Non sarai mai abbandonato!


“Nessuno potrà resistere di fronte a te tutti i giorni della tua vita; come sono stato con Mosè, così sarò con te; io non ti lascerò e non ti abbandonerò.” (Giosuè 1:5)Giosuè stava per farsi carico di una grande responsabilità; condurre Israele nella terra promessa e, di fronte a tale compito, si sentiva inadeguato, perciò Dio lo rassicurò promettendogli che non lo avrebbe mai lasciato da solo, così come aveva fatto con Mosè.Quando arrivano le prove o il disastro ci colpisce, quando succede qualcosa che non possiamo spiegare è facile sentirsi abbandonati da Dio, ma la Bibbia afferma chiaramente che questo non è vero; non solo, ma è impossibile che ciò accada! Sappi che Dio ha in cantiere diversi progetti per la tua vita e sono sicuro che quest’anno porterà con se tante belle sorprese, ma la Sua Presenza con noi non significa che le cose andranno sempre bene. I cristiani possono sperimentare la malattia, il dolore e il fallimento, ma Dio continuerà a camminare con noi e ad essere vicino anche nei nostri dolori o fallimenti. La sua compagnia è capace di portare un conforto che supera ogni intelligenza. (Filippesi 4:7)Dunque, sii pur certo che come Dio è stato con Mosè e Giosuè, Egli sarà con te!Qualunque siano le difficoltà che ti si presenteranno davanti, non dovrai affrontarle da solo. Il Signore non ti deluderà mai e né mai ti abbandonerà. Questa è la Sua promessa per te!L’incertezza di ciò che accompagnerà questo nuovo anno 2022, non scalfisce per niente la pace di Dio in te, perché essa pone le sue fondamenta su questa certezza: Dio sarà con te! E se Dio lo ha detto, stai tranquillo che così sarà!Pace e Buon Anno a tutti!

Testimonianza-Cetty Alvarez


Pace a tutti voi mi chiamo Cetty Alvarez e voglio condividere con voi l’immenso amore che il Signore ha per i suoi figli. Sono nata in una famiglia di credenti e per molti anni ho frequentato la comunità nella quale mio padre era pastore, crescendo però ho smesso di farlo… Dentro di me ne sentivo il bisogno, ma alcuni problemi familiari mi hanno fatto allontanare. Intorno ai 18 anni ho conosciuto Maurizio, mio marito, che non conosceva questo Dio buono di cui tanto gli parlavo ma che è stato proprio il tramite per farmi riprendere quella relazione che io anni prima avevo interrotto. Da quel giorno iniziai la mia battaglia in preghiera affinché mio marito si convertisse, ma era molto legato a tradizioni familiari e religiose. Circa 2 anni fa il Signore usò mio figlio che, incoraggiato da mio nipote,che frequentava la nostra attuale comunità, iniziò a frequentare anche lui fino a prendere la decisione di battezzarsi: quella fu l’occasione in cui anche io e mio marito abbiamo deciso di accettare Gesù nel nostro cuore. Quello che non mi aspettavo è ciò che mi è successo l’anno dopo la mia conversione: nel mese di maggio un neo che avevo sulla spalla incominciò a darmi fastidio , mi recai in ospedale per una visita e lo asportarono subito, esaminandolo si scoprì che si trattava di un melanoma di 3°stadio (tumore maligno della pelle) a rapida diffusione; fui sottoposta successivamente ad altri 3 interventi e ogni volta le mie certezze venivano messe a dura prova. MI chiedevo come mai, ora che la mia famiglia era vicina al Signore, mi succedeva tutto questo… Però sapevo che avevo dalla mia parte un Padre che si sarebbe preso cura di me. Dovevo solo accettare la Sua volontà per la mia vita e sapevo che avrei dovuto affrontare quella situazione con la certezza di uscirne vittoriosa, le circostanze mi dicevano che non era così infatti il medico chiamò mio marito e gli disse che ciò che avevano asportato non era nulla di buono, ma proprio quando ogni speranza era indebolita, l’esame istologico risultava “appena” alterato. Il Signore mi dimostrò ancora una volta che l’ultima parola spetta a Lui e che è sovrano su ogni situazione anche la più disperata. Oggi voglio incoraggiare chi purtroppo si trova ad affrontare una malattia: Tieni lo sguardo fisso su Dio, a volte i miracoli sono immediati, visibili, altre volte il Signore usa i medici ma Egli arriva sempre al momento giusto…. Dio ci benedica… Cetty Alvarez

5 PASSI-INCORAGGIAMENTO IN QUESTI TEMPI DIFFICILI


5 Passi
Incoraggiamento della settimana.

Cinque passi per andare avanti nelle perdite.

La vita è piena di perdite. È triste ricordare che nulla intorno a noi è permanente. Cari amici, tutti nelle nostre congregazioni attraversiamo periodi di perdita in cui perderemo le proprie finanze, il lavoro, la salute, il matrimonio o i propri cari. E dobbiamo aiutarci in questi periodi.

Ecco cinque passaggi che possiamo condividere con i nostri cari per aiutarli a superare le stagioni di perdita:

Aiutali a liberare il loro dolore.
La tragedia produce sempre forti emozioni: perdita, rabbia, paura, depressione, preoccupazione e talvolta senso di colpa. Alcune persone non affrontano mai questi sentimenti. Li spingono semplicemente giù e fanno finta che non ci siano. Poi stanno ancora lottando con le loro emozioni irrisolte 30 anni dopo.

Esiste un mito secondo cui Dio vuole che andiamo sempre in giro con il sorriso sui nostri volti, indipendentemente da come ci sentiamo o ciò con cui abbiamo a che fare all’interno. Gesù ha insegnato l’esatto contrario. Ha detto in Matteo 4: 4, “Beati quelli che piangono, perché saranno confortati” (NIV). Quando una persona cara muore, è naturale che ci mancherà.

È importante che invece di provare questi sentimenti nella nostra testa, iniziamo ad affrontarli. Lo facciamo gridando a Dio. Salmo 62: 8 dice: “Abbiate sempre fiducia in lui, gente. Apri i tuoi cuori alla sua presenza. Dio è il nostro rifugio ” (GW).

Incoraggiali a ricevere aiuto dagli altri.
È umano voler allontanarsi dagli altri quando stiamo soffrendo. Ma dobbiamo fare esattamente l’opposto. Galati 6: 2 ci ricorda di essere coinvolti nella vita delle persone durante questi periodi difficili. Paolo scrive: “Aiutandovi a vicenda nei vostri guai, obbedite veramente alla legge di Cristo” (NCV).

Quando le persone attraversano periodi di perdita, hanno bisogno del sostegno e della prospettiva degli altri. È difficile vedere l’intera immagine quando il dolore restringe la loro attenzione. Non puoi fornire tutto quel sostegno e prospettiva nemmeno alle persone della tua congregazione. Ecco perché è importante coinvolgere le persone in piccoli gruppi prima che affrontino periodi di perdita. È molto più facile sviluppare questi ponti relazionali prima in modo che quando si verifica la perdita, abbiano già una rete di supporto.

Mostra loro come combattere l’amarezza.
Saremo sempre feriti da altre persone intenzionalmente e involontariamente. Non c’è modo di aggirarlo. Ma quando permettiamo all’amarezza di crescere nelle nostre vite, stiamo solo facendo del male a noi stessi, rendendoci infelici. Ebrei 12:15 dice: “Guardati dal voltarti indietro dalla grazia di Dio. Nessuno diventi come una pianta amara che cresce e causa molti guai con il suo veleno ” (GNT).

Ecco perché è così importante aiutare le persone ad essere oneste riguardo all’amarezza nelle loro vite. Come lo facciamo?

In primo luogo, insegniamo loro ad accettare ciò che non può essere cambiato. La fede non sta ignorando le difficoltà nelle nostre vite. La fede rifiuta di lasciarsi scoraggiare da queste realtà.
In secondo luogo, li aiutiamo a guardare cosa è rimasto piuttosto che cosa è rimasto . Incoraggia le persone a fare un elenco di 100 cose per cui sono grate. Una persona non può essere grata e depressa allo stesso tempo.
Ricorda loro cosa è importante.
Le perdite e le tragedie hanno un modo per mettere tutto in prospettiva. Chiariscono i tuoi valori e ti aiutano a capire le tue priorità. Una volta Gesù disse: “State attenti e guardatevi da ogni tipo di avidità; perché la vera vita di una persona non è composta dalle cose che possiede, non importa quanto ricca possa essere ” (Luca 12:15 GNT). A volte è facile per noi confondere il nostro patrimonio netto con la nostra autostima, ma c’è una grande differenza tra i due. Durante una stagione di sconfitta, è importante chiarire ciò che conta davvero.

Insegna loro a fare affidamento su Cristo.
Paolo ci insegna il segreto per affrontare il dolore in Filippesi 4: 12-13: “Non importa quale sia la situazione, ho imparato il segreto di come vivere quando sono pieno o quando ho fame, quando ho anche molto o quando ho troppo poco. Posso fare tutto per mezzo di Cristo che mi rafforza “.

Ci indica Gesù.

Le persone in lutto devono imparare tre cose:

Appoggiati a Dio per la stabilità. Una grave perdita ci fa sempre perdere la testa e avremo fame di stabilità.
Ascolta Gesù per ricevere istruzioni. Dobbiamo riposare nella speranza che Dio abbia un piano per il nostro futuro.
Guarda a Cristo per la salvezza. Molte persone sono più aperte alla buona notizia del Vangelo durante i periodi di perdita che in qualsiasi altro momento.
Aiutare le persone ad affrontare i periodi di perdita è una parte importante del ministero. Non è compito tuo spiegare tutte le tragedie della vita. Ma puoi dare loro una ragione per sperare.

Tradotto da:
Ev. Giuseppe Scaringella
Presidente nazionale MCRI
Formatore europeo del piano
P. E. A. C. E. di R. Worren
Fonte: Pastors.com

La guarigione nelle sue ali!-“Non temiamo il Coronavirus”


lode 3

I medici, gli studiosi, i tecnici dei farmaci, i virologi, tutti fanno il possibile per aiutare il loro prossimo e tutto l’umanità in generale per uscire fuori da questa grande crisi che si chiama Covid-19 oppure nCoV-2019 (se parliamo di virus).

La bibbia ha per noi credenti delle promesse: “Ma per voi che temete il mio nome, sorgerà il sole della giustizia con la guarigione nelle sue ali” (Malachia 4:2)

Chi potrò portarci via questa promessa?
Chi potrà portarci via la guarigione dalle sue grandi ali?

Viviamo in un periodo di grande tensione, politica, religiosa, forse per molti anche spirituale, eppure lo Spirito di Dio è con noi!

Avvertiamo la sua presenza, riconosciamo la sua delicatezza! In un momento cosi difficile per l’uomo, Dio ci fa comprendere meglio che ogni speranza viene solo ed unicamente da Lui.

Noi credenti siamo abituati a rivolgerci a Dio non solo quando c’è un epidemia (o peggio ancora la pandemia), noi credenti ci rivolgiamo a Dio tutti i giorni!

Forse in questi tempi difficili aumentiamo la nostra preghiera perché riconosciamo di essere in pericolo, e quindi abbiamo bisogno di maggiore sostegno spirituale.

Egli non si dimentica di noi, rimaniamo sotto le sue grandi ali, chiediamo la sua protezione ed il nostro grande Dio ci proteggerà meglio di un farmaco, di una legge nazionale, di un vaccino e di una porta di casa chiusa.

Sia benedetto in eterno il nome del Signore!

CHE VUOI CHE TI FACCIA?


peppe 3Luca 18: 38 Allora egli gridò, dicendo: «Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me». 39 Quelli che camminavano davanti lo sgridavano perché tacesse, ma lui gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me». 40 Allora Gesù, fermatosi, ordinò che gli fosse condotto e, quando gli fu vicino, lo interrogò, 41 dicendo: «Cosa vuoi che io ti faccia?». Ed egli disse: «Signore, che io recuperi la vista». 42 E Gesù gli disse: «Recupera la vista; la tua fede ti ha guarito». 43 All’istante egli recuperò la vista e lo seguiva glorificando Dio; e tutto il popolo, vedendo questo, diede lode a Dio. Ezechiele 36:26 Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra, e vi darò un cuore di carne. Gesù lo vedeva che era cieco, ma, Egli può dare molto di più della vista. Ma il più delle volte l’uomo , incentrato nel bisogno materiale, malattia, bisogno economico ecc. chiede la soluzione al suo problema materiale che poi svanisce in polvere come tutto il corpo dopo morto. Gesù ci ricorda di non farci tesori sulla terra dove la tignola e la ruggine consumano e i ladri rubano, ma di farci tesori per il cielo che durano in eterno. Perché, perché, siamo così incentrati sempre sui bisogni del fisico quando dovrebbero primeggiare i tanti bisogni spirituali dell’anima? Ad un paralitico, oltre alla guarigione del corpo gli disse: “i tuoi peccati ti sono rimessi”! Alla domanda di Gesù: “che vuoi che io ti faccia?” mai nessuno ha chiesto di essere salvato ( guarito) nell’anima. Tu , cosa vuoi chiedere alla domanda di Cristo? :”Cosa vuoi che io ti faccia?”. La giusta richiesta sarebbe: “ dammi un cuore nuovo, mettimi dentro uno spirito nuovo; toglimi il cuore di pietra e mettimi un cuore di carne che sappia amare devotamente te e il mio prossimo come lo ami tu”. Falla tu con me questa richiesta e iniziamo una nuova vita per Cristo. Amen

LA SEDIA VUOTA


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LA SEDIA VUOTA In un villaggio della Spagna, la figlia di un uomo chiese
al sacerdote che si recasse a casa sua per un momento di preghiera con suo padre che era molto malato.
Quando il sacerdote arrivò alla camera trovò questo pover’uomo nel suo letto con il capo sollevato da due cuscini.
C’era una sedia a lato del suo letto, per cui il sacerdote pensò che l’uomo sapesse che sarebbe venuto a trovarlo.
“Suppongo che mi stesse aspettando…” gli disse.
“No, chi è lei?” , disse l’uomo malato.
“Sono il sacerdote che sua figlia ha chiamato perché pregasse con lei; quando sono entrato ed ho notato la sedia vuota a lato del suo letto ho supposto che lei sapesse che sarei venuto a visitarla”
“Ah sì, la Sedia. Le dispiace chiudere la porta?”. Disse l’uomo malato.
Il sacerdote, sorpreso, chiuse la porta.
L’uomo malato gli disse:
“Questo non l’ho mai detto a nessuno, però ho trascorso tutta la mia vita senza sapere come pregare.
Quando sono stato in chiesa ho sempre ascoltato quanto mi veniva detto circa il rispetto della preghiera, come si deve pregare ed i benefici che porta……però oltre questo della preghiera non so…!
Mi entra per un orecchio e mi esce dall’altro.
Comunque non ho idea di come fare. Allora… molto tempo fa abbandonai completamente la preghiera.
Ho continuato così dentro di me fino a circa quattro anni fa, quando, conversando con il mio migliore amico, egli mi disse:
“Giuseppe, la preghiera è semplicemente avere una conversazione con Gesù, ti suggerisco di fare così…: Ti siedi su una sedia e collochi un’altra sedia vuota davanti a te, quindi con fede guardi Gesù seduto davanti a te. Non è una scemenza farlo poiché Lui ci disse:
-“Io sarò sempre con voi”-
Quindi parlagli ed ascoltalo allo stesso modo in cui lo stai facendo con me ora”.
Così ho fatto una volta e mi è piaciuto talmente che ho continuato a farlo per almeno un paiod’ore al giorno da allora.
Presto sempre molta attenzione a non farmi vedere da mia figlia… altrimenti mi internerebbe subito in un manicomio”.
Il sacerdote provò una grande emozione ascoltando tutto questo e disse a Giuseppe che ciò che faceva era qualcosa di molto buono e che non avrebbe dovuto mai smettere di farlo.
Quindi pregò con lui. 
Gli impartì la benedizione e tornò alla sua parrocchia.
Due giorni dopo, la figlia di Giuseppe chiamò il sacerdote per dirgli che suo padre era morto.
Il sacerdote le chiese:
-E’ morto in Pace?-.
-Sì, quando uscii di casa circa alle due del pomeriggio mi chiamò ed andai da lui a lo vidi nel suo letto. 
Mi disse che mi amava molto e mi dette un bacio.
Quando ritornai dal fare alcune commissioni un’ora dopo lo trovai già morto. 
C’è tuttavia qualcosa di strano rispetto alla sua morte, poiché proprio prima di morire si avvicinò alla sedia che era a lato del suo letto ed appoggiò la sua testa su di essa, ed infatti così l’ho ritrovato.
Che cosa crede lei che possa significare questo?”.
Il sacerdote profondamente commosso, si asciugò le lacrime dell’emozione e le rispose:
”Magari tutti noi potessimo andarcene in questo modo”…