Somalia: credere dove costa la vita


La Somalia è quasi al 100% musulmana. Una manciata di credenti nascosti popola incontri clandestini che si tengono di notte o in zone remote. In un clima violento e instabile, domani ci saranno le elezioni presidenziali.

La Somalia è quasi al 100% musulmana, quasi del tutto priva di una presenza cristiana a causa di una ferocissima persecuzione contro ogni convertito dall’islam. Una manciata di credenti nascosti popola incontri clandestini che si tengono di notte o in zone remote, lontani da occhi indiscreti. “Sono in debito con voi perché avete condiviso la Parola di Dio con me“, afferma un cristiano somalo a un collaboratore di Porte Aperte. “Ho anche condiviso con 2 amici il vostro programma radio. Sostengono di odiare il messaggio che viene dato dal programma (centrato sulla Bibbia), ma di fatto lo ascoltano ogni sera!“, afferma sorridente consapevole che il messaggio del Vangelo è per lui una condanna a morte.

La Somalia si trova in seconda posizione nella nostra WWList, dopo la Corea del Nord è il luogo più oscuro e pericoloso al mondo dove essere o diventare cristiani. Questi ultimi affrontano severa persecuzione a vari livelli, a causa dell’oppressione islamica (anche col volto dell’estremismo più feroce) e dell’antagonismo etnico (delle tribù in cui si divide gran parte del paese). E’ assai comune che, quando una persona viene scoperta a leggere la Bibbia o interessata a Gesù (magari in internet), sparisca o venga uccisa. L’intera società, specie i più giovani, è molto influenzata dall’intolleranza e dalle correnti estremiste (leggasi gruppo terrorista islamico Al Shabaab).

Le comunità somale all’estero sono spesso esposte al messaggio del Vangelo e si registrano conversioni di persone che, una volta tornate in patria, affrontano vessazioni e aggressioni gravi se scoperte. I terroristi di Al Shabaab minano la stabilità del governo, con incursioni violente anche in territori di paesi vicini (specie Kenya). Domani, 8 febbraio 2017, la Somalia va al voto per l’elezione del presidente, un evento rinviato spesso per ragioni di sicurezza.

Siria: favorire i ritorni a casa


Porte Aperte elabora piccoli progetti economici per favorire i ritorni nelle zone liberate ma ancora devastate dalla guerra.

Con il supporto di Porte Aperte è stato creato un piccolo allevamento con annesso caseificio. La piccola azienda è ora funzionante e il latte e lo yogurt sono in distribuzione nei negozi della regione. La notizia in sé potrebbe non attrarre l’attenzione, tuttavia il progetto è realizzato nella città siriana di Al-Hasakah, uno dei focolai dell’esplosione della guerra civile in Siria, oltre che zona conquistata dall’ISIS e poi riconquistata dalle milizie curde. L’idea di fondo della nostra missione è quella di favorire i ritorni nelle zone liberate ma ancora devastate dalla guerra, dare una piccola spinta alla ricostruzione attraverso la presenza luminosa di cristiani in queste zone fino a poco fa oscurate dalle bandiere nere dell’ISIS.

Molti credenti avevano venduto le loro proprietà per emigrare verso altri paesi, ma quando hanno visto che la chiesa è stata coinvolta in questo progetto, sono stati incoraggiati a rimanere e iniziare a investire anche loro”, ha detto Fadi (pseudonimo), uno dei nostri contatti in Siria. Oltre agli aiuti contingenti in Siria, Porte Aperte guarda al futuro, per rafforzare la Chiesa a lungo termine. Per questo motivo abbiamo iniziato diversi progetti per generare reddito, aiutando le persone a rimanere o a ritornare in questa regione. La piccola azienda è uno di questi. Di fatto doveva fornire lavoro e reddito per 10 persone bisognose nella città siriana di Al-Hasakah, ma ora l’impatto è molto più ampio. Quando Porte Aperte ha avviato il programma, la comunità cristiana ha nominato un piccolo ed entusiasta team di membri di chiesa per coordinare la progettazione e la costruzione dell’azienda. Queste persone sono ora responsabili della gestione.

Mentre la stalla era in costruzione, il team è stato messo in grado di acquistare le mucche, sufficiente fieno, orzo e frumento a prezzi molto buoni per i primi mesi, oltre che una macchina per la mungitura e i farmaci necessari per gli animali. Peter è uno dei fratelli coinvolti: “Senza questo lavoro non sarei in grado di mantenere la mia famiglia”. La nuova azienda ha già contratti con diversi negozi dove consegna latte e yogurt. “Siamo troppo felici del supporto che abbiamo ricevuto per costruire questa piccola fattoria”, dice il portavoce. “Grazie per gli sforzi che fate per aiutare la Chiesa e la nostra gente che soffre”.