RESTATE VIGILI! David Wilkerson


“Perciò rallegratevi, o cieli, e voi che abitate in essi! Guai a voi, o terra, o mare! Perché il diavolo è sceso verso di voi con gran furore, sapendo di avere poco tempo” (Apocalisse 12:12).

Questo verso dell’Apocalisse ci dice che Satana ha dichiarato guerra al popolo di Dio. Ma dice anche che il diavolo ha una scadenza entro la quale completare la sua opera: sapendo di avere poco tempo.

Come seguaci di Gesù Cristo, dobbiamo costantemente stare attenti perché il diavolo è sceso per distruggerci. Quindi, Paolo dice che abbiamo bisogno di essere informati più che possiamo circa le tattiche ed i piani del nemico: “Affinché non siamo raggirati da Satana; infatti non ignoriamo le sue macchinazioni” (2 Corinzi 2:11).

“Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare” (1 Pietro 5:8). Questo non vuol dire che il diavolo aleggi ovunque nel cosmo dando ordini alle sue armate demoniache. Sappiamo che Satana venne relegato qui in terra quando Cristo lo sconfisse alla croce. Dunque, il regno del diavolo è limitato al tempo presente (leggere Apocalisse 12:12).

Alcuni cristiani credono che Satana sia onnipotente (che possieda ogni sorta di potere) ma lui è stato sconfitto da Gesù e gli è stata tolta ogni autorità. Inoltre, Satana non è onnisciente (non può leggere le menti!) e non è nemmeno onnipresente, non può essere ovunque nello stesso momento.

Ma Satana ha principati e potenze stazionati in tutta la terra e queste armate di demoni al suo servizio lo informano di tutto. Loro ascoltano quando preghi e vedono la tua ubbidienza a Dio. È questo che suscita l’ira di Satana su di te!

Quando la Bibbia dice che il diavolo ha solo poco tempo, non si riferisce al tempo che ha prima del ritorno di Gesù Cristo. Si tratta di scadenze continue, una serie di brevi periodi che lui ha per compiere la sua opera e fare guerra contro i santi di Dio. 

CRISTO STA PER TORNARE!David Wilkerson


Il profeta Daniele aveva previsto che negli ultimi giorni in pochi avrebbero avuto saggezza e discernimento per le cose di Dio, un residuo purificato, provato che avrebbe compreso la Sua Parola. “Molti saranno purificati, imbiancati, affinati; ma gli empi agiranno empiamente e nessuno degli empi capirà, ma capiranno i saggi” (Daniele 12:10).Isaia condannò la cecità spirituale ed il peccato di Israele dicendo: “Barcollano mentre hanno visioni, tentennano mentre fanno da giudici” (Isaia 28:7). Quel poco discernimento che una volta possedevano venne distrutto dai loro peccati, ma Isaia andò avanti profetizzando di un giorno in cui “I sordi udranno le parole del libro e, liberati dall’oscurità e dalle tenebre, gli occhi dei ciechi vedranno… . In quel giorno i sordi udranno le parole del libro e, liberati dall’oscurità e dalle tenebre, gli occhi dei ciechi vedranno” (Isaia 29:18, 23-24).Credo che il risveglio degli ultimi giorni di cui molti predicano sia un risveglio di purificazione. Se l’opera dello Spirito Santo è quella di convincere il mondo di peccato, giustizia e giudizio, allora è certo che tale convinzione sarà ciò che si riverserà sul genere umano come una grande e potente ondata. La chiesa incurante e tollerante sarà scossa e obbligata a fare i conti con i suoi peccati.Mentre moltitudini di cristiani vanno alla ricerca di segni e miracoli, pensando di trovare fuori dalla chiesa insegnanti di successo e prosperità, Dio sta già chiamando “persone dal deserto” che sono consumate sempre più dalla fame per Cristo. Disillusi dall’ipocrisia, questi santi sono immersi nella Parola di Dio e scoprono il Suo ultimo proposito. Si sono disposti ad ascoltare e comprendere dallo Spirito Santo che la fine di tutte le cose è vicina.Cristo sta per tornare! Mettete da parte ogni peccato che vi tormenta e ponete la vostra attenzione sulle cose di lassù! Non siate partecipi dei sogni degli uomini ma preparatevi ad incontrare il vostro Salvatore.

LA RISPOSTA DI DIO AD UN MONDO IN CRISIDavid Wilkerson


Dov’è la Chiesa?Dov’è la chiesa in mezzo al caos? Ovunque è pieno di attività religiose, ma la maggior parte di esse sono carnali. Questo è tragico, perché il nostro Signore ha sempre un rimedio per un mondo che è nel caos. Un rimedio collaudato che ha usato per generazioni per svegliare la sua chiesa morta e peccatrice è semplicemente questo: Dio fa sorgere uomini e donne scelti.Il nostro Signore usa i singoli individui per dare risposte ad un mondo in crisi. Primo, egli li trasforma in modo soprannaturale e dopo li chiama ad una vita di totale sottomissione al suo volere. Questi servi toccati da Dio sono meglio descritti nel Salmo 65:4: “Beato chi sceglierai e accoglierai, perché egli abiti nei tuoi cortili”.In breve, Dio chiama questi servi e lì alla sua presenza meravigliosa, ricevono la mente di Dio, una chiamata divina. Improvvisamente, la loro anima viene riempita da un senso di urgenza e viene fuori con una parola da parte di Dio ed è pronto a camminare con autorità spirituale.La storia biblica ci mostra questo schema più volte. Volta dopo volta, il popolo rigettò Dio rivolgendosi agli idoli, adottando pratiche pagane. Ogni volta Dio fece sorgere un servo devoto: un giudice, un profeta, un re giusto.Samuele è uno di questi esempi. Egli sgridò: “Ma essi dimenticarono il Signore, il loro Dio, ed egli li diede in potere [dei loro nemici] … Allora gridarono al Signore e dissero: «Abbiamo peccato, perché abbiamo abbandonato il Signore»” (1 Samuele 12:9-10).Questi servi di Dio divennero suoi strumenti di liberazione. Essi erano in grado di discernere i tempi e poiché conoscevano il cuore di Dio, il signore si usava di loro come suoi oracoli.Oggi Dio sta chiamando molti ad uscire fuori dalla loro vita frenetica per cercare la sua presenza. “Ma quelli che sperano nel Signore acquistano nuove forze” (Isaia 40:31).Hai sperimentato questa urgenza divina ad entrare in comunione con il Signore in modo più profondo? Egli vuole che passiamo del tempo con lui in adorazione, attendendo di udire la sua voce.

SE STAI PASSANDO UN MOMENTO DIFFICILE…..


David Wilkerson  2“Credere quando ogni mezzo viene a mancare è assai gradito a Dio ed è molto accettevole. Gesù disse a Tommaso, ‘Tu hai creduto perché hai visto, ma Benedetti coloro che credono pur non avendo veduto’ (Giovanni 20:29).
“Benedetti coloro che credono quando non vi è segno di una risposta alle loro preghiere —che si fidano al di là delle speranze quando ogni mezzo è venuto meno.
“Qualcuno si trova nel luogo della disperazione — la fine della speranza — la fine di ogni mezzo. Una persona cara è vicina alla morte e I dottori non vi danno speranze. La morte sembra inevitabile. La speranza è svanita. Il miracolo per cui avete pregato non succede.
“E’ in quel momento che le orde sataniche attaccano la vostra mente con paure, rabbia, domande angoscianti: ‘Dove è il tuo Dio adesso? Hai pregato fino a consumare tutte le tue lacrime. Hai digiunato. Hai citato le promesse. Ti sei fidato.’
“Pensieri blasfemi ti entrano in testa: ‘La preghiera è fallita. La fede è fallita. Non abbandonare Dio — ma semplicemente non ti fidare più di Lui. Non ci guadagni niente!’
“Anche domande sull’esistenza di Dio ti vengono suggerite. Questi sono da secoli I sistemi usati da Satana. Alcuni dei più santi uomini e donne di Dio sono stati attaccati così.
“Per coloro che stanno passando attraverso la valle dell’ombra della morte, sentite questo: Il pianto dura per una lunga, terribile notte — ed in quel momento di tenebre sentirete presto il Padre che vi sussurra, ‘Sono qui con te. Non posso dirti il perché ora, ma un giorno tutto avrà un senso. Vedrai che sarà tutto parte del mio progetto. Non è stato per caso. Non è stata una tua mancanza. Tieni duro, e lascia che Io ti abbracci nella tua ora del dolore.”
“Cari, Dio non ha mai smesso di agire nella Sua bontà ed amore. Quando ogni mezzo viene a mancare — il Suo amore continua. Tenete stretta la vostra fede. State Fermi sulla Sua Parola. Non vi è altra speranza in questo mondo.”
(David Wilkerson)

NUOVE FORZE by David Wilkerson


David Wilkerson  2Chiedi a chiunque sia stato chiamato da Dio a intraprendere qualche nuovo
lavoro nel Regno e quella persona ti dirà che Satana è andato a lui con foga,
scagliandogli contro un’afflizione dietro l’altra.

Lo stesso accadde nella vita di Cristo. Non appena Gesù fu battezzato, con la
comparsa della colomba e la voce dal cielo che Lo dichiarò Agnello di Dio,
Satana si mise all’opera. Sapeva di avere solo quaranta giorni e quaranta
notti per distruggere Gesù e fermare il Suo ministero (vedi Matteo 4).

Non appena Gesù dichiarò Pietro una roccia di fede, Satana si mosse per
vagliare il discepolo, portandolo all’incredulità e al tradimento (vedi Luca
22:21). Satana sapeva di dover agire velocemente nella vita di Pietro, prima che
le parole di Gesù sul discepolo si adempissero – ma la tentazione infine non
prevalse!

So bene come sia questo tipo ti attacco infernale, perché accadde a me quando
Dio mi diede una chiamata nuova al ministero! Dopo aver speso molto tempo in
preghiera,  avvertii la chiamata di Dio ad espandere il mio ministero parlando
a vari pastori in tutto il mondo. (Non stavo lasciando il ministero alla Chiesa
di Times Square, né il ministero di questi messaggi scritti. Stavo solo
aggiungendo questo aspetto occasionale del ministero, per direttiva dello
Spirito Santo.

Stavo pianificando di parlare a raduni di pastori in Francia, Romani, Polonia e
nei Balcani. Non avevo nemmeno finito di pianificare questo viaggio che Satana
si fece avanti. Fino a quel punto stavo benissimo fisicamente, ma
all’improvviso venni abbattuto a livello fisico. In poche ore mi sentii così
debole da riuscire a stento a camminare. Sentivo dolori interni laceranti e
presto apparvero delle strane macchie sullo stomaco.

Un mio amico dottore mi disse che avevo il fuoco di Sant’Antonio, una
malattia che ci si porta dietro dalla varicella presa da bambini. Il diavolo
sembrava ridere di me dicendo, “Allora stavi iniziando questo nuovo
ministero, giusto? Non lo farai se io mi ci impegno!”

Tuttavia, nelle settimane prima del viaggio, tutti i dolori scomparvero. Il
Signore mi rialzò e mi diede nuove forze. Era solo una guerra da parte
dell’inferno! È sempre stato così durante gli anni del mio ministero. Ogni
volta che ho accettato una chiamata da parte del Signore, sono seguiti attacchi
diabolici..

LA PROMESSA David Wilkerson


David Wilkerson  2“Non le temere!” (Deuteronomio 7:18). Per Israele quel, “le” rappresentavano le grandi e ben armate nazioni pagane che dovettero affrontare. Per noi oggi quel, “le” rappresenta ogni problema, tribolazione e difficoltà travolgente che dobbiamo affrontare nel corso della nostra vita.
Dio ci dice che non dobbiamo temere! E dato che è Lui a dirlo, non serve altra spiegazione. Egli è onnipotente e sa bene quali sono le fortezze sataniche che dobbiamo affrontare. Egli conosce ogni prova e tentazione che Satana ci getterà addosso. Ma Lui ci comanda comunque: “Non le temere!”
Abraamo stava vivendo in terra straniera, circondata da re potenti e non sapeva affatto dov’è che sarebbe finito. Ma la prima parola che Dio gli disse fu: “Non temere, Abramo, io sono il tuo scudo, e la tua ricompensa sarà grandissima” (Genesi 15:1).
Il significato di questo verso è: “Io sarò come un muro attorno a te, sarò il tuo protettore e la tua difesa”. In poche parole Dio stava dicendo ad Abraamo: “Stai per affrontare delle difficoltà ma Io ti proteggerò in mezzo ad esse”. Abraamo rispose credendo alle parole che Dio gli disse: “Egli credette al Signore, che gli contò questo come giustizia” (verso 6).
Isacco, figlio di Abraamo visse anche lui in un ambiente ostile, circondato dai Filistei che lo odiavano, molestavano e lo volevano cacciare via dal loro paese. Le Scritture ci dicono che ogni volta che Isacco scavava un pozzo per l’acqua i Filistei lo turavano (leggere Genesi 26:15).
Ovunque Isacco andasse trovava sempre contesa. Una nuvola di dubbio si formò su di lui e si cominciò a domandare: “Ce la farò mai?” Ma Dio diede ad Isacco la stessa Parola che diede ad Abraamo: “Io sono il Dio di Abraamo tuo padre; non temere, perché io sono con te e ti benedirò e moltiplicherò la tua discendenza per amore del mio servo Abraamo” (Genesi 26:24).
Oggi, come Isacco, noi siamo figli di Abraamo e Dio ci fa la stessa promessa: “Se siete di Cristo, siete dunque discendenza di Abraamo, eredi secondo la promessa.” (Galati 3:29).

Vecchiaia: l’ultimo esame David Brandt Berg


lode 3Una notte, mentre brontolavo per le mie afflizioni fisiche, nessuna delle quali è grave ma solo fastidiosa e irritante, mi è venuto in mente un versetto che mi ha citato mio zio mentre giaceva morente in una pensione vecchia e cadente. Eravamo andati a trovarlo e l’ultima volta che l’abbiamo visto, lui ha detto: “Dave, voglio leggerti una cosa”. Si è fatto prestare la Bibbia da mia madre e l’ha aperta al passo che dice: “Ricordati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano i giorni cattivi e giungano gli anni dei quali dirai: ‘Non ho in essi alcun piacere’”.1 Poi ha aggiunto: “È così vero!” Stavo pensando a quello che aveva detto mio zio John e mi sono reso conto che la vecchiaia è l’ultima prova. Quando si è vecchi, si hanno molte afflizioni. “Molte sono le afflizioni del giusto, ma l’Eterno lo libera da tutte”.2 — come Giobbe. Le mie non sono gravi come quelle di Giobbe, ma possono essere fastidiose e mi spingono a lamentarmene, anche se in realtà di solito non sono un granché. Sono poco importanti, “la nostra leggera afflizione, che è solo per un momento, che produce per noi uno smisurato, eccellente peso eterno di gloria”.3 Sono gli ultimi test della vita — la vecchiaia — per vedere se saremo fedeli, perseveranti, se avremo fede e non ci lamenteremo. Nella sua Parola, Dio ha detto che non permetterà che siamo tentati oltre le nostre forze4 ed è stato così. Non sempre li sopportiamo molto bene, ma il Signore è stato molto buono con noi! Come potremmo lamentarci, brontolare, piagnucolare o frignare? Mia madre, nonostante la sua grande fede, l’opera stupenda che svolgeva e tutto il resto, a volte si lasciava scoraggiare da qualche piccolezza. Mi stupivo che una cosetta tanto insignificante potesse essere così fastidiosa e scoraggiarla. A volte diceva: “Signore, perché hai lasciato che mi succedesse? Guarda tutte le cose che ho fatto per Te. Sono stata così brava con Te”. Quando ci lasciamo scoraggiare dalle piccole cose è come se dicessimo al Signore: “Come mai mi tratti così, Signore, quando sono stato così bravo con Te e ho fatto tanto per Te? Come hai potuto permettere che succedesse questo? Come mai non mi mantieni perfettamente sano e ricco, così che cose simili non succedano e io non debba avere tutti questi problemi?” Posso quasi immaginare il Signore che dice: “Come fai a parlare così quando Io sono stato così buono con te, quando ti ho dato tutto quello che ti serviva o che volevi, ti ho aiutato a fare una grande opera e ti ho mantenuto sano, forte e in buona salute per la maggior parte della tua vita?” Il Signore potrebbe ribattere: “Come mai mi tratti così? Come mai ti lamenti e brontoli per qualche leggera afflizione? Stai affrontando alcuni esami finali attraverso queste leggere afflizioni e lamentandoti non riuscirai a superarli”. Perdonaci, Signore, per tutte le volte in cui non riusciamo a passare questi esami delle “leggere afflizioni che sono solo per un momento”, mentre sono in arrivo tante cose migliori! Le “molte afflizioni del giusto”, da cui il Signore ci libera sempre — gli esami della vecchiaia. Fa tutto parte delle nostre “leggere afflizioni che sono solo per un momento”, dei test e delle prove della vita, che ci aiutano a imparare a perseverare, a essere fedeli e a non lamentarci, ma a lodare e a essere più grati. La Bibbia ci dice: “In ogni cosa rendete grazie”. “Siate grati”.5 Nella Bibbia ci sono tantissimi versetti sul lodare il Signore nonostante le afflizioni e sul lodare il Signore per tutte le benedizioni con cui ci ha colmato, sul contare le nostre benedizioni. Quando ti viene la tentazione di lamentarti per qualche leggera afflizione, o magari anche per una grave afflizione, quello è il momento di cominciare a lodare il Signore e ringraziarlo per tutte le afflizioni che non hai, per tutte le prove e gli esami che non hai, per tutti i problemi che non hai e per tutte le benedizioni che ti ha concesso. È certamente ingiusto nei confronti del Signore lamentarci delle piccole prove che abbiamo. La vecchiaia è l’esame finale, il momento in cui dobbiamo affrontare la scelta finale: decidere se lamentarci e brontolare per le leggere afflizioni che spesso l’accompagnano, o se ringraziare il Signore e lodarlo per tutte le sue benedizioni. Per non parlare della promessa del futuro glorioso che è in arrivo, al confronto del quale tutte le nostre afflizioni sembreranno niente. Ma sono dei test che il Signore usa per vedere se saremo sempre grati e lo loderemo e ringrazieremo per tutto quello che ha fatto per noi e che sta ancora facendo; le cose grandi, gigantesche e colossali che ha fatto per noi nel corso della nostra vita. A settant’anni ho ancora tutte le mie facoltà. Mi dimentico alcune cose, non ricordo alcune parole, date e nomi, ma ho entrambe le mani, entrambi i piedi, gli occhi e le orecchie, un buon udito e una buona vista. A volte ho un po’ di tosse, ma riesco ancora a respirare. A volte ho qualche problema di stomaco, ma posso ancora mangiare. Devo portare gli occhiali per leggere da vicino, ma riesco ancora a vedere. Allora, perché dovrei lamentarmi per alcune cosette, come il dovermi mettere gli occhiali ogni tanto o stare attento a quello che mangio o assicurarmi di fare un abbondante esercizio fisico per respirare bene? Mi lamento perché non riesco a dormire abbastanza, ma dormo come la maggior parte degli anziani. Sono tentato di brontolare perché non riesco a mettermi le calze facilmente come una volta, ma dovrei esser grato di avere le calze e di riuscire a metterle — e di avere piedi per indossarle. Ogni volta che sei tentato di lamentarti, pensa a qualcosa per cui ringraziare il Signore. Amen? Signore, aiutaci a lodarti di più e a ringraziarti per tutte le tue benedizioni, che sono molte di più delle minuscole briciole che rappresentano le cose di cui preoccuparci, che sono piccole afflizioni insignificanti e momentanee, in confronto a tutte le cose meravigliose che il Signore fa per noi. Signore, aiutaci a essere pieni di fede – fedeli – e più pieni di lode. La vecchiaia è l’esame finale! Ogni volta che abbiamo la tentazione di brontolare e lamentarci per le afflizioni che arrivano in questo stadio della vita, dovremmo immediatamente cercare di pensare a tutte le cose per cui dovremmo essere grati — e lodare e ringraziare il Signore per tutte le benedizioni che abbiamo ricevuto nel corso della vita. Conta le tue benedizioni! 1 Ecclesiaste 12,1. 2 Salmi 34,19. 3 2 Corinzi 4,17. 4 1 Corinzi 10,13. 5 1 Tessalonicesi 5,18

C’È GUARIGIONE NELLE TUE LACRIME! ( D. Wilkerson)


David Wilkerson  3Stai vivendo un momento in cui ti senti atterrato? Ti senti senza speranze, vuoto spogliato di ogni cosa? Ti dico, che questa prova passerà, però “che si aspetta Dio da te, adesso, in mezzo ad essa?”
Forse stai soffrendo, angosciato per una lotta che sembra non avere mai termine. Sei provato, scoraggiato più che mai. Magari ti dicono: “Non piangere, non ti lamentare. Così dimostri di non avere fede”.
Però la verità è che, se hai fede, puoi piangere. Non puoi evitare il tuo dolore, hai una forza hai un potere guaritore nelle tue lacrime!!. Le tue sofferenze non hanno niente a che vedere col fatto che confidi o no nella Parola di Dio.
A volte invece ti domandi: “Signore, che ho fatto di male? Questo è il tuo giudizio su di me?”
Puoi anche sentirti con desideri di confrontarti con LUI chiamandolo e gridando: “Perché hai permesso che mi succedesse tutto questo?”
Ti dico che Dio ti dà tutto il tempo per fare queste domande, Egli permette che la tua carne sfoghi la sua rabbia.
Finalmente, il Signore si avvicina a te e ti dice: “Tu hai tutto il diritto di esternare i tuoi sentimenti, però non hai nessuna ragione per accusarmi o dubitare di Me. Io ti ho fatto una promessa, ti ho dato tutto quello che ti necessita… Va devi prendere questa promessa ora!. Se lo fai, la mia Parola produrrà vita in te e porterà una guarigione maggiore di qualsiasi medicina, più potente di qualsiasi fiume di lacrime”.
Anche nella Bibbia incontriamo uomini e donne che hanno attraversato profondi abbattimenti di anima e di spirito. Più di una volta il salmista domanda: “Perché ti abbatti o anima mia?” (Salmo 42)
Il Signore comprende i tuoi momenti di confusione e di dubbio ma sta aspettando che tu guardi a LUI e confidi in LUI!
Egli ti dice: “Hai pianto più che potevi, e adesso voglio che confidi in Me! Torna alla mia Parola, alle mie promesse e farò sì che tu ottenga vittoria”.
Confida nelle sue promesse e permetti che Egli trasformi il tuo dolore in gioia nella tua vita.

MA CHE HAI FATTO PER LUI?-Roberto Bracco


bracco-1Quando c’è l’opportunità di visitare il popolo di Dio sparso nel mondo, quando cioè si presenta l’occasione di venire a contatto con i credenti delle chiese che s’incontrano ovunque, si rinnova immancabilmente il modo di udire fiumi di lamentele nei confronti dei conduttori delle comunità.
Non tutti i cristiani hanno motivo di lamentarsi del proprio pastore e neanche tutti desiderano fare della maldicenza il loro esercizio preferito, ma gli eterni scontenti non mancano e si trovano ovunque. Forse un modo efficace per difendersi dall’insidia sottile di questi amari parlatori è di non ascoltarli; ma un modo più efficace ed anche più salutare per essi è di ascoltarli per poi rivolgere loro la semplice domanda: «Ma tu che hai fatto per lui?»
Immaginatevi di trovarvi alla presenza di uno di questi maldicenti; probabilmente vi ha invitati alla sua casa e alla sua mensa e, dopo avervi onorati e aver elogiato il vostro ministerio, il vostro amore, la vostra santità, incomincerà a parlare delle sue afflizioni. Il suo pastore non possiede «un messaggio» e quando predica non riesce ad interessare nessuno perchè le sue parole sono povere, i suoi argomenti deboli, la sua conoscenza superficiale… Ascoltatelo, ascoltatelo attentamente e, quando egli avrà raggiunta la conclusione, domandategli semplicemente: «Ma tu che hai fatto per lui?» È inutile fargli notare che ogni ministerio ha una sua caratteristica e che il messaggio di un pastore non può essere uguale al messaggio di un altro; è inutile fargli notare che se Dio ha fatto prosperare una chiesa per il messaggio del suo servo vuol dire che anche in quel messaggio c’è alimento spirituale. È inutile far notare questo ed altre dieci cose; sarebbero soltanto argomenti di discussioni e forse di nuove maldicenze; è meglio chiedere soltanto: «Ma tu che hai fatto per lui?» Questa domanda ne contiene molteplici in se stessa, perchè indirettamente chiede: «Hai pregato per lui?.
Hai chiesto a Dio che rivestisse di maggior potenza il suo ministerio?
Ti sei adoperato per offrire al tuo pastore la possibilità di applicarsi di più e meglio alla preghiera e alla Parola?» Forse l’acre scontento avrà da dire che il suo pastore è pigro nell’esercizio del ministerio; non è assiduo nel fare visite; non è solerte nel rendere interessanti e vari i programmi di chiesa; non è attivo nell’organizzare e promuovere le attività della comunità.
Non vi consiglio di polemizzare con lui; potreste facilmente fargli notare che «quel che non si fa è visibile a tutti, mentre quel che si fa passa inosservato a molti»; potreste cioè fargli notare che egli si è accorto di quello che il pastore non ha fatto e non fa, ma non ha posta attenzione a quello che il pastore ha fatto; forse egli ha svolto un lavoro che ha preso tutte le sue energie ed il suo tempo e non ha potuto fare di più, proprio perchè non aveva più tempo e più forza… Ma non vi consiglio di dire tutto questo; ditegli semplicemente: «Ma tu che hai fatto per lui?» Egli comprenderà che voi gli domandate quando e come ha aiutato il suo pastore; con questa domanda voi chiedete se veramente egli è stato un incoraggiamento, un’ispirazione al suo pastore. Probabilmente il credente che ha imbandita una tavola per voi avrà soltanto da dirvi che il suo pastore è privo dell’amore necessario ad un ministro di Dio; v’informerà che riprende con troppa severità, che è esageratamente esigente, che non sa comprendere e scusare i giovani, che è privo di qualsiasi sentimento di tolleranza verso gli erranti. Lasciatelo parlare e permettetegli di esaurire totalmente l’elenco dei difetti del suo pastore; poi chiedetegli semplicemente: «Ma tu che hai fatto per lui?» Sarebbe più interessante discutere intorno al carattere dell’amore per chiarire che quello che noi chiamiamo amore qualche volta è semplicemente un’espansività naturale o addirittura una formalità sociale, mentre il vero amore, anche senza ninnoli e fronzoli, cerca il bene di coloro verso i quali è rivolto. Sarebbe anche bello illustrare gli aspetti dell’amore cristiano che è dolce, profondo, eroico eppure qualche volta duro, deciso, severo per combattere il male… Sarebbe bello, ma forse è più efficace chiedere soltanto: «Ma tu che ha fatto per lui?» Tu che hai invitato noi forestieri che soltanto occasionalmente siamo venuti a darti una briciola del nostro ministerio; tu che sei stato pronto ad onorarci, elogiarci, incoraggiarci; tu, proprio tu, quante volte hai invitato ed onorato il tuo pastore? Quante volte hai riscaldato il suo cuore con il tuo amore? Quante volte hai suscitata la sua comprensione con la tua comprensione? «Tu che hai fatto per lui?» Questa è una domanda che può essere posta dopo ogni sequela di lamentele; è la risposta risolutiva ad ogni giudizio e ad ogni maldicenza. Giudicare e condannare è sempre facile, ed è facile a tutti, ma è particolarmente facile quando giudizio o condanna devono essere rovesciati sopra il capo di un pastore; egli può aver dato gli anni più belli, le energie più preziose, la dedizione più profonda per l’opera del ministerio, ma non avrà mai potuto soddisfare tutti. Il bene non si vede o si dimentica facilmente, le virtù si nascondono agli occhi di molti…, ma i difetti, le lacune, le inadempienze, anche se sono il risultato fatale di un’imperfezione non ancora colmata o di circostanze indipendenti dalla volontà, sono facilmente individuate e… ingigantite. No, non è difficile giudicare e condannare, ma a tutti coloro che sono pronti a disprezzare il «dono ricevuto da Dio», a colpire «l’unto di Dio» chiedete semplicemente e severamente: «Ma tu che hai fatto per lui?»
(Roberto Bracco da Risveglio Pentecostale n.4 aprile 1961).

2017: “TU MI HAI CINTO DI FORZA PER LA GUERRA” (Salmo 18:39)


anno-2017La missionaria Elisabeth Elliot lavorando con la tribù indiana che aveva ucciso suo marito, scrisse che: “La pace si fonda sull’accettazione, non sulla rassegnazione”.
In questo nuovo anno, Dio vuole cingerti di forza per la guerra.
Sei in guerra contro il peccato, ma in questo nuovo anno impegnati a lottare anche contro la rassegnazione.
“La rassegnazione è arrendersi al destino. L’accettazione è arrendersi a Dio.
La rassegnazione ti deprime. L’accettazione ti rialza.
La rassegnazione dice: “Non ce la posso fare”. L’accettazione risponde: “Dio può farlo”.
La rassegnazione paralizza la vita. L’accettazione ne trae il meglio, per una più grande creatività.
La rassegnazione dice: “E’ la fine per me”. L’accettazione invece: “A questo punto, Signore, che cosa devo fare”?
La rassegnazione dice: “E’ tutto da buttar via”. L’accettazione dice: “Questo problema, Signore, come lo userai per il mio bene”?
La rassegnazione dice: “Sono solo”. Ma l’accettazione risponde: “Dio tu sei con me e mi cingerai di forza per la battaglia”.
VIVI UN 2017 LOTTANDO CONTRO LA RASSEGNAZIONE E VIVI NELLA CERTEZZA CHE TUTTO QUELLO CHE TI ACCADE “COOPERA AL BENE PER QUELLI CHE AMANO DIO”.
Vedrai, sarà un anno meraviglioso.