IL GIUDIZIO-GIUDICARE


Smettiamo dunque di giudicarci gli uni gli altri; decidetevi piuttosto a non porre inciampo sulla via del fratello, né a essere per lui un’occasione di caduta. Io so e sono persuaso nel Signore Gesù che nulla è impuro in sé stesso; però se uno pensa che una cosa è impura, per lui è impura. Ora, se a motivo di un cibo tuo fratello è turbato, tu non cammini più secondo amore. Non perdere, con il tuo cibo, colui per il quale Cristo è morto! Ciò che è bene per voi non sia dunque oggetto di biasimo; perché il regno di Dio non consiste in vivanda né in bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo. Poiché chi serve Cristo in questo, è gradito a Dio e approvato dagli uomini.
Cerchiamo dunque di conseguire le cose che contribuiscono alla pace e alla reciproca edificazione. Non distruggere, per un cibo, l’opera di Dio. Certo, tutte le cose sono pure; ma è male quando uno mangia dando occasione di peccato. È bene non mangiar carne, né bere vino, né far nulla che possa essere occasione di caduta al fratello. Tu, la fede che hai, serbala per te stesso, davanti a Dio. Beato colui che non condanna sé stesso in quello che approva. Ma chi ha dei dubbi riguardo a ciò che mangia è condannato, perché la sua condotta non è dettata dalla fede; e tutto quello che non viene da fede è peccato.
(Rom. 14.13-23)

Questo invito di Paolo, ai Romani, viene ripreso anche in altri scritti. Ricercare la pace e la mutua edificazione, è quel modo di agire che contribuisce a creare e mantenere un clima di prosperità spirituale nella chiesa. In una simile circostanza, tutti i credenti, vivono una continua crescita spirituale. Nello specifico, però, dobbiamo attenerci a delle semplici regole affinché questo avvenga.
Non giudicarci gli uni gli altri: infatti, quello che riesce meglio ai credenti è quello di “commentare” gli errori dei fratelli e delle sorelle. Facendo questa si da inizio ad una catena di amarezza, contese, mormoramenti in tutta la comunità.
Per edificare ci vuole comprensione, comprendere con il metro della Parola di Dio, non in base all’apparenza come molti invece fanno.
Il terzo consiglio è quello di servire Gesù; ma questo può avvenire quando si è liberi nello spirito, non aggravati da pregiudizi o favoritismi. E’ comprensibile che un fratello o una sorella, presi di mira da pettegolezzi, critiche o vani ragionamenti, non potranno mai essere di nessun aiuto per la comunità ed è abbastanza comprensibile il motivo.
Il corpo di Cristo deva aiutare, edificare e far crescere i credenti, se questo non avviene, forse, c’è da rivedere qualcosa.

Gesù è IL NOSTRO LIBERATORE, GUARITORE E SALVATORE


Approdarono nel paese dei Gerasèni, che sta di fronte alla Galilea. Quando egli fu sceso a terra, gli venne incontro un uomo della città: era posseduto da demòni e da molto tempo non indossava vestiti, non abitava in una casa, ma stava fra le tombe. Appena vide Gesù, lanciò un grido, si inginocchiò davanti a lui e disse a gran voce: «Che c’è fra me e te, Gesù, Figlio del Dio Altissimo? Ti prego, non tormentarmi». Gesù, infatti, aveva comandato allo spirito immondo di uscire da quell’uomo, di cui si era impadronito da molto tempo; e, anche quando lo legavano con catene e lo custodivano in ceppi, spezzava i legami, e veniva trascinato via dal demonio nei deserti. Gesù gli domandò: «Qual è il tuo nome?» Ed egli rispose: «Legione»; perché molti demòni erano entrati in lui. Ed essi lo pregavano che non comandasse loro di andare nell’abisso. C’era là un branco numeroso di porci che pascolava sul monte; e i demòni lo pregarono di permetter loro di entrare in quelli. Ed egli lo permise. I demòni, usciti da quell’uomo, entrarono nei porci; e quel branco si gettò a precipizio giù nel lago e affogò. Coloro che li custodivano videro ciò che era avvenuto, se ne fuggirono e portarono la notizia in città e per la campagna. La gente uscì a vedere l’accaduto; e, venuta da Gesù, trovò l’uomo, dal quale erano usciti i demòni, che sedeva ai piedi di Gesù, vestito e sano di mente; e si impaurirono. Quelli che avevano visto, raccontarono loro come l’indemoniato era stato liberato. L’intera popolazione della regione dei Gerasèni pregò Gesù che se ne andasse via da loro; perché erano presi da grande spavento.
Egli, salito sulla barca, se ne tornò indietro. L’uomo dal quale erano usciti i demòni, lo pregava di poter restare con lui, ma Gesù lo rimandò, dicendo: «Torna a casa tua, e racconta le grandi cose che Dio ha fatte per te». Ed egli se ne andò per tutta la città, proclamando tutto quello che Gesù aveva fatto per lui.

Ho voluto di proposito prendere questo passo biblico perché c’è un grande e forte messaggio per ognuno di noi. La storia parla appunto, di un uomo fortemente alienato e posseduto da demoni, i quali lo avevano ridotto in misero stato; senza più dignità morale e spirituale, nonché fisica, vagava nei deserti senza speranza alcuna. Gesù, lo liberò…ed egli andò a testimoniare della sua nuova vita in Cristo.
Cari nel Signore, non mi dilungherò molto, ma vorrei portare tutti voi ad un’ AUTOANALISI, e scoprirete quanto di malvagio c’è nel cuore e nella mente dell’uomo. Non tutti, grazie a Dio siamo posseduti da demoni, intesi come legione, ma sicuramente abita in noi un vizio o un peccato, o più vizi e più peccati ricorrenti, che comunque ci tengono allo stesso livello dell’indemoniato in questione. legati, alienati, poveri e malandati. Abbiamo due scelte: farci liberare o continuare nella nostra vita di miseria e perdizione. Gesù è IL NOSTRO LIBERATORE, GUARITORE E SALVATORE. Le virtù del suo sangue non si sono esaurite e fermate al suo tempo, lascia che il Signore operi nella tua vita e tu possa riacquistare dignità. Chiedi perdono a Dio per i tuoi peccati, i tuoi vizi. Ravvediti, rinasci ed indossa abiti nuovi e puliti e poi vai e PROCLAMA LA SALVEZZA IN CRISTO….DTBG

LO CAPIRAI DOPO


Il Signore Gesù non spiega sempre il Suo comportamento e le Sue azioni nei nostri riguardi, e non è in obbligo di farlo. Se potessimo sempre vedere e comprendere ogni cosa, la fede non si renderebbe necessaria. Queste parole di Gesù, che nell’immediatezza possono sembrare addirittura offensive, sono invece rivelatrici di una grande verità: quante cose non capiamo seppure abbiamo la presunzione di sapere! Queste parole dal significato più alto, profondo e ampio, sono uno schiaffo alla nostra superbia. Esse, infatti, collocano il nostro io nella giusta posizione, noi siamo creature, Dio il Creatore; noi siamo essere umani, il Signore è Dio. C’è un abisso tra le nostre umane limitazioni e la Sua gloria infinita. Come possiamo pensare di capire quanto attiene alla Sua sapienza, alla Sua sovranità, al piano di Dio nel corso dei secoli e alla nostra stessa vita. Per questo dobbiamo preparaci. Ci sono molte cose che non capiremo né ora né mai, su questa terra; potranno verificarsi circostanze e situazioni a cui non sapremo dare un senso, ma, allo stesso tempo dobbiamo nutrire la fiducia che un giorno, Dio volendo, capiremo la ragione di tutto. Il consiglio eterno di Dio contenuto in questo versetto deve essere una fonte di sapienza, una massima d’oro da depositare nella nostra memoria. Ci permetterà di dichiarare che tutto procede bene persino quando ci verrebbe da pensare che tutto stia andando a rotoli. Quando non riusciamo a vederLo, quando siamo nella malattia, nel dolore, nel lutto, nella delusione, dobbiamo raccogliere la fede e la pazienza e sentire Gesù sussurrarci:” Tu non sai quello che io faccio ma lo capirai dopo”. Il perché di molti eventi e circostanze permessi da Dio ci lascerà perplessi, allo stesso modo come il gesto di Gesù che si chinò a lavare i piedi, confuse e imbarazzò Pietro. La sapienza, l’adeguatezza e la necessità di molte cose saranno spesso nascoste ai nostri occhi; ma come Pietro comprese il pieno significato di tutto quello che accadde nella memorabile notte prima della crocifissione, quando Cristo aveva ormai lasciato il mondo, allo stesso modo verrà il giorno in cui ogni pagina buia della nostra storia sarà spiegata, quando un giorno, con Cristo nella gloria, conosceremo ogni cosa. Possiamo quindi non comprendere perché il Signore permetta al vomere dell’aratro del lutto o della sofferenza di sconvolgere il terreno del nostro cuore e potremmo essere tentati di dubitare della Sua cura amorevole, ma ricordiamoci: lo capiremo dopo!

Viviamo un Cristianesimo Dopato?


Sono cresciuto in chiese evangeliche dove mi sono attenuto a una dieta costante fatta di spettacolo e montature sceniche.

Quando avevo sei o sette anni, ho partecipato a un musical natalizio in una mega chiesa a Houston. I miei ricordi sono un po’ confusi, ma credo ci fosse una scaletta di brani che andavano per la maggiore nel corso degli anni, e ogni pezzo musicale rappresentava il modo in cui questa festa veniva celebrata in un determinato decennio. Hanno cantato “Rockin’ Around the Christmas Tree” (Dondolandosi intorno all’albero di Natale) per gli anni Cinquanta e “I’ll Be Home for Christmas” (Tornerò a casa per Natale) legato agli anni Quaranta, tutti avevano un abbigliamento che cercava di essere coevo a quel periodo.
La scena cui ho partecipato strizzava l’occhio agli anni sessanta. Indossavo pantaloni bianchi a zampa di elefante che avevano un triangolo di stoffa a pois nella parte più bassa, una tunica di raso arancione sformata e una catenina di perle colorate tipica della cultura hippie.

Alcuni mesi prima, mi sono battezzato in un’altra mega chiesa battista a Houston. Nei miei ricordi, questo posto condivide le dimensioni e l’estetica di un centro congressi. Massiccio, moderno e freddo. Il pastore che mi battezzò indossava pesanti stivali di gomma, si sistemò i capelli in uno specchio, si infilò una veste bianca sulle spalle e si aggiustò di nuovo i capelli. Chiese educatamente a tutti coloro che venivano battezzati di non bagnargli i capelli nel momento in cui entravamo e uscivamo dall’acqua.

Quello stesso pastore ha ora la sua denominazione, diffusa in vari Stati, dove proiettano i suoi sermoni sui grandi schermi. Ho sentito che l’hanno filmato con le telecamere RED, che costano quasi quanto una casa. Ha un blog su cui si discute dell’abbigliamento dei pastori, parlando di tutto ciò che tra di loro fa tendenza. Ha scritto un libro sul sesso e ha passato un giorno e una notte a trasmettere interviste su quest’argomento da un letto collocato sul tetto della sua chiesa. Ha anche dei video rap su YouTube. No, non mi sto inventando nulla.

Più tardi ci trasferimmo da Houston a New Albany, nell’Indiana, e non passò molto tempo prima che iniziassi a frequentare il gruppo giovanile. Sebbene fosse guidato da persone sincere, gentili e di buon cuore, era sicuramente strano. Lo spettacolo e il clamore erano di sicuro una componente imprescindibile e l’elemento caratterizzante del gruppo.
Le riunioni settimanali, anziché essere dei momenti di lode e rappresentare degli autentici culti spirituali, erano un tempo dedicato sostanzialmente a delle attività ludiche.

Ecco perché dico che sono allenato a resistere a tutto ciò che è effetto scenico e “turbo spiritualità”. La mia crescita spirituale è andata ben al di là di questi giochi. Nei gruppi giovanili, nei campeggi e nelle gite, la maggior parte dei relatori erano giovani di venti o trent’anni che, a ben vedere, mi ricordavano un motivatore. Ricordo una conferenza che si è conclusa con una clip del film Glory – Uomini di gloria. Era la scena dei momenti che precedevano la battaglia finale con la quale si concludeva il film. Matthew Broderick chiede chi porterà la bandiera se l’alfiere dovesse cadere durante la battaglia. Questa scena era usata come metafora: “La bandiera della nostra fede è caduta”, disse il relatore, “chi la porterà nella prossima generazione?”. Ci fu una pausa, e poi, in fondo alla stanza, un’anima coraggiosa urlò: “Lo farò io”. Presto l’intero auditorium mormorò, i ragazzi si alzavano in piedi ripiegando le pesanti sedie del teatro, mentre da ogni angolo della stanza si elevavano delle grida: “Lo farò io”. Sembrava una competizione, per vedere chi lo diceva più forte e con maggiore convinzione.
L’anno successivo, a questa stessa conferenza, lo stesso scenario si è ripetuto, soltanto che al posto di Glory il videoclip era la scena “Oh capitano! mio capitano” dell’Attimo Fuggente. Il mio amico Lachlan si sporse e disse: “Ci farà alzare tutti in piedi sui banchi”. Certo, dopo un po’ di preparazione ci fu una pausa e, “Oh capitano! mio capitano!”, tutti in piedi sui banchi. Tutti quelli che non avevano frequentato l’anno prima erano profondamente commossi.
L’anno successivo, si ripeté di nuovo.

In mezzo a questi momenti in cui andava in onda una precisa “messinscena spirituale”, ce n’erano molti altri in cui eravamo radunati in piccoli gruppi e abbiamo parlato della nostra fede in modo diretto e decisamente più silenzioso. Questi momenti erano intensi e sinceri, eppure rimanevano marginali. Erano episodi poco frequenti che nascevano spontaneamente. Raramente qualcuno si è seduto per parlarci degli aspetti della fede più ordinari, potremmo dire quotidiani e del tutto normali. Non corrispondeva alla logica di tutto ciò che ci dicevano a proposito della fede: essere cristiani era troppo forteNon si poteva essere “ordinari”. Così sono stato addestrato a rincorrere un’esperienza pirotecnica dopo l’altra, vivendo dei picchi emozionali per poi mettermi subito alla ricerca della prossima sensazione straordinaria.

La mia esperienza è stata comunque modesta rispetto a ciò che molti cristiani hanno visto e vissuto nelle chiese. Ci sono innumerevoli esempi di guaritori prezzolati, incantatori di serpenti e carismatici istrionici, che non arretrano di fronte a nulla, fossero pure le risate sante, il ruggire sacro, cadute nello spirito e molto altro ancora.
Una stranezza più recente sono state le manifestazioni della nuvola di gloria avvenute nella chiesa Bethel a Redding, in California. Per alcuni mesi, durante i servizi di culto nella chiesa, una nuvola di brillantini appariva nell’aria sopra le teste degli adoratori mentre cantavano, ballavano e gridavano affinché Dio operasse. Le persone hanno riferito di aver visto dei gioielli sul tappeto o persino nelle loro case dopo che avevano la sciato la chiesa. Pellegrini alla ricerca dell’evento straordinario hanno viaggiato fino a Bethel per vedere la nuvola gloriosa, e iscriversi alla loro “Scuola di Ministero soprannaturale”.

Un mio amico ha partecipato a uno di questi culti. Mentre la nuvola appariva in questo culto, era accompagnata da piume (le persone naturalmente presumevano fossero piume d’angelo). Il mio amico stava guardando una piuma cadere verso di lui quando una ragazza estatica lo spinse di lato, aprì le braccia al cielo e prese la piuma nella sua bocca. E la ingurgitò!

Puoi guardare scene come questa su YouTube. Puoi anche vedere diversi video che analizzano il fenomeno, compresi quelli che esaminano le cose al microscopio. Si scopre che la polvere della nuvola gloriosa assomiglia molto al tipo di brillantini cosmetici usati dalle ragazze pompon e dalle spogliarelliste. Si scopre anche che il punto da cui si diffonde la nuvola nella sala è vicino alle prese d’aria della chiesa.

C’è una linea sottile tra il desiderio di coltivare un’esperienza emotivamente trascendente e la diffusione di brillantini luccicanti tramite le prese d’aria. E mentre le bufale religiose sono vecchie quanto l’umanità stessa, c’è un filo che collega questo a campeggi dove tutto è incentrato sui giochi, a raduni di chiesa emotivamente manipolativi e a ogni altro fenomeno di clamore e spettacolo che imperversa nella chiesa di oggi. Tutti sono radicati in un profondo cinismo.

Rivelano una perdita di fiducia nelle attività che hanno formato e unificato la Chiesa nelle generazioni precedenti: pratiche radicate nella Parola di Dio, nella preghiera, nella comunione fraterna, incontri che celebrano la vita condivisa e condivisibile di una comunità di fede (Atti 2:42). Se non abbiamo fiducia che Dio si riveli in queste pratiche spirituali, sperimentiamo l’esigenza pressante di fare accadere qualcosa a tutti i costi.

Impariamo a dipendere da questi stati d’animo e ci sentiamo male quando siamo in astinenza. Tanto per dire, potremmo trovarci perfino nel vero luogo in cui è morto Gesù e non essere in grado di provare nulla. Dov’è il discorso motivazionale tanto atteso? Dov’è il gruppo musicale? Chi mi aiuterà a provare qualcosa? Il potere dell’abitudine fa sì che il corpo e la nostra anima si sintonizzino solamente a certe condizioni, quando cogliamo determinati ritmi. Viviamo in funzione della prossima dose, e quando questa viene a mancare siamo in crisi, poiché viviamo un cristianesimo dopato.

C’è un denominatore comune che lega queste esperienze. Tutti i nostri sforzi religiosi scaturiscono da un cuore che desidera ardentemente la redenzione, la spiritualità e, soprattutto, il contatto con Dio. Perciò Lo cerchiamo in oggetti incantati, come croci di plastica o piume dal cielo, o nei momenti più estatici di un servizio di culto.

Più di ogni altra cosa, stiamo cercando una sorta di assicurazione che Dio sia ancora lì, che si mostrerà ancora benigno nei nostri confronti. Per ritrovare quella sicurezza, dobbiamo separare ciò che siamo soliti aspettarci, come le esperienze di vario genere in “cima al monte”, e ciò che Dio promette: il tranquillo conforto della Sua presenza reale.

Nelle Scritture vediamo che Dio non arriva in una tempesta, ma in una voce dolce e sommessa. Non come un guerriero che fa sfaceli, ma come un falegname. Non viene in una tribù vittoriosa, ma in una chiesa impoverita e perseguitata. La vera meraviglia è che questo è ciò che vogliamo davvero. Le esperienze sulla “cima del monte” non bastano, ma la presenza di Gesù riesce in questo intento, e Lui ha promesso che non ci abbandonerà.
È presente quando stiamo cucinando o discutiamo con il nostro capo. Mentre rispondiamo a una chiamata alla consacrazione o nei nostri tranquilli momenti di preghiera individuale. È misterioso e nascosto, eppure è una promessa fondamentale del Nuovo Testamento: Dio è con noi.

Dobbiamo imparare a distinguere il nostro bisogno di quella presenza reale, dall’eccitazione che sperimentiamo in occasione di un culto di adorazione particolarmente guidato. Abbiamo bisogno di scoprire che la presenza di Dio è spesso più semplice, tranquilla e sottile di quanto certe esperienze cristiane ci abbiano insegnato a credere.

Questo non vuol dire che i momenti più intensi non siano importanti. Abbiamo bisogno di queste esperienze. Abbiamo bisogno di momenti in cui i mari si separano, le montagne si abbassano e i morti risuscitano. Ma abbiamo anche bisogno della presenza di Dio in modo ordinario, nella guida costante di una nuvola di giorno e di un fuoco notturno. Abbiamo bisogno della luce della lampada che illumini i nostri passi e della vicinanza e dell’umiltà di un pastore. E abbiamo bisogno di fiducia in quella presenza quando sopraggiungono le tempeste e la sofferenza ci lascia stanchi e tristi, le notti buie al capezzale di un malato e negli ospedali, quando l’ultima cosa che ci possa consolare è proprio un’adorazione in stile rock con laser e fumo.

Soltanto quel tipo di presenza “ordinaria” può permetterci di mettere radici profonde, in un mondo disincantato e scettico. È una presenza che arriviamo a conoscere più intimamente nella quiete della preghiera e nella semplicità della Parola di Dio. Di contro, una spiritualità che non ci insegna a pregare nelle ore più buie o non ci spinge ad ascoltare la voce di Dio attraverso le Scritture, ci lascerà morire di fame, e allora andremo sempre alla ricerca del “qualcosa di più o comunque di diverso”.

PERICOLO DELL’ANSIA


(Matteo 6: 25). Di Angelo Martinelli. Perciò io vi dico: Non siate con ansietà solleciti per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di che vi vesti- rete. La vita non vale più del cibo e il corpo più del vestito? 26 Osservate gli uccelli del cielo: essi non seminano, non mietono e non raccol- gono in granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete voi molto più di loro?
Quando non mettiamo Dio al primo posto nella nostra vita, subentra la confusione e la preoccupazione di ciò che necessita a questo corpo. Non carichiamoci addosso del peso delle previsioni per il domani. Tormentarcene non è solo un errore, ma una vera e propria infedeltà, perché è la dimostrazione che non crediamo che Dio possa interessarsi dei bisogni materiali della nostra vita. Le preoccupazioni di questo mondo allontanano da Dio. L’unica medicina contro l’ansietà è l’obbedienza allo Spirito Santo. Abbandoniamoci in Gesù, fidiamoci di Lui è l’ansia, le preoccupazioni della vita spariranno. Amen.

USA PAROLE DI EDIFICAZIONE


Matteo 3:11 Io vi battezzo in acqua, per il ravvedimento; ma colui che viene dopo di me è più forte di me, e io non sono degno neanche di portare i suoi sandali; egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e col fuoco. L’uomo che ama il Signore e vuole fare la Sua volontà sa che per pronunciare parole di edificazione, che non abbattono e non intoppano ha bisogno di aiuto affinché la bocca sia sotto il pieno controllo del Signore. L’invocazione deve essere: “ Signore riempi il mio cuore, battezzami con il tuo Santo Spirito e con il fuoco affinché il Tuo amore, la Tua bontà straripino dal mio cuore e dalla mia bocca; Aiutami a parlare solo di cose vere, nobili, giuste, pure amabili, di buona fama, in cui vi è virtù, e degne di lode. Aiutami a non parlare troppo o troppo velocemente. Aiutami a non pronunciare parole che potrebbero essere malintese. Mostrami quando parlare e quando non lo fare. E quando parlo, dammi le parole da dire che porteranno vita ed edificazione. Riempi il mio cuore con amore, pace e gioia affinché essi possano fluire della mia bocca. Aiutami ad essere una persona che parla saggiamente, graziosamente e mai in modo insensato, stupido, insensibile o rude. Dammi parole di speranza affinché possano portare altri a conoscerti più a fondo”. Amen

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L’Eterno è il mio potente SALVATORE. (2 Sam. 22:3)-MLuisa


Quando Davide pensava a Dio non potevano uscire che parole di lode e di ringraziamento. Dio stesso aveva liberato Davide da tutti i suoi nemici e ne aveva parecchi, forse perché era bello e gentile e sapeva parlare bene? O forse perché era molto amato da Dio? Persino suo padre e i suoi fratelli lo avevano sottovalutato, perché considerato piccolo, ma con grande sorpresa, Dio lo unse e lo fece re al posto di un re molto cattivo e crudele..Saul.
Davide si fortificò nell’ Eterno, nonostante i suoi nemici lo volessero morto, subì tradimenti, gelosie, invidie e persecuzioni, ma Dio non lo abbandonò mai un istante. Tutti i credenti, prima o poi, attraverseranno situazioni difficili, ma oggi voglio incoraggiarti e dirti – fai come Davide, confida in Dio ogni giorno, ogni istante e lui ti sosterrà durante le prove più difficili –
Davide dovette nascondersi, scappare, a motivo del male che era intorno a Lui, ma il Signore lo ha liberato e soccorso, proprio al momento giusto.
Dice la Bibbia:” CHIUNQUE AVRA’ INVOCATO IL NOME DEL SIGNORE SARA’ SALVATO!”
Dio ci benedica  MLUisa

…..Egli conosce quelli che confidano in Lui.-MLuisa


Gli uomini spesso si dimenticano degli altri uomini e la conoscenza che hanno è sempre molto superficiale.Sarà certamente capitato a te, come a me, di essere dimenticata o di essere stata giudicata male…sono esperienze dolorose e spesso lasciano il segno, tanto da non farti più avere fiducia nell’uomo, ma la BUONA NOTIZIA E’ QUESTA, Dio non è come gli uomini, Egli ti conosce e mi conosce personalmente e a Lui non interessa quello che altri essere possano pensare su di te, se sei entrato nelle sue grazie, Egli ti porterà avanti a discapito delle circostanze, o delle persone.
Quindi non rimanere ancorato al tuo stato di frustrazione e di umiliazione, CONFIDA IN DIO CON TUTTO IL CUORE,PERDONA ANCHE CHI TI HA FERITO E LASCIA CHE SIA DIO A PORTARE AVANTI LA TUA VITA. Dimora nelle sue parole e qualunque cosa chiederai ti sarà concessa. Dio attraverso le prove e le tentazioni ci prepara ad essere strumenti per la sua gloria, in qualunque posto Egli ci metterà. ALLORA, ANCHE OGGI, RISPLENDI DELLA LUCE DEL SIGNORE E LUI FARA’ MERAVIGLIE PER MEZZO DI TE.
Dio ti benedica, 🙂 MLuisa.

Israele é l’orologio della fine dei tempi.


Conoscere tutta la Storia del Popolo di Israele e le Profezie é importante per sapere a che punto ci troviamo nella Storia dell’Umanitá.
La Profezia delle Settanta Settimane del Profeta Daniele ci fa comprendere a che punto della Storia dell’Uomo ci troviamo oggi sia riguardo ad Israele che alle Nazioni tutte.
Noi sappiamo che a causa del rifiuto della Grazia del Messia GESÚ CRISTO, in Israele si é prodotto un induramento di cuore e cecitá spirituale che ha permesso che la Grazia fosse subito estesa a tutte le Nazioni del Mondo, ma sapete anche che alla chiusura della Dispensazione della CHIESA e della Grazia, questo velo sará rimosso ad Israele che riconosceranno CRISTO come Messia ed Evangelizzeranno il Mondo in tempi angosciosi.
Le Settanta Settimane del Profeta Daniele sono di Sette anni l’uno cioé un giorno corrisponde ad un anno e quindi in tutto sono 490 anni, meno i Sette del Regno dell’AntiCristo ed il Falso profeta che si devono ancora compiere, sono 483 anni che si sono giá compiuti riguardo alla Storia di Israele e la venuta di GESÚ CRISTO come da Profezia.
La Storia di Israele si é fermata ed é subentrata la Pienezza dei Gentili, che ha fermato la Storia di Israele a 483 anni.
La Pienezza dei Gentili e cioé la Dispensazione della CHIESA dura da 20 Secoli e sta per concludersi con il Risorgimento dell’Impero Romano, le famose dita dei piedi della Statua del Profeta Daniele corrisponde all’Unitá delle Nazioni d’Europa come sta avvenendo sotto i nostri occhi, e quindi con la fine della Pienezza dei Gentili ed il Rapimento della (SPOSA) la CHIESA di CRISTO la Storia riprenderá da Israele che tornerá a DIO e cioé a GESÚ CRISTO il Messia che hanno rigettato e fatto Crocifiggere dai Romani 20 Secoli fa.
Restano 7 anni da compiersi riguardo alle Settanta Settimane del Profeta Daniele in cui il Residuo di Israele i famosi 144.000 ne saranno protagonisti, (presumo sia un numero simbolico che parla di numero completo del Residuo di Israele), questo non significa che non continueranno a convertirsi altri Gentili ma sotto un periodo di tempo terribile persecuzione dell’AntiCristo chiamato la Grande Tribolazione, ed al termine di quei Sette anni di cui i piú furiosi si manifesteranno anche i Giudizi di DIO nella seconda trance di tre anni e mezzo quando l’AntiCristo si proclamerá DIO in Terra nel Tempio di Gerusalemme.
Durante quel Periodo la CHIESA di GESÚ CRISTO sará giá stata Rapita, (la SPOSA) riceverá le retribuzioni per le Opere fatte al Tribunale di CRISTO e poi Festeggerá le Nozze dell’Agnello con la presenza dei Santi del Vecchio Patto che saranno gli onorevoli invitati che poi si uniranno alla CHIESA del Nuovo Patto diventando cosí un Unico Popolo di DIO.
Alla fine della Grande Tribolazione GESÚ CRISTO Ritornerá sulla Terra con tutti i Suoi Santi per Governare per i famosi Mille anni con Verga di Ferro mettendo Ordine, Giustizia e Pace avendo gettato nello Stagno di Fuoco l’AntiCristo ed il Falso profeta e legato il loro Padre Satana per quei Mille anni.
Sappiamo che alla fine di quei Mille anni Satana sará nuovamente sciolto seducendo ancora gli abitanti Carnali della Terra che marceranno contro GESÚ ed i Suoi Santi per fargli guerra dopo che sono stati quieti per quei Mille anni, ed il SIGNORE li distruggerá interamente con il fuoco e poi distruggerá completamente la vecchia TERRA e ci saranno Nuovi CIELI e Nuova TERRA in Eterno,
ovviamente prima ci sará il GIUDIZIO UNIVERSALE per tutti i ribelli; Angeli, Demoni e tutti gli uomini eccetto coloro che hanno accolto la GRAZIA di DIO in CRISTO e saranno trovati SCRITTI nel LIBRO della VITA.
A DIO sia l’Onore, la Gloria e la Gratitudine in Eterno. Amen