MANCA IL PANE, MANCA L’ ACQUA!-past.Gennaro Chiocca


“Ecco, vengono i giorni, dice il Signore, Dio, in cui io manderò la fame nel paese, non fame di pane o sete d’acqua, ma la fame e la sete di ascoltare la Parola del Signore…. In quel giorno le belle ragazze e i giovani verranno meno per la sete” (Amos 8: 11,13)Quello che stiamo sperimentando ( almeno in Italia) credo sia una delle peggiori carestie spirituali che la Chiesa di Gesù Cristo abbia mai affrontato. Si vedono in giro ( in senso largo per le chiese, sui social..) un numero imprecisato di credenti “affamati” che chiedono ai loro pastori, ai loro leaders, di provvedere loro del cibo sostanzioso che sia vita, un cibo che sia di vero nutrimento adatto a sostenerli durante questi giorni di tenebre, proprio come fu ai tempi di Noè, durante il giudizio del diluvio (Genesi 6: 21). Eppure nonostante la presenza di ministeri nella Chiesa molte greggi stanno rimanendo senza cibo. Alcune anime stanno vivendo con “briciole” spirituali. Molti credenti lasciano i loro culti insoddisfatti, vuoti, stanchi di accostarsi alla tavola sparecchiata della casa di Dio. Tutto questo ha contristato lo Spirito Santo, il quale, lentamente, ha smesso di visitare alcune chiese. È fuori alla porta, come a Laodicea ( apocalisse 3:20), perché la Sua presenza è diventata un problema; si cercano doni mentre il donatore risulta essere un ostacolo. Per ora si parla ancora di Lui, ma senza di Lui! Il Signore ha provveduto da sempre pane in abbondanza per le anime in modo da sfamare tutti quelli che si accostano alla sua tavola. La sua Parola è per farci vivere, e no sopravvivere! È vita nel senso più pieno. La ragione di questa carestia è perché molti ministeri si stanno dando ad altro. Alcuni di questi hanno smesso di predicare le Scritture, come Pane disceso dal cielo. Certi pulpiti sono diventati “aule di tribunali” dove difendersi. I loro sermoni sono studiati come “difese” dal gregge, perchè inconsapevolmente accusati dalla fame dei credenti, che spesso si manifesta semplicemente attraverso i loro sguardi. Il Pane di Dio è Gesù stesso. Questo pane manca quando a mancare è la Sua presenza. Se la predicazione non è “a forma di Gesù” c’è carestia e mal nutrimento. Bisogna mangiarLo ogni giorno perché questo cibo produce la qualità di vita di cui lo stesso Gesù godeva. È questo pane che sta mancando oggi nelle chiese, eppure si avverte un bisogno disperato. Non molto tempo fa, uno dei maggiori attuali esponenti del movimento pentecostale in Italia, dichiarò a un raduno di pastori nel nord Italia, che il movimento pentecostale stava finendo. Un brivido mi ha percorso tutta la schiena all’udire questa affermazione. In realtà era quello che lui vedeva, in quanto sottometteva a un processo storico la morte del movimento. Lasciatemi dire che il movimento dello Spirito non finirà mai! Muoiono i movimenti denominazionali, chiese istituzionalizzate, muoiono i ministeri secolarizzati, ma non muore ciò che viene dallo Spirito. La fame di tanti credenti oggi testimonia ancora che lo Spirito produce ancora in alcuni il grido d’aiuto, il grido disperato di chi vuole essere tratto in salvo. Oggi manca il pane fresco, quello di giornata. Quello cotto sulle ginocchia della devozione, quello preparato nel forno della meditazione quotidiana, come ci insegna il “Padre Nostro”. Alcuni pezzi di pane sono dei veri e propri prodotti imbustati “dall’industria internet “; predicazioni copiate, ascoltate da altri e riprodotte come proprie, scaricate dal web …. Questi pezzi di pane ammuffiscono presto di compromessi, di peccati, di mondanità. In alcune “fette” si scorge una patina di mucido di religiosità apparente, di politicità, di poltronismo che rende le pecore inermi e invecchiate sulle dure panche dei locali di culto. Molte pecore rischiano infatti in alcune “chiese” di morire!David Wilkerson ne aveva già parlato in diversi suoi testi e in molte predicazioni aveva annunciato un periodo molto difficile per la Chiesa. La Carestia è arrivata e in questi ultimi 5 anni sta progredendo vertiginosamente. Più ci allontaniamo da Gesù, fonte di Vita, più la morte riacquista il diritto sulla nostra esistenza. Questo è quello che sta succedendo: in molte chiese e’ entrata la morte, molti ministeri stanno morendo perché hanno perso il contatto con Cristo, sono tralci che lentamente si sono staccati dalla vite. Per molti è più importante la denominazione a cui appartengono e il parere dei loro governi che Cristo stesso e la sua Parola. La sicurezza di uno “stipendio ecclesiale” da più garanzie di quanto possa dare la fede in questo preciso momento storico. Si preferisce rimanere senza pane celeste e andare avanti con piccoli pacchetti di cracker. Per molti credenti ahimè è iniziata una lenta decomposizione spirituale. Il livello spirituale per molti è questo: poca gioia, poco entusiasmo, molto rammarico, tanta maldicenza. Manca il Pane fresco e questo è il risultato! La carestia che sta imperversando su molte realtà ecclesiastiche sta facendo si che alcuni movimenti, di cui Dio se ne usato in passato, si allontanino da Gesù Risorto per abbracciare il “Gesù storico”, riponendo di nuovo “il corpo del Signore” nella tomba. Tutto questo mette in grave pericolo numerose pecore del gregge del Sommo pastore, da qui il desiderio di numerosi giovani di far parte di una chiesa dove ci sua una qualche forma di vita. Molti realizzano lo stato di morte della propria chiesa, e stufi, stanchi, la lasciano mettendosi alla ricerca di altre chiese, facendo a volte molti km pur di raggiungere un luogo benedetto dalla presenza di Dio. La profezia di Amos sembra proprio parlate di questi tempi; nonostante ci siano innumerevoli predicazioni, tanti insegnamenti, molte “rivelazioni” la fame e la sete continuano ad aumentare nel popolo di Dio. Il motivo è perché non viene offerto all’’uditorio il Pane disceso da cielo, l’Acqua che scaturisce a vita eterna. Troppi cibi precotti, ammuffiti e alcuni anche scaduti o meglio fuori dal tempo che viviamo! È una triste realtà: ma si muore di fame anche nella casa di Dio. Ho sentito da alcuni pastori che hanno visto numerosi credenti lasciare la chiesa parlare di “scrematura” piuttosto che ammettere che siamo in tempo di carestia. Alcuni che hanno lasciato le chiese troppo in fretta sono stati giudicati come dei criticoni. Forse lo sono pure stati….ma forse erano anche molto affamati. Non è certamente corretto abbandonare la propria chiesa, ma se rimanere in un determinato luogo significa perdersi allora è meglio che trovino altra pastura! La chiesa morta e’ diventato il miglior luogo per nascondersi dal Signore….. qui difficilmente potrai sentire il tuo cuore tremare, le tue viscere venire meno. Qui non dovrai preoccuparti molto se fumi ancora, se passi ore al bar, se salti i culti per stare ai compleanni, se ti assenti per un leggero mal di testa. Nelle chiese dove lo Spirito Santo è stato messo alla porta i predicatori hanno smesso di portare il lettuccio con il paralitico da calare davanti a Gesù e hanno iniziato invece a portare verso il cimitero il lettuccio con sopra il feretro del figlio della vedovia di Nain. In quelle chiese va tutto bene, non bisogna preoccuparsi di nulla: non bisogna andare per le strade, cercare i poveri, pregare per i “disgraziati”… va tutto bene si MUORE SOLO DI FAME E DI SETE!D. W. Ad Gennaro Chiocca

PER RIFLETTERE!


Un giorno, tanto tempo fa, un uomo vestito di abiti vecchi e logori percorreva le strade di un villaggio, bussando alle porte delle case e chiedendo l’elemosina. Molti gli rivolgevano parole offensive, altri lo scacciavano in malo modo, qualcuno gli versò dei tozzi di pane ammuffito e patate marce. Solo due anziani fecero entrare in casa loro il povero uomo. “Siediti un po’ e scaldati” gli disse l’anziano, mentre la moglie preparava una ciotola di latte caldo con una grossa fetta di pane. Mentre il pover’uomo mangiava i due anziani gli rivolsero delle parole di conforto.Il giorno dopo in quel villaggio ci fu un evento straordinario. Un inviato del re portò in ogni casa un cartoncino che invitava tutte le famiglie al castello. L’invito provocò un grande stupore nel villaggio e nel pomeriggio tutte le famiglie indossarono gli abiti della festa e si recarono al castello. Furono introdotti in una immensa sala e ad ognuno di loro fu assegnato un posto. Quando tutti si furono seduti, i camerieri iniziarono a servire le portate. Immediatamente si alzarono commenti di disappunto e di collera. I camerieri infatti rovesciavano nei piatti in modo sgarbato, bucce di patate, pietre e tozzi di pane ammuffito. Solo nel piatto dei due anziani seduti in un angolo, venivano serviti con garbo cibi raffinati e pietanze squisite. Improvvisamente entrò nella sala l’uomo dai vestiti stracciati. Tutti ammutolirono…”Oggi” -disse l’uomo- “avete trovato esattamente ciò che mi avete offerto ieri”. Si tolse gli abiti vecchi e stracciati. Sotto indossava un vestito dorato…era il Re! “Signore, quando ti abbiamo visto aver fame, o sete, o essere straniero, o nudo, o ammalato, o in prigione, e non ti abbiamo assistito?” Allora risponderà loro: “In verità vi dico che in quanto non l’avete fatto a uno di questi minimi, non l’avete fatto neppure a Me”.(Matteo 25:44‭-‬45).