TESTIMONIANZA-Tasha Hill


Oggi, 4 anni fa, il Signore mi ha chiamato fuori dalle tenebre nella sua meravigliosa luce. Ero spiritualmente morto e quasi fisicamente morto. Ero schiavo del peccato e della droga.

Nel 2016 in un periodo di 3 settimane sono andato in 3 carceri e sono stato ricoverato in un manicomio. Nessuno me compreso ha mai pensato che sarei tornato normale. Ero così instabile mentalmente che non potevo prendermi cura dei miei figli o andare al supermercato da sola. Ero alla fine di me stesso. Avevo perso i miei figli (non ne avevo la custodia da oltre 7 anni). Ho perso la mia casa, la mia mente e la mia libertà. MA DIO… Sono finito in un’altra galera, quando sono entrato in cella, ho incontrato una donna più grande. Lei mi conosceva, ma non ci eravamo mai incontrati. Mi ha chiamato per nome e mi ha detto “Tasha, Dio sta aspettando tue notizie. Devi andare a casa e prenderti cura dei tuoi figli. Hanno bisogno di te. ” Mi ha sbalordito. Ricordo di aver urlato “tu non mi conosci! Tu non sai niente di me! ” Poi ha continuato a dirmi cose su di me che solo Dio sapeva di me. Cose troppo personali e offensive da condividere. Sono scoppiato a piangere. In quel momento ho avuto una svolta. Per tutta la mia vita sono stato così perso che non sapevo che il modo in cui ho vissuto la mia vita fosse sbagliato. Sono stato così ingannato. Pensavo di essere io la vittima ma non mi ero accorta di quante persone stavo facendo del male. Ho puntato il dito contro tutti gli altri e li ho incolpati per la mia condizione. Ho incolpato i miei genitori per essere tossicodipendenti, ho incolpato il mio ragazzo violento, ho incolpato le forze dell’ordine per il profilo, ho incolpato la mia famiglia per essere venuta a casa mia e aver preso i miei figli.

In tutta la realtà alcuni di questi erano fattori ma alla fine è stata una mia scelta continuare così. Il problema era che non sapevo vivere diversamente. Avevo vissuto così per 20 anni. La mia intera mentalità era disfunzionale e rotta.

Dopo che la signora in cella mi ha parlato, sono caduto a terra e sono svenuto a causa della droga che mi ha colpito. Non entro nei dettagli ma quel giorno ho avuto un’esperienza soprannaturale con lo Spirito del Dio Vivente. Il fuoco mi è venuto in mente e ho sentito il ruggito del leone di Giuda mentre ho visto le fiamme. Sono salito da quel pavimento con un’altra donna.

Oggi Dio mi ha completamente restaurato! Ho di nuovo i miei 3 figli più piccoli in custodia, e serviamo il Signore insieme. Il Signore mi ha insegnato a vivere guidando lo Spirito Santo. Sono libero! Non mi identifico più nell’essere una tossicodipendente, detenuta o madre inadatta. Mi ha dato bellezza per le ceneri! Sono onorato che mi abbia chiamato per servirlo aiutando a condurre gli altri fuori dalla dipendenza e verso la libertà! Quindi a quello che pensa di non avere speranza…. NON MOLLARE!!! Non c’è pozzo abbastanza profondo che l’amore e la grazia di GESÙ CRISTO non possano raggiungerti. Nessun errore abbastanza grave da non poterti perdonare. Te lo direi proprio come mi ha detto quella donna… INVOCA IL SIGNORE, LUI ASPETTA DI SENTIRTI!!! Gesù ti ama e ti rimetterà insieme più forte di quanto tu lo sia mai stato SE glielo permetti. Così sono qui oggi, testimone del potere redentore del sangue di Gesù Cristo. Grazie Gesù!

“E lo sconfissero con il sangue dell’Agnello e con la parola della loro testimonianza” Rev 12:11


“LA PARTE PIÚ DIFFICILE DELLA FEDE” (Da leggere fino in fondo 👇)

Quand’ero piccolo, mio padre mi insegnò una delle migliori lezioni sulla fede che io abbia mai appreso: “Figliolo, la parte più difficile della fede è sempre l’ultima mezz’ora. Quando senti di arrenderti; quando senti che la tua vita stia uscendo fuori strada; quando non riesci più a sentire la voce di Dio, devi solo RESISTERE, perché l’ultima mezz’ora è la parte più difficile della fede”.Hai mai viaggiato per un lungo tragitto? Percorri centinaia di chilometri e il viaggio sembra andare bene. Alla fine vedi il segnale che indica che la tua destinazione dista soli trenta chilometri da dove sei. Quegli ultimi trenta chilometri sembrano lunghi quasi quanto i 1000 che hai appena percorso. L’ ultima mezz’ora di un viaggio è a volte la più difficile, perché sei quasi arrivato e…DEVI RESISTERE SOLO UN ALTRO PO’. “Avete infatti bisogno di perseveranza affinché, fatta la volontà di Dio, otteniate ciò che vi è stato promesso” (Ebrei 10:36).So che qualcuno di voi sente di arrendersi, ma voglio incoraggiarti a resistere solo per un altro po’. Senti che il tuo sogno non diventerà realtà ma Dio ti sta dicendo: “RESISTI FIGLIO MIO. RESISTI CHIESA. Resisti per altri pochi minuti. Resisti per altre poche settimane, PERCHÉ LA TUA VITTORIA È PROPRIO DIETRO L’ ANGOLO!”Non riesco a dirvi quante persone ho conosciuto che hanno ricevuto una parola da parte di Dio ma che è stata lenta nell’avverarsi e hanno abbandonato la speranza per vivere ora una vita di mediocrità. Se avessero resistito un altro poco, tutte le cose che Dio aveva pronunciato si sarebbero avverate. Ma loro si sono ritirati dalla fede; ritirati dal valore; ritirati dalla visione e dallo scopo. Vivono una vita di quieta disperazione perché non confidano più in Dio, né credono in Lui per ottenere grandi cose. Si muovono nella propria forza senza la potenza di Dio. NON ABBANDONARE LA SPERANZA.#Ricorda: DIO STA CONSERVANDO IL MEGLIO PER ULTIMO! 💎

NON TUTTI SANNO CHE…


La notte in cui il Titanic affondò il 14 aprile 1912…1.528 persone andarono nelle acque gelide.Al tempo del disastro del Titanic, John Harper (Pastore Evangelico) aveva 39 anni, vedovo con una figlia di sei anni, Annie Jessie. Era in viaggio verso Chicago con sua figlia e sua sorella Jessie W. Leitch per andare a predicare alla Moody Church per diverse settimane, dov’era stato come ministro ospite l’autunno precedente. Quando la nave fu colpita da un iceberg la notte del 14 aprile 1912, sua figlia e sua sorella vennero imbarcate su una scialuppa di salvataggio, ma Harper rimase a bordo e e si lanciò poi in acqua una volta che la nave iniziò ad affondare. Alcuni sopravvissuti raccontarono che Harper predicò il messaggio del Vangelo fino alla fine (Predicando Atti 16:31), prima a bordo della nave che affondava e poi tra coloro che erano nell’acqua gelata, nella quale egli stesso poi morì:Il Pastore Harper predicò ad un giovane che si era arrampicato su un pezzo di detriti e gli chiese tra un respiro e l’altro:”Sei salvato?”, Il giovane rispose che non lo era.John Harper si tolse quindi il giubbotto di salvataggio, lo gettò sull’uomo e disse “Ecco allora, hai bisogno di questo più di me …” e nuotò via verso altre persone.Pochi minuti dopo il Pastore tornò a nuotare verso il giovane e riuscì a condurlo alla salvezza.Delle 1.528 persone che sono andate in acqua quella notte, sei sono state salvate dalle scialuppe di salvataggio. Uno di questi era questo giovane sui detriti.Quattro anni dopo, durante una riunione di sopravvissuti, questo giovane si alzò e in lacrime raccontò come John Harper lo aveva condotto a Cristo.Il Pastore Harper aveva provato a nuotare per aiutare altre persone, ma a causa del freddo intenso, era diventato troppo debole per nuotare. Le sue ultime parole prima di andare nelle acque gelide furono “Credi nel nome del Signore Gesù e sarai salvato”.Questo servitore di Dio fece ciò che doveva fare.🙏🙏🙏

QUESTA STORIA È BELLISSIMA..LEGGETELA!


Molti anni fa, nel giorno di Capodanno, un uomo molto ricco il quale non aveva né moglie né figli né tantomeno altri famigliari, decise di invitare tutti i dipendenti della sua villa a cena.Chiamò lo staff e chiese loro di sedersi al tavolo.Davanti a ciascuno c’era una Bibbia e una piccola somma di denaro.Dopo che tutti si furono sistemati, l’uomo domando: “Che cosa preferiresti ricevere come regalo: questa Bibbia o questi soldi?Non siate timidi, potete scegliere quello che volete”.- Il CUSTODE fu il primo:”Signore, mi piacerebbe molto ricevere la Bibbia, ma poiché non ho imparato a leggere, i soldi mi saranno più utili”.- Il GIARDINIERE fu il secondo a parlare:”Signore, mia moglie è molto malata e per questo motivo ho più bisogno di soldi. Altrimenti, sceglierei la Bibbia di sicuro!”- La terza fu la CUOCA:”Signore, io so leggere per dire la verità, è una delle cose che amo fare.Ma lavoro così tanto che non riesco mai a trovare il tempo per sfogliare una rivista, per non parlare della Bibbia. Per questo prenderò i soldi”.Alla fine, arrivò il turno del RAGAZZO che si prendeva cura degli animali della villa. E siccome il Signore della villa sapeva che la famiglia del ragazzo era molto povera, si fece avanti e disse:”Sicuramente anche tu vorrai i soldi, non è così ragazzo !?Così potrai comprare del cibo per fare una buona cena a casa tua e comprare delle scarpe nuove”.- Il RAGAZZO, invece, sorprese tutti con la sua risposta:” Non sarebbe male comprare un tacchino e altri cibi gustosi da condividere con i miei genitori e i miei fratelli.Ho anche bisogno di un paio di scarpe nuove, dato che le mie sono molto vecchie”.”Ma anche così, sceglierò la Bibbia.” Ne ho sempre voluto una”.- “Mia madre mi ha insegnato che la Parola di Dio vale più dell’oro ed è più gustosa di un nido d’ape”Dopo aver ricevuto la Bibbia, il ragazzo la sfogliò immediatamente e trovò al suo interno due buste.Nella prima, c’era un assegno che era 10 volte più grande del denaro che era sul tavolo. Nella seconda, c’era un documento che rendeva (colui che avrebbe scelto la Bibbia), l’erede della fortuna dell’uomo ricco!Di fronte all’emozione del ragazzo e allo stupore degli altri servitori, l’uomo aprì una delle Bibbie e lesse ad alta voce perché tutti sentissero:- La legge del Signore è perfetta e rinvigorisce l’anima.- Le testimonianze del Signore sono degne di fiducia e rendono saggio l’uomo inesperto.- I precetti del Signore sono retti e danno gioia al cuore.- I comandamenti del Signore sono chiari e portano luce agli occhi.- Il timore del Signore è puro e dura per sempre.-Le ordinanze del Signore sono vere, sono tutte giuste.Sono più desiderabili dell’oro, di molto oro puro; sono più dolci del miele delle gocce del favo (Salmo 19: 7-10).Possa Dio darci la saggezza e aiutarci a fare le scelte giuste.

MIRACOLI ANCORA IN QUESTI TEMPI,GESU’ E’ LO STESSO


Quattro anni fa mi diagnosticarono il tumore ad un rene avrei potuto abbattermi, deprimermi dichiararmi sconfitto ma per fede prima ancora che il Signore decretasse la mia guarigione, pronunciai queste parole di fede a tutti i conoscenti e amici virtuali di Fb. Carissimi fratelli e sorelle oggi il Signore mi ha dato questa Meravigliosa Testimonianza.Mi diagnosticarono un tumore al rene, riflettevo che ogni essere umano ha delle battaglie da affrontare quotidianamente. Che tu sia uomo o donna, adolescente o anziano, impiegato o dirigente d’impresa, poco importa: oggi, in questo momento, stai affrontando una sfida. O ti stai preparando per affrontarla. Quando si parla di problemi e ostacoli, spesso le persone sono influenzate da due approcci estremi e opposti, ma entrambi errati: alcuni pensano che la vita sia una continua sofferenza per la quale non valga la pena lottare, altri invece pensano che tutto sia semplice e che non ci sia bisogno di combattere per ottenere ciò che si vuole. Non c’è niente di più sbagliato! Questo vale anche e soprattutto nella vita di un cristiano. Chissà quante volte ci siamo chiesti “Signore, perché capita tutto a me? Ringrazio il Signore di appartenere ad una Chiesa che fa della Guerra Spirituale il suo principale fondamento; faccio proprio le parole Deuteronomio 31: 6,8Siate forti, fatevi animo, non temete e non vi spaventate di loro, perché il Signore tuo Dio cammina con te; non ti lascerà e non ti abbandonerà. Il Signore stesso cammina davanti a te; egli sarà con te, non ti lascerà e non ti abbandonerà; non temere e non ti perdere d’animo! Cari fratelli e sorelle vi comunico che ero molto sereno il Signore mi trasmise una serenità interiore che non avrei minimamente immaginato. Siamo soldati di Cristo equipaggiati con la sua completa armatura spirituale Efesini 6:10-18 la nostra guerra contro il maligno non è fatta di scaramucce, di una timida difesa ma ai potenti attacchi dell’Avversario il Credente risponde con contrattacchi mirati e Potenti atti a ridicolizzare la sua opera. Mi operano il 10 dicembre 2017 .il Signore come ha sempre operato nella mia vita opererà con prodigi e segni e miracoli quindi ho riposto tutto nell’opera del Dio dell’Impossibile certo che le mie e le vostre preghiere di lode contribuiscano alla Vittoria.

Ricordate il cantico SE PACE QUAL FIUME?


Ma cosa si nasconde dietro questa poesia? Desidero incoraggiarti! Leggi questa storia. Nel 1870, Horatio Spafford era un avvocato di successo ed un insegnante di giurisprudenza che viveva in Chicago. Proprio quello stesso anno egli perse suo figlio e poco dopo perse tutte le proprietà che aveva a causa di un incendio nella città. Questo fu un durissimo colpo per la famiglia Stafford. Nonostante tutto, con coraggio e dedizione, Horatio Spafford e sua moglie, decisero di aiutare in quei giorni, le famiglie dei sopravvissuti all’incendio.Successivamente, per lasciarsi in qualche modo alle spalle tali sofferenze, la famiglia decise di trascorrere un periodo in Inghilterra, anche per sostenere D.L. Moody, noto predicatore che teneva una campagna evangelistica in quel periodo. Giunti a New York, per imbarcarsi sul battello, Spafford fu costretto a trattenersi per un importante impegno di lavoro, ma decise di far partire la moglie e le quattro figlie, pensando di raggiungerle in un secondo momento.Il 2 novembre 1873, durante la traversata oceanica, la nave affondò in dodici minuti a causa di una collisione con la nave inglese Lochearn, portando con sé 226 persone. Dopo diversi giorni i sopravvissuti raggiunsero la città di Cardiff, nel Galles. Anna Spafford inviò da quella città un telegramma al marito con le parole: “Io sono l’unica a essersi salvata”. Le quattro figlie avevano perso la vita in quella tragedia. Il dolore di quella orribile tragedia non poteva essere descritto! La moglie non riusciva a riprendersi da ciò che era accaduto nella propria vita. Eppure il Signore parlò al suo cuore: “Ti ho risparmiata per uno scopo”.Alcuni mesi dopo, Spafford si imbarcò per raggiungere la moglie salva. Quando la nave fece rotta vicino al luogo in cui la nave di sua moglie e le sue figlie aveva fatto naufragio, il capitano della nave lo chiamo sul ponte e gli disse: “E’ stato fatto un calcolo preciso, e credo di poter dire che stiamo passando proprio in questo momento sul luogo dove la nave ‘Ville de Havre’ è affondato. L’acqua qui è profonda tre miglia. Spafford si chiuse nella sua cabina e si sentì spinto dallo Spirito Santo a scrivere il testo di quello che sarebbe divenuto un inno, non di dolore, ma di speranza e di vittoria: SE PACE QUAL FIUME. Spafford rifletté sul fatto che la meta del cristiano non è la morte, e la speranza del cristiano è la venuta del Signore. Le parole dell’inno parlano dell’opera e i benefici della redenzione, della pace divina e della speranza di ogni vero credente nella salvezza eterna. Ogni prova è utile per la crescita spirituale del cristiano, ed anche se la prova ci dovesse travolgere, come accadde alla famiglia Spafford, il Signore Gesù ci garantirà la Sua pace e ci accompagnerà facendoci sentire la Sua presenza, poiché Dio ha un piano per ognuno di noi, infatti “tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio” (Rom.8:28).Nel 1876, Philip P. Bliss, un compositore credente, mise la musica a queste meravigliose e incoraggianti parole. Le parole dell’unico inno scritto da Spafford, sono ancora oggi di ispirazione per quanti attraversano “il mare del dolore” a causa delle sofferenze di questa vita che tante volte affliggono e mettono alla prova anche i credenti più consacrati al Signore.La famiglia Spafford servì il Signore fino alla fine dei loro giorni, in aiuto dei bisognosi e in aiuto delle campagne evangelistiche del tempo! «Fratelli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza. E la costanza compia pienamente l’opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti» (Giac. 1:2-4).#thelightisjesus Se Pace qual fiume m’inonda dal cielO il duolo s’abbatte su meQualunque la sorte ripeter potròO mio cuor, calmo sta in GesùCOROO mio cuorCalmo staSta’ sereno, al sicuro in GesùSe sono tentato da prove e dolorCertezza infinita sei TuDal mal, dal peccato redento io sonPer il sangue che hai sparso, GesùCOROO mio cuor…I miei peccati Gesù cancellòL’ha tutti inchiodati quel dìLassù sulla croceOr libero sonE do lode e gloria a GesùCOROO mio cuor…Or vivere è Cristo, sol Cristo per meSe anche il Giordan passeròNon temo la morte, la prova, il dolorSempre pace godrò in GesùCOROO mio cuor…Ma il Tuo ritorno Signore bramiamNon morte, ma gloria attendiamOh, angelica voce0h, tromba dal cielOh, beata speranza in GesùCOROO mio cuor…

STA ACCADENDO ORA !!!!😭😭😭


“Ho ricevuto questa mattina un messaggio da una donna che ha legami con la Chiesa in Medio Oriente. È un messaggio che tutti i credenti devono ascoltare. Alcuni dei nostri fratelli in Afghanistan hanno preso la decisione di non scappare o nascondersi, ma di usare invece i giorni che hanno lasciato per andare di casa in casa a raccontare ad altri di Gesù. Sono molto consapevoli che questo accorcerà i loro giorni, ma continuano a bussare e le persone stanno accettando Gesù di Nazareth come loro Salvatore e Signore! Questo è il motivo per cui sentiamo dire che la Chiesa sta crescendo ogni giorno in un numero senza precedenti. Non c’è amore più grande di un uomo che dà la vita per un fratello. Per favore prega per i nostri fratelli e sorelle!”(questo è stato inviato da un amico ministro)Cristo ne ha parlato.Matteo: 24,7 Nazione contro nazione e regno contro regno. Ci saranno carestie e terremoti in vari luoghi.Matteo: 24.8 Tutti questi sono l’inizio dei dolori del parto.Matteo: 24,9 “Allora sarete consegnati per essere perseguitati e messi a morte, e sarete odiati da tutte le nazioni a causa mia.Matteo: 24.10 In quel tempo molti si allontaneranno dalla fede e si tradiranno e si odieranno a vicenda,Matteo: 24.11 e appariranno molti falsi profeti e sedurranno molte persone.Matteo: 24.12 A causa dell’aumento della malvagità, l’amore dei più si raffredderà,Matteo: 24.13 ma chi resisterà sino alla fine sarà salvo.

La testimonianza di una donna convertitasi dall’Islam a Cristo


“Dalle vesti sudicie del peccato agli abiti magnifici della salvezza” (cfr. Zaccaria 3:4)
La testimonianza di una donna convertitasi dall’Islam a Cristo

Mi chiamo Alessandra, ho 51 anni e sono nata in Marocco, a Casablanca. Provengo da una famiglia mussulmana numerosa, con 7 figli. Non ho avuto un’infanzia serena a causa dei maltrattamenti subiti tra le mura domestiche. Ho sempre avuto la passione per lo studio: ho frequentato la scuola alberghiera e mi sono laureata in Lingua e Letteratura Francese in Tunisia. Nel 1994 mi sono invaghita di un italiano che lavorava al Consolato, lui aveva 47 anni, io 24. Ero così innamorata che per lui ero pronta a lasciare la mia famiglia ed il mio paese per seguirlo in Italia (dove nel frattempo si erano già trasferiti alcuni miei fratelli per motivi di lavoro). Avevo sognato la mia vita con lui, ma quando sono arrivata ho scoperto che lui una famiglia l’aveva già, era sposato ed aveva dei figli. Quando gli ho detto che da qualche giorno avevo saputo di essere incinta, mi ha subito lasciata. Così mi sono ritrovata a bussare ad un convento delle suore per essere ospitata. Per la mia famiglia era un grave disonore: ero rimasta incinta prima del matrimonio, per giunta in una relazione con un uomo sposato. I miei parenti mi hanno riempito di botte fino a mandarmi in rianimazione e mi hanno tolto la bambina che è venuta poi alla luce, figlia che per 23 anni non ho più rivisto. Quando mi sono ripresa mi hanno costretto a sposare, tramite un matrimonio combinato da loro, un uomo libanese che viveva in Italia. Siccome non l’amavo e non andavamo d’accordo, ho saputo che in Italia avrei potuto ottenere facilmente il divorzio e così ho fatto. Nel 2001 mi ritrovai sola alla ricerca di un lavoro. Non trovando un’occupazione, ho iniziato a girare i locali facendo spettacoli come la “danza del ventre”. Sono stata presa nei night club per esibizioni “a luci rosse” in Italia ed in Svizzera, mi prostituivo in casa diffondendo annunci sui giornali e sul televideo. Facevo la escort e l’accompagnatrice chiedendo 200 euro l’ora in mia compagnia. Ricevevo nei miei due appartamenti in Lombardia ed anche in albergo su appuntamento. Guadagnavo più di 1000 euro al giorno e riuscivo a mantenere tutti i miei parenti. Con in mano i soldi, i miei familiari da schiava hanno cominciato a trattarmi come una principessa. Mi portavano il caffè nelle pause, pulivano il mio appartamento, erano gentili e disponibili perché ero diventata “la loro fortuna”. Ho comprato case in Italia ed in Marocco e nessuno si permetteva di giudicare il mio operato perché grazie alla mia vita dissoluta si stavano arricchendo tutti quelli che mi avevano fatto del male.
Intanto dentro di me ero a pezzi, mi avevano diagnosticato la depressione maggiore e riscontrato una “doppia personalità”, mi riempivo di tranquillanti e soffrivo continuamente di crisi epilettiche. I soldi li usavo per darli ai parenti, per comprarmi gli psicofarmaci, per fare interventi di chirurgia plastica e per acquistare vestiti e strumenti pornografici.
Nel 2017 mentre ero fuori sul balcone di una delle mie due case, una crisi epilettica mi ha fatto precipitare dal secondo piano. Sono stata due anni in coma, i medici non davano speranze. Avevo subito gravi conseguenze, solo un miracolo mi avrebbe riportato in vita. E quel miracolo Gesù l’ha fatto: mi sono risvegliata dal coma dopo due anni, mentre tutti pensavano che non sarei sopravvissuta. Avevo un polmone bucato, al risveglio ho avuto un infarto ed un ictus ed ero allettata da tanto tempo con trauma cranico. Sono stata ricoverata per un altro anno ancora per rimettermi in piedi. In quei giorni ho provato a contattare i miei familiari in Italia, ma non erano interessati a me visto che non avrei più potuto lavorare. Non rispondevano alle chiamate e non sono mai venuti a trovarmi.
Sono stata dimessa in pieno Covid senza avere un posto dove andare. Nel frattempo avevo perso le case (sia quella in affitto che l’altra andata all’asta) e la macchina. Dopo tre anni passati in ospedale, ero completamente a mani vuote. Per la prima volta nella mia vita quella sera ho dormito in strada. Ero ancora così debole, avevo crisi epilettiche in continuazione, ma in ospedale non potevo più stare anche a causa della pandemia. Mi sono ritrovata a dormire alla stazione ferroviaria di Milano Cadorna. Ero diventata improvvisamente una “senza tetto”, per giunta con tante patologie per le quali necessitavo di cure mediche. Non mi lavavo, non sempre riuscivo a mangiare, ho tentato diverse volte il suicidio, hanno provato a violentarmi sessualmente (conservo ancora tutti i verbali delle denunce ed i referti del Pronto Soccorso), mi hanno rubato tutti i documenti. Il neurologo, lo psichiatra e l’assistente sociale, non avendo io un telefono cellulare, passavano a trovarmi in stazione e mi dicevano che si erano attivati per una soluzione abitativa che risultava essere complicata a causa dell’emergenza sanitaria in corso. Molte volte gli altri “ospiti” della stazione erano costretti a chiamare l’ambulanza per me in quanto durante le crisi svenivo e perdevo conoscenza. Così a luglio 2020 mi convocano al Centro di Aiuto della Stazione di Milano Centrale per fare il tampone, in quanto si presentava per me la possibilità di entrare in una struttura. Mi avevano detto che sarei entrata in una casa di ospitalità di Milano. Ero così contenta, finalmente potevo avere un posto letto!
Ma purtroppo nello stesso giorno un tremendo temporale aveva allagato l’intero immobile e l’ingresso fu posticipato a data da definirsi.
Ero delusa e scoraggiata, ogni volta sembrava che per me non ci fosse speranza. Ma fu proprio quella sera che Dio ha avuto pietà di me: un gruppo di credenti cristiani evangelici si è recato nella stazione di Cadorna per portare dei pasti ai “senza fissa dimora”. Nel porgermi qualcosa da mangiare, mi hanno parlato di Gesù e del Suo amore anche per me. La mia religione non aveva potuto fare nulla per la mia situazione, l’insieme dei riti che mi avevano insegnato e delle prescrizioni in cui credevo non avevano potuto salvare la mia vita, né risolvere i miei problemi. Invece ho scoperto che il Signore non mi aveva dimenticata, i volontari hanno ascoltato la mia storia ed hanno pregato per me. Siccome questi fratelli collaborano con l’associazione Beth-Shalom, mi hanno fissato un colloquio di conoscenza ed io ho accettato senza farmi troppe domande, anche perché ero piena di psicofarmaci e spesso in uno stato tra veglia e sonno.
Mi sono fidata, d’altronde non avevo nulla da perdere.
Quando sono arrivata in ufficio, ho incontrato per la prima volta il pastore Gennaro che ha poi attivato la prassi per l’accoglienza. Ero sporca, non mi lavavo da tempo, i miei abiti erano putridi. L’equipe sanitaria mi ha accompagnato a fare gli esami per vedere se avessi contratto il covid e, arrivato l’esito negativo, sono entrata nella casa della prima accoglienza. La moglie del pastore insieme con un’altra sorella mi hanno fatto la doccia, mi hanno trattato i capelli per togliere i pidocchi e mi hanno preparato dei vestiti nuovi. Tutti mi hanno accolto con grande amore ed io ero scettica perché stordita dall’effetto dei farmaci che assumevo: prendevo 10 compresse e 240 gocce per dormire, ed in più fumavo 3 pacchetti di sigarette al giorno. Il mio cuore era triste, ma quando mi parlavano di Gesù mi calmavo. I fratelli sono stati di grande incoraggiamento nei miei momenti di crisi.
Mi hanno regalato la Bibbia ed invitato ad andare in chiesa con loro. Il Signore lavorava il mio cuore e qualcosa nella mia vita cambiava giorno dopo giorno. Non si trattava di una nuova religione, ma di Gesù in persona che si stava prendendo cura di me.
La neurologa e la psichiatra vedendomi sempre meglio, quando andavo da loro a colloquio accompagnata dagli operatori di Beth-Shalom, hanno cominciato a scalare le dosi dei farmaci. Andavo da loro ogni settimana, poi sempre meno perché Dio mi stava guarendo!
Posso testimoniare a gran voce che il Signore mi ha liberato da tutte le dipendenze, compresa quella dai farmaci tanto che oggi non prendo più nulla! Non ho più sentito neanche il bisogno di fumare! I medici stessi sono testimoni del mio cambiamento. Ed ancora: le crisi epilettiche non mi hanno più disturbata dal primo giorno in cui sono entrata in Beth-Shalom! Ho fatto i controlli alla testa e non ho più niente!
I medici sono rimasti sbalorditi, stentano a crederci. Anche a loro ho potuto testimoniare che non solo Gesù mi ha guarita nel corpo, ma ha salvato la mia anima! Sono nata di nuovo! Il Signore mi ha subito parlato di perdono, Lui ha perdonato me ed io ho perdonato mia sorella, mio cognato e mio fratello. Ho ripreso i contatti con loro e ho potuto parlargli del mio cambiamento grazie a Gesù. Il 27 giugno scorso ho fatto il battesimo in acqua testimoniando pubblicamente che Gesù è il Signore e che io voglio servirLo tutti i giorni della mia vita. Il 21 luglio, durante il SummerCamp dei giovani di “Come Tralci”, il Signore mi ha battezzato con lo Spirito Santo. Attualmente svolgo volontariato nelle case famiglia per anziani. Che opera meravigliosa ha fatto Gesù per me! Il Signore mi ha restaurato, liberato e rinnovato quando avevo perso tutto e tutti.
“Io mi rallegrerò grandemente nel SIGNORE,
l’anima mia esulterà nel mio Dio;
poiché egli mi ha rivestito delle vesti della salvezza” (Isaia 61:10)
Voglio ringraziare Dio per la Sua Misericordia e tutti i volontari dell’Associazione Beth-Shalom che mi hanno fatto conoscere l’Amore di Cristo senza volere nulla in cambio, perché… ero nuda e mi avete vestito, avevo fame e mi avete dato da mangiare, ero straniera e mi avete accolto.

Pastore Gennaro Chiocca e il tumore


Chiocca lei ha un tumore, le restano solo tre mesi di vita!Dio non rimane in debito con nessuno. Quello che tu farai per il Signore ti sarà contraccambiato in modo tale da non fartene rendere conto; non c’è perdita nel Signore. Qualsiasi cosa tu farai col Signore, per il Signore con la tua vita, avrai sempre da guadagnarci.Nel 2007 mi sono ammalato in maniera molto problematica. Una sera tornando da un raduno, avevo un terribile mal di testa. Si trattava di una strana emicrania e pensai di mettermi a letto e provare a riposare. Mi svegliai il giorno dopo. Mi alzai e corsi in bagno e d’impulso cominciai a vomitare: vomitai sangue. Cominciai a chiedermi come mai mi stesse accadendo una cosa del genere e non avevo il coraggio nemmeno di parlarne a mia moglie pur sapendo che avrei dovuto farlo. La chiamai e le raccontai il tutto.Ci recammo immediatamente al posto di pronto soccorso più vicino. Al pronto soccorso di Lodi o di Milano bisogna attendere molto: sei, sette e pure otto ore. Quando finalmente arrivò il mio turno, l’addetta alla prima informazione mi chiese le ragioni della mia presenza lì ed io, le spiegai quanto mi era accaduto. Dopo un’accurata visita, mi fecero sedere in attesa del medico che mi voleva parlare.Il medico arrivò e cominciò a chiedermi se fossi sposato e se avevo figli. Impaziente, lo pregai di dirmi subito quello che aveva da dirmi e lui, guardandomi negli occhi e invogliato dalle mie parole mi consigliò di ricoverarmi: mi disse che avevo sì e no tre mesi di vita. Dalle analisi era emersa la presenza di un tumore al polmone sinistro. Gli risposi che non potevo farmi ricoverare perché ero troppo impegnato in quei giorni in quanto le chiese di Lodi e San Giuliano Milanese avrebbero promosso una settimana di preghiera.In cuor mio, intanto, pensavo al tempo che avevo davanti: tre mesi. Pensavo che se fossi entrato in ospedale, non ne sarei uscito vivo, avrebbero cominciato a tormentarmi con visite e medicinali e non avrei avuto nemmeno la possibilità di salutare i miei fratelli. Pertanto, rifiutai il ricovero e mi recai subito a Lodi nella chiesa: radunai i consiglieri, li abbracciai tutti e rivelai loro la mia condizione. Ci riabbracciammo e commossi cominciammo a piangere.Poi, corsi all’altra chiesa, quella di San Giuliano Milanese. Anche lì, incontrai tutti gli anziani e raccontai loro la mia terribile esperienza. Dopo aver ottemperato a questi doverosi impegni, il giorno dopo andai a ricoverarmi.Cominciai a chiedermi che fine avevano fatto tutte le promesse che il Signore aveva fatto per me, il mio futuro, i miei figli. Che fine avevano fatto i progetti per me e la mia famiglia? Tutto sarebbe finito in tre mesi?I dottori mi sottoposero ad alcune analisi per cercare di capire la natura del male che avevo. Contavano di potermi dire qualcosa in più quando avrebbero avuto a disposizione gli esiti dei vari laboratori. Intanto, iniziai a pregare e mentre pregavo piangevo. In quella sala d’attesa, ho sentito le tenebre scendere e Satana entrare. Si accostò a me e mi disse: – Hai visto che fine hai fatto? Questo è il tuo Dio, ieri lo hai predicato al raduno. Tu farai una brutta fine! Hai visto le promesse? Non sono vere: lascerai i tuoi figli ancora piccoli, tua moglie ancora giovane –Cominciai a pregare fra le lacrime chiedendo al Signore come fosse possibile tutto quello che mi stava capitando. Credetemi, non avevo paura di morire bensì, mi intristiva il dover ammettere che quello che Dio mi aveva promesso, non si concretizzasse. Mia moglie ed io, avevamo dato tutta la vita al Signore e mi sembrava ingeneroso quanto stava accadendo.Insistevo con forza e convinzione nella mia preghiera perché mi tormentava il fatto di aver sentito la presenza di Satana che addirittura osava bisbigliarmi frasi tremende nel peggior momento della mia vita. E fu proprio durante una di queste intense preghiere che sentii d’improvviso le tenebre squarciarsi, rompersi, dileguarsi e una presenza divina scendere dal cielo, Gesù, il Figlio di Dio, il Risorto; mi raggiunse in quella sala per dirmi semplicemente: – Tu non morirai, perché sei già morto quando IO ti ho salvato; chiunque mi conosce ha vita eterna perché passa dalla morte alla vita –Improvvisamente quella stanza divenne cielo, un cielo glorioso, festante, mentre aspettavo ancora la risposta degli esami ospedalieri. Ero gioioso, parlavo in lingue celestiali, lodavo il Signore e per me, in quel momento, null’altro aveva importanza.L’arrivo del medico mi riportò alla realtà, una realtà che però si presentò in tutt’altra forma. – Ho una bella notizia” – disse il medico – non è un tumore, Chiocca, lei non morirà più! Rimasi quasi deluso e il dottore se ne accorse e mi chiese se fossi contento di quell’esito. Gli spiegai che lo ero eccome, solo che io già lo sapevo che non avevo nulla di preoccupante perché me lo aveva detto Dio.Appena dimesso dall’ospedale, mi recai ad incontrare i fratelli e gli anziani. Fra questi, vi era uno che, quando rivelai del mio male, ebbe quasi a rallegrarsi, come se sapesse qualcosa e non volesse rivelarlo. E la prima domenica che predicai, citai il Salmo 118. Non morirò più, resterò in vita e annunzierò le opere del Signore. E più lo gridavo e più guardavo quell’anziano: “Non morirò… non morirò, resterò in vita e annunzierò le opere del Signore. E sono tornato più forte di prima, perché ho conosciuto il mondo spirituale avverso che è stato sconfitto, annientato dalla potenza del Salvatore”. Forse tu sarai oppresso ma stasera l’inferno ha i minuti contati nella tua vita. Perché mentre l’inferno asserraglia attorno, Lo Spirito dell’Eterno metterà in fuga il nemico nella tua vita. Non morirai, c’è un futuro, Dio Lo ha programmato; ci sono giorni migliori nella tua vita che dovrai vivere all’insegna della benedizione di Dio.E così mi ripresi del tutto, andai al primo raduno dei pastori, felice, rinato e correvo. Incontrai due giovani pastori (gli amici di Giobbe) che quando mi videro mi dissero “sei ancora vivo?”. Uno di questi due pastori mi prese sotto il braccio e mi disse: – Voglio darti un consiglio. Vedi noi siamo come le candele, più bruciamo e più ci consumiamo, devi andare più piano, con calma, tu hai una famiglia, io ti sto dando un consiglio –Sembrava il diavolo, non vi spaventate, il diavolo usa anche i pastori ogni tanto. “Siamo come le candele, più fai, più bruci e più si riduce la tua vita”. Gli risposi: – Ti ringrazio del consiglio, veramente bello, ma io sono una candela diversa. Tu sei come una candela da soprammobile, sai quelle belle, colorate, adornate, che non si usano mai e stanno nelle vetrine. Io invece sono il mozzicone quello lì che è nel cassetto che tu prendi quando manca la luce. Io sono il mozzicone, mi consumerò prima di te, forse morirò prima di te, ma in cielo, nessuno potrà rimproverarmi di non aver illuminato. Preferisco spegnere, spendere la ma vita per il Vangelo e consumarmi per questa causa, entrare in cielo, con i santi che mi accolgono e una voce che mi dice: “Bene hai fatto mio servitore, quel poco che dovevi fare lo hai fatto”.Gennaro Chiocca

La Testimonianza di fede di Marianna Poerio


Mi chiamo Marianna Poerio e voglio raccontare la mia testimonianza Mi sono convertita quando ero una ragazzina, cresciuta in una famiglia evangelica pentecostale, ma anch’io dovevo fare la mia esperienza personale con Gesù. I miei genitori e i miei nonni mi dicevano sempre che “il Signore non ha nipoti, ma ha figli”. Quando sentivo questa parola, dicevo a me stessa che non avevo bisogno di pentirmi, di ravvedermi, essendo una brava ragazza poichè non facevo nulla di male. Un giorno, però, sempre rigettando Gesù dalla mia vita, fui dominata da una grande paura. Non riuscivo memmeno ad andare in bagno da sola; avevo paura del buio o di qualsiasi rumore. All’epoca avevo quasi 15 anni e feci una semplice preghiera a Gesù: “Signore, se Tu esisti e puoi fare qualcosa per liberarmi da questa paura, allora io darò il mio cuore a te!”. Egli in un istante, in un momento mi ha liberato da questo enorme fardello che portavo su di me. Il terrore del buio sparì dalla mia vita per sempre e io da allora dormii sempre con la luce spenta. Può sembrare banale tutto questo, ma Gesù mi ha liberato dalla paura del buio e dalla paura della solitudine. Crescendo ho fatto l’esperienza di essere battezza nelLo Spirito Santo. Questo avvenne nel 1991 all’età di 15 anni, e divenni molto fervente, e nel 1992 feci il patto in acqua con Gesù. Nel mio cuore nacque un amore soprannaturale per Dio.Dopo aver pregato il Signore di incontrare un uomo che avrebbe amato prima Dio e poi me, trovai un uomo Davide che ho amato, amo e amerò per l’eternità. Sono stata benedetta dal Signore perché abbiamo avuto la possibilità di lavorare nel commercio; abbiamo aperto tanti negozi e abbiamo scambiato la benedizione delle attività commerciali con le benedizioni che venivano da parte del Signore. Il mio desiderio più grande era servire il Signore, ma spesso si cade nella religiosità. Questo è stato il nostro caso. Voglio precisare che anche queste sono benedizioni che vengono da parte di Dio, perché se abbiamo la forza di lavorare è per la grazia di Dio. Nonostante fossero lavori leciti ci portarono lontano dal Signore. In quel periodo frequentavo la chiesa, ma la mia mente e il mio cuore si erano raffreddati; c’erano degli idoli che si erano stabiliti nei nostri cuori senza che me ne accorgessi. Spesso mi sono definita: “La dracma perduta nella casa”. Un giorno, in un campeggio in particolare, il Signore parlò alla mia vita e a quella di mio marito dicendo semplicemente: “Ci sono persone qui che, per ambizioni, per cose lecite, come Lot sono state trascinate via dal male e lontano dal Signore. Forse non te ne sei accorto, ma le ambizioni e le cose lecite, come può essere il lavoro, ti hanno allontanato dal Signore. Tu non stai dando più la primizia al Signore, tu non stai pensando più al Signore, tu stai pensando soltanto a lavorare. Il tuo cuore non è più legato a Dio, il tuo cuore e la tua vita non sono più per Dio. Dio per te non è al primo posto”. Dal quel giorno posso dire di aver fatto un vero ritorno a Gesù. Sono tornata al Signore e ho dato tutta la mia vita a lui, insieme a mio marito Davide. Un giorno egli stesso mi disse: “Marianna io sento che il nemico ci attaccherà, ci farà una guerra molto spietata. A Satana questo ritorno a Cristo non piace. Lui ama quei credenti che sono solo dei religiosi, che sono legati soltanto all’appuntamento settimanale ma che non danno il loro cuore al Signore. Il nemico vuole che i credenti siano seduti nei banchi della chiesa la domenica e senza dare il loro cuore a Cristo”. Mi disse inoltre: “Marianna prepariamoci perché lui ci farà una grande battaglia, una grande guerra: tu sei pronta?” Io gli risposi semplicemente: “Se il Signore è con noi chi sarà contro di noi?” Da quel momento in poi ne abbiamo passate di tutti i colori, ci sono stati dei momenti difficilissimi. Prima di questi momenti così catastrofici siamo stati a Santo Domingo e sentimmo nel cuore di andare in un locale di culto ad ascoltare la parola. Il pastore, che non ci conosceva affatto profetizzò da parte dello Spirito Santo per noi dicendo: “IO ti libererò dalla catastrofe che dovrai passare e tu mi servirai in un paese lontano”. Non l’abbiamo mai raccontato a nessuno pubblicamente questa testimonianza e la sto raccontando a te (e farà il giro del mondo adesso). Quelle catastrofi nella vita sono venute tutte, il Signore già ce l’aveva profetizzato. Quella profezia fatta a Santo Domingo è stata una forza per andare avanti e il nostro Dio ci aveva avvisato. Molti fratelli, nel momento in cui è venuta la catastrofe nella nostra vita, sono venuti meno. La verità è che non erano veri amici, non ci hanno mai amato, ma erano interessati solo a quello che gli potevamo dare. Da quel momento ci siamo resi conto di essere soli come il figliol prodigo. A quel punto siamo tornati a Dio, Lui ci ha ristabilito e ci ha dato più di quello che avevamo perso e ci ha resi più felici di prima. Voglio precisare che noi non siamo felici per quello che il Signore ci da, ma per quello che il Signore È per la nostra vita. Successivamente abbiamo affrontato tantissime prove, ma ne siamo usciti sempre più vittoriosi, più forti e più maturi di prima. Oggi serviamo il Signore con la pagina “Kabod” peso di gloria. Non era nei nostri programmi, ma sicuramente era nei progetti di Dio. Avevamo chiesto al Signore per tanto tempo di servirlo, non sapevamo come, ma il Signore ci mandava delle profezie più volte. Qualcuno ci profetizzava sempre “tu mi servirai… tu mi servirai” e parlavano sempre di una via nuova. Oggi noi serviamo il Signore con Kabod, ma sappiamo che Kabod è solo l’inizio del Signore. Il Signore ci ha liberato dalla catastrofe, ci ha fatto vedere chi era vero amico e vero fratello nel momento della difficoltà. Oggi il Signore ci ha messo a Suo servizio e non sappiamo in futuro cosa Dio ha in serbo per noi, ma siamo sicuri che il Signore ha per noi progetti meravigliosi. Noi abbiamo un solo desiderio, quello di servire il Signore con tutto il cuore fino alla fine dei nostri giorni o fino al giorno del Suo ritorno. Noi sappiamo di non avere meriti, sappiamo di non avere capacità, ma se Lo Spirito Santo investe le nostre vite possiamo servirLo con tutto il cuore. Quello che vogliamo oggi più di tutto è vedere i frutti, portare i frutti per la gloria. Io ringrazio il Signore con tutto il cuore per tutto quello che ha fatto per la mia casa. L’opera di Dio non si è fermata il giorno che ho dato il mio cuore al Signore. Se volessi raccontare tutto quello che il Signore ha compiuto e continua a compiere nella nostra vita servirebbero libri interi di testimonianze. Amen!