedenti, la comprensione della loro natura narrativa specifica e contestuale siamo in grado di comprendere il pieno significato e la profondità di quella chiamata. Genesi 11 ci rivela che Abraamo, suo padre ed il loro intero clan avevano lasciato Ur dei Caldei per recarsi a Canaan. Canaan rappresenta, simboleggia la terra promessa, il destino, la realizzazione ed il compimento della pienezza della benedizione che Dio aveva loro riservato. Infatti, il capitolo in questione parla di tutto ciò che Dio vuole e voleva essere nelle loro vite, e anche nelle nostre. Il viaggio fu duro, lungo ed estenuante. Vennero colpiti da tragedie, minacce ed esperienze traumatizzanti. Persone a loro care morirono e mentre camminavano lungo quelle valli di dolore, la Terra Promessa sembrava lontana.

Si fermarono in un luogo chiamato Haran, una città situata approssimativamente a 600 miglia ad ovest del fiume Eufrate nel nord della Siria. Avevano viaggiato per ben oltre due terzi del loro pellegrinaggio quando si fermarono lì, fisicamente esausti, ma anche spiritualmente deboli. La parola “Haran” vuol dire “luogo arido, luogo che da poco frutto”.

Abraamo e suo padre stavano arrivando a Canaan, il luogo di benedizione e abbondanza. Gesù fa la stessa promessa a noi: “Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Giovanni 10:10). È interessante considerare la parola greca “zoe” che viene usata quando si parla della vita che Cristo ci offre ed ha in mente per noi. La parola esprime l’idea “dell’essere completi, essere appagati, portare frutto abbondante, vera felicità e realizzazione”.

Vi prego di comprenderne la correlazione. Abraamo, suo padre e la sua famiglia stavano viaggiando verso Canaan, ma si fermarono tragicamente in un luogo in cui cresceva poco frutto. Avrebbero dovuto andare oltre senza indugio, proseguendo verso un luogo di pienezza ed abbondanza, ma preferirono la mediocrità.

La fede grida: “mi rifiuto di morire in un luogo dove cresce poco frutto! Rifiuto questa piccola esperienza con poca adorazione, poco sacrificio, poco cambiamento, poca trasformazione e poca fede”. Ho avuto modo di ascoltare il grido forte ed appassionato di uomini e donne, leader e pastori di ogni colore e da ogni nazione dichiarare: “ci rifiutiamo di morire ad Haran!” Dio ci chiama a “venir fuori dalla casa di nostro padre”. Ecco ciò che Dio fece con Abraamo ed è ciò che sta facendo con te e me.

 

NON TEMERE, SOLO CREDI by David Wilkerson


David Wilkerson  3Un padre sofferente di nome Giairo andò a Gesù per chiedergli di guarire la sua figlia morente. “Allora venne uno dei capi della sinagoga, di nome Iairo, il quale vedutolo, gli si gettò ai piedi, e lo pregò con molta insistenza, dicendo: «La mia figliola è agli estremi; vieni a imporle le mani, affinché sia guarita e viva». Ed egli se ne andò con lui. Una grande folla lo seguiva e gli si stringeva intorno” (Marco 5:22-24).

Quest’uomo, Giairo, rappresenta la maggior parte dei cristiani. Sappiamo che Cristo è la nostra unica speranza e nella nostra crisi corriamo a Lui, cadiamo ai Suoi piedi e cerchiamo la Sua misericordia e il Suo aiuto. Giairo aveva un buona misura di fede; egli chiese a Gesù, “vieni a imporle le mani, affinché sia guarita e viva” (verso 23). Fu un’affermazione di fede vera: “Signore, tutto ciò che le serve sei Tu. Tu hai tutta la potenza! Tu puoi impedire che muoia!”

In risposta alla fede di quest’uomo, “Gesù andò da lui” (verso 24). Gesù permise che il tempo scadesse perché voleva che i Suoi seguaci avessero fede nella potenza della Sua resurrezione – fede che va al di là della disperazione, persino al di là della morte! I cristiani nominali che stavano al capezzale della ragazza avevano questa fede limitata: finché rimaneva un po’ di vita, un po’ di speranza, Gesù era desiderato e necessario.

Molto probabilmente, quelle persone dissero fra sé, “Sì, Gesù, noi crediamo che Tu sia il grande dottore, il grande guaritore. Niente è impossibile per Te. Sappiamo che Tu possiedi tutta la potenza. Ma Ti preghiamo sbrigati – perché potrebbe morire in qualsiasi istante! A quel punto non avremo più bisogno di Te!”

Che tipo di fede è questa? È la fede che arriva solo al punto della morte, solo alla tomba. Quando le circostanze sembrano come se tutto sia perduto, questo tipo di fede muore.

Alla fine, la ragazza morì. Riesco a vedere le persone che le prendono il battito e pronunciano la morte. Quanta poca fede avevano ora che era morta. Il primo ordine del loro funerale fu di far notare al guaritore di non essere più necessario. Mandarono un messaggero a dire, “Tua figlia è morta; perché importuni ancora il Maestro?” (Marco 5:35).

Queste parole sembrarono finali: “Tua figlia è morta!” Queste parole forse risuonano nelle tue orecchie: “Il tuo matrimonio è morto – non disturbare Gesù!” “Il tuo ministero è morto – non disturbare il Signore!” “Tuo figlio è morto nel peccato!” “Il tuo rapporto con quel caro è morto!”

Queste parole spaventose non significarono assolutamente nulla per Gesù. Egli non si arrende mai davanti alla morte, perché Egli è la resurrezione e la vita! In greco, la resa migliore del verso 36 è, “Gesù, appena intese ciò che si diceva, disse al capo della sinagoga: Non temere, credi solamente!”

Corea del Nord: dopo Auschwitz non abbiamo forse detto “mai più”?


corea del nord-persecuzioni cristianiDopo 70 anni dalla liberazione di Auschwitz-Birkenau uomini e donne vengono ancora sterminati in campi di concentramento. Non avevamo detto che non sarebbe successo mai più?

Il 27 gennaio 1945 avveniva la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz in Polonia, una delle 3 strutture (Birkenau, Monowitz e appunto Auschwitz) di un complesso realizzato dai nazisti che poi servirà per lo sterminio sistematico di ebrei (e non solo). I superstiti (oltre che le documentazioni ufficiali) li descrivono come inferni in terra, sale operatorie del male, dove si partorivano malvagità inammissibili sotto forma di torture, mutilazioni ed esecuzioni. Uomini e donne, bambini e anziani venivano spogliati di ogni dignità e umanità. Identici racconti ci arrivano oggi dai sopravvissuti dei lager nordcoreani.

Vi sono vari tipi di campi e prigioni in Corea del Nord. Ogni tipo di violazione dei minimi diritti umani viene perpetrata in queste strutture. Vi sono le Colonie penali per prigionieri politici (kwan-li-so), le Strutture detentive a lungo termine (Kyo-Hwa-so), leStrutture penitenziarie di lavoro forzato (jip-kyul-so), le Brigate mobili di lavoro forzato (Ro-dong-dan-ryeon-dae) e i Centri di detenzione e interrogatorio (Ku-ryu-jang). Dentro queste strutture si esercita l’arte affinata del male assoluto. E dentro queste strutture si stima languano tra i 50.000 e i 70.000 cristiani nordcoreani, incarcerati a causa della loro fede in Gesù.

Questi campi dell’orrore esistono anche oggi: non avevamo detto che non sarebbe successo mai più?

Porte Aperte lavora in mezzo a questo inferno e vogliamo senza esitazioni chiedervi di sostenerci nel difficile compito di:

1) essere la voce di chi voce non ha: sono anni che denunciamo quanto sta accadendo in Corea del Nord e siamo felici che negli ultimi mesi il mondo stia aprendo gli occhi di fronte a questo orrore, ma c’è ancora tanto da fare;

2) sostenere migliaia di nordcoreani: Porte Aperte lo fa da tempo e in vari modi, tutti difficili e pericolosi a causa del regime nordcoreano.

Possiamo rimanere in silenzio mentre fratelli e sorelle vengono torturati e uccisi in questi campi?

TESTIMONIANZA-DIO E’ BUONO


Avevo 10 mesi quando mia mamma inizia a vedermi diversa:notava un pallore della pelle ed il rallentamento della crescita,quindi i miei genitori decidono di portarmi da un Professore del Policlinico della Federico II di Napoli(Policlinico Nuovo) Il Professore con la sua Bravura toccando solo un ditino della mano scopre che sono affetta da Thalassemia Major(o Morbo di Cooley),i miei genitori impauriti perché non sapevano di cosa si trattasse ed il Professore sedendosi di fronte a loro iniziò a spiegare di cosa si trattava questa malattia:é una malattia ereditaria caratterizzata da un difetto nella sintesi dell’emoglobina,la proteina contenuta nei globuli rossi del sangue, che ha il compito di trasportare l’ossigeno alle diverse cellule del corpo e di eliminare l’anidride carbonica.La molecola dell’emoglobina é formata da una testa, denominata eme e da catene proteiche globine, indicate con le lettere greche alfa,beta e gamma.I difetti di una o più di queste catene causano le diverse sindromi talassemiche,in particolare le alfa-talassemie e le beta-talassemie.La forma più diffusa in Italia e nell’area mediterranea é la beta-talassemia o anemia mediterranea,provocata da un’alterazione della catena globinica di tipo beta.Queste catene proteiche sono regolate da due geni che si trovano in due cromosomi omologhi, uno di origine paterna e uno di origine materna. Se un individuo possiede entrambi i geni difettosi (forma omozigote),ci troviamo di fronte a quella che viene chiamata beta-talassemia major o morbo di Cooley. Questa forma si manifesta nei bambini subito dopo la nascita con un notevole pallore della pelle, sintomo che rivela la presenza di una gravissima anemia: i globuli rossi sono in numero ridotto,con una scarsa quantità di emoglobina.Non sono perfettamente rotondi ma deformati in vario modo,molti sono soltanto dei frammenti.Il paziente é costretto a periodiche trasfusioni di sangue (ogni 15-20 giorni) per tutta la vita. Le trasfusioni, però, comportano inevitabilmente un eccessivo apporto di ferro, il quale finisce per accumularsi in organi importanti come il cuore, le ghiandole endocrine e il fegato, compromettendone le funzioni.L’unico modo per evitare questo dannoso accumulo di ferro é quello di effettuare una corretta terapia con appositi farmaci (ferrochelanti).
I miei genitori uscirono da quella stanza sconvolti e confusi poi man mano si sono ripresi Grazie all’aiuto di Dio iniziando ad eseguire tutti i controlli e tutte le cure nel frattempo ebbi la 1a trasfusione. Iniziai ad effettuare trasfusioni ogni 15 giorni.All’età di 4-5 anni(anni 90) si scoprì che avevo avuto il contagio del Virus dell’Epatite C a causa di sangue non controllato,quindi si aggiunse anche questa patologia.Tre anni e mezzo fa ho fatto una cura per il virus C,ma purtroppo é andata malissimo perché mi ha causato effetti indesiderati ancora presenti,ho rischiato anche la morte!Mi ritrovai ricoverata di pronto soccorso con valori pessimi senza un briciolo di energia,infatti mi dovevano assistere riuscii ad alzare gli occhi al cielo dicendo nella mia mente:”Signore sia fatta la tua volontá” in quel momento mi passó la paura perché sapevo che non mi sarebbe successo nulla!
Dio non ha permesso infatti mi é stato detto che ero un morto che camminavo..
Il problema della talassemia puó essere risolto con un trapianto di midollo consaguigno ma purtroppo non ho buone percentuali oppure esterno ma é molto rischioso.
Con l’Aiuto di Dio andrò sempre avanti anche se cadrò ma Gesù é sempre pronto a Rialzarmi ed anche se é dura andare avanti io ripongo la mia fiducia nel Signore Gesù e spero in Lui,Egli non si dimenticherà di me Perché Colui che ha iniziato un’opera la porterà a compimento.

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Grazie per averci scelto, Dio ti benedica!

Nigeria: la comunità internazionale ignora le violenze


resizeDuro attacco del presidente della Convenzione battista nigeriana in riferimento agli attacchi di Boko Haram. Intanto Boko Haram sconfina in Camerun con rapimenti di bambini.

Fa sentire con forza la propria voce Samson Ayokunle, presidente della Convenzione Battista nigeriana (Nbc), la più grande organizzazione africana membro dell’Alleanza battista mondiale (Bwa) che conta 3,5 milioni di fedeli e circa 10.000 chiese, che ha criticato la comunità internazionale di ignorare la violenza terroristica e gli attentati avvenuti nel Paese dell’Africa occidentale.

«Sono addolorato per l’atteggiamento della comunità internazionale verso l’enorme distruzione in corso in Nigeria», ha detto Ayokunle alla Bwa. «La serietà con cui essa è intervenuta nel caso degli attacchi dell’Is in Siria e in Iraq, o con il problema dei talebani in Afghanistan, non è stata dimostrata nel caso della Nigeria».

Ayokunle ha accusato la comunità mondiale di svalutare la vita dei nigeriani. «Non importa al resto del mondo se Boko Haram continua a uccidere centinaia di persone ogni settimana? Sono queste persone meno umane di coloro che vengono uccisi in altri luoghi dove si è intervenuti direttamente? La mia gente viene uccisa come gli animali e il mondo intero rimane a guardare».

Ayokunle ha aggiunto che «i principali obiettivi di questi attacchi sono i cristiani prima e poi qualsiasi altra persona che si oppone loro. In ogni città in cui arrivano, vengono prima uccisi i cristiani, poi distrutte tutte le chiese, risparmiando le moschee. La Chiesa sta subendo una grave persecuzione». Anche i battisti sono stati direttamente colpiti. «Nessuna chiesa cristiana è rimasta in piedi a Mubi, dove più di 2.000 battisti sono fuggiti attraverso il Camerun quando Boko Haram ha attaccato».

Ayokunle ha riferito che gli edifici battisti, inclusi gli uffici della segreteria della Fellowship Baptist Conference della Nbc, sono stati bruciati a Mubi, e la casa del presidente della Conferenza è stata vandalizzata. Il presidente della Conferenza e i pastori battisti sono fuggiti nella città di Jos nello stato di Plateau, altra regione che è stata attaccata da Boko Haram. «Il nostro Liceo battista a Mubi è stato chiuso mentre il seminario battista per pastori in un’altra città vicina, Gombi, è stato chiuso a tempo indeterminato».

Ayokunle ha ringraziato il sostegno ricevuto attraverso le preghiere dei battisti e di altri cristiani e chiede un contributo finanziario per aiutare coloro che sono stati sfollati a causa degli attacchi terroristici.

Continuano anche gli sconfinamenti dei terroristi nelle nazioni più prossime: è notizia di queste ore il blitz nel villaggio di Tourou, nel nord del Camerun. Sono state date alle fiamme un’ottantina di case, ma soprattutto sono state rapite altre 80 persone, e di queste 50 sono bambini di età compresa fra i 10 e i 12 anni, in quello che è il più grande sequestro nella storia del paese, che va ad aggiungersi al rapimento delle 200 liceali nigeriane ormai la scorsa primavera. Nei giorni scorsi Amnesty International aveva documentato con immagini satellitari lo sconvolgente attacco della città di Baga costato la vita ad almeno due mila persone. I presidenti di Ciad e Camerun stanno inviando contingenti al confine con la Nigeria, ma le forze appaiono troppo scarse per contrastare la follia omicida dei fondamentalisti.

Marta D’Auria

Tratto da: http://www.riforma.it/

Foto via

LA POTENZA DELLA RESURREZIONE OGGI by David Wilkerson


David Wilkerson  2Colui che ha conquistato la morte ha ogni potenza – e non ci fu testimonianza maggiore della potenza di Cristo sulla terra di coloro che Egli ha resuscitato dalla morte. “Infatti come il Padre risuscita i morti e dà loro la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi vuole” (Giovanni 5:21). Gesù dichiarò apertamente di avere potenza sulla morte. Disse anche di Sé stesso, “Io sono la resurrezione e la vita” (Giovanni 11:25) e lo dimostrò!

Crediamo veramente nelle parole di Gesù? Egli dice, “In verità, in verità vi dico: L’ora viene, anzi è venuta, che i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e coloro che l’avranno udita vivranno. Poiché, come il Padre ha vita in se stesso, così ha dato anche al Figlio di avere vita in se stesso” (Giovanni 5:25-26).

Gesù non sta parlando solo della resurrezione finale; Egli sta descrivendo la Sua potenza di oggi per resuscitare tutto ciò che è morto – la Sua potenza di inondarci con la Sua vita oggi. Vedi, tutti noi abbiamo un cimitero nascosto nelle nostre vite, qualcuno o qualcosa che abbiamo abbandonato tanto tempo fa. L’abbiamo sepolto e inciso sulla tomba la data della sua morte!

Una nostra cara conoscente ci ha raccontato di essere andato alla laurea di suo figlio. Insieme a tutti i parenti che parteciparono, il suo ex-marito (che se n’era andato anni prima per un’altra donna) era presente. Il matrimonio stesso era al di là di ogni possibile resurrezione, dal momento che ora un’altra donna era sua moglie. Ma Dio ha fatto tornare indietro la nostra amica al cimitero di quel matrimonio e pregare per la salvezza del marito – e la salvezza di sua moglie! Questa donna non si arrese a ciò che era spiritualmente morto.

Un’altra cara sorella in Cristo ha un marito che l’ha lasciata anni fa. Quest’uomo ora è perso nel peccato più profondo. Dove una volta c’era un bel matrimonio, ora giace una tomba. Anche lei ha dovuto imparare che Gesù non si arrende mai davanti alla morte. Non che lei voglia il ritorno del marito (in effetti, potrebbe non tornare mai); piuttosto, lo vuole vedere risorgere dalla morte del peccato. Non si arrende davanti alla morte perché noi serviamo un Dio che oggi possiede la potenza della resurrezione!