Conoscere tutta la Storia del Popolo di Israele e le Profezie é importante per sapere a che punto ci troviamo nella Storia dell’Umanitá.
La Profezia delle Settanta Settimane del Profeta Daniele ci fa comprendere a che punto della Storia dell’Uomo ci troviamo oggi sia riguardo ad Israele che alle Nazioni tutte.
Noi sappiamo che a causa del rifiuto della Grazia del Messia GESÚ CRISTO, in Israele si é prodotto un induramento di cuore e cecitá spirituale che ha permesso che la Grazia fosse subito estesa a tutte le Nazioni del Mondo, ma sapete anche che alla chiusura della Dispensazione della CHIESA e della Grazia, questo velo sará rimosso ad Israele che riconosceranno CRISTO come Messia ed Evangelizzeranno il Mondo in tempi angosciosi.
Le Settanta Settimane del Profeta Daniele sono di Sette anni l’uno cioé un giorno corrisponde ad un anno e quindi in tutto sono 490 anni, meno i Sette del Regno dell’AntiCristo ed il Falso profeta che si devono ancora compiere, sono 483 anni che si sono giá compiuti riguardo alla Storia di Israele e la venuta di GESÚ CRISTO come da Profezia.
La Storia di Israele si é fermata ed é subentrata la Pienezza dei Gentili, che ha fermato la Storia di Israele a 483 anni.
La Pienezza dei Gentili e cioé la Dispensazione della CHIESA dura da 20 Secoli e sta per concludersi con il Risorgimento dell’Impero Romano, le famose dita dei piedi della Statua del Profeta Daniele corrisponde all’Unitá delle Nazioni d’Europa come sta avvenendo sotto i nostri occhi, e quindi con la fine della Pienezza dei Gentili ed il Rapimento della (SPOSA) la CHIESA di CRISTO la Storia riprenderá da Israele che tornerá a DIO e cioé a GESÚ CRISTO il Messia che hanno rigettato e fatto Crocifiggere dai Romani 20 Secoli fa.
Restano 7 anni da compiersi riguardo alle Settanta Settimane del Profeta Daniele in cui il Residuo di Israele i famosi 144.000 ne saranno protagonisti, (presumo sia un numero simbolico che parla di numero completo del Residuo di Israele), questo non significa che non continueranno a convertirsi altri Gentili ma sotto un periodo di tempo terribile persecuzione dell’AntiCristo chiamato la Grande Tribolazione, ed al termine di quei Sette anni di cui i piú furiosi si manifesteranno anche i Giudizi di DIO nella seconda trance di tre anni e mezzo quando l’AntiCristo si proclamerá DIO in Terra nel Tempio di Gerusalemme.
Durante quel Periodo la CHIESA di GESÚ CRISTO sará giá stata Rapita, (la SPOSA) riceverá le retribuzioni per le Opere fatte al Tribunale di CRISTO e poi Festeggerá le Nozze dell’Agnello con la presenza dei Santi del Vecchio Patto che saranno gli onorevoli invitati che poi si uniranno alla CHIESA del Nuovo Patto diventando cosí un Unico Popolo di DIO.
Alla fine della Grande Tribolazione GESÚ CRISTO Ritornerá sulla Terra con tutti i Suoi Santi per Governare per i famosi Mille anni con Verga di Ferro mettendo Ordine, Giustizia e Pace avendo gettato nello Stagno di Fuoco l’AntiCristo ed il Falso profeta e legato il loro Padre Satana per quei Mille anni.
Sappiamo che alla fine di quei Mille anni Satana sará nuovamente sciolto seducendo ancora gli abitanti Carnali della Terra che marceranno contro GESÚ ed i Suoi Santi per fargli guerra dopo che sono stati quieti per quei Mille anni, ed il SIGNORE li distruggerá interamente con il fuoco e poi distruggerá completamente la vecchia TERRA e ci saranno Nuovi CIELI e Nuova TERRA in Eterno,
ovviamente prima ci sará il GIUDIZIO UNIVERSALE per tutti i ribelli; Angeli, Demoni e tutti gli uomini eccetto coloro che hanno accolto la GRAZIA di DIO in CRISTO e saranno trovati SCRITTI nel LIBRO della VITA.
A DIO sia l’Onore, la Gloria e la Gratitudine in Eterno. Amen
Archivi categoria: STUDI BIBLICI
666: Il marchio della bestia
LA CHIAVE INTERPRETATIVA DEI QUATTRO CAVALIERI DELL’APOCALISSE
In Apocalisse 6:1-8, quando l’Agnello apre i sigilli, appaiono quattro cavalieri: il primo cavalcava un cavallo bianco, e «aveva un arco e gli fu data una corona, ed egli uscì fuori come vincitore e per vincere»; il secondo cavalcava un cavallo rosso e gli «fu dato di togliere la pace dalla terra, affinché gli uomini si uccidessero gli uni gli altri, e gli fu data una grande spada»; il terzo cavalcava un cavallo nero e «aveva una bilancia in mano», indicando con questo una grande carestia; e il quarto cavalcava un cavallo giallastro «e…aveva nome la Morte, e dietro ad essa veniva l’Ades». Di questi quattro cavalieri viene detto che «fu loro data potestà sulla quarta parte della terra, per uccidere con la spada, con la fame, con la morte e mediante le fiere della terra».
- La chiave univoca
Gli attuali commentari del Libro dell’Apocalisse suppongono, normalmente, che la chiave per capire il libro sia scoprire una corrispondenza biunivoca tra le figure in esso presenti, e i personaggi reali della vita. La maggior parte dei commentari, tuttavia, considerano il secondo, il terzo e il quarto cavaliere non come figure reali ma come personificazioni di calamità. Ma che dire del primo cavaliere (il conquistatore sul cavallo bianco)? Perché la maggior parte dei commentari pensa che il primo cavaliere debba corrispondere a una diversa chiave interpretativa, cioè che esso rappresenti un reale personaggio storico? Facendo ciò si viola una delle più elementari regole esegetiche. L’ipotesi, credo, è sbagliata. L’interpretazione corretta dei quattro cavalieri si ha soltanto quando si considerano tutti e quattro i cavalieri come simboli di calamità. [In alternativa dovrebbero essere tutti e quattro dei personaggi reali].
Dovrebbe essere osservato che gli studiosi e i commentatori suppongono che il primo cavaliere faccia riferimento a un’importante figura storica. Benché essi siano divisi sull’identità precisa di questa figura, quasi tutti accettano uno di questi due punti di vista tra loro opposti: il cavaliere è Cristo oppure l’Anti-Cristo. Personalmente, argomenterò che il primo cavaliere non è una persona, bensì una calamità e come tale rappresenta lo “spirito dell’Anticristo”, cioè il suo modo di agire.
Come con tanti altri passi del Nuovo Testamento, la chiave corretta per comprendere Apocalisse 6:1-8 si trova prestando attenzione ad alcuni particolari del Vecchio Testamento. La chiave per capire il passo, credo, si trova in Geremia 15:2, come pure nella versione della Septuaginta di Ezecechiele 5:12 “un quarto di voi sarà consumato dalla morte e un quarto di voi perirà dalla fame in mezzo a te, e un quarto di voi sarà disperso a tutti i venti e un quarto di voi cadranno per il pugnale intorno a te, e la spada sarà sguainata contro di voi”. (La Septuaginta è una traduzione greca dell’Antico Testamento e veniva ampiamente utilizzata ai tempi del Nuovo Testamento). Geremia 15:2 legge:
«Se poi ti dovessero dire: “Dove andremo?”, dirai loro: Così dice l’Eterno: Alla morte i destinati alla morte, alla spada i destinati alla spada, alla fame i destinati alla fame, alla cattività i destinati alla cattività».
Da notare che le calamità riportate qui sono le stesse di quelle rappresentate dai quattro cavalieri dell’Apocalisse (sebbene l’ordine sia differente). La prima calamità di Geremia, la «morte», corrisponde al quarto cavaliere; la «spada» corrisponde al secondo cavaliere; la «fame» corrisponde al terzo cavaliere; e, poiché la dispersione geografica di un popolo conquistato costituisce l’aspetto permanente e quindi più dannoso di una sconfitta nazionale, sembrerebbe che la «cattività» sia la calamità rappresentata dal primo cavaliere. (Tra le altre cose, il colore bianco ha sempre indicato un conquistatore nel mondo antico. Questa è la ragione per cui il primo cavaliere e il Cristo vincitore di Apocalisse 19 cavalcano entrambi un cavallo bianco). La correlazione tra Geremia 15 e Apocalisse 6 conferma l’idea che il primo cavaliere non rappresenti una figura storica a sé stante, ma è piuttosto un simbolo di “prigionia”, una delle quattro grandi calamità che insieme implicano il caos totale.
- Coincidenze con il Covid 19
C’è da considerare alla luce degli odierni fatti riguardanti il Covid 19 una serie di “coincidenze” piuttosto particolari.
- Il cavaliere bianco aveva una corona. È vero che la corona era il simbolo del vincitore, ma è alquanto inquietante sapere che il Covid 19 è un “coronavirus”.
- Il colore del cavallo bianco. Un’altra coincidenza particolare è il colore del cavallo: bianco. Può indicare la purezza, ma nel caso di una calamità sarebbe un controsenso. Dobbiamo registrare che il colore che è predominante in questa pandemia è il bianco del personale sanitario, medici, infermieri e paramedici. Qualcuno ha anche fatto notare che il bianco in Cina è il colore del lutto, e il virus ha avuto origine in Cina.
- La messe è bianca. Un’altra interpretazione del colore bianco del primo cavaliere riporta alle parole di Gesù: “Alzate gli occhi e guardate le campagne come già biancheggiano per la mietitura” (Giovanni 4:35). Potrebbe essere il momento della “Grande Raccolta” prima del ritorno del Signore.
- La cattività. Geremia indica la quarta pestilenza in una “prigionia”. Noi e altri 4 miliardi di persone siamo “costretti” nelle proprie case, impediti della “libertà di movimento”. È una vera e propria “cattività” cui sono costrette le nazioni. Bisogna anche considerare che il greco usa il termine νικῶν nikòn Può essere anche tradotto come conquistatore (colui che porta in cattività i prigionieri).
- Uno spirito che insemina. Un’altra coincidenza particolare la troviamo nella descrizione di Ezechiele: “Una terza parte di te morirà di peste, e sarà consumata dalla fame in mezzo a te; una terza parte cadrà per la spada attorno a te, e ne disperderò a tutti i venti l’altra terza parte, e sguainerò contro di essa la spada”. Anche nel caso di Ezechiele abbiamo tre cavalieri che sono praticamente identici a quelli di Apocalisse e uno che è diverso sia da Geremia sia dal Cavaliere Bianco di Apocalisse 6:2. Ezechiele descrive la “pestilenza” come una dispersione a tutti i venti. Una traduzione più letterale sarebbe: “inseminerò tutti gli spiriti (fiato, respiro) l’altra terza parte”. Potrebbe fare pensare al contagio “aereo” del coronavirus.
- Passi Paralleli
Dobbiamo notare che Apocalisse 6:1-8 è una descrizione degli ultimi tempi e per comprendere bene un passo biblico, una regola di corretta ermeneutica è quella, di paragonare due brani che descrivono lo stesso evento.
Facciamo un Parallelismo tra il capitolo 6 dell’Apocalisse e i Vangeli di Matteo e Luca (i capitoli che riguardano la fine dei tempi)…
1) Apocalisse 6:1, 2 “Poi, quando l’Agnello aprì uno dei sette sigilli, vidi e udii una delle quattro creature viventi, che diceva con voce come di tuono: «Vieni». Guardai e vidi un cavallo bianco. Colui che lo cavalcava aveva un arco; e gli fu data una corona, ed egli venne fuori da vincitore, e per vincere”.
Matteo 24:4 “Gesù rispose loro: «Guardate che nessuno vi seduca. 5 Poiché molti verranno nel mio nome, dicendo: ‘Io sono il Cristo’. E ne sedurranno molti”.
2) Apocalisse 6:3, 4 “Quando l’Agnello aprì il secondo sigillo, udii la seconda creatura vivente che diceva: «Vieni». E venne fuori un altro cavallo, rosso; e a colui che lo cavalcava fu dato di togliere la pace dalla terra affinché gli uomini si uccidessero gli uni gli altri, e gli fu data una grande spada”.
Matteo 24:6, 7 “Voi udrete parlare di guerre e di rumori di guerre; guardate di non turbarvi, infatti bisogna che questo avvenga, ma non sarà ancora la fine. Perché insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno”.
3) Apocalisse 6:5,6 “Quando l’Agnello aprì il terzo sigillo, udii la terza creatura vivente che diceva: «Vieni». Guardai e vidi un cavallo nero; e colui che lo cavalcava aveva una bilancia in mano. E udii come una voce in mezzo alle quattro creature viventi, che diceva: «Una misura di frumento per un denaro e tre misure d’orzo per un denaro, ma non danneggiare né l’olio né il vino»”.
Matteo 24:7 “…ci saranno carestie…”.
4) Apocalisse 6:7,8 “Quando l’Agnello aprì il quarto sigillo, udii la voce della quarta creatura vivente che diceva: «Vieni». Guardai e vidi un cavallo giallastro; e colui che lo cavalcava si chiamava Morte; e gli veniva dietro l’Ades. Fu loro dato potere sulla quarta parte della terra, per uccidere con la spada, con la fame, con la mortalità e con le belve della terra”.
Luca 21: 11 “vi saranno… in vari luoghi pestilenze…”.
5) Apocalisse 6:9-11 “Quando l’Agnello aprì il quinto sigillo, vidi sotto l’altare le anime di quelli che erano stati uccisi per la parola di Dio e per la testimonianza che gli avevano resa. Essi gridarono a gran voce: «Fino a quando aspetterai, o Signore santo e veritiero, per fare giustizia e vendicare il nostro sangue su quelli che abitano sopra la terra?» E a ciascuno di essi fu data una veste bianca e fu loro detto che si riposassero ancora un po’ di tempo, finché fosse completo il numero dei loro compagni di servizio e dei loro fratelli, che dovevano essere uccisi come loro”.
Matteo 24:9 “Allora vi abbandoneranno all’oppressione e vi uccideranno e sarete odiati da tutte le genti a motivo del mio nome”.
6) Apocalisse 6:12-17 “Guardai di nuovo quando l’Agnello aprì il sesto sigillo; e si fece un gran terremoto; il sole diventò nero come un sacco di crine, e la luna diventò tutta come sangue; le stelle del cielo caddero sulla terra come quando un fico scosso da un forte vento lascia cadere i suoi fichi immaturi. Il cielo si ritirò come una pergamena che si arrotola; e ogni montagna e ogni isola furono rimosse dal loro luogo. I re della terra, i grandi, i generali, i ricchi, i potenti e ogni schiavo e ogni uomo libero si nascosero nelle spelonche e tra le rocce dei monti. E dicevano ai monti e alle rocce: «Cadeteci addosso, nascondeteci dalla presenza di colui che siede sul trono e dall’ira dell’Agnello; perché è venuto il gran giorno della sua ira. Chi può resistere?»”.
Matteo 24:29 “Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più il suo splendore, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno scrollate”.
Conclusioni:
Il cavallo bianco descritto non rappresenta Gesù, ma uno dei modi con cui l’anticristo porta le pestilenze nel mondo. Il fatto che sia il cavaliere di Apocalisse 6:2 e quello di 19 cavalcano entrambi un cavallo bianco è proprio relativo al fatto che lo spirito dell’Anticristo è in azione nel mondo. Perciò tutte e quattro i cavalieri rappresentano un aspetto e un modo di agire dell’Anticristo.
ad esempio nel capitolo 13 dell’Apocalisse si dice che la bestia ha 2 corna simili a quelle di un agnello… Nel capitolo 6 dell’apocalisse l’anticristo viene mostrato come un leader vincitore…. arriverà al potere per via diplomatica…
Infatti, Giovanni vide un cavaliere montare un cavallo bianco con un arco in mano senza frecce Apocalisse 6:2 Ed ecco mi apparve un cavallo bianco e colui che lo cavalcava aveva un arco, gli fu data una corona e poi egli uscì vittorioso per vincere ancora. Il bianco come l’arco privo di frecce è simbolo di pace (Ma è anche il simbolo dei “camici bianchi” cioè la medicina che la fa da padrona in questi tempi.
Questo cavaliere raggiungerà una posizione di potere: e gli fu data una corona apocalisse 6:2 e lo farà senza rumore: ossia senza l’uso delle armi
Daniele Cap.11 “Poi, al suo posto, sorgerà un uomo spregevole, a cui non spettava la dignità regale; verrà senza rumore e s’impadronirà del regno a forza di intrighi”. Il suo trionfo sarà diplomatico e apparirà come l’uomo desiderato da tutti, il liberatore dal caos in cui entrerà il mondo.
Agli occhi del mondo sarà l’uomo ideale. Ecco come verrà visto:
– Intelligente (Daniele 8:25)
– Eloquente (Daniele 7:11 / Apocalisse 13:5)
– Adulatore, lusingatore (Daniele 11:32)
– Lottatore (Apocalisse 13:4)
– Stratega e politico (Daniele 8:23; 11:21-23)
Inoltre quando in Apocalisse 6:2 si dice che egli usci vincendo per vincere ancora, in Daniele capitolo 11 versetto 23 per descrivere l’anticristo dice queste parole:
“Nonostante gli accordi fatti, tradirà i suoi alleati; così affermerà il suo potere e sarà vittorioso, pur avendo poca gente”.
RISPOSTA: IL MODO CORRETTO PER INTERPRETARE LA BIBBIA È NON INTERPRETARLA AFFATTO!
La Bibbia è stata scritta per essere compresa e ubbidita e dovrebbe quindi essere letta come qualsiasi altro libro informativo e prescrittivo. Se Dio è davvero l’Autore della Bibbia, come i Cristiani hanno sempre creduto, allora è certamente ragionevole supporre che egli potesse dire ciò che intende!
La Bibbia fu scritta come rivelazione di Dio (non come un giallo, in qualche oscuro codice), per tutti gli uomini, di tutti i tempi e luoghi. È dunque fatta per essere compresa da tutti. Dio si servì di uomini comuni di diverse estrazioni sociali (soldati, pastori, pescatori, medici, esattori delle tasse, come pure re e sacerdoti) per scrivere i vari libri della Bibbia. Proprio così, ed è significativo che persone di ogni condizione sociale-ricchi e poveri, istruiti e poco colti, vecchi e giovani, di ogni razza e nazionalità-abbiano letto e amato, creduto e compreso la Bibbia, più di quanto abbiano fatto con qualsiasi altro libro che sia mai stato scritto.
Ciò non significa, naturalmente, che la Bibbia talvolta non utilizzi figure retoriche e licenze poetiche. Vi sono parabole e allegorie, visioni e simboli in tutta la Bibbia. Questo è vero anche per altri libri, ma ciò non ci impedisce di comprenderli, ammesso che siano stati concepiti per essere compresi. Gli autori usano tali figure COME espedienti per dare enfasi e rendere più chiaro ciò di cui parlano, non per creare confusione.
Ogni qualvolta un autore biblico utilizza il linguaggio figurato o poetico, lo rende evidente nel contesto e altrettanto evidente è la verità che intende comunicare attraverso la figura. Quando si utilizzano i simboli, questi sono chiariti e spiegati o nell’immediato contesto o nei passi correlati di altri punti della Bibbia. La miglior regola da seguire è prendere la Bibbia alla lettera a meno che il contesto richieda chiaramente un significato simbolico; se ciò è vero, allora il significato va ricercato nelle Scritture stesse, non ricorrendo alla scienza moderna o all’IMMAGINAZIONE personale o di “interpreti” di particolare talento, né a qualunque altra fonte.
Con la discussione condotta finora non si intende asserire che si possa pervenire a una comprensione approfondita della Bibbia sfogliandone le pagine in maniera rapida e superficiale. In quanto unica e infallibile Parola di Dio, essa è inesauribile, è una sconfinata miniera di preziose verità e perfetti disegni che nessuno arriverà mai a sondare completamente. Benché il messaggio fondamentale di ciascun versetto possa essere colto da chiunque lo studi e vi creda, quello stesso versetto continuerà a produrre nuovi tesori di benedizione e guida per sempre.
È vero, naturalmente, che molte persone trovano la Bibbia difficile da capire. Vi sono tre requisiti indispensabili per una buona comprensione della Bibbia:
(1) fede
(2) ubbidienza e
(3) studio.
Occorre innanzitutto accostarsi alla Bibbia COME alla vera Parola di Dio, se la si vuole realmente comprendere. Non spetta a noi pronunciarci sulla sua validità e veridicità. Sarà la Bibbia a giudicare chi legge, non chi legge a giudicare la Bibbia
OR SENZA FEDE è IMPOSSIBILE PIACERGLI; POICHÉ CHI S’ACCOSTA A DIO DEVE CREDERE CH’EGLI È, E CHE E IL RIMUNERATORE DI QUELLI CHE LO CERCANO. (Ebrei 11:6) Vi sono parecchie prove a dimostrazione dell’ispirazione divina della Bibbia, più di quante sarebbero sufficienti per soddisfare chiunque abbia un cuore aperto e un animo volenteroso e abbia abbastanza interesse da investigarla. Ma prima che si giunga realmente a comprendere e a ricevere il messaggio della Bibbia, si deve quantomeno essere disposti a credervi. Altrimenti, per quanto la si legga migliaia di volte, resterà un libro chiuso per chi la legge.
OR L’UOMO NATURALE NON RICEVE LE COSE DELLO SPIRITO DI DIO, PERCHÉ GLI SONO PAZZIA; E NON LE PUÒ CONOSCERE, PERCHÉ LE SI GIUDICANO SPIRITUALMENTE. (1Corinzi 2:14)
In secondo luogo, occorre ubbidire a quelle parti della Bibbia che si comprendono, per sperare di comprendere il resto. MA SIATE FACITORI DELLA PAROLA E NON SOLTANTO UDITORI, ILLUDENDO VOI STESSI. (Giacomo 1:22)
Il primo e più importante comandamento cui ubbidire, naturalmente, è di volgersi pentiti e con fede al Signore Gesù Cristo, ricevendolo come proprio Salvatore e Signore. Egli disse:
VOI INVESTIGATE LE SCRITTURE, PERCHÉ PENSATE AVER PER MEZZO D’ESSE VITA ETERNA, ED ESSE SON QUELLE CHE RENDON TESTIMONIANZA DI ME; EPPURE NON VOLETE VENIRE A ME PER AVER LA VITA!. (Giovanni 5:39,40)
Infine, occorre iniziare a studiare tutta la Bibbia e continuare a farlo quotidianamente, anno dopo anno, per tutta la vita.
STUDIATI DI PRESEN TAR TE STESSO APPROVATO DINANZI A DIO: OPERAIO CHE NON ABBIA AD ESSER CONFUSO, CHE TAGLI RETTAMENTE LA PAROLA DELLA VERITÀ. (2Timoteo 2:15)
Più la si studia (e, ovviamente, vi si crede e ubbidisce), più la si comprenderà e più la Bibbia acquisterà valore e certezza.
OGNI SCRITTURA È ISPIRATA DA DIO E UTILE AD INSEGNARE, A RIPRENDERE, A CORREGGERE, A EDUCARE ALLA GIUSTIZIA, AFINCHÉ L’UOMO DI DIO SIA COMPIUTO, APPIENO FORNITO PER OGNI OPERA BUONA. (2Timoteo 3:16,17)
La Bibbia è meravigliosamente unita in tutta la sua eterogeneità, perfettamente divina in tutta la sua umanità. Ogni parte getta luce su tutte le altre, cosicché se una viene compresa in modo giusto tutte le altre possono essere comprese almeno parzialmente. Non vi sono dunque limiti allo studio mirante a raggiungere una comprensione completa, anzi ogni momento di sincero studio della Bibbia ci porterà a intendere qualcosa e sarà del tempo investito proficuamente, che renderà benefici eterni.
GRAZIE PER AVER PRESO IL TEMPO DI LEGGERE!
Cosa significa adorare?
Come definiresti la parola “adorare”? A cosa la associ mentalmente? Al canto? Alla preghiera? Ma l’adorazione che vuole Dio è molto, molto di più… ed è un percorso che durerà per tutta la vita!
—
Due domande circa l’adorazione
1) Cosa è “adorare”?
Come definiresti con una frase, o una parola, l’adorazione? Canto? Preghiera? Inginocchiarsi?
Ringraziamento a Dio?
2) A chi serve l’adorazione?
A Dio? Quali benefici Dio trae dalla mia adorazione? Quali benefici traggo io dall’adorazione?
In altre parole: chi è il cacciatore…e chi la preda? E’ Dio che sta cercando di me, o sono io che sto cercando lui?
Dove trovo le risposte?
Gesù ha detto questo:
“L’ora viene, anzi, è già venuta, in cui coloro che adorano sinceramente il Padre, lo faranno in spirito e verità. È questa l’adorazione che Dio cerca, perché Dio è spirito, e chi lo adora deve adorarlo in spirito e verità” (Giovanni 4:23-24 PV)
Dio CERCA chi lo adori. Ma non è un’attività che si risolve con un canto, una preghiera, un pensiero un paio di volte a settimana. Il cammino di un adoratore è un modo di vita. Riguarda lo scoprire il segreto dell’amicizia con Dio. Non riguarda tanto il fare qualcosa ma riguarda piuttosto essere qualcuno: non “fare” l’adorazione”, ma “essere” un adoratore.
Paolo dice questo:
“Vi esorto dunque fratelli, a ragione della misericordia di Dio ad offrire i vostri corpi a Lui in sacrificio vivente, santo, tale che Dio possa accettare con piacere. È questo il vero atto di adorazione. Non adattatevi alla mentalità e alle usanze di questo mondo, ma lasciatevi trasformare mediante il rinnovamento della vostra mente. Allora sarete in grado di determinare qual è la volontà di Dio, vale a dire ciò che a lui è buono, gradito e perfetto.” (Romani 12:1-2 PV)
Ognuno adora qualcosa
Ognuno adora qualcosa. Perché l’adorazione è un’idea che Dio ha messo in noi, nel nostro DNA. Solo che non tutti adorano la medesima cosa. Si può capire cosa adori ciascuno, semplicemente vedendo la maniera in cui vive: alcuni adorano idoli: il lavoro, lo sport, le auto, il fisico, la famiglia, una rock star.
Il problema è che le macchine si rompono, il fisico invecchia, il lavoro può non esserci, e le rock star passano di moda.
Ma noi vogliamo parlare dell’adorazione di qualcosa che non può né morire, né rompersi, né passare di moda; vogliamo parlare di adorare un Dio eterno, vivente, “colui che era che è che che sta per venire” dice Apocalisse.1:8
Cosa è “adorazione”?
L’adorazione è più del semplice cantare, o di qualsiasi altra attività religiosa
Adorare: composto dal latino “orare” = parlare + suffisso “ad” = a, ovvero “parlare a qualcuno”. Se parliamo a qualcuno, è perché egli “vale”. Se adoro Dio, dunque, sto affermando che Dio “vale” per me
adorare è perciò “parlare a qualcuno che vale”.
Quanto vale Dio per me?
Vi è mai capitato di scoprire un’amicizia importante solo quando l’amico (o l’amica) vi ha confessato quanto valevate per loro? Solo allora avete capito il valore dell’altro per voi, quando avete saputo che l’atro vi pensava, vi amava, vi cercava!
Allo stesso modo, per poter capire quanto valga Dio per me, la prima cosa che bisogna fare è capire quanto io valgo per Dio. La Bibbia afferma che:
“Noi amiamo, perché egli ci ha amati per primo.” (1 Giovanni 4:19 PV)
Dio è colui che crea, fa sempre le cose per primo: è lui che inizia le cose, anche quando si tratta di relazioni: Adamo non ha desiderato di avere rapporto con Dio, ma Dio ha desiderato di creare Adamo per avere rapporto con lui. Adamo non ha cercato Dio dopo il suo peccato, ma Dio ha cercato Adamo nel posto dove si stava nascondendo.
Se non fosse stato Dio a cercare di Adamo, e se non fosse stato Dio a cercare di me, e di te, nonostante tutti i miei peccati, l’adorazione mia e tua sarebbe assolutamente senza speranza, inutile; staremmo rivolgendoci a qualcuno che non ne vuole sapere di noi.
Per poter quindi scoprire quanto Dio valga per me, devo prima scoprire quanto io valga per lui: devo poter vedere me stesso con gli stessi occhi con cui mi sta guardando Dio. E Romani 12:1 afferma che Dio mi sta guardando “ a ragione della misericordia di Dio”. Lo sguardo di Dio su di me non è malevolo, ma misericordioso.
Perché Dio vuole la mia adorazione?
A questo punto però, mi viene da domandarmi: com’è che il creatore del mondo brama che io lo adori?
Non ha altro di meglio da fare che attendere che questo figlio irrequieto e disobbedente gli rivolga la parola? Il salmo 8dice:
“Quand’io considero i tuoi cieli, opera delle tue dita,la luna e le stelle che tu hai disposte, che cos’è l’uomo perché tu lo ricordi? Il figlio dell’uomo perché te ne prenda cura?” (Salmo 8:3-4)
Pensa per un momento: perché Dio ci ama? Non ha senso! Dobbiamo però ricordarci che l’amore non è quello che Dio fa, ma , l’amore è quello che Dio E‘. E’ il suo carattere, è la sua natura. La Bibbia afferma che dio E‘ amore. Non importa quante volte lo abbiamo deluso, lui continua ad amarti, più di quanto tu possa immaginare!
Il figliol prodigo
In Luca 15 Gesù racconta la storia di un figlio che chiede al padre la sua parte di eredità in anticipo: è come se gli stesse dicendo :” mi piacerebbe tu fossi già morto”. E, incredibilmente il padre lo accontenta!Dopo aver dilapidato tutto, Gesù dice che il figlio “rientrato in se” capì che persino i servi più umili di suo padre stavano meglio di lui. Allora ritorna, elaborando lungo il cammino il discorso con cui farsi riprendere in casa come servo. Ma Gesù dice che, mentre si avvicinava a casa, “suo padre lo vide, e ne ebbe compassione, corse, gli si gettò al collo, lo baciò e ribaciò”, dicendo: “questo mio figlio era morto ed è tornato in vita; era perduto, ed è stato ritrovato “ Gli mise scarpe nuove, lo vestì col vestito più bello, e gli diede l’anello che simboleggiava l’appartenenza alla famiglia. Gli rende dignità, identità, autorità
Il significato sbagliato di “prodigo”
Gesù non ha mai chiamato il figlio “prodigo” lungo tutta la storia. E in realtà “prodigo” in italiano non significava nemmeno “essere spendaccione”, sino a quando nel 1551 un tipografo francese, durante un lungo viaggio in carrozza da Lione a Parigi, per ammazzare il tempo non decise di mettere i numeri e titoli.
“Prodigo”, in realtà, (dal latino “pro-agere”= spingere avanti”) significava “donare con molta larghezza, dare tutto se stesso per aiutare gli altri”. Se rileggiamo il brano alla luce di questa definizione, chi è il “prodigo”? Il figlio o il padre? Non è certo il figlio, che è vero, ha fatto un bel po’ di casino. Lo è il padre, perché “dona con molta larghezza” e “da tutto se stesso per aiutare il figlio” che non se lo sarebbe proprio meritato.
Dio è così! Non importa quello che hai fatto, lui ti aspetta a braccia aperte se torni da lui. Lui ti conosce, ed è per questo che la Bibbia dice:
“Vedete, dunque, quanto ci ama Dio Padre: ci permette di essere chiamati suoi figli e lo siamo davvero!” (1 Giovanni 3:1)
Un mio amico pastore mi ha raccontato di aver assistito ad un padre che sollevava il suo figlio paralizzato e cieco durante un culto e gli cantava perché il figlio potesse sentire le sue braccia e sentire la sua voce. E il figlio, con uno sforzi immane, riuscì a sollevare un braccio solo per metterlo attorno al collo del priprio padre.
Penso che l’immagine di questo padre che canta affinché suo figlio disabile, incapace di vederlo, incapace di muoversi, ma solo capace di essere sostenuto e sfiorato, in qualche modo abbracciato, sia già stata descritta in un passo dell’Antico Testamento:
“ Il SIGNORE, il tuo Dio, è in mezzo a te, come un potente che salva; egli si rallegrerà con gran gioia per causa tua; si acqueterà nel suo amore, esulterà, per causa tua, con canti di gioia” (Sofonia 3:17)
Pensi che quel padre non amasse il proprio figlio, solo perché era cieco e incapace di muoversi? Pensi che a quel padre non nutrisse interesse per il futuro di suo figlio? Non c’era nulla che il ragazzo potesse fare per poter guadagnare l’amore o il rispetto del padre. Ma agli occhi del padre quel figlio era una creatura perfetta, stupenda!
E con quegli stessi occhi che Dio ti guarda, e vede in te una persona stupenda! Dio ti ama senza curarsi dei tuoi problemi la tua e nonostante i tuoi limiti, le tue disobbedienze, i tuoi peccati. Non c’è nulla che puoi fare per guadagnarti il suo amore. Ma lui ti ama lo stesso, perché ha iniziato ad amarti dal principio, e Dio è un dio che non cambia. E’ un dio che “esulterà, per causa tua, con canti di gioia”
Cosa farai?
Cosa farai, dunque, con un amore così? Come risponderai a questo amore stravagante, alla grazia e alla misericordia? Ci sono due modi:
- con incredulità
- o con gratitudine
Puoi rifiutarlo e andartene. Oppure puoi scegliere di restare, o di riconnettere la tua vita a Lui, mettere un braccio attorno al suo collo, e lasciare che lui esulti “per causa tua, con canti di gioia” e aggiungere la tua voce alla sua, e vivere la tua vita stessa come un atto di adorazione, non come un obbligo, o temendo qualche sua ritorsione, o provando a ripagarlo in qualche modo, ma come una risposta di amore e gratitudine verso un Padre che ti ama così tanto.
Sappiamo che noi valiamo per Dio; valiamo così tanto che non ha esitato a far morire suo Figlio in Croce per noi. Non è morto per altri (per la terra, gli animali, gli angeli caduti), ma per noi. E noi siamo gli unici che possono adorarlo con un cuore redento, un cuore salvato.
Sappiamo che valiamo, e che abbiamo un padre “prodigo”, che dona con molta larghezza, che è pronto a dare tutto se stesso per aiutare i suoi figli”.
Quanto vale per te?
Eravamo partiti da due domande:
- Cosa è adorare
- A chi serve l’adorazione
Alla seconda ora sappiamo rispondere: non serve a Dio, ma serve a me per agganciare la mia vita alla sua
per rammentarmi che non solo sono suo figlio, non solo ho ottenuto misericordia, ma che Dio “(esulta), per causa (mia), con canti di gioia”
Ma alla prima, devi rispondere tu.
Cosa farai, oltre cantare una canzone a Dio? Cosa farai, otre pregare una preghiera a Dio? Come farai a mettere il tuo braccio attorno al suo collo, per fargli sentire che, anche se sei disabile, paralizzato, e cieco, lo ami?
Chiedigli in preghiera di mostratelo, e lui te lo farà vedere. TI ha lasciato lo Spirito Santo per guidarti: lascia che sia lo Spirito a guidarti. Forse già sai cosa ti sta chiamando a fare o a non fare, come atto di adorazione.
Sappi che lui è lì, davanti a te, e ti sorregge per poter esultare “per causa tua con canti di gioia!”
La Chiesa è iniziata nelle “case” e concluderà nelle “case”