Oh! Che sollievo!


“Mi fece vedere il sommo sacerdote Giosuè, che stava davanti all’angelo del Signore, e Satana che stava alla sua destra per accusarlo. Il Signore disse a Satana: «Ti sgridi il Signore, Satana! Ti sgridi il Signore che ha scelto Gerusalemme! Non è forse costui un tizzone strappato dal fuoco?»”(Zaccaria 3:1-2)

L’arcinemico, il diavolo è ancora l’accusatore dei figli di Dio, ma sebbene questa sia la sua attività, il nostro Signore Gesù lo sgrida e lo caccia.

Il nostro Avvocato mette a tacere il nostro accusatore. Il Signore rimprovera i nostri nemici e difende le cause della nostra anima, in modo che nessun danno venga da tutti gli insulti del diavolo.

Lo spirito malvagio del tentatore ci assale ancora e vuole insinuarsi nelle nostre menti, con il dubbio e la paura. Si dimena come un serpente e, quando ne ha l’opportunità, si lancia con pensieri blasfemi.

Oh! Che sollievo proviamo quando gli viene detto di stare zitto e viene cacciato via!

PREGHIERA

Padre, ti preghiamo per tutti coloro che in questo momento sono preoccupati e stanchi per le accuse dell’avversario. Scaccialo via e concedi ai tuoi figli tempi di refrigerio. Te lo chiediamo nel Nome di Gesù! Amen e Amen!

Pace e benedizioni!

Ma Dio certamente ti aiuterà!


“… ma Dio per certo vi visiterà…” (Genesi 50:24

Quando Giuseppe si avvicinò al termine della sua vita, condivise con la sua famiglia la certezza che Dio li avrebbe visitati, nel senso di aiuto e soccorso nella condizione e situazione più estrema nella quale si fossero venuti a trovare.

Hai l’inizio di una malattia incurabile, ma Dio verrà sicuramente in tuo aiuto!

All’improvviso perdi il lavoro, ma Dio verrà sicuramente in tuo aiuto!

Stai pregando per un nuovo pastore, ma Dio verrà sicuramente in tuo aiuto!

Stai affrontando la solitudine, ma Dio verrà sicuramente in tuo aiuto!

Uno dei tuoi figli o nipoti ti sta causando dolore, ma Dio verrà sicuramente in tuo aiuto!

E cosi via…..

Tranquillo! Non ci saranno lunghi anni di incerto ritardo; il Suo aiuto verrà sicuramente!

Il Signore confermerà la Sua Promessa descritta in Ebrei 4:16: “Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, affinché otteniamo misericordia e troviamo grazia per essere SOCCORSI AL MOMENTO OPPORTUNO.”

Pace e Benedizioni!

Vendetta? No grazie!


“Il Signore sia giudice fra me e te e il Signore mi vendichi di te; ma io non ti metterò le mani addosso.” (1 Samuele 22:13)

La relazione tra Davide e il re Saul è una delle più strane e instabili registrate nella Bibbia. Davide, in diverse occasioni, andò in soccorso di Saul (come suonatore di arpa e come guerriero), era il migliore amico del figlio del re e sposò la figlia del re.

Ciò premesso, si presume che una persona del genere, quantomeno, avrebbe dovuto essere in buoni rapporti con il monarca.

Purtroppo, con Davide non funzionò così. Anzi, Saul diverse volte attentò alla sua vita. Per due volte cercò di trafiggere Davide mentre suonava l’arpa per lui. E più tardi, Saul mandò le sue truppe dietro al giovane per cercare di ucciderlo.

Con tutto ciò, Davide ebbe la possibilità di uccidere Saul, ma invece di attaccarlo, si avvicinò di soppiatto e tagliò un pezzo della sua veste (poi si sentì in colpa anche per averlo fatto v. 5) e quando in seguito si incontrarono faccia a faccia, Davide disse al re: “La mia mano non sarà contro di te!”.

A volte dobbiamo avere a che fare con persone che ci perseguitano, desiderose di abbatterci e addirittura “pregano” perché il Signore faccia loro giustizia e annienti definitamente con un colpo secco colui che ritengono sia il loro persecutore.

Come Davide, facciamo ciò che Dio vuole che facciamo; non cerchiamo la vendetta, ma continuiamo a fare del bene.

Non è facile tutto ciò, ma volente o nolente, la vendetta non fa parte dell’Amore di Dio!

Stai subendo ingiustizie? Offese e ferite? Calunnie e diffamazioni? Ci sono due percorsi: La vendetta o la preghiera; tu quale decidi di scegliere?

Qualcuno ha detto: “La vendetta non attuata è una vittoria ottenuta!”.

Nel Nome di Gesù! Amen e Amen!

Pace e benedizioni.

L’ora delle tenebre-Gennaro Chiocca


Qualcuno, in passato, ha sostenuto che solo un potente risveglio può cambiare le cose nella chiesa, e se avviene, riesce persino a cambiare il clima morale di un paese! Il Risveglio è una manifestazione della presenza di Dio, porta la firma dello Spirito di Dio, che inevitabilmente tutti riconoscono provenire dal cielo e non dall’uomo. Il Risveglio di Dio scende per avere un impatto con la collettività, questo lo rende diverso da tutte le altre normali riunioni benedette. Nei nostri culti spesso la benedizione è prorompente, efficace, ma non può definirsi _di risveglio_ se non ha impatto sulla società che ci circonda. Il Risveglio ci vivifica, ma prima ci spezza! Ci libera dall’omologazione degli standard religiosi e ci apre unicamente alla Parola. Le opere che leggiamo nella Scrittura diventano il nostro stile di vita tra le persone che ci circondano. Sono loro i primi testimoni che notano che Dio si muove in mezzo a noi, dentro di noi. Il Risveglio è invocato e cercato da molte chiese, e pure, quando arriverà, non da tutte gli sarà dato il benvenuto. In molte chiese non sarà riconosciuto, almeno all’inizio!

Il Risveglio non verrà a farci i complimenti, ma ad umiliarci profondamente. Il prezzo della sua venuta sarà troppo alto. Quando si manifesterà non ci saranno “sconti” per nessuno di noi. Verrà e distruggerà il nostro misero autocompiacimento; trasformerà la vita spensierata di molti credenti ( e pastori), di molti missionari, in vitale sollecitudine, scambiando l’auto-indulgenza con il rinnegamento di se stessi. Il Risveglio verrà, ma solo per la chiesa che ha deciso di pagare il prezzo! Di quale prezzo parliamo? Poniamoci alcune domande: Dov’è l’attesa della chiesa in preghiera? Dov’è il digiuno? Dalla chiesa non si sente ancora chiaro “il grido d’angoscia” per uscire fuori dalla sonnolenza, dallo stordimento. Stiamo vivendo troppo con aspettative umane, ci sentiamo soddisfatti delle cose che alla fine lasceremo lo stesso su questa terra. Alcune chiese sono letteralmente “allettate”, non si muovono più, non credono più nella potenza del Vangelo. Si sono ammalate di tranquillità, di sonnolenza, non desiderano essere risvegliate: il letto è comodo, le coperte sono calde, si preferisce dormire quando la notte è avanzata. Altre sono ancora “in piedi” grazie allo sfrenato attivissimo che le muove dall’interno. Non sono vive, sono semplicemente attaccate al macchinario della novità del giorno, del like nuovo, della condivisione settimanale sui social. Si vive della frase ad effetto del predicatore, del compito mirato a incoraggiare i nuovi appena arrivati…magari da altre chiese! Questa vertiginosa attività non a che fare con lo Spirito, ma con un moderno formalismo religioso. Non essendo in grado di “partorire “ a causa della sterilità si cercano i figli degli altri. La chiesa così si ritrova cresciuta non grazie al dolore provato durante le contrazioni di fine gravidanza, ma riempita di anime che sono passate _da una parrocchia ad un’altra_ Bisogna tuttavia ammettere anche che molti credenti cambiano chiesa quando il loro desiderio di servire il Signore è andato contro le stesse possibilità offerte da luogo di partenza. Ma su questo bisognerà state attenti agli abusi che se ne possono fare. Il Risveglio verrà per ferirci, per “circonciderci” di nuovo nel cuore. Verrà per ferire, ma anche per guarire! Quando verrà saremo innanzitutto umiliati a motivo delle nostre infedeltà, della nostra vita egoistica. Il risveglio verrà per ricordarci che abbiamo abbandonato la croce per non rinunciare alle nostre abitudini. Ci metterà sotto gli occhi la nostra vita egoistica, quanto abbiamo trattenuto per noi dimenticandoci dei poveri. Il Risveglio ci libererà dalle nostre comodità, il nostro divano, la nostra poltrona pastorale non sarà più comoda. Le vacanze saranno una missione, nei luoghi dove andremo per risposare lasceremo il segno della nostra presenza. Rifiuteremo gli slogan, il successo. Le offerte che raccoglieremo saranno investite nella missione, nell’evangelismo, nelle opere cosiddette sociali, ma che in realtà sono opere della fede. Il Risveglio verrà, ma fai bene i conti perché potresti avere molte perdite. Perderai l’apatia, la superficialità, la tiepidezza. Si romperanno gli idoli dell’ipocrisia e della formalità. Si spezzeranno davanti all’Arca della gloria! Ambizioni, vanagloria saranno fugate dalla presenza di Dio.

Ma questa è l’ora delle tenebre…se hai sonno continua a dormire! Se credi invece di possedere delle lampade per illuminare allora riempile d’olio! La tua luce verrà dallo Spirito e non da altro. Il Risveglio non porterà la firma di un uomo, ma dello Spirito.

Hanno parlato male di me…past.Mango


Ti è mai capitato di dover fare quest’affermazione dolorosa, non hai capito il motivo, ma è successo, qualcuno ha detto male di te.

A volte non dobbiamo cercare il motivo che spinge gli uomini a parlare male di qualcuno, gelosia, cattiveria, competizione, interessi carnali, e altre motivazioni partoriscono spesso questo peccato della lingua molto comune tra i mortali.

Ma come reagire, quali consigli seguire come non restare vittima di false accuse e come poter continuare a Servire il Signore.

Vorrei questa mattina ricordare a quanti vivono sotto l’attacco di false accuse alcune verità bibliche :

1) Gesù ha vissuto la stessa esperienza e proprio con

una falsa accusa è stato condannato a morte.

Di Lui la profezia dice “mi hanno odiato senza

ragione”

2) Tutti i servitori di Dio sono dovuti passare da

quest’esperienza.

Mosè è stato accusato dai suoi fratelli, Maria ed

Aronne hanno insinuato che, Mosè, l’uomo definito

dalla Bibbia il più umile di tutta la terra, fosse

orgoglioso. Che dire di Giuseppe, Davide, Nehemia

e molti altri, Paolo ha dovuto sopportare l’accusa

di essere un falso Apostolo e arrivare a giustificarsi

con i Corinzi.

3) Dio sà ogni cosa e alla fine trae il povero dalla

polvere e lo fà sedere coi Principi.

Sapere che Dio sà, conosce e valuta ogni cosa

ci farà vivere nella pace.

4) Tutto coopera al bene per coloro che amano Dio.

Scopriremo alla fine che proprio quello che ci

voleva uccidere ci ha fatto crescere.

Come Giuseppe quando ci troveremo sul trono,

saremo grati anche per aver subito le accuse

della moglie di Potifar che hanno alla fine

contribuito a farci realizzare il piano di Dio.

Si cari amici, è ancora vero che “si gettano le sorti ma ogni decisione viene dall’Eterno”. Stai vivendo un’esperienza che ti porta a dire “Hanno parlato male di me”, non ti affligere più del dovuto, vivi e continua a servire il Signore e ricordati che “La lucertola la puoi predere con le mani(vunnerabilità) e pur si trova nei palazzi del Re (Protezione di Dio).

La nostra vunnerabilità trionfa sempre, per la grazia di Dio nella nostra vita che ci porta a realizzare la dolce e potente Protezione di Dio, fino ad arrivare la dove Dio ci ha destinati….Nel Palazzo del Re.

Buona giornata a tutti…

Michele Mango

TRISTE REALTA’ DI QUESTI TEMPI BRUTTISSIMI,I NONNI UNA VOLTA PREZIOSI ORA VENGONO ABBANDONATI


Ho 82 anni, 4 figli, 11 nipoti, 2 bisnipoti, e una stanza di 12 metri quadrati. Non ho più una casa e nemmeno le mie amate cose, però ho chi mi riordina la camera, mi prepara da mangiare, mi controlla la pressione e mi pesa. Non ho più le risate dei miei nipoti, non posso più vederli crescere, abbracciarsi e litigare. Alcuni di loro vengono a trovarmi ogni 15 giorni, altri ogni tre o quattro mesi, altri, mai. Non faccio più le crocchette, le uova ripiene, i rotoli di carne macinata, e nemmeno il punto croce. Non so quanto mi rimarrà da vivere, però devo abituarmi a questa solitudine; faccio terapia occupazionale ed aiuto in ciò che posso chi sta peggio di me, anche se non voglio affezionarmi troppo: spariscono frequentemente. Dicono che la vita sia sempre più lunga. Perché? Quando sono sola posso guardare le foto della mia famiglia ed alcuni ricordi che mi sono portata da casa. E questo è tutto. Spero che le prossime generazioni capiscano che la famiglia si costruisce per avere un domani con i figli, e ripagare i nostri genitori con il tempo che ci hanno regalato per crescerci…
Una mamma anonima che ha cresciuto figli ingrati.🥲🥲🥲🥲🥲

STORIE DI FEDE VISSUTE-Depressione: Senza Dio c’è il vuoto dell’anima


Chi nella vita non ha mai conosciuto periodi di depressione? Tante persone che solitamente appaiono felici fuori, dentro di sé spesso portano un peso che si sforzano in ogni modo di ignorare e di mascherare.Può essere l’infelicità di ciò che si è, della propria vita, dei propri rapporti con gli altri, talvolta anche della propria esistenza. Essa attanaglia il cuore e la mente di giovani e adulti, disoccupati e ricchi, malati e persone che godono di buona salute; è un vuoto comune a tutti gli uomini e le donne.Molte persone cercano di sfuggire alla depressione rifugiandosi nei divertimenti, nelle amicizie, negli hobby, impegnandosi nel lavoro, appoggiandosi su un partner, distraendosi mediante gli svaghi… ma il disagio dell’anima non sparisce, anzi sembra aumentare e non trovare soluzione.Io ho sofferto per anni di una profonda depressione dalla quale non riuscivo ad uscire; esteriormente ero una persona affabile e tranquilla, ma interiormente il travaglio era intenso, a volte mi portava a piangere a lungo; il pensiero del suicidio mi passò per la mente alcune volte, ma essendo cresciuto in una famiglia cristiana lo rigettavo a priori. Giunsi ad attraversare anche un periodo di forte esaurimento, fisico ma soprattutto mentale. Ogni cosa era diventata insopportabile per me, e il rapporto con gli altri e con i miei stessi familiari risentì della mia condizione. Di tanto in tanto scaricavo su di loro le mie incertezze, le mie angosce, i miei problemi, li accusavo facendoli soffrire inutilmente, e non capivo che il problema non era attorno a me, ma dentro di me!Pensavo che cambiare vita, ambiente, lavoro, abitudini, finanche il mio carattere, avrebbe potuto costituire una soluzione anche solo parziale al mio problema. In realtà, qualunque cosa io facessi, la depressione non andava via: potevo fingere che non esistesse, potevo riuscire ad ignorarla riempiendo le mie giornate di impegni, passatempi, uscite con gli amici… ma chi volevo ingannare? Al primo momento di solitudine avrei dovuto affrontare nuovamente quell’inspiegabile tristezza che era nel mio cuore.Mi reputavo cristiano, non commettevo crimini di alcun genere, quando potevo facevo anche del bene a chi aveva bisogno… perché, allora, vivevo nell’insoddisfazione? Cosa mi mancava? E Dio, dov’era?Si, io credevo in Dio, mi rivolgevo spesso a Lui quando avevo qualche problema. Ma questo era tutto! Non avevo un rapporto con Lui, non lo amavo come un figlio ama suo padre, in una parola, non conoscevo Dio.Caro amico, amica, sai perché tanti soffrono di depressione, e anche tante persone “religiose”, che dicono di credere in Dio, brancolano nel buio della propria anima?Perché hanno messo da parte Dio! Magari essi credono anche nella religione, cioè nel formalismo, nell’essere cristiani di nome essendo però, di fatto, persone che vivono principalmente per se stessi, per i propri desideri, decidendo da soli cosa fare della propria vita, e cosa mettere al primo posto nel proprio cuore: quello, nei fatti, è il loro vero dio.Dov’è Dio nella tua vita? Quando mi decisi a cercarLo seriamente, cominciai a leggere la Bibbia, in particolare i vangeli, che parlano di Gesù. Appresi che l’uomo è peccatore, non solo per ciò che fa, ma perché lo è per natura: non deve sforzarsi di peccare, perché pecca istintivamente. È, cioè, una creatura caduta, e a causa dei propri peccati è separato da Dio.Questo vale per tutti gli esseri umani indistintamente: non c’è un uomo migliore di un altro davanti a Dio. La Bibbia dice: “non c’è sulla terra nessun uomo giusto che faccia il bene e non pecchi mai”. Non importa se sei ateo o anche molto religioso, o se hai commesso qualche piccolo peccato o dei gravi crimini, sei comunque un peccatore perduto e separato da Dio.Questo è il vuoto che hai nell’anima: nel tuo cuore manca il Signore. L’anima tua desidera l’abbraccio e l’amore di Dio, poiché Dio ti ha creato per vivere in comunione con Lui. Tu puoi cercare di riempire quel vuoto con tutto quello che il mondo ti offre, in bene e in male, ma non ci riesci perché è un vuoto che solo Dio può riempire.Egli non è un Dio lontano e disinteressato. Lui TI AMA! Ti ama perché per salvarti, Gesù, il Figlio di Dio, venne nel mondo e portò i tuoi peccati sulla croce: ha pagato interamente la condanna che meritavi tu, morendo al tuo posto e versando il Suo sangue innocente.Questa è la buona notizia del vangelo: “Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui”.Rivolgiti in questo stesso momento a Gesù, liberamente, con parole tue; confidagli tutti i tuoi problemi e le tue angosce, sapendo che Egli ti ascolta e vuole darti vera vita e pace e gioia nel cuore, perché ti ama di un amore profondo.Riconosciti peccatore davanti a Lui, e abbandona ai Suoi piedi tutti i tuoi peccati. Accetta la salvezza che Lui ti offre, chiediGli di fare di te una nuova creatura e di essere da oggi in avanti il tuo Signore e il tuo Salvatore, e tu conoscerai l’amore sconfinato di Dio!Questa è la nuova nascita di cui parlò Gesù: non sarai più solo una creatura di Dio, ma un figlio di Dio. Egli sarà tuo Padre, e tu sarai un suo figlio. Non sarai mai più solo, ma conoscerai finalmente quella gioia e pace profonda nel cuore, che il mondo non ha e non può darti.Dio stesso veglierà su di te con amore in ogni istante della tua vita, e tu saprai che in ogni momento potrai rivolgerti a Lui, nel nome di Gesù, certo che Egli ti è accanto e non ti abbandonerà mai, e che un giorno sarai con Lui nel regno dei cieli.Non aspettare oltre, vai a Gesù così come sei, Lui l’ha promesso: “Tutti quelli che il Padre mi dà verranno a me; e colui che viene a me, non lo caccerò fuori”.

IL PASTORE CHE HA FALLITO


Un pastore di un piccolo paese, è arrivato in chiesa animato e motivato per realizzare l’incontro della notte, l’ora passava e il paese non arrivava.Dopo 15 minuti di ritardo sono entrati tre bambini, dopo 20 minuti sono entrati due giovani, quindi il Pastore ha deciso di iniziare il culto con le cinque persone.Nel decorrere del culto è entrata una coppia che si è seduta agli ultimi posti della chiesa.Quando il pastore faceva la lettura della Bibbia per la predica della notte entrò un altro signore, con i suoi vestiti sporchi e con una corda tra le mani.Ancora senza capire il perché della falla del popolo, il Pastore guidò il culto animato e predicò con dedizione e zelo.Quando tornava a casa sua fu aggredito e picchiato da due ladri che si presero la borsa dove c’era la Bibbia e altri averi di valore.Mentre sua moglie faceva le cure delle sue ferite a casa, lui descrisse quel giorno come:Il giorno più triste della sua vita.Il giorno più fallito del suo ministero.Il giorno più infruttuoso della sua carriera.Dopo cinque anni il pastore decise di condividere questa storia per la chiesa, mentre lui finiva di raccontare la storia, un matrimonio di grande riferimento in quella congregazione interrompe il pastore e dicono:′′ Pastore, quella coppia della storia che si è seduto sul fondo eravamo noi.”Eravamo sull’orlo del divorzio a causa di vari problemi e distorsioni che c’erano nella nostra casa. In quella notte abbiamo deciso di porre fine al nostro matrimonio, ma prima abbiamo deciso di entrare in una chiesa, avremmo lasciato lì le nostre alleanze e poi ognuno avrebbe continuato il suo cammino, ma abbiamo rinunciato al divorzio dopo aver sentito la predica del pastore in quella notte, oggi siamo qui con casa e famiglia restaurata.Mentre il matrimonio parlava uno degli imprenditori più prosperi, che aiutava nel sostentamento di quella chiesa si alzò chiedendo l’opportunità di parlare e disse:′′ Pastore io sono quel signore che è entrato tutto sporco con una corda tra le mani.Ero sull’orlo del fallimento, perso nella droga, mia moglie e i miei figli se ne erano andati di casa a causa delle mie aggressioni.In quella notte tentai di uccidermi, solo che la corda si spezzò, quando andavo a comprare un’altra corda, vidi la chiesa aperta, decisi di entrare pur essendo tutto sporco con la corda tra le mani.In quella notte il messaggio ha perforato il mio cuore e sono uscito di qui con animo per vivere.Oggi sono libero dalla droga, la mia famiglia è tornata a casa e sono diventato il più grande imprenditore del paese.E alla porta d’ingresso l’operaio che riceveva le persone gridò:′′ Pastore… Sono stato uno di quei ladri che lo ha aggredito, l’altro è morto in quella stessa notte quando abbiamo compiuto il secondo round. Nella borsa lei aveva una Bibbia, e io sono passato a leggerla quando mi svegliavo la mattina, poi ho deciso di entrare in questa chiesa.Il pastore rimase sotto shock e cominciò a piangere insieme al popolo, alla fine quella notte che considerava una notte di fallimento fu una notte molto produttiva.LEZIONI DELLA STORIA:1-Esercita la tua chiamata con dedizione e zelo oltre il numero dei partecipanti.2-Dia il tuo meglio ogni giorno, poiché ogni giorno è uno strumento per la vita di qualcuno.3-Nei giorni più cattivi della tua vita puoi ancora essere una benedizione nella vita di qualcuno.4-Il giorno che consideri il giorno più infruttuoso della tua vita sulla terra alla verità è il giorno più produttivo del mondo spirituale.5-Dio usa le circostanze cattive della vita per produrre grandi vittorie.6-Non dire mai: ′′ Oggi Dio non ha fatto nulla.” solo perché i tuoi occhi non l’hanno visto.Dio ci benedica ♥️

Viviamo un Cristianesimo Dopato?


Sono cresciuto in chiese evangeliche dove mi sono attenuto a una dieta costante fatta di spettacolo e montature sceniche.

Quando avevo sei o sette anni, ho partecipato a un musical natalizio in una mega chiesa a Houston. I miei ricordi sono un po’ confusi, ma credo ci fosse una scaletta di brani che andavano per la maggiore nel corso degli anni, e ogni pezzo musicale rappresentava il modo in cui questa festa veniva celebrata in un determinato decennio. Hanno cantato “Rockin’ Around the Christmas Tree” (Dondolandosi intorno all’albero di Natale) per gli anni Cinquanta e “I’ll Be Home for Christmas” (Tornerò a casa per Natale) legato agli anni Quaranta, tutti avevano un abbigliamento che cercava di essere coevo a quel periodo.
La scena cui ho partecipato strizzava l’occhio agli anni sessanta. Indossavo pantaloni bianchi a zampa di elefante che avevano un triangolo di stoffa a pois nella parte più bassa, una tunica di raso arancione sformata e una catenina di perle colorate tipica della cultura hippie.

Alcuni mesi prima, mi sono battezzato in un’altra mega chiesa battista a Houston. Nei miei ricordi, questo posto condivide le dimensioni e l’estetica di un centro congressi. Massiccio, moderno e freddo. Il pastore che mi battezzò indossava pesanti stivali di gomma, si sistemò i capelli in uno specchio, si infilò una veste bianca sulle spalle e si aggiustò di nuovo i capelli. Chiese educatamente a tutti coloro che venivano battezzati di non bagnargli i capelli nel momento in cui entravamo e uscivamo dall’acqua.

Quello stesso pastore ha ora la sua denominazione, diffusa in vari Stati, dove proiettano i suoi sermoni sui grandi schermi. Ho sentito che l’hanno filmato con le telecamere RED, che costano quasi quanto una casa. Ha un blog su cui si discute dell’abbigliamento dei pastori, parlando di tutto ciò che tra di loro fa tendenza. Ha scritto un libro sul sesso e ha passato un giorno e una notte a trasmettere interviste su quest’argomento da un letto collocato sul tetto della sua chiesa. Ha anche dei video rap su YouTube. No, non mi sto inventando nulla.

Più tardi ci trasferimmo da Houston a New Albany, nell’Indiana, e non passò molto tempo prima che iniziassi a frequentare il gruppo giovanile. Sebbene fosse guidato da persone sincere, gentili e di buon cuore, era sicuramente strano. Lo spettacolo e il clamore erano di sicuro una componente imprescindibile e l’elemento caratterizzante del gruppo.
Le riunioni settimanali, anziché essere dei momenti di lode e rappresentare degli autentici culti spirituali, erano un tempo dedicato sostanzialmente a delle attività ludiche.

Ecco perché dico che sono allenato a resistere a tutto ciò che è effetto scenico e “turbo spiritualità”. La mia crescita spirituale è andata ben al di là di questi giochi. Nei gruppi giovanili, nei campeggi e nelle gite, la maggior parte dei relatori erano giovani di venti o trent’anni che, a ben vedere, mi ricordavano un motivatore. Ricordo una conferenza che si è conclusa con una clip del film Glory – Uomini di gloria. Era la scena dei momenti che precedevano la battaglia finale con la quale si concludeva il film. Matthew Broderick chiede chi porterà la bandiera se l’alfiere dovesse cadere durante la battaglia. Questa scena era usata come metafora: “La bandiera della nostra fede è caduta”, disse il relatore, “chi la porterà nella prossima generazione?”. Ci fu una pausa, e poi, in fondo alla stanza, un’anima coraggiosa urlò: “Lo farò io”. Presto l’intero auditorium mormorò, i ragazzi si alzavano in piedi ripiegando le pesanti sedie del teatro, mentre da ogni angolo della stanza si elevavano delle grida: “Lo farò io”. Sembrava una competizione, per vedere chi lo diceva più forte e con maggiore convinzione.
L’anno successivo, a questa stessa conferenza, lo stesso scenario si è ripetuto, soltanto che al posto di Glory il videoclip era la scena “Oh capitano! mio capitano” dell’Attimo Fuggente. Il mio amico Lachlan si sporse e disse: “Ci farà alzare tutti in piedi sui banchi”. Certo, dopo un po’ di preparazione ci fu una pausa e, “Oh capitano! mio capitano!”, tutti in piedi sui banchi. Tutti quelli che non avevano frequentato l’anno prima erano profondamente commossi.
L’anno successivo, si ripeté di nuovo.

In mezzo a questi momenti in cui andava in onda una precisa “messinscena spirituale”, ce n’erano molti altri in cui eravamo radunati in piccoli gruppi e abbiamo parlato della nostra fede in modo diretto e decisamente più silenzioso. Questi momenti erano intensi e sinceri, eppure rimanevano marginali. Erano episodi poco frequenti che nascevano spontaneamente. Raramente qualcuno si è seduto per parlarci degli aspetti della fede più ordinari, potremmo dire quotidiani e del tutto normali. Non corrispondeva alla logica di tutto ciò che ci dicevano a proposito della fede: essere cristiani era troppo forteNon si poteva essere “ordinari”. Così sono stato addestrato a rincorrere un’esperienza pirotecnica dopo l’altra, vivendo dei picchi emozionali per poi mettermi subito alla ricerca della prossima sensazione straordinaria.

La mia esperienza è stata comunque modesta rispetto a ciò che molti cristiani hanno visto e vissuto nelle chiese. Ci sono innumerevoli esempi di guaritori prezzolati, incantatori di serpenti e carismatici istrionici, che non arretrano di fronte a nulla, fossero pure le risate sante, il ruggire sacro, cadute nello spirito e molto altro ancora.
Una stranezza più recente sono state le manifestazioni della nuvola di gloria avvenute nella chiesa Bethel a Redding, in California. Per alcuni mesi, durante i servizi di culto nella chiesa, una nuvola di brillantini appariva nell’aria sopra le teste degli adoratori mentre cantavano, ballavano e gridavano affinché Dio operasse. Le persone hanno riferito di aver visto dei gioielli sul tappeto o persino nelle loro case dopo che avevano la sciato la chiesa. Pellegrini alla ricerca dell’evento straordinario hanno viaggiato fino a Bethel per vedere la nuvola gloriosa, e iscriversi alla loro “Scuola di Ministero soprannaturale”.

Un mio amico ha partecipato a uno di questi culti. Mentre la nuvola appariva in questo culto, era accompagnata da piume (le persone naturalmente presumevano fossero piume d’angelo). Il mio amico stava guardando una piuma cadere verso di lui quando una ragazza estatica lo spinse di lato, aprì le braccia al cielo e prese la piuma nella sua bocca. E la ingurgitò!

Puoi guardare scene come questa su YouTube. Puoi anche vedere diversi video che analizzano il fenomeno, compresi quelli che esaminano le cose al microscopio. Si scopre che la polvere della nuvola gloriosa assomiglia molto al tipo di brillantini cosmetici usati dalle ragazze pompon e dalle spogliarelliste. Si scopre anche che il punto da cui si diffonde la nuvola nella sala è vicino alle prese d’aria della chiesa.

C’è una linea sottile tra il desiderio di coltivare un’esperienza emotivamente trascendente e la diffusione di brillantini luccicanti tramite le prese d’aria. E mentre le bufale religiose sono vecchie quanto l’umanità stessa, c’è un filo che collega questo a campeggi dove tutto è incentrato sui giochi, a raduni di chiesa emotivamente manipolativi e a ogni altro fenomeno di clamore e spettacolo che imperversa nella chiesa di oggi. Tutti sono radicati in un profondo cinismo.

Rivelano una perdita di fiducia nelle attività che hanno formato e unificato la Chiesa nelle generazioni precedenti: pratiche radicate nella Parola di Dio, nella preghiera, nella comunione fraterna, incontri che celebrano la vita condivisa e condivisibile di una comunità di fede (Atti 2:42). Se non abbiamo fiducia che Dio si riveli in queste pratiche spirituali, sperimentiamo l’esigenza pressante di fare accadere qualcosa a tutti i costi.

Impariamo a dipendere da questi stati d’animo e ci sentiamo male quando siamo in astinenza. Tanto per dire, potremmo trovarci perfino nel vero luogo in cui è morto Gesù e non essere in grado di provare nulla. Dov’è il discorso motivazionale tanto atteso? Dov’è il gruppo musicale? Chi mi aiuterà a provare qualcosa? Il potere dell’abitudine fa sì che il corpo e la nostra anima si sintonizzino solamente a certe condizioni, quando cogliamo determinati ritmi. Viviamo in funzione della prossima dose, e quando questa viene a mancare siamo in crisi, poiché viviamo un cristianesimo dopato.

C’è un denominatore comune che lega queste esperienze. Tutti i nostri sforzi religiosi scaturiscono da un cuore che desidera ardentemente la redenzione, la spiritualità e, soprattutto, il contatto con Dio. Perciò Lo cerchiamo in oggetti incantati, come croci di plastica o piume dal cielo, o nei momenti più estatici di un servizio di culto.

Più di ogni altra cosa, stiamo cercando una sorta di assicurazione che Dio sia ancora lì, che si mostrerà ancora benigno nei nostri confronti. Per ritrovare quella sicurezza, dobbiamo separare ciò che siamo soliti aspettarci, come le esperienze di vario genere in “cima al monte”, e ciò che Dio promette: il tranquillo conforto della Sua presenza reale.

Nelle Scritture vediamo che Dio non arriva in una tempesta, ma in una voce dolce e sommessa. Non come un guerriero che fa sfaceli, ma come un falegname. Non viene in una tribù vittoriosa, ma in una chiesa impoverita e perseguitata. La vera meraviglia è che questo è ciò che vogliamo davvero. Le esperienze sulla “cima del monte” non bastano, ma la presenza di Gesù riesce in questo intento, e Lui ha promesso che non ci abbandonerà.
È presente quando stiamo cucinando o discutiamo con il nostro capo. Mentre rispondiamo a una chiamata alla consacrazione o nei nostri tranquilli momenti di preghiera individuale. È misterioso e nascosto, eppure è una promessa fondamentale del Nuovo Testamento: Dio è con noi.

Dobbiamo imparare a distinguere il nostro bisogno di quella presenza reale, dall’eccitazione che sperimentiamo in occasione di un culto di adorazione particolarmente guidato. Abbiamo bisogno di scoprire che la presenza di Dio è spesso più semplice, tranquilla e sottile di quanto certe esperienze cristiane ci abbiano insegnato a credere.

Questo non vuol dire che i momenti più intensi non siano importanti. Abbiamo bisogno di queste esperienze. Abbiamo bisogno di momenti in cui i mari si separano, le montagne si abbassano e i morti risuscitano. Ma abbiamo anche bisogno della presenza di Dio in modo ordinario, nella guida costante di una nuvola di giorno e di un fuoco notturno. Abbiamo bisogno della luce della lampada che illumini i nostri passi e della vicinanza e dell’umiltà di un pastore. E abbiamo bisogno di fiducia in quella presenza quando sopraggiungono le tempeste e la sofferenza ci lascia stanchi e tristi, le notti buie al capezzale di un malato e negli ospedali, quando l’ultima cosa che ci possa consolare è proprio un’adorazione in stile rock con laser e fumo.

Soltanto quel tipo di presenza “ordinaria” può permetterci di mettere radici profonde, in un mondo disincantato e scettico. È una presenza che arriviamo a conoscere più intimamente nella quiete della preghiera e nella semplicità della Parola di Dio. Di contro, una spiritualità che non ci insegna a pregare nelle ore più buie o non ci spinge ad ascoltare la voce di Dio attraverso le Scritture, ci lascerà morire di fame, e allora andremo sempre alla ricerca del “qualcosa di più o comunque di diverso”.

Possiamo avere Gesù senza la chiesa?


chiesa foto

Non ti separare dal corpo di Cristo

Efesini 5 è spesso considerato un testo contenente istruzioni per il matrimonio, e in effetti lo è. Tuttavia, credo che esso contenga istruzioni anche riguardo alla chiesa, specialmente in un’epoca in cui molti evangelici hanno un’ecclesiologia del tipo “prendere o lasciare”, una via di mezzo tra “Amo Gesù, ma non la chiesa” e “Vado in chiesa, ma solo fintanto che essa soddisfa i miei bisogni”.

L’affermazione di Paolo “Cristo è capo della chiesa, ed egli stesso è Salvatore del corpo” è un’affermazione di unione e di connessione ad un’unica carne. La testa è necessariamente connessa al corpo ed esercita autorità su di esso, ma ha anche bisogno di un corpo pienamente funzionante per muoversi efficacemente. Per qualche misterioso motivo, Cristo si è umilmente attaccato a un corpo imperfetto (formato da coloro che credono in lui) e ha amato questo corpo, riempiendolo con il suo Spirito che santifica, per perfezionarlo in vista di quel momento futuro di gloria “senza macchia o ruga”. Fino ad allora la chiesa continuerà ad essere imperfetta.

“SE SIAMO UNITI A CRISTO, LA TESTA, ALLORA SAREMO NECESSARIAMENTE

COLLEGATI AL SUO CORPO, LA CHIESA”.

Purtroppo, per alcune persone la natura ancora imperfetta della chiesa si rivela troppo difficile da sopportare. Alcuni preferiscono essere “spirituali ma non religiosi”. Essi abbracciano Gesù, ma mollano la chiesa, ignari del fatto che, in questo modo, stanno abbracciando una testa mozzata. Coloro che invece riconoscono l’importanza del concetto biblico di chiesa ridefiniscono la “chiesa” come piace a loro. Queste sono le persone che amano dire “Noi non andiamo in chiesa, noi siamo la chiesa”. Uno di questi è Donald Miller, che dice di connettersi maggiormente con Dio fuori dalla chiesa e dice: «La chiesa è intorno a noi e non va limitata a una tribù specifica». Un altro di questi è Rob Bell, il quale ora crede che “chiesa” significhi semplicemente far parte di in una comunità di spiaggia con la propria “piccola tribù di amici” (“Siamo sempre in chiesa”).

Ma quanto possiamo crescere veramente quando definiamo la chiesa come vogliamo noi, secondo le nostre preferenze e inclinazioni, e restando con una “tribù” di persone che si “connettono con Dio” perlopiù facendo surf e bevendo birra artigianale insieme? Come dice R.C. Sproul, “Supporre che faremo progressi nella santificazione isolandoci dalla chiesa visibile è folle e peccaminoso”.

Spurgeon (Dio lo benedica) non aveva peli sulla lingua riguardo a questo tema. Ecco cosa diceva lui:

“Credo che ciascun cristiano debba unirsi a una chiesa visibile; questo è il suo dovere secondo le Scritture. I figli di Dio non sono cani, altrimenti potrebbero muoversi da soli. Sono pecore, perciò dovrebbero muoversi in greggi”.

È possibile “avere Gesù senza la chiesa?” In realtà no. Se siamo uniti a Cristo, la testa, allora saremo necessariamente collegati al suo corpo, la chiesa. “Cristo si identifica totalmente con il suo popolo,” dice Sam Allberry, “trascurare la chiesa significa trascurare Gesù”.

La vera scelta che dobbiamo fare è questa: vogliamo essere collegati alla linfa vitale e all’energia del corpo, oppure vogliamo staccarci da questo corpo, restando immobili come un dito tagliato o una gamba amputata? Il vantaggio di essere un dito tagliato è che non devi preoccuparti di collaborare con le altre dita, le quali per di più sono anche fastidiose. Lo svantaggio è che in realtà non puoi fare niente e non hai alcuna connessione biologica con i segnali neuronali che provengono dalla testa.

Traduzione a cura di Lorenzo Giusepponi

Photo by Timothy Meinberg on Unsplash

di Brett McCracken | Coramdeo.it